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Autore: Kiton    25/10/2018    0 recensioni
[OMEGAVERSE]
Tim scappa di casa a seguito di una litigata con Bruce. Questo comporta probelmi ancora più grandi e ora nessuno sa dove sia.
Nessuno, tranne Jason Todd.
(PRIMA PARTE.)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alfred Pennyworth, Bruce Wayne, Jason Todd, Tim Drake
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Jason è stanco quella sera.
Si sente la testa pesante, continua a tossiere e probabilmente ha la febbre. Alta, sicuramente. Sa che dovrebbe restarsene a casa buono, invece di pattugliare, ma è più forte di lui. Il crimine non va in vacanza.
Così salta da un tetto all'altro, ignorando il suo corpo che gli chiede pietà, osservando dall'alto tutto ciò che accade. Non ricorda l'ultima volta che è stato fermo a causa di una malattia, forse non l'ha mai fatto.
"Bugiardo." una voce nella sua testa parla forte e Jason prova di ignorarla. Bruce non si è mai fatto fermare dalla febbre e da un po' di influenza. "Ma si è fatto fermare da te, quando stavi male."
Continua il suo giro. Quella sera nessuno sembra voler creargli problemi e forse è meglio così. Sente il bisogno di vomitare, ma lo ricaccia in dentro. Non ha tempo per stare male, deve essere vigile.
Mentre continua la sua ronda, sente un odore provenire alla sua sinistra. Un odore molto forte. Si tira su, riconoscendone la natura.
Un omega in calore.
Si porta una mano sul casco. Gli alpha non sono capaci di darsi un contegno, di fronte agli omega in calore. E' istinto, è biologia. E lui ha dietro un soppressore, certo, ma non bisogna mai assumerli durante malattie.
"Cazzo." pensa "Cazzo."
Si dirige verso la fonte dell'odore. Se l'omega dovesse essere messo in sicurezza, se ne andrà. Magari è solo una coppia che sta cercando di tornare a casa. La testa continua a girargli e l'ennesimo salto non aiuta, aumentando la sua voglia di rimettere.
L'odore è molto forte, ma per fortuna non tutti i mali vengono per nuocere. Un alpha malato tende a rispondere meno del calore degli omega, ma Jason non è sicuro di quanto lui stesso sia malato. Dovrebbe essere grave.
Si avvicina alla sporgenza, osservando da dove provenga l'odore. Sente dei rumori sospetti e sporgendosi maggiormente capisce che, quella notte, ha fatto bene ad uscire.
Ci sono tre alpha, dall'aspetto poco raccomandabile, su quello che sembra essere un ragazzino. Jason non può capire cosa gli abbiano già fatto o cosa gli farà, ma dall'odore che emanano non hanno ancora finito. Così non aspetta oltre e senza pensare alle conseguenze si pianta la siringa nel braccio, ignettandosi il soppressore. Probabilmente ha appena giocato un brutto tiro alla sua salute, ma non ci pensarà adesso. Se vuole salvare quel ragazzo deve essere sicuro che non gli farà del male, malattia o no.
Scende dal tetto, atterrando alle loro spalle. Non riesce a vedere l'omega in faccia, ma è nudo e uno di loro gli ha infilato tre dita nella sua apertura. Un altro sta stringendo il capezzo del ragazzo, parlando di lui come una puttana. Il terzo ancora sta riprendendo con una fotocamera e davvero, Jason gli ammazzerà senza pietà.
L'omega non deve essere ancora all'apice del calore, perché singhiozza di andarsene e piange disperato.
Jason si ripete che quella sera ha fatto bene ad uscire -Togligli le mani di dosso, figlio di puttana!- ringhia, tirando fuori le pistole. Non finirà bene, no.
Gli alpha diventano irrascibili quando qualcuono cerca di toglierli un omega, delle bestie quando questi è in calore. L'uomo che tiene il ragazzo si volta, spalancando gli occhi e rivelandone il colore rosso. Gli altri due lo imitano.
Scoppia il caos.
Senza curarsi del ragazzo, il quale viene lanciato brutamente a terra, si avventano su Jason. Il mal di testa per un attimo sembra sparire, lasciando posto all'adrenalina. Non importa che non sia al massimo della sua salute, il combattimento dura pochissimo e presto si ritrovano tutti e tre con una pallottola nel cranio. Jason ha riconosciuto gli abiti, sono uomini del Pinguino. Nessuno gli rimpiangerà.
Sente il cuore battere troppo forte, il suo stomaco litigare con lui. L'adrenalina svanirà tra non molto, ma Jason spera sia sufficiente.
Così si avvicina al ragazzo -Ehi, ehi.- parla piano. Questi gli da le spalle, rannicchiato contro al muro e in pieno calore -Non voglio farti del male. Sei al sicuro.-
L'omega ora non capirà più niente e Jason spera solo di non doverlo tramortire. Il ragazzino lo guardo con occhi arrossati dalle lacrime, ma bisognosi di qualcuno che si prenda cura di lui, mentre gli sussurra -Alpha. Ti prego, alpha.-
E Jason gela sul posto, riconoscendo il ragazzo.
-Tim?- lo chiama piano, ma questi non pare capire. Solo in quel momento Jason nota la tuta da Red Robin completamente distrutta e comprende perché quegli uomini stessero fotografando il tutto. E' l'aiutante di Batman.
Jason pensa che avergli sparato sia la cosa migliore, dopo tutto.
