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Autore: _Gw__e__Nt_    08/09/2018    0 recensioni
La nostra vita era come tutte le altre, ma poi un giorno lo incontrammo, e tutto cambiò.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, River Song, TARDIS, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’incontro

Correva, correva come sempre, la polizia la seguiva, girò velocemente l'angolo adesso doveva nascondersi, la strada non era molto affollata però aveva molte strade piccole che si univano, c'era troppo rischio di essere catturata, dovevo trovare un posto dove nascondersi e l'unica cose che poteva essere un nascondiglio era una piccola cabina telefonica della polizia << no quanto è incoerente >> disse la ragazza ma poi il suono di gente che correva gli fece cambiare opinione e entrò nella cabina e si chiuse la porta alle spalle, e poi si girò ed era più grande all'interno e un uomo strano con un testa un fez la osservava << com'è possibile? >> disse l'uomo tra se e se << wow più grande al interno che all’estero, figo come le storie >> disse lei velocemente per la botta di adrenalina, << ci conosciamo? Perché hai un volto familiare, sembri molto mio fratello no siete uguali. A si scusa a non mi sono presentata io sono Erika Song >> disse la ragazza dai capelli biondi ricci e gli occhi chiari  << emm… no non ti ho mai visto… ti chiami Erika se non ho capito male… è impossibile che assomigli a Kaleb… >> << sicuro di non conoscere me o mio fratello? Non ti ho detto il suo nome >> disse lei << emm… no prima hai detto il suo nome… >> disse lui balbettando << no, non te l'ho detto. >> gli rispose lei ma in quel momento mentre l'uomo stava per rispondere due persone comparvero dentro quella strana cabina, lei conosceva quelle due persone una era sua madre e il ragazzo dai capelli castani in disordine e gli occhi chiari era suo fratello gemello Kaleb. L’uomo appena riconobbe la donna urlò felice << River >> e dopo un occhiataccia delle donna l’uomo imprecò sottovoce << mamma te conosci quest’uomo? >> disse Erika stupita e la madre cercando lo sguardo del uomo e cercando in esso una scusa che reggesse ma l’unica cosa che disse fu << ragazzi non sono affari vostri. Ora fuori e non voglio che qui ci torniate >> e i ragazzi uscirono e se ne andarono in un bar dal altro lato della strada << quella cosa è più grande al interno che al esterno >> disse Kaleb stupito << c'è qualcosa che non torna, allora è più grande all'interno, quel uomo ti assomiglia molto, sapeva il tuo nome prima che io glielo dicessi, e conosce mamma. >> disse la ragazza << Erika ma se lui fosse quel personaggio delle storia che ci raccontava mamma quando eravamo piccoli? >> suppose e il fratello << ma quali quelle sul dottore stropicciato? >> chiese lei << si proprio quelle, infondo le cose tornano >> << secondo me dobbiamo cercare prove che questo sia vero >> rispose la ragazza << potremmo andare a vedere, quando lo vediamo uscire da quella cabina entriamo noi >> disse il ragazzo <> chiese lui guardando il punto dove prima c'era la cabina << tu hai detto che lui potrebbe essere il personaggio delle storie, ma ti ricordi che lui viaggiava in questa cabina di nome Tardis? >> disse lei e lui si mette a posto un ciuffo ribelle << hai ragione! >> disse lui guardando negli occhi alla sorella << ma mamma è ancora dentro. >> disse lui << andiamo a  casa svelto! >> disse la ragazza iniziando a correre e il fratello la seguì. 

