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Autore: T612    25/10/2018    1 recensioni
1956, Russia, base operativa del KGB.
La nascita della leggenda della Vedova Nera e il Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino.
Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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20 settembre
 
Natalia si sentiva un animale braccato.
Si muoveva nell’ombra più paranoica del solito, guardandosi alle spalle ad ogni minimo rumore, trattenendo il respiro ad ogni spostamento d’aria.
Dopo più di un mese, finalmente, aveva avuto la certezza inconfutabile che quella notte non ci sarebbero stati imprevisti. Aveva calcolato tutto nei minimi dettagli: lo spostamento delle guardie, il giro di ronda di Madame B, gli appostamenti di Dmitri.
Era evasa, rincuorata dal fatto che Ivan e Alexei fossero rimasti a San Pietroburgo per affari ritenendo superflua la sua presenza, facendo ritorno a Mosca per una missione sotto copertura lasciandola finalmente libera dopo mesi di controllo asfissiante e morboso.
Era stanca di essere esibita come un trofeo da Alexei, stanca di sorridere per le foto sul giornale, stanca di presenziare a tutti quei galà pieni di persone altolocate che la credevano una semplice oca giuliva. Al KGB servivano finanziamenti per il progetto spaziale, avevano posto Alexei su un piedistallo promuovendolo come un eroe nazionale, mettendo lei al suo fianco perché la sua bellezza generava consensi.
Natalia si sentiva usata, esposta in vetrina ed impacchettata con un bel fiocco, messa a ricambiare i sorrisi falsi di persone che avrebbe voluto uccidere una dopo l’altra.
Le mancava l’omicidio, un movente per dar sfogo alla sua rabbia… principalmente per questo motivo aveva accettato la missione senza batter ciglio, per poi pentireste amaramente quando aveva letto il fascicolo.
Silenzia il suo cervello, concentrandosi unicamente nell’essere invisibile tra i tetti sfruttando al massimo la combinazione perfetta tra la scarsa sorveglianza e l’astinenza, desiderosa di cancellare in una notte tutti i baci falsi che aveva riservato ad Alexei nell’ultimo mese e mezzo.
Quando era atterrata sul terrazzo del motel ed aveva trovato la portafinestra aperta, era stata questione di secondi prima di saltare letteralmente tra le braccia di James, divorandogli le labbra dopo così tanto tempo senza nemmeno sfiorarsi.
-Dove credi di andare? -tende la mano ad occhi chiusi verso James, nel tentativo di fermarlo quando lo sente alzarsi dal materasso e recuperare i pantaloni dal pavimento.
-Mi serve una pausa prima del secondo round.
Natalia lo segue con lo sguardo mentre recupera il pacchetto di sigarette e se ne accende una sul terrazzo. Si distende a braccia aperte tra le lenzuola, beandosi della quiete e dell’odore di tabacco che si amalgamava alla brezza, sentendosi finalmente in pace con sé stessa, registrando solo in un secondo momento il campo di battaglia che la circondava... da dove si trovava aveva una perfetta visuale del pavimento cosparso di indumenti.
-Sentivo la mancanza di una notte come questa. -afferma raggiungendolo nel terrazzo trascinandosi dietro il lenzuolo.
-Non che potessimo fare in altro modo, ci hanno tenuti sotto osservazione nell’ultimo periodo. -replica l’uomo mentre le porge il pacchetto di sigarette e le allunga il fiammifero acceso. -Quando riparti?
-Tra un paio di giorni, missione sotto copertura.
-Niente galà o scemenze simili?
-No, fino a missione conclusa, poi Ivan tornerà a braccarmi.
-Dobbiamo stare attenti, se ci scoprono possiamo finire in Siberia o peggio. -James spense la sigaretta sul posacenere, scuro in volto e la preoccupazione palpabile nel tono della voce.
-Tu cosa ne sai della Siberia?
-Chi credi sia andato a recuperare Vanko e Tania1 dai gulag, mentre Alexei ti trascinava in giro per mezza Russia?
-Geloso? -Natalia spense la sigaretta appena iniziata a sua volta, osservando James che si ostinava a non rivolgerle lo sguardo, mentre lei si alzava con il lenzuolo appresso e ritornava nella camera da letto.
-Va bene, ignorami… lo so che eri terrorizzato all’idea che mi resettassero la memoria, ma non ci hanno mai scoperti.
James fingeva di non ascoltarla, si era pentito di essersi dichiarato, di essersi esposto in prima persona… avevano ottenuto solamente l’ennesima complicazione. Come si può amare qualcuno, essere ricambiati dalla persona amata, ma avere la consapevolezza che l’altra persona non potrà mai essere tua?
-Sei consapevole che sia solo una facciata, vero? -inizia Natalia, irritata dal suo comportamento, come se non fossero entrambi invischiati in quella situazione da incubo, speranzosa di smuoverlo dalla sua testardaggine.
-Non cambia come mi sento all’idea…
-James. -il modo in cui pronuncia il suo nome lo mette sull’attenti, facendolo girare immediatamente nella sua direzione. -Finora Alexei non è riuscito a guadagnarsi niente in più di qualche bacio, unicamente perché se non mi comporto bene mi uccideranno. -James ammutolisce, ben consapevole che lei non stia esagerando -Sono qui, con te, il resto al momento non importa.
-Che piani hai?
-Torna qui e scoprilo. -lo tenta con fare accattivante, mentre si adagia sul materasso lanciandogli una provocazione spudorata- Ora pensi di raggiungermi per il secondo round, oppure la prossima volta devo perdere tempo con Alexei?
L’aveva punto sul vivo, era ritornato dentro con la visibile intenzione di baciarla, per poi ripensarci e bloccarsi lì a fior di labbra.
-Che aspetti?
-Il perdere tempo non era solo una provocazione, cosa hai omesso? Sincera.
Natalia alza gli occhi al cielo, la mano di metallo salda dietro alla sua nuca che non le permetteva di sfuggire dal suo sguardo, consapevole che appena avrebbe aperto bocca si sarebbe tradita.
-Chiunque al di fuori di te è una perdita di tempo.
KO tecnico ancora prima di iniziare il secondo round, tradita da quella frase che suonava come un “ti amo”, i muri di un motel come unici testimoni.

