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Autore: _Gw__e__Nt_    26/10/2018    0 recensioni
La nostra vita era come tutte le altre, ma poi un giorno lo incontrammo, e tutto cambiò.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song, TARDIS, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rivelazioni

I ragazzi stavano tranquillamente girando per le strade di Londra, e in un vicolo notarono la cabina telefonica blu della polizia. Erano passati cinque giorni, erano stati dei giorni abbastanza normali. Si erano incantati vedendo Marte e quel mercato alieno, gli sarebbe piaciuto vedere altre cose belle come quelle viste quel giorno gli avevano lasciato una dolce sensazione di dejavù che non avevano mai provato. Si erano sentiti al sicuro affianco a quel uomo che per loro era un perfetto estraneo ma allo stesso tempo cosi...familiare, era veramente stat una strana sensazione.

I ragazzi si avvicinarono alla cabina, aprirono la porta ed entrarono, e l’uomo era tranquillamente seduto su una poltrona gialla, sembrava che li stesse aspettando. Appena i ragazzi entrarono lui si alzò in piedi sorridendo << ciao ragazzi,  come state? >> chiese lui gesticolando << ciao Dottore! >> dissero i ragazzi in coro, << siete tornati, beh anche se un po vi stavo cercando io >> disse lui avvicinandosi hai comandi del Tardis << come mai ci stavi cercando? >> chiese Erika << avevo voglia di avventure, e ho pensato che vi sarebbe piaciuto vedere un po di universo, ovviamente vostra madre non lo deve venire a sapere, ci state? >> chiese il Dottore gesticolando i gemelli si guardarono negli occhi l’uno con l’altra si lanciarono uno sguardo complice e sorrisero felici << ci sto >> dissero in coro i gemelli << basta copiarmi >> si dissero i ragazzi in coro tra di loro e l’uomo sorrise alla scena << su che pianeta volete andare? Aspetta ragazzo cos’hai sul collo?  >> chiese il Dottore al ragazzo che aveva la testa girata verso  la sorella , << un tatuaggio >> << cosa significa per te quel tatuaggio? >> chiese il dottore al ragazzo << me lo sono fatto fare quando sono uscito da un periodo buio, e diciamo che mi serve anche per ricordarmi di non rifare gli stessi errori >> gli rispose il ragazzo << hai altri tatuaggi? E tu Erika? >> chiese il Dottore curioso << si ho altri due tatuaggi, e uno è legato a quello di Erika >> disse il ragazzo spostando l’orologio, e mostrando un piccolo tatuaggio, era una scritta fatta in corsivo  la scritta diceva “ mia sorella protettrice ” e Erika si tolse un braccialetto e nello stesso punto anche questo scritto in corsivo e diceva “ mio fratello custode ” e i ragazzi sorrisero e la ragazza si rimise il bracciale << a proposito, si ho dei tatuaggi >> disse la ragazza sorridendo e l’uomo gli sorrise << hanno qualche significato per te? >> chiese lui << no non tutti, diciamo che me li sono fatti solo perché mi piacevano >> disse lei tranquilla.

Andarono su un pianeta completamente azzurro, era tutto azzurro, era strano un pianeta completamente azzurro nessun altro colore solo dell’azzurro. Si erano divertiti, soprattutto quando il dottore non trovava il Tardis, e dopo si ricordò che schioccando le dita le porte si aprivano, e i ragazzi si misero a ridere. 

