Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Ryu Hime    25/10/2018    1 recensioni
[Tratto dal Prologo]
–Dove cazzo sei stato!? Lei ti ha cercato dappertutto! E adesso è scomparsa! Tutto per colpa tua! Tua maledizione!- urlò Komor, adirato come mai lo era stato in vita sua.
Quell’uomo non rispose, in cuor suo sapeva quanto avesse ragione.
-Che cosa ci fai qui?- domandò duramente il Capo Palestra, furioso per il suo mutismo.
–So dov’è.-
[Tratto dai capitoli]
-Allora? Chi sceglie per primo?- domandò Belle, la ragazza bionda.
-Direi di far scegliere a Touko, dopotutto è casa sua.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
La ragazza in questione fissava le Pokeball con un’espressione concentrata, come se stesse cercando di scrutare l’anima dei loro ospiti.
Passarono due minuti prima che si decidesse ad allungare la mano verso una delle sfere rosse e bianche.
[Autrice]
L'intero viaggio all'interno di Unima ed il post Lega, più qualche chicca direttamente dalla mia mente malata.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor, N, Touko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bianca Verità

«Sei ansioso.» constatò Zekrom osservando N da dietro il trono.
-Oggi si deciderà tutto.-
«Non è solo quello.»
-Non ti si può nascondere nulla, vero?-
«Dopotutto sono parte di te.»
-È che…-
«Non vorresti combattere contro Touko.»
-E tu come…-
«È lo stesso che provai la prima volta che fronteggiai Reshiram, eravamo stati parte dello stesso essere, eppure dovevamo scontrarci.»
-Mi dispiace dover fare di nuovo una cosa del genere…- mormorò N affranto.
«Durante una lotta possono succedere tante cose. Quando Nobu e Kenshin combatterono non furono soltanto le lame ed i poteri miei e di Reshiram a scontrarsi, anche le parole, gli ideali e le verità che ci spingevano l’uno contro l’altro. Per questo la lotta è terminata. C’erano anche parole, ricordi e sguardi a guidarci.» disse con lo sguardo perso nei ricordi.
N continuò a guardare il portone chiuso alla fine della navata davanti a lui.
Mancava ancora poco e Touko sarebbe entrata da quella porta.
Quel giorno si sarebbe deciso tutto.
Quel 3 ottobre avrebbe segnato un nuovo inizio, oppure la sua fine.
***
Touko si fermò di colpo rischiando di scivolare sulle suole bagnate.
Davanti a lei c’erano sei vecchietti agghindati leggermente più sobriamente di Ghecis, ma nemmeno più di tanto.
Le sbarravano la strada, impedendole di proseguire.
Automaticamente la sua mano corse alla Pokeball di Serperior.
Il cuore le martellava nel petto e tutti i muscoli fremevano, tesi come un elastico. I nervi attenti e pronti a scattare.
Uno alla volta avanzarono e dissero una citazione che Touko aveva sentito dire almeno una volta agli anziani di Soffiolieve.
Erano tutti molto pacati nel parlare, quasi si trovassero difronte ad una classe di bambini dell’asilo per raccontare una favola.
-Prosperità ai miti, castigo ai rivoltosi.-
-La virtù non è mai tanto bella come quando combatte il vizio.-
-Pratica senza dottrina è come crusca senza farina.-
-Errare è umano, perseverare è diabolico.-
-È meglio ricorrere al re che ai suoi ministri.-
-Come il cielo non può avere due Soli, così il popolo non può avere due sovrani.-
Si fecero ancora avanti impedendole qualunque via di fuga.
-Levatevi di torno!- esclamò Touko pronta a farsi strada con la forza.
-Non permetteremo che al nostro Sovrano accada qualcosa di male! Se il grande piano di Ghecis fallisse sarebbe la fine per N! Preparati ad affrontare la sconfitta!- esclamò uno dei Saggi vestito di rosso vermiglio.
Touko aveva già messo mano alla Pokeball quando una voce alle loro spalle li prese totalmente alla sprovvista.
-E siete davvero convinti di farcela?-
La ragazza si voltò di scatto.
Il cuore le si fermò per un attimo.
Sentiva lacrime di commozione cercare di sgorgare insistenti, ma le trattenne.
-Ma guarda, pensavo che ormai fossi allo stremo, Touko.- disse Rafan con una certa soddisfazione nella voce.
-Ma tu sei il Capo Palestra di Libecciopoli! Che cosa ci fai qui!?- esclamò lo stesso anziano.