Dopo qualche minuto di corsa arrivarono a casa, se sul vialetto di entrata c'era quella cabina, << Erika controlla se sono in casa >> disse mentalmente Kaleb e lei andò a controllare, tornò dopo qualche secondo << stanno bevendo un thè >> disse la ragazza  e intanto il fratello aveva aperto la porta e entrarono << guarda questo posto è fantastico >> dissero in coro << già, ma è meglio nascondersi, vieni mettiamoci qui >> disse la ragazza nascondendosi e cos’è fece anche il fratello. Dopo poco l'uomo strano rientrò, e iniziò a tirare leve e premere bottoni << guarda come si muove, sembra iperattivo >> disse Kaleb e lei gli tirò una gomitata << fai piano >> disse lei sussurrandolo, dopo si senti un forte rumore e poi una scossa, dopo l'uomo uscì, << Erika andiamo a vedere sono troppo curioso >> disse il ragazzo e lei sorrise e si incamminò per primo verso le porte. Appena i due ragazzi usciranno si ritrovarono in una specie di bazar, pieno di colori e di gente, passarono davanti a una bancarella che vendeva della  forse frutta colorata, in un'altra vendevano acchiappasogni, in un'altra gioielli << dobbiamo tornare. Il tipo strano sta andando verso la cabina, vieni. Corri >> disse Erika tirando il fratello, riuscirono ad entrare prima che l'uomo li vedesse; dopo che anche l'uomo entrò e tirò delle leve si risentì il rumore che sembrava una strano cigolio ansimante, dopo venne la scossa ma Kaleb cadde facendo del rumore, e il temo di tirarsi su e si trovarono l'uomo << fatto male ragazzo? >> chiese lui con il sorriso, Kaleb e Erika si alzarono in piedi << no niente >> rispose Kaleb e l'uomo sorrise << non è arrabbiato? >> chiese Erika << no, ma l’importante è che non lo venga a sapere vostra madre che siete qui, sennò uccide prima me e poi forse anche voi, ma non glielo diciamo  giusto? >> chiese lui << giusto >> disse Kaleb << vedo che ci capiamo ragazzo >> disse l’uomo sorridendo << ma aspetta tu sei il dottore stropicciato delle storie? >> chiese Erika << non so se potrei dirlo, ma oramai è evidente, si sono io >> disse l'uomo << non ci credo >> dissero i gemelli in coro << allora se questa è un invenzione, guardate fuori dalla porta, su avanti >> disse il dottore con il sorriso, loro andarono alla porta, l'aprirono e si trovarono davanti, un pianeta rosso << wow >> dissero in coro, incantati da quel pianeta << dove siamo? >> chiesero loro in coro << siamo davanti a Marte >> disse il dottore con il sorriso << questo è un sogno >> disse Erika << naaa è solo un piccolo pianeta di questa galassia >> disse lui divertito dalla faccia dei ragazzi << aspetta una attimo, te hai detto il mio nome senza che lei te lo dicesse, come hai fatto? >> chiese Kaleb << emm io conosco vostra madre e mi ha parlato di voi >> disse il dottore << quale dottore sei ? >> chiese Erika << undici ovviamente, non avete imparato niente dalle storie di River >> disse lui << quindi non erano semplici storie? >> chiese lei << sotto ogni storia c'è un fondo di verità >> rispose l'uomo sorridendo; << non è che potresti riportarmi sulla terra? >>. Chiese Erika guardando l’orologio << si certo che posso! Ma non ora,  prima dobbiamo andare su un pianeta >>  disse l'uomo gesticolando << quale? >> chiese Kaleb con un sorriso << andiamo su Racsatoripallafatorix >> disse lui  << per fare cosa? >> chiese il ragazzo sorridendo << devo sistemare una mia vecchia “amica” >> disse lui sistemandosi il fez << sembra interessante, ma ci puoi dire chi è? >> chiese Kaleb << Spoiler. Amo questa parola soprattutto detta da R… da me detta da me >> disse il Dottore intanto Erika continuava a guardare fuori dalla porta mordendosi il labbro inferiore, << Erika vieni con noi? >> chiese il dottore << Cosa? >> chiese lei svegliandosi dai suoi pensieri << vieni o no? >> richieste lui << basta che entro un ora sono a casa e va bene? >> rispose lei  << è una macchina del tempo, posso farvi tornare un secondo dopo che siete saliti >> disse lui gesticolando << allora va bene >> disse lei. << Adesso su questo pianeta che questione devi sistemare? >> chiese Kaleb << giustizia >> disse lui << per cosa? >> chiese Erika << quella vecchia amica sta facendo troppi guai >> disse lui tirando giù una leva; << dai dicci altro >> dissero in coro i gemelli e loro si lanciarono un occhiataccia << beh lei ha cercato di uccidermi due volte ma questi sono dettagli poco importanti >> disse l’uomo  << cosa c'è? Siete spaventati come mai? >> aggiunse << non sembra una persona molto gentile se ha cercato di ucciderti due volte >> dissero piano i gemelli << forse cererà di farlo ancora >> pensò a voce alta il dottore << allora perché ci vai a parlare ? >> chiese Kaleb <<  perché forse facendo così la faccio ragionare >> disse lui poi calò il silenzio. << come mai quel fez? >>  chiese Erika per spezzare il silenzio << i fez sono forti >> rispose l'uomo sorridendo << hai ragione >> disse Kaleb con lo stesso sorriso del uomo << tu mi piaci >> fece l'uomo con un sorriso immenso << vuoi due vi assomigliate >> disse Erika guardando prima l’uomo e poi il ragazzo tutti e due con un grande sorriso sul volto e degli occhi grandi e tristi, dello stesso colore chiaro, e dello stesso sorriso immerso da tanta tristezza ma anche da moltissima forza, << lo so è… quasi identico… >> disse il dottore non guardano in faccia ai due gemelli << sembra che te ne sappia di più’, potresti dircelo >> disse Erika ma lui disse << no per nulla, ora ANDIAMO sennò dobbiamo correre , anche se a me piace farlo >> disse diventando serio e  fece atterrare il Tardis.