<< dove vivevate? >> chiese il Dottore a caso dopo un po’ << come? >> chiese i gemelli per risposta in coro << avete sempre vissuto con vostra madre in quella casa o in qualche altro posto? >> chiese di nuovo l’uomo  << si, ehm… si abbiamo vissuto sempre vissuto in quella casa… ehm… si è cosi >> dissero i gemelli in coro << che scuola fate? >> chiese l’ uomo gesticolando << la  WEDAS, come corsi, io faccio astronomia e medicina lei biochimica >>  disse il ragazzo finendo la frase della sorella << fighi come corsi >> disse il Dottore felice; l’uomo continuò per molto tempo a fare delle domande hai ragazzi, alcune erano sensate altre un po’ di meno, loro rispondevano tranquillamente ma era strano essere sottoposti a tante domande dove “ l’argomento ” erano loro in prima persona, << Kaleb tu hai detto che ti sei fatto il tatuaggio che hai sul collo dopo essere uscito da un periodo buio, ma come mai era buoi ? >> chiese il Dottore, il ragazzo si abbassò le maniche già basse della camicia, cercando di non farsi notare, ma l’uomo lo notò lo stesso, e si avvicinò al ragazzo che on sapeva cosa fare << come mai cerchi di abbassarti le maniche della camicia ragazzo? Lo si che sono già basse vero? >> chiese l’uomo diventando serio, il ragazzo teneva alto lo sguardo verso quel uomo, ma dentro di se si vedeva che voleva chiudere l’argomento, la ragazza vedendo il fratello il quella situazione un po’ spinosa chiese al Dottore << m in cosa siamo? In un interrogatorio? Basta domande. >>  con voce ferma << no capisci che mi preoccupo per voi >> disse l’ uomo guardando negli occhi la ragazza che lo stava sfidando con lo sguardo, << perché ti preoccupi tanto, se vuoi preoccuparti fallo pure ma >> disse lei sfidandolo anche se si era un po’ innervosita, e l’uomo sembrò perdere la calma in un attimo e sbottò << Perché sono vostro padre! >> poi ci fu un attimo di silenzio, poi si sentirono i passi della ragazza che usciva velocemente e si chiudeva la porta alle spalle, il ragazzo ancora congelato sulle parole che erano appena uscite dalla bocca di quel uomo, il dottore guardava la matrice del Tardis per evitare di incrociare lo sguardo del ragazzo, << ok >> disse il ragazzo piano << ok, wow >> ripeté piano il ragazzo  << cosa ? >> chiese il Dottore << è strano perché io e Erika abbiamo passato l'infanzia sperando che un uomo ci venisse a salvare, e avremmo capito subito che quel duomo era nostro padre, poi ti abbiamo davanti e non ti abbiamo riconosciuto >> disse sorridendo il ragazzo il Dottore si stupì vedendo la reazione del ragazzo << in che senso salvare? >> chiese l' uomo << ehm diciamo che ti abbiamo mentito quando ti abbiamo detto che abbiamo sempre vissuto con River, prima di conoscere lei siamo cresciuti per strada >> disse tranquillo, il dottore si sentì in colpa sentendo le  parole del ragazzo  ma non lo diede a vedere, il ragazzo si sedette e chiese << come mai ci hai abbandonato? >> << era per proteggervi >> disse l'uomo appoggiandosi alla matrice del Tardis << proteggerci da cosa? >> chiese il ragazzo, il Dottore sembrava essere riluttante nel rispondere ma ora mai doveva farlo << da delle persone che vita vogliono morti. Non dovrete dirlo a vostra madre lei non deve sapere che lo sapete, spero solo che tua sorella non sia andata a dirglielo >> << mia sorella per quanto vuole bene a nostra madre nel profondo la odia. E credo che quel minimo odierà anche te >> disse il ragazzo << Cerca di spiegarli che se vi tenevo e restavo con voi gli altri vi avrebbero uccisi e non potevo vederlo >> disse l’uomo con un filo do tristezza nella voce << ok ma te cerca di capirla, io e lei abbiamo passato un inferno quando abitavamo per strada, anche te avresti reagito come lei >> disse il ragazzo << vi capisco,  però solo il pensiero di avervi visti morti tra le mie braccia mi distrugge ancora >> disse e il ragazzo si avvicinò al uomo e lo abbracciò << è meglio che glielo spieghi te a mia sorella >> disse il ragazzo << ma non so dov'è andata >> disse lui << è al bar dietro l'angolo >> disse il ragazzo.

L'uomo uscì dalla cabina, arrivò al bar e notò subito i capelli ricci bionda della figlia, si avvicinò e appena la ragazza si accorse di lui in un dialetto poco conosciuto lo inizio à insultare, lui capiva quello che la ragazza gli diceva ma sapeva che un po' se lo era meritato, quando la ragazza ebbe finito lui gli disse << meglio ora? >> nello stesso dialetto che aveva usato la ragazza e lei lo guardò stupita << come fai a conoscere questo dialetto? >> chiese << Beh vantaggi di un Tardis >> disse lui << non vuol dire niente >> << si invece, mi da la possibilità di avere un traduttore automatico in testa >> disse lui felice << e quindi? >> chiese lei arrabbiata << quindi se ti parlo nella mia lingua voi mi capiresti e mi sapresti rispondere >> disse lui << a me non mi interessa >> << dovrebbe >> << perché ? >> chiese infastidita la ragazza  << sei mia foglia dovresti ascoltarmi >> disse lui con tono serio << oppure potrei fare come fo fatto tutta la vita, cioè ascoltare chi mi serviva e poi essere sola >>  disse passando dalla rabbia al non mostrare il fatto che voleva prenderlo a sberle << ma questa volta è diverso >> disse lui << cosa cambia ?>> disse lei << questa volta rischi la vita  >> disse lui << perché non ho mai rischiato la vita? >> << non credo che rischiavi di essere incenerita per colpa di qualche alieno >> disse lui, ma la ragazza si era già alzata in piedi << scusami devo andare >> disse voltandogli le spalle e se ne andò.

Il Dottore tornò al Tardis  e il ragazzo lo aspettava << com'è andata? >> chiese subito << l'ho allontanata di più, credo che non tornerà >> disse l'uomo << no tornerà, lo fa sempre, credimi, dagli un po' di tempo per accettare la cosa e tornerà >> disse il ragazzo, poi ci fu un attimo di silenzio << mi ricorda molto tua madre >> disse il Dottore << come mai? >> chiese curioso il ragazzo << come modo di fare d come di carattere sono uguali, anche come aspetto sono molto simili >> disse sorridendo poi ci fu altro silenzio, << adesso come dovremo chiamarti? >> chiese Kaleb << come volete, anche papà va bene, se ve la sentite >> disse lui << ok papà, ci sta anche se è un po' strano >> disse il ragazzo sorridendo, un altro po' di silenzio, << papà sai perché ho scelto proprio astronomia e medicina come corso? >> chiese il ragazzo << no, non lo so figliolo >> disse il Dottore sentendosi in imbarazzo << da piccolo quando mamma ci ha adottati, ci raccontava delle storie su un dottore che viaggiava per lo spazio e per il tempo dentro a una piccola cabina blu della polizia più grande al interno che all'estero,  e che salvava tutti, e ogni bambino vuole diventare come  il suo eroe preferito, il mio eri te >> disse il ragazzo, e l'uomo si bloccò poi abbraccio il figlio e per la felicità gli scese una lacrima.


   
 
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