-Tsk, non sono mica solo.- ribatté il Signore del sottosuolo.
Uno ad uno i Capi Palestra di Unima fecero il loro ingresso e si pararono difronte a Touko.
In quel momento l’Allenatrice faceva davvero fatica a trattenersi.
-Oh, come mi dispiace… Non solo siamo più forti di voi, ma siamo anche molti di più!- disse Aloè sorridendo vittoriosa.
-Acciderba, i Capi Palestra!- esclamò un altro Saggio vestito di grigio.
-Come potevamo non occuparci del Team Plasma? Non saremmo dei Capi Palestra altrimenti.- aggiunse Camelia giocando con uno dei fili delle sue cuffie.
-E poi ce l’ha chiesto anche Belle. Non potevamo dire di no!- esordì Artemisio sfoggiando una delle sue inimitabili pose da artista.
-Forza! Andrà tutto bene!- esclamò Anemone piena di energia.
-Andrà tutto a meraviglia!- la corresse Iris, che non vedeva l’ora di cominciare la battaglia.
Touko non sapeva che cosa dire, era completamente ammutolita. Ammutolita e profondamente commossa.
Non sperava nemmeno in una cosa del genere.
La voce di Aristide però la riscosse dai suoi pensieri.
-Sei tu ad avere il Chiarolite… è opportuno che vada avanti tu!-
Touko sentì per un attimo le gambe che non rispondevano, poi una scarica di adrenalina le percorse tutto il corpo, da capo a piedi.
-Grazie!- disse prima di correre verso il corridoio che i Saggi avevano cercato di impedirle di percorrere.
 
Aveva superato diversi membri del Team Plasma senza farsi scoprire, ma man mano che avanzava diventava sempre più difficile.
Ad un certo punto incontrò un intero squadrone che marciava nella sua direzione. Pregando Arceus che non ci fosse nessuno si nascose nella stanza più vicina che trovò chiudendo la porta e aspettando.
-Tu devi essere Touko.-
Ci mancava pochissimo che urlasse.
Si voltò di scatto per vedere due ragazze, leggermente più grandi di lei.
La prima aveva lisci capelli rosa che le ricadevano morbidi sulle spalle, dello stesso colore erano gli occhi.
La seconda era dotata di una capigliatura bionda legata in una treccia, gli occhi dorati.
Avevano entrambe la pelle diafana, il viso ovale ed uno sguardo dolce e gentile.
-Chi siete?- chiese Touko, leggermente titubante.
-Io sono la Musa dell’Amore. Mi chiamo Antea.- disse la rosa.
-Io sono la Musa della Pace. Mi chiamo Concordia.- si presentò la bionda.
Touko aveva già messo la mano sulla maniglia per uscire in tutta fretta, ma le due ragazze le fecero cenno di rimanere ferma. Non seppe nemmeno il perché, ma ubbidì.
-N ci ha parlato di te. Sei la ragazza della Verità.- disse Antea.
-Colei che è stata scelta da Reshiram.- aggiunse Concordia.
-Cosa significa che siete delle muse?- chiese Touko.
-Siamo cresciute insieme ad N, lo ispiravamo su amore e pace. Siamo le uniche con cui si confidava, ad eccezione dei Pokémon.-
Fu solo per un attimo, ma l’Allenatrice si sentì stuzzicare da una punta di gelosia.
-Voi… voi sapreste come potrei spiegare ad N che… che separare umani e Pokémon è… sbagliato?- una volta terminata la frase la ragazza si diede mentalmente della stupida.
Invece, contro ogni sua previsione, le due muse sorrisero teneramente.
-Ricorda che gli Allenatori non lottano allo scopo di ferire i propri Pokémon. Anche N lo sa dal profondo del cuore, ma non è ancora capace di ammetterlo. Troppi giorni tristi e solitari ha passato al castello…- disse Antea con una punta di nostalgia.
-Fin da piccolo N, crescendo assieme ai Pokémon, ha vissuto lontano dagli uomini. Pokémon traditi dai loro Allenatori, maltrattati e feriti dagli uomini… Erano questi i Pokémon che Ghecis gli portava. N ne ha condiviso il dolore, pensando solo ed esclusivamente al loro bene ed è così che ha intrapreso la strada degli Ideali. N, un ragazzo così innocente e puro… Ma non c’è nulla di più bello, e allo stesso tempo spaventoso, dell’innocenza.- spiegò Concordia.