Questi si avventa sul suo braccio -Alpha, alpha.-
Jason sa che gli omega non possono farci nulla. Il calore è un momento estremamente delicato, così umiliante per loro e davvero, Tim è la vittima di tutto questo. Ha bisogno di un alpha che si occupi di lui, ma Jason scarta quell'idea, un istinto protettivo. E' il suo fratellino, ha sedici anni, sarà morto prima di vederlo scopare un alpha. Mentalmente ringrazia la sua malattia e il buon senso per aver assunto un soppressore, altrimenti avrebbe rappresentato lui stesso un pericolo per Tim.
-Ora ti porto al sicuro.- dice, mentre ferma entrambi le sue mani -Va bene?-
-Alpha, ti prego, alpha, ne ho bisogno.- singhiozza Tim, mentre prova di ribellarsi -Ti prego, alpha.-
Jason si sente una merda, ma sa che non potrà fare altrimenti. Così con un colpo ben preciso colpisce un punto critico, dietro al cranio, facendolo cadere in uno stato di incoscienza. -Scusa piccolo.- dice -Ma dovevo farlo.-
Così, mentro lo avvolge nella sua giacca, compone il numero di Alfred e spera vivamente che Bruce sia nei paraggi.
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Bruce emette un odore d'ansia così forte che se ne rende conto da solo.
Damian, al suo fianco, non è da meno. E' tutta la notte che stanno cercando Tim, senza successo. Dick non si fa sentire da ore, segno che nemmeno lui ha trovato qualcosa. Alfred e Barbara uguale.
-Lo troveremo.- Damian è troppo piccolo per avere una casta, ma Bruce spera ogni giorno di più che sia o un alpha o un beta -Lo trovermo, padre.-
Vorrebbe poterci credere, ma il senso di colpa lo sta logorando da dentro.
 Non è un bel periodo per Bruce. Lui e Clark hanno avuto una brutta discussione e sono tre giorni che non si parlano. Sono compagni, legati da diversi anni, ma non sono mai stati una coppia traquilla.
Clark è il suo alpha ed ha un grosso potere su di lui. Basterebbe che alzasse la voce per fargli chinare il capo, obbligardo ad obbedire. E' qualcosa che Bruce ha messo in conto quando ha permesso all'alpha di mordere la sua ghiandola, ma non è mai stato in grado di accettarlo completamente.
"Clark non farà mai nulla di tutto ciò." Dick ne è sicuro "E lo sai anche tu."
Bruce è il capo della Justice Legue. E' a lui che tutti fanno riferimento, è lui che approva ogni progetto e ogni missione. Clark non si è mai dimostrato contrario a tutto ciò, fiero del suo omega, ma questo non vuol dire che sia sempre d'accordo. In particolare quando quelle missioni prevedono un grande rischio per l'omega.
Così hanno avuto da ridire e non c'è nulla che renda nervoso Bruce come litigare con Clark. Sa che risolveranno anche questa, perché lui lo ama e non ha dubbio che anche l'altro ricambi.
Tim era sul punto di andare in calore.
E' giovane, ha sedici anni. Essendo un basso livello ha scoperto questa sua caratteristica molto tardi, a quattordici anni. Accettare il fatto che potrebbe essere un pericolo durante una missione non è qualcosa di piacevole, un pericolo per gli altri e per sé stesso.
Hanno discusso. Tim ha detto che anche Bruce è un omega e mai ha avuto problemi di quel tipo, perché per lui dovrebbe essere diverso?
Bruce ha da sempre abusato dei soppressori. Notte e giorno, al fine di nascondere la sua vera natura, ritrovandosi con danni seri. La sterilità è solo uno dei tanti, ma è forse il più significativo, perché niente rende Clark triste come la consapevolezza che non potrà mai avere un figlio dal suo compagno di vita. Non che l'abbia mai detto ad alta voce, non ferirebbe mai Bruce in quel modo, ma l'omega se ne reso conto.
Così ha vietato a Tim di sopprimere i calori, se non è strettamente necessario. Se un giorno vorrà avere una famiglia non dovrà rinunciarci solo perché da giovane era troppo stupido per capire che c'è un limite a tutto. Non permetterà che faccia il suo stesso errore.
"Avrei dovuto usare un altro tono, altre parole." Bruce ha esperienza con i giovani adolescenti, ma quando è arrabbiato non riesce a comportarsi da padre. "Nulla sarebbe successo se mi fossi comportato così."
E' perso nel senso di colpa quando ricevono la prima, attesa, chiamata di quella sera. Damian non aspetta oltre e attiva il microfono.
-Master Bruce, hanno trovato Master Tim.- la voce di Alfred è colma di sollievo. Damian si fa immediatamente più rilassato a quelle parole, mentre attende altre informazioni. Bruce si schiarisce la voce -Dove si trova?-
-Lo stanno portando al maniero.- disse -Master Dick è sulla strada di ritorno. Miss Gordon pure. Potreste incrociarvi.-
Bruce si acciglia. Alfred ha omesso chi ha trovato Tim e in che condizioni, cosa che in altre circostanze avrebbe riferito immediatamente. Questo lo preoccupa non poco.
 -Con chi è Tim?- chiede, un tono di voce duro.
Alfred impiega qualche secondo a rispondere  -Master Jason.- ammette -E' stato lui a trovarlo.-
Damian si irridisce al suo fianco. Jason Todd, il secondo Robin, Cappuccio Rosso e un rarassimo esemplare di alta classe, come Bruce. Se Tim è stato trovato da lui, Bruce avrà una grossa gatta da pelare, ora.
Litigheranno di nuovo, si urleranno addosso. E Jason gli rinfaccerà il fatto di non riuscire a proteggere la sua famiglia, che non ha cura degli omega del branco.
Bruce inspira. Affronterà Jason come ogni volta e farà male, perché non c'è nessuno che riesca a ferire Bruce come il suo secondo Robin.
Ma per lo meno Tim è al sicuro. E nulla ha più importanza.
  
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