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Autore: RobLucciswife    24/10/2018    0 recensioni
Ciao a tutti e grazie per essere qui. Sono appena arrivata su questo favoloso portale ed ho deciso di diventarne parte attiva pubblicando la mia prima storia. Come si evince dal mio nick amo parlare di Rob Lucci, il mio mito assoluto ma anche, di tutti i personaggi che abbiano condiviso parte della propria esistenza con lui.
Da qui la scelta di iniziare con Pauly, dedicandogli un momento in cui potrete conoscerlo non solo come carpentiere ma come uomo.
Ho cercato di fare suoi, i miei pensieri riguardo l’accaduto della notte dell’incendio di Water Seven.
Dopo una festa in suo onore in quanto nuovo presidente di Water Seven, eccolo nelle vesti di un uomo tradito con l’unico confidente al corrente delle sue pene: Il suo grande maestro Iceburg.
Grazie dell’attenzione, buona lettura.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Iceburg, Kaku, Kalifa, Paulie, Rob Lucci
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai passato un anno dalla nomina di Pauly come Vicepresidente della più grande azienda navale del globo. 

Un anno ricco di soddisfazioni, di fama oltre oceano e di prosperità la cui grandezza era forse stata raggiunta solo dopo il varo del Puffing Tom, ora ribatezzato Puffin Ice.

Il nostro biondo protagonista era infatti oltrechè benvoluto ed amato da ogni concittadino, il vero e proprio erede del più grande carpentiere mai esistito: aveva dunque realizzato il suo sogno di bambino. 

Si poteva dire che, avesse raggiunto l'obiettivo della propria vita, che fosse arrivato al coricarsi ogni sera con la soddisfazione di chi dopo enormi sacrifici era fiero di sé e della propria volontà.

Un quadro idilliaco.

 

Eppure Pauly era cambiato. Nonostante le onorificenze continue, l'affetto dei suoi più cari amici ma soprattutto dell'uomo che aveva ammirato sin dalla più tenera età, e sebbene ogni giorno lo si vedesse in cantiere sorridente con l'immancabile sigaro fra le labbra avvolto nel completo elegante che ben si addiceva al suo nuovo incarico, i suoi occhi emanavano tristezza.

Naturalmente solo per chi lo conosceva a fondo. Il suo spirito generoso e scherzoso lo contraddistingueva sempre e comunque. Persino i tanto odiati creditori spesso rinunciavano a perseguire il consueto inseguimento a cagion di ciò e della stima che nutrivano nei suoi riguardi.

Lui lo sapeva.

 

L'anniversario della sua carica non era un evento indifferente né per i colleghi né per il suo superiore, era infatti prevista una festa grandiosa di cui in città non si faceva che parlare.

 

“Hai sentito? Questa sera il Vicepresidente della Galley-la festeggerà insieme a tutti noi concittadini il primo anno della sua nomina”

 

“Dici davvero?Allora non possiamo mancare!”

 

“Ehi!Voi laggiù!Questa sera tutti alla sede della Galley-la a festeggiare il nostro Vicepresidente mi raccomando!”

 

“Stai scherzando? Non mancheremo per niente al mondo!A stasera!!”

 

 

Queste erano solo alcuni dei continui vociare in tutta la Metropoli dell'acqua quel giorno. 

Pauly aveva ereditato non solo il talento del suo maestro ma anche il suo farsi voler bene e stimare da chiunque capitasse sulla sua strada.

Non deve quindi sorprendere che tutta la città fosse in fermento nonché attivamente operativa per regalargli una festa indimenticabile.

Infatti, dovunque erano visibili festoni colorati, luci d'artista, striscioni pendenti dai sontuosi terrazzi della metropoli. Gli artigiani locali soffiavano il vetro con l'abilità propria della tradizione secolare per la quale anch'essi avevano fama oltreoceanica, creando miniature d'arte e targhette di cristallo da donare all'ex capo del dock numero uno.

L'aria di allegria era respirabile anche dai turisti che quel giorno ammiravano le meraviglie di Water Seven, ed ai curiosi domandanti il perchè di tutto quel fervore veniva risposto in coro:

 

“oggi decorre un anno dalla nomina del nostro Vicepresidente. Dopo tutto ciò ch'egli ha donato alla città la nostra gratitudine non può mancare! Qualora vorreste unirvi a noi sarete i benvenuti!”.

 

Anche nelle scuole era un giorno di festa. Ai bambini infatti, le maestre raccontavano la storia della città, la sua rinascita grazie alla tenacia del di lei sindaco, e del perchè, tutti quel giorno avrebbero dovuto celebrare con gioia il suo uomo di più stretta fiducia che avrebbe preso le redini in futuro.

I più piccolini addobbarono con i loro disegni le parete delle classi, i più grandi invece, realizzarono colorati striscioni che vennero appesi ai balconi dell'edificio.

 

“Mi vergogno di tutto questo Signore, non sento di meritarlo” disse Pauly chinando la testa innanzi ad Iceburg per celare un totale imbarazzo.

 

“Lo comprendo. Io stesso ci ho convissuto per anni.”