Touko rimase in silenzio ad ascoltare e per un attimo cercò di immaginarsi N da bambino, tra le braccia un Pokémon ferito dagli esseri umani. Non c’era da sorprendersi di come fossero maturate le sue idee.
Mormorò un grazie e fece per uscire, quando Antea la fermò.
-Prima di raggiungere N nella sala del trono, fermati nella stanza che incontrerai appena salite le scale.- disse.
Touko la guardò perplessa, ma annuì e scappò fuori dalla stanza.
Una volta rimaste sola Concordia guardò stupida l’amica.
-Come mai l’hai mandata là?-
La Musa dell’Amore sorrise.
-Perché lei è l’unica in grado di ridare l’amore ad N.- rispose osservando la porta che si era appena chiusa.
***
Touko era arrivata davanti alla stanza che le aveva indicato Antea. Si chiese per quale motivo avrebbe dovuto entrarci.
Dopotutto poteva rivelarsi una trappola…
Eppure quelle due “muse” non le erano sembrate intenzionate a farle del male. Dopotutto avrebbero potuto chiamare qualsiasi membro del Team Plasma per quello e non l’avevano fatto.
Prese un profondo respiro ed entrò nella stanza.
Non c’erano finestre e l’unica fonte di luce era un lampadario mal funzionante. Le pareti erano colorate con motivi a scacchi, così come il soffitto. Il pavimento rappresentava il cielo, cosparso di tante piccole nuvolette candide ed uguali. A destra in alto un canestro verde dov’era incastrato un trenino. Infatti a sinistra c’era una rotaia giocattolo telecomandata. Sembrava essere stata usata da poco visto che la piccola carrozza faceva il giro del sue percorso indisturbata. Più avanti una rampa da skate, accanto altri giocattoli abbandonati. Attaccata ad una parete una fotografia rovinata che ritraeva un N bambino circondato da un Darmanitan, Zorua ed un piccolo Woobat.
Quella era la stanza di N.
Con quella consapevolezza Touko si aggirò lentamente, incantata da quel posto. Tentò di immaginarsi N in quel luogo, magari affiancato da Antea e Concordia. Eppure in quel momento sentiva solo un grande vuoto, solitudine e dolore.
Con tutta probabilità era lì che Ghecis gli portava i Pokémon feriti ed abbandonati dagli esseri umani.
L’assalì una tristezza infinita e prima che potesse rendersene conto stava piangendo.
Era come se in quel momento percepisse la disperazione di N.
Rimase accucciata in un angolo della stanza per qualche istante, poi prese un profondo respiro e tornò a correre lungo i corridoi del palazzo del Team Plasma.
 
Trovò un’altra rampa di scale che percorse senza problemi e si ritrovò in un corridoio differente da quelli in cui era stata fino a quel momento. Su ogni parete c’era uno stendardo del Team Plasma ed era completamente deserto.
Touko si aggirò con circospezione finché non raggiunse l’unico portone di tutto il piano.
Dietro c’era sicuramente N.
Riusciva a sentirlo attraverso la pelle, come fosse una scarica elettrica.
Aveva a malapena toccato la maniglia quando il portone si aprì di colpo e si ritrovò faccia a faccia con Ghecis.
L’uomo non sembrava particolarmente contento, non sapeva se per il fatto che fosse riuscita ad arrivare fin lì oppure per il dialogo che aveva sicuramente appena avuto con N.
La squadrò da capo a piedi per un attimo.
-Giovane che porti il Chiarolite, ti do il benvenuto! Il castello sorto dalle viscere della Terra che ora circonda la Lega Pokémon è il simbolo del vento di cambiamento che soffia sulla regione di Unima. Il sovrano di questo castello, affiancato dal Pokémon leggendario, ha battuto il Campione, diventando l’Allenatore più forte di tutti! Nel suo petto arde il desiderio di rendere il mondo un posto migliore! Se questo non è un Eroe, chi lo è?
Uno spettacolo perfetto, grazie al quale giungeremo diritti al cuore della gente! E in quattro e quattr’otto il mondo che io, anzi, che noi del Team Plasma desideriamo, diventerà realtà! Solo noi potremo servirci dei Pokémon e governeremo sull’umanità inerme! Ah, quanto ho dovuto aspettare! Quanti sforzi per restare nell’ombra e non svelare il mio vero piano… Ma ora finalmente quei giorni sono finiti! Coraggio allora, avanti! Vediamo se hai la stoffa dell’Eroe!- lo disse con un tono totalmente convinto e delirante.
Touko gli lanciò un’unica occhiata glaciale.