 
 
 
Note dalla regia:
 1. Nei fumetti di “Agent Carter: Operazione S.I.N.” vengono presentati Anton Vanko (c’è seriamente bisogno che spieghi chi sia?) e Tania Belinsky (la terza Guardiano Rosso, risposta russa a Captain America). Volendo spudoratamente ignorare la serie televisiva, che vede Vanko in America negli anni ’50, la sua controparte fumettistica in quegli anni era stata rinchiusa in un gulag dove fa la conoscenza di Howard tramite Tania (quest’ultima aveva guidato nella missione sotto copertura Stark e Peggy, per poi trascinarli nel gulag alla ricerca del padre scomparso), in seguito Vanko raggiunge Stark Senior solo negli anni ’60 per lavorare al Reattore Arc dopo un “piacevole” soggiorno al Cremlino. Ignoro se nei fumetti di Iron Man tale cosa venga smentita, gli sceneggiatori tendono a confondere le cose spesso e volentieri in questi dettagli marginali.
In ogni caso, Peggy e Howard lasciano lì entrambi in Siberia, per deduzione logica qualcuno doveva andare a recuperarli (chi meglio di James?) visto che Vanko è richiesto per la corsa allo spazio, mentre Tania ha un’innata dote ad uccidere quindi può sempre tornare utile (in Operazione S.I.N. non viene mai specificato, ma nei fumetti postumi lasciano intuire che anche lei faceva parte del programma Stanza Rossa prima di diventare Guardiano).
_T





 

Edit: 24/09/2019

   
 
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