 

“Signore ma Lei è un altro discorso. Lei è il simbolo della nostra forza. Ma io non sento nemmeno lontanamente di meritare tanta stima dai miei concittadini, in fondo, sono solo un uomo che ha amato ed ama il proprio lavoro.”

 

“Penso sia proprio per questo che tutti ti siano grati. La città ha bisogno di persone come te per continuare ad essere lo splendore che è.”

 

“Grazie Signore. Davvero.”

 

Iceburg non rispose e con un sorriso, rimessi gli occhiali, diresse lo sguardo alle carte ammucchiate selvaggiamente sulla scrivania. 

 

“ Calif..... Minima! Vieni qui un istante per favore.”

 

Presto un bussare delicato si udì dall'altra parte della pesante porta di legno intarsiato, fino a che la medesima non si socchiuse e timidamente fece capolino una bambina con i capelli neri e gli occhiali, la quale, con vocina infantile disse:

 

“Ha chiamato Signore?”

 

“Per favore cara, alle ore 17:30 buttami fuori dall'ufficio. Lo sai che quando sono impegnato con queste dannate carte perdo la cognizione del tempo. Non vorremo mica perderci la festa del nostro Uomo di Fiducia qui presente vero?.” Iceburg rivolse un ghigno a Pauly che prontamente arrossì.

 

“Senz'altro Signore. Buongiorno Signor Pauly.”

 

“Buongiorno a Lei Minima.. finalmente una segretaria composta ed educata senza vestitini osè.”

 

“Non comprendo Signore.”

 

“Non importa, non importa. Buon lavoro Signorinella.”

 

“Le ricordo Signore che ho 33 anni.”

 

“Oh accidenti! Mi perdoni Minima. E' che viene difficile.. cioè non so... vedendoLa.. è... cioè...”

 

“Nessun problema Signore. Mi piace sembrare più giovane.”

 

La piccola segretaria chiuse la porta alle proprie spalle mentre Iceburg e Pauly risero velatamente.

 

“E' molto, molto competetente. Ma soprattutto è incredibilmente autoironica, penso sia proprio questa la qualità di lei che apprezzo di più. Ma tu che ci fai ancora qui? Esci. Vai in città. Oggi è la tua giornata.”

 

“Con permesso Signore.”

 

“A stasera Vicepresidente.”

 

 

 

 

 

Lasciatosi alle spalle la sontuosa neoricostruita sede della compagnia, Pauly non si mosse in direzione delle vie della città. Sapeva infatti che non avrebbe potuto evitare oltre ai consueti creditori, l'euforia di tutti i suoi concittadini che lo avrebbero da qualsivoglia parte “ letteralmente agganciato e trascinato” in cima al loro bagno di folla.

Non che gli dispiacesse godere di tanta stima, ma non era del giusto umore per festeggiare nonostante tutto. Provò una punta di senso di colpa dal momento che tutti lavoravano con entusiasmo per lui ed anziché essere grato ed accogliente, li schivava trovando rifugio nei vicoli ciechi.

Percorsa una piccola scalinata sconnessa, abbandonata allo stato originale, ed attraversato un pontile altrettanto mal ridotto, furono sufficienti due rapide sviate alle spalle di un gruppetto di gente indaffarata con gli addobbi per ritrovarsi di fronte all'uscio della propria abitazione.

Conosceva bene quella scorciatoia, gli aveva salvato la pelle più volte dall'ondata di creditori.

Nonostante i guadagni personali si fossero triplicati, aveva deciso di non cambiare domicilio, bensì di ristrutturare il suo appartamento rendendolo; sì più raffinato, ma essendo amante della spartanità nemmeno in grande parte.

Infilata e girata frettolosamente la chiave nella toppa si chiuse la porta alle spalle. Un piacevole silenzio ed una penombra gradevolissima regnavano nell'alloggio insieme all'odore acre del sigaro. 

Pensò di non toccare le persiane né accendere alcuna luce, non aveva proprio voglia di gente che gli bussasse alla porta per congratularsi o porgergli i propri migliori auguri, meglio fingere di non essere presente e godersi quell'attimo di pace.

Mancavano quattro ore all'inizio della cerimonia, aveva già preparato tutto. D'altronde non voleva deludere chi per quell'occasione aveva davvero lavorato duramente e soprattutto con il cuore.

Appeso all'anta dell'armadio vi era il completo che avrebbe indossato da lì a poco: elegantissimo e sobrio, composto da giacca e pantaloni di seta nera lucida, camicia e cravatta di un finissimo bianco perlato la prima e grigio fumo la seconda.

Pauly non era a proprio agio con quell'abbigliamento, in ragion di quanto sopra detto; per via dello spirito pioneristico e dell'amore per le cose stravaganti. Tuttavia pensò che quell'occasione meritasse una certa solennità.

Buttatosi a peso morto sul letto, poggiò un braccio sugli occhi chiusi. Indirizzò i suoi ultimi pensieri prima di addormentarsi al motivo del suo tormento. 

Per quanto cercasse di scacciarlo, era sempre lì. Celato dietro ad un abbagliante sorriso da desto, e dietro un amaro sospiro nel dormiveglia.

 

   
 
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