-Il suo nome è N e “il Pokémon leggendario” si chiama Zekrom. Vedi di ficcartelo in quella zucca bacata che ti ritrovi.- disse prima di superarlo ed entrare nella sala del trono senza degnare Ghecis di un secondo sguardo.
Era una sala immensa, sotto la navata principale una specie di lago artificiale. Il pavimento di marmo bianco come le colonne che sostenevano la volta. La lunga navata centrale era ornata con un tappeto blu oltremare.
Sopra il trono dorato sedeva N.
Sembrava così inappropriato per un posto tanto altezzoso.
Era chiaro che la stesse aspettando da molto tempo.
Quando vide Touko entrare le regalò un sorriso dolce, sembrava quasi affranto.
-Un mondo tutto per i Pokémon: questo è quello che voglio.- disse alzandosi.
-Un mondo in cui, finalmente liberi dal giogo umano, i Pokémon ritrovino la loro forza originaria!- continuò avanzando lungo la navata.
-È arrivato il momento decisivo! Io sono pronto! Lotterò per i miei ideali! E immagino tu voglia fare altrettanto!- ormai era a pochi metri da Touko, ma l’Allenatrice non mosse un passo.
Aveva il cuore che le martellava nel petto e non aveva idea che in quel momento era lo stesso ritmo forsennato che scuoteva quello di N.
-Forza, fatti sotto e mostrami quanto sono solide le tue convinzioni!- disse ancora il verde fermandosi a pochi passi dalla ragazza.
Solo in quel momento si rese conto di un particolare che prima gli era sfuggito.
-Hai fatto tutta questa strada per lottare contro di me. Eppure Reshiram non reagisce. Forse non sei l’Eroe! Che delusione… Peccato, iniziavi un po’ a piacermi. Ti ho osservata e pensavo di aver visto in te un Allenatore che, lotta dopo lotta, sa rispettare i Pokémon e sa averne gran cura. Ma mi sbagliavo! Capisco ora che la lotta non può essere un modo per capirsi a vicenda! Non ti restano che due scelte ora! Perseguire le tue verità fino alla fine e sfidarmi in una lotta che non potrai mai vincere, o ritirarti e assistere alla nascita del nuovo mondo! Un mondo in cui i Pokémon saranno liberi dal giogo umano! Vieni, Zekrom!-
Il verso possente di Zekrom risuonò in tutta la sala facendo tremare le pareti.
Il silenzio regnò per un attimo, subito dopo…
Il Pokémon degli Ideali sfondò il muro dove si appoggiava il trono. I detriti caddero rovinosamente al suolo e Zekrom planò fedele accanto ad N.
Touko osservò il grande Pokémon nero, ma non sentiva alcun timore. Era come riunirsi ad un parente lontano che non si vedeva da tanto tempo.
Guardò N.
Era giunto il momento, dovevano combattere.
-N, io non mi ritirerò mai. Con o senza Reshiram io rimarrò qui e anche se vorrei non farlo ti affronterò. Non per essere un Eroe, né per il titolo di Campione. Ti sfiderò per il solo ed unico motivo che mi ha spinta fin qui. Non ti permetterò di dividerci dai Pokémon. È vero, non tutti gli esseri umani sono giusti con loro, ma non devi fare di tutta l’erba un fascio. Tu hai visto solo una parte della verità. E se viaggiare per Unima non è stato sufficiente io te la mostrerò tutta.- parlava in un tono calmo e controllato, ma lentamente la sua voce veniva animata da una profonda convinzione.
-Quindi sì N. Siamo qui per affrontare una sfida che nessuno di noi vuole realmente sostenere, ma che faremo comunque. Tu vuoi mostrarmi i tuoi Ideali? Bene, ma io ti mostrerò la pura e semplice Verità. Questa è la mia risposta.-
«Ben detto.»
Touko si bloccò per un attimo, qualcosa nello zaino si stava muovendo con una certa insistenza. Lo fece cadere a terra, ma prima che potesse aprirlo il Chiarolite uscì da solo, librandosi in aria e riscaldando l’atmosfera come il Sole estivo.
I presenti osservarono il fossile innalzarsi sempre di più finché non cominciò a riscaldarsi sempre di più.
-Il Chiarolite… Reshiram sta reagendo!- esclamò N, completamente sbigottito.
La pietra iniziò a raccogliere l’energia che la circondava, rendendola visibile sotto forma di quattro scie bianche. Un vento innaturale scosse leggermente i presenti quando, all’improvviso il processo si fermò.