Uscirono dal Tardis e camminavano a passo veloce tra vari esseri di un colore verde strano. << dietro quella via c'è la tua amica giusto? >> chiese Erika e lui annuì << vi lasciamo soli, << no non vi lascio girovagare da soli qui, c'è il rischio che vi mangiano >> disse << non ti preoccupare noi restiamo qui >> disse Erika. Dopo qualche ora il dottore tornò dai ragazzi << com'è andata? >> chiese Erika << giustizia è stata fatta, ha tutto da solo io non amo la violenza >> disse lui mettendosi a posto il fez << andiamo? >> chiese Erika << ottima idea >> disse il dottore << dove si va ora? >> chiese Kaleb guardando il dottore, ed entrarono nel Tardis << vi porto a casa vostra se no vostra madre mi mena >> disse lui alzando delle leve << com'è stato ? Emozionate? >> chiese il dottore sorridendo e Kaleb lo guardò e sorrise, intanto la ragazza si era seduta con le gambe a penzoloni fuori dalla porta, continuava a mordersi il labbro, e l'uomo si sedette vicino a lei << ti uscirà sangue cosi >> disse lui lei si girò a guardarlo negli occhi << cosa? >> chiese lei << smettila di morderti il labbro cara >> disse << non me ne ero accorta >> disse la ragazza << smettila di farlo >> disse l'uomo << non riesco quando sono agitata >> << perché lo sei? >> chiese l'uomo << ho un appun…vado a prendere una pizza con una persona >> disse lei sistemandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio << chi è questo? >> chiese lui e lei come risposta di disse << nessuno >> << vorrei conoscerlo >> disse lui guardando con sguardo paterno, ma lei non lo notò << perché? >> chiese la ragazza << perché sì >> disse l'uomo, e poi si alzò e lei fece lo stesso, dopo pochi secondi il Tardis atterò sul vialetto d'entrata della casa dei ragazzi e loro lo salutarono e se ne andarono in casa, << se solo sapeste >>  disse lui sotto voce.

La mattina dopo nel Tardis entrò un ragazzo altro dai capelli neri e gli occhi castani chiari, << più grande al intero, Gallifrey >> disse il ragazzo  senza pensarci, e la macchina emanò un rumore acuto e da un angolo uscì un uomo con in testa un fez rosso, << e tu chi sei? >> chiese << io sono Jonathan, ma tu sei quel dottore? >> chiese il ragazzo  << si chi altro potrei essere >> disse l'uomo gesticolando e con un grande sorriso in volto << tu come fai a conoscere Gallifrey ? >> chiese il dottore diventando serio e il ragazzo si avvicinò e superava in altezza il dottore << guardami e lo capirai >> disse il ragazzo << come conosci Gallifrey? >> richiese il dottore e la macchina emanò un suono sordo il dottore si avvicinò a uno schermo e lo guardo per un istante  molto lungo  << esatto >> disse il ragazzo con un sorriso agghiacciante in volto << com'è possibile sono morti tutti >> disse il dottore guardando il ragazzo << no io e un'altra ragazza ci siamo salvati, ma non è questo il motivo per cui ti dovevo parlare >> disse il ragazzo fermandosi << per cosa allora ? >> chiese il dottore << io e questa ragazza siamo i protettori dei tuoi figli e della professoressa Song. Siamo stati scelti da appena nati e così abbiamo sempre fatto, li abbiamo sempre protetti, ma adesso loro devo diventare Signori del Tempo >> disse il ragazzo << ma come ? >> chiese il dottore << per questo non ti posso aiutare, ma ti avverto il tempo non è tanto >> disse andandosene e l'uomo rimase a elaborare tutto quello che aveva appena sentito.


   
 
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