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Autore: Sognatrice_2000    27/10/2018    1 recensioni
AU-Tutti umani- Ispirato al libro dal titolo omonimo di Tabitha Suzuma-
Fuori, nel mondo, Klaus non si è mai sentito a suo agio.
Gli altri sono tutti estranei, alieni… l’unico con cui può essere se stesso è suo fratello Elijah.
Klaus ed Elijah hanno altri tre fratellini da accudire: Kol, Freya e Rebekah sono la loro ragione di vita e la loro maggiore preoccupazione, da quando il padre violento e alcolizzato è morto e la madre si è trovata un nuovo fidanzato e a casa non c’è mai.
Il tempo passa e solo una cosa ha senso: essere vicini, insieme, legati, forti contro tutto e contro tutti.
Per Elijah, Klaus è il migliore amico. Per Klaus, Elijah è l’unico confidente.
Finché la complicità li trascina in un vortice di sentimenti, verso l’irreparabile.
Qualcosa di meraviglioso e terribile allo stesso tempo, inaspettato ma in qualche modo anche così naturale.
Un sentimento che si rivelerà la loro salvezza e contemporaneamente la loro condanna.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Esther, Klaus, Kol Mikaelson, Mikael, Rebekah Mikaelson
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incest, Non-con
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Elijah  

 

 

         

Hayley è davvero una ragazza come ce ne sono poche.

Diretta, schietta e senza peli sulla lingua ma non maleducata, gentile, spiritosa e incredibilmente bella.

Dopo la cena ci sediamo su una panchina fuori dal ristorante e parliamo per un sacco di tempo.

Mi fa tantissime domande, ma quando le spiego che ho una situazione familiare complicata, lei coglie subito il mio disagio e non insiste oltre. 

Mi racconta che i suoi genitori sono morti in un incidente stradale quando era ancora molto piccola ed è stata adottata da una coppia che non poteva avere figli.

Sono gentili, dice, ma non l’hanno mai capita fino in fondo.

Non sa ancora cosa vuole fare dopo il liceo, mi rivela con un sorriso imbarazzato. 

Vuole trovare qualcuno che la ami per com’è, e in futuro spera di costruire una famiglia, una famiglia vera, piena di affetto e calore.

È affascinante, Hayley, misteriosa e tormentata e piena di ombre sotto quell’atteggiamento da dura.

Mentre stiamo tornando a casa, mi sorprendo a pensare che vorrei baciarla. 

A un certo punto, mentre camminiamo fianco a fianco sul marciapiede, le nostre dita si sfiorano e per un attimo lei posa la sua mano sulla mia. 

È una sensazione strana, le sue dita sono nuove. 

“Possiamo arrivare fino alla porta insieme, oppure è troppo… imbarazzante?” Scherza, guardandomi esitante,

e sorride insieme a me. 

Già immagino tante testoline appostate a sbirciare dalle finestre del piano di sopra e concordo che forse è meglio se ci fermiamo a un paio di isolati di distanza.  

“Grazie per la serata. Sono stato davvero bene.” Aggiungo, sorpreso della mia stessa sincerità. Lei sorride. 

“Anch’io. Pensi che magari potremmo uscire ancora insieme qualche volta?”  

“Sì, perché no?” 

Il suo sorriso si allarga. “Okay, fantastico… allora buonanotte.”

“Buonanotte.” Colto da un impulso improvviso, le prendo la mano e poso appena le labbra sul dorso in un bacio delicato. 

Lei mi guarda intensamente, i suoi occhi sono uno specchio del desiderio che brucia nei miei. 

Ci avviciniamo lentamente senza smettere di fissarci, la mia mano lascia la sua e le circonda il mento, il mio naso sfiora il suo da tanto siamo vicini.

La sua pelle è così morbida, e gli occhi sono azzurri, così azzurri da fare invidia al cielo d’estate, così profondi da poterci annegare dentro, e il ciuffo castano sulla sua fronte è un ricciolo ribelle biondo che scosto con un gesto affettuoso della mano…

“Niklaus…” Sussurro con gli occhi socchiusi, il respiro improvvisamente pesante.

“Come?” Riapro gli occhi di scatto, e davanti a me c’è Hayley che mi fissa confusa.

Di colpo ho una specie di rivelazione. Hayley mi piace. La trovo davvero una ragazza in gamba. 