Nessuno fiatava.
Tutto era immerso in un silenzio innaturale.
Poi…
Un’onda d’urto generata dal Chiarolite costrinse tutti a tenersi aggrappati a qualcosa. N aveva Zekrom su cui contare, Touko si servì di una colonna poco distante.
La pietra si ingrandì a dismisura, rivelando un Pokémon simile ad una viverna con il corpo ricoperto di pelo e piume bianche accovacciato in posizione fetale. Il volto ricoperto di peli bianchi, sotto il mento alcuni erano arruffati e dietro la nuca due lunghe code candide. Il collo lungo e magro con quelli che sembravano essere due bracciali d'argento. Le grandi ali e presentavano quattro artigli chiari alle estremità. Le enormi zampe inferiori avevano il pelo meno compatto e presentavano quattro artigli per ogni piede, tre avanti e uno dietro. La coda assomigliava ad un’enorme turbina con le piume e i peli che formavano anche due anelli intorno ad essa e appena fuori un'altra coda che ha una forma di quelle basiche.
Di colpo spalancò gli occhi, azzurro cielo, come quelli di Touko.
Spiegò le ali ed atterrò con grazia a terra.
Emise un profondo e lungo ruggito e la sua coda iniziò a scaldarsi, diventando ardente.
Touko guardò rapita il Pokémon della Verità.
-Alla fine ce l’hai fatta.- sorrise.
«Avevo detto che ti sarei stata a fianco.» replicò Reshiram accennando un candido sorriso.
-Reshiram e Zekrom… Due Pokémon che un tempo erano uno solo. Come le due metà opposte e complementari che compongono un unico essere.- disse N, rapito dalla visione del Pokémon della Verità.
-Reshiram e Zekrom… attendevano la venuta del nuovo Eroe! Non mi ero sbagliato. L’altro Eroe sei proprio tu!- sembrava al settimo cielo.
-Bene N, non era questo che volevi? Allora… cominciamo?- chiese Touko, seppur titubante, mandando in campo la sua Squadra intera.
Il ragazzo sorrise, poi fece lo stesso.
Zoroark, Carracosta, Vanilluxe, Archeops e Klinklang.
La lotta cominciò e i Pokémon scelsero autonomamente i loro avversari.
Umbreon contro Zoroark.
Galvantula contro Carracosta.
Zweilous contro Vanilluxe.
Archeops contro Archeops.
Darmanitan contro Klinklang.
E ovviamente, Reshiram contro Zekrom.
Solo Serperior rimase al fianco di Touko, ben decisa a rimanerci.
La ragazza non rimase con le mani in mano, si fidava dei suoi Pokémon, non aveva bisogno di dar loro istruzioni.
-Sai che questa non è la soluzione. Se anche tu dovessi riuscire a battermi Pokémon ed esseri umani si cercheranno sempre.- disse.
Sentivano a malapena il fracasso della battaglia. I versi dei Pokémon che si mischiavano tra loro. Gli attacchi si andavano a scontrare contro la sala in ogni direzione, evitando con precisione chirurgica i due Allenatori.
-I Pokémon sono solamente danneggiati dagli esseri umani. L’unico in cui potranno vivere felici è stando separati dagli esseri umani!-
-N, sai che non è vero. I tuoi Pokémon saranno contenti una volta che li avrai allontanati? E Zekrom? Lui è parte di te, così come Reshiram lo è di me.-
I suoni degli scontri giungevano ovattati e lontani alle loro orecchie.
-È… solamente per il loto bene.-
-Ma questo non li renderà felici e tu lo sai.-
In quel momento l’Incrotuono e l’Incrofiamma si scontrarono dando vita ad un’onda d’urto talmente potente da far tremare l’intero castello.
-Questo non porterà a niente, lo sai.- continuò Touko quando la scossa terminò.
-Questa lotta deve avere un vincitore.- replicò il verde.
-Anche se questo distruggerà tutta Unima? Perché è di questo che stiamo parlando N.-
-Non accadrà.-
-Invece sì. È già successo due volte: quando l’Antico Drago si è diviso e quando i figli degli Eroi gemelli hanno ripreso la lotta.-
Uno ad uno intanto i Pokémon di N stavano avendo la peggio.
-Questa battaglia deve finire, adesso!- esordì Touko.
In quel momento, come se avesse dato un ordine durante una lotta in Palestra, Darmanitan, Zweilous, Umbreon, Archeops e Galvantula sconfissero i loro avversari attirando immediatamente l’attenzione di N, che rimase senza fiato.
Velocemente richiamò i suoi compagni nelle Pokeball.
Lo stesso fece Touko con la sua Squadra (eccetto Serperior che rimaneva al suo fianco), dovevano riposare.
-Non credere che basti questo a fermarci!- esclamò N, disperatamente aggrappato ai suoi Ideali.
-Zekrom vincerà la battaglia…!-
-Sai che non è così e nemmeno Reshiram. Andranno avanti all’infinito e non è questo che vogliamo, né noi né loro. Fermiamoci adesso.- disse Touko avanzando lentamente, affiancata dal Pokémon Reale.
-Io non… non posso fermarmi adesso.-
A quel punto la ragazza si avvicinò all’Eroe degli Ideali e prima che lui potesse rendersene conto gli mollò uno schiaffo.
N la guardò sbigottito.
-Vuoi proprio che ci sia una sfida? Bene.- e qui gli rifilò un pugno sulla spalla.
-Che cosa vuoi fare?- domandò N, sempre più incredulo.
-Ci sfideremo noi due. Senza Pokémon! Avanti!- e qui tentò un secondo affondo, ma il ragazzo le bloccò la mano.
-Non posso farlo.- mormorò il verde.
Touko non disse niente, tenendo lo sguardo basso continuò a tempestare il ragazzo di piccoli pugni, senza riuscire a fargli davvero male.
Intanto Reshiram e Zekrom si erano fermati, osservando i rispettivi Eroi.
-Touko… basta.-
Ma la ragazza continuava imperterrita.
Solo in quel momento N si rese conto che l’Eroina della Verità stava piangendo. Grosse lacrime salate bagnavano pigramente il pavimento di marmo disegnando una macchia lucida e trasparente, leggermente in rilievo.
-Touko…-
La ragazza sferrò l’ennesimo pugno sul petto del ragazzo, ostinata.
A quel punto N guardò i due Pokémon leggendari e solo in quel momento si rese conto di una cosa.
Le braccia gli ricaddero lungo i fianchi mentre la consapevolezza di ciò che era successo lo investì con tutta la sua schiacciante verità.
-Sconfitto… sono stato sconfitto…- mormorò.
Touko alzò lo sguardo di scatto.
N stava ridendo sommessamente. Rideva e piangeva insieme.
-La Verità che ha guidato la tua lotta è stata più forte dei miei Ideali.- constatò.
Le parole della ragazza lo avevano completamente sconfitto, più della lotta che i loro Pokémon avevano sostenuto.
-Reshiram e Zekrom… Hanno entrambi scelto il proprio Eroe. Non avevo considerato tale possibilità: due Eroi nella stessa epoca! Uno persegue gli Ideali e l’altro la Verità. Che abbiano entrambi ragione? Non capisco… Come fanno due sistemi di pensiero opposti a non annullarsi a vicenda? È possibile che sia questa la formula per cambiare il mondo?- ragionò poi, come se fosse alla ricerca della soluzione di un complesso esercizio matematico.
-N…-
Ma non fecero tempo a continuare il loro dialogo perché il portone della sala del trono si spalancò prepotentemente.
-Non posso credere a quello che ho appena sentito! Non sei degno di portare il nome degli Harmonia! Che figlio smidollato!- era Ghecis.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Chiedo venia per il ritardo ma gli allenamenti dei draghi hanno richiesto più tempo del previsto.
Partiamo con ordine perché ho diverse cose da dire.
La prima volta che giocai a Nero quando i Capi Palestra entrarono nella sala (oltre al sentirmi profondamente commossa) lanciai quello che definirei a tutti gli effetti il mio primo urlo fangirl.
Quindi spero di aver reso la scena bene, perché ci tengo molto.
La lotta tra Ideali e Veritò... è stata (ne sono abbastanza sicura) completamente diversa da quello che vi aspettavate, ma per come avevo impostato il carattere dei personaggi una lotta all'ultimo sangue sarebbe risultata fuori luogo, di conseguenza eccovi questo scontro leggermente fuori dal normale (almeno per quanto riguarda l'universo Pokémon).
Spero comunque che vi sia piaciuto, pur essendo andato in modo così... "originale".
Beh, ora direi che siamo vicini alla conlusione del primo atto, come andrà a finire?
Lo scopriremo solo vivendo ;p
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi vi vediamo la prossima volta (spero di essere puntuale) con Sulle ali dei miei Ideali.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Ryu Hime