È carina e mi sento attratto da lei. 

Ma non è lei che voglio stringere tra le braccia, non è lei che voglio baciare. Non ora. Né mai… 

Mentre io mi ritraggo, lei ha l’aria sorpresa e anche un po’ ferita. “Okay, allora... allora alla prossima.”

“Mi piaci un sacco come amica, Hayley.” Mi affretto a dire, sentendomi profondamente in colpa. “Sei una ragazza fantastica, ma…”

“Ma sei innamorato di un’altra, vero?”

La sua risposta mi lascia senza parole.

“Perchè pensi che ci sia qualcun altro?” 

“Quando mi guardavi, e anche quando stavi per baciarmi… in me vedevi qualcun altro.” Risponde semplicemente, la voce che si incrina sulle ultime parole.

“Hayley, tu mi piaci davvero, ma penso che sia meglio se restiamo amici e basta.”

“Tranquillo, va tutto bene.” Mi posa una mano sul braccio e tenta di sorridermi, ma è chiaro che non va bene, è chiaro che ho ferito i suoi sentimenti. “Ci vediamo a scuola.” Aggiunge passandosi una mano sugli occhi, poi si volta e si allontana quasi correndo.

Mi appoggio contro un grosso tronco d’albero, fissando il cielo senza luna, sotto una pioggia leggera che mi accarezza la pelle. 

Non mi sono mai sentito tanto sciocco in vita mia. 

Perché ho passato la serata a illuderla? A mostrarmi affascinato dai suoi racconti, a confidarmi con lei? 

Perché prima ho accettato di rivederla e dieci secondi dopo  le ho detto che è meglio restare amici e basta? 

Perché ho rifiutato un ragazza che, oltre a essere bella, si è rivelata anche intelligente, brillante e sensibile?

 

Perché sei pazzo, Elijah.  

Ci tenevi così tanto a far funzionare la cosa, lo volevi così disperatamente che ti sei addirittura autoconvinto che stesse andando tutto bene. 

Finché non ti sei reso conto che baciare Hayley, o qualunque altra ragazza che conosci, non t’interessa affatto. 

 

 

Mi sembra di essere impazzito. 

Ho tutte queste sensazioni: amore, desiderio, voglia di essere toccato, di essere baciato, ma nessuno su cui proiettarle.  

Ma la cosa peggiore è che mi sento disperatamente deluso, per tutta la sera ero convinto che Hayley fosse quella giusta.  

E poi, un attimo prima di baciarla, ho capito con assoluta, devastante certezza che non mi sarei mai sentito a mio agio con lei, nè con nessun’altra.

Qualunque ragazza per me sarebbe comunque un ripiego. Ma un ripiego rispetto a cosa?

 

 

Sei un bugiardo, Elijah, sai bene quello che vuoi, sai bene chi desideri davvero ma non puoi ammetterlo, perché se lo ammettessi saresti un mostro agli occhi del mondo intero…

 

Mi avvio lentamente verso casa, tentando inutilmente di scacciare questi pensieri dalla mia mente.

Le luci in soggiorno sono ancora accese. 

Guardo l’ora: le undici e mezzo.

Strano, pensavo che fossero andati tutti a dormire a quest’ora. 

Giro la chiave nella toppa ed entro cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare Freya e Rebekah, chiudendo delicatamente la porta alle mie spalle.

La casa, simile a una gigantesca tomba, è avvolta nel silenzio. 

Mi tolgo le scarpe e attraverso il corridoio in punta di piedi per spegnere la luce in soggiorno. 

Non vedo l’ora di andare a dormire e di cancellare quest’orribile serata piena di false speranze. 

Una figura seduta sul bordo del divano mi fa sobbalzare. Niklaus è piegato su se stesso, la testa tra le mani.

“Sono tornato.”  

Neanche un timido accenno di saluto.

“Va tutto bene? Non riesci a dormire?” Mi avvicino preoccupato. “Kol è ancora fuori?” Domando con ansia, temendo l’ennesima lite.

“È rientrato una ventina di minuti fa.” Niklaus non alza nemmeno lo sguardo.

Una rabbia incandescente e irrazionale inizia a farsi strada dentro di me. Perché si comporta così? 

È arrabbiato con me perché per una volta non sono rimasto ad aiutarlo con le nostre sorelle, perché per una volta ho lasciato solo a lui la responsabilità della famiglia?

“Ho passato una bellissima serata, comunque.” Il mio tono è caustico. Se lui ha intenzione di tenermi il broncio perché per una sola sera ho pensato a me stesso invece che a loro, mi rifiuto di dargli la soddisfazione di sapere che anche la mia serata è stata terribile.

“Siete usciti a cena e basta?” Solleva bruscamente la testa e mi lancia uno sguardo penetrante, i suoi occhi iniettati di sangue assomigliano ad un mare in tempesta.

Sento le guance bruciare sotto il suo sguardo intenso.

“Sì.” Rispondo lentamente, sfilandomi la giacca. “Perchè?”

“Sei uscito alle sette. Sono le undici e mezzo.”

Non posso crederci. “Sul serio, Nik? Hai intenzione di farmi sentire in colpa per aver passato una serata fuori invece di restare con te a mettere a letto le bambine?”La voce mi sale di tono per l’indignazione. 

“Certo che no.” Risponde lui in modo brusco e irritante.  “Sono solo stupito. Quattro ore sono un sacco di tempo per una cena.”

Mi chiudo la porta del soggiorno alle spalle, prendendo un respiro profondo per costringermi a restare calmo. 

“Non sono state quattro ore. Abbiamo aspettato una quantità esagerata di tempo dopo aver ordinato, poi ci siamo messi a parlare e ho perso la cognizione del tempo.”

Non capisco neanche perché mi sto giustificando. 

Non sono obbligato a rendere conto a mio fratello di come passo ogni secondo del mio tempo. “Hayley è fantastica.”

Aggiungo, ripensando ai momenti piacevoli che abbiamo passato insieme. “Anche lei ha una situazione familiare complicata…”

Non appena le parole mi escono di bocca, Niklaus schizza in piedi, si dirige a grandi passi verso la finestra, poi torna indietro come un animale in gabbia. 

“Non me ne frega un cazzo della sua situazione familiare! Quello che non capisco è perché diavolo fingi di esserci solo uscito a cena quando invece sei stato fuori ben quattro ore!” 

Non l’ho mai visto tanto arrabbiato con me. 

In una situazione normale cercherei di farlo ragionare, non continuerei a provocarlo in questo modo.

Ma non stasera. Stasera non c’è niente di normale nei nostri sguardi, nei nostri desideri.

“Mi stai dicendo che devo rendere conto a te di ogni mio movimento?” Lo sfido, gli occhi sgranati per l’incredulità.   “Vuoi davvero che ti faccia un resoconto dettagliato di tutto quello che è successo durante la serata?” La mia voce continua a salire di tono. 

“No! Solo non mi va di essere preso in giro!” Grida lui in risposta. “ Non puoi dire la verità e basta? 

“L’ho detta! Siamo usciti a cena e abbiamo parlato. Fine della storia!” 

“Credi che sia uno stupido, Elijah? Credi che non sappia che siete andati a letto insieme?” Questo è troppo.

Inizio a indietreggiare verso la porta, con le braccia alzate in segno di resa. “Okay, non so cosa ti prende, ma ti stai comportando proprio da stronzo. Si può sapere che ti succede? Rientro in casa pensando che tu mi chieda se mi sono divertito o no, e invece mi fai il terzo grado e poi mi accusi di mentire! E anche se fosse successo qualcosa, cosa ti fa pensare che verrei a raccontartelo?” Mi giro, diretto verso la porta, ansioso di mettere fine a quest’assurda conversazione, ma prima che possa  fare un solo passo, una mano forte mi afferra il polso e mi getta bruscamente contro la parete.

Il tempo sembra come sospeso. 

Niklaus è in piedi davanti a me, con la T-shirt verde e i jeans sbiaditi, le sue mani mi bloccano i polsi sopra la testa, imprigionandomi tra il suo corpo e la parete.  

Mi sembra di avere davanti uno sconosciuto. 

Ha il viso stranamente acceso, come se avesse pianto, ma il fuoco nei suoi occhi mi brucia la faccia. 

Ho sempre creduto di conoscere mio fratello più profondamente di qualsiasi altra persona al mondo, eppure, per la prima volta, è come se mi trovassi di fronte a un estraneo.

“Ti prego, Elijah, devo saperlo…” La sua voce trema, i suoi occhi colmi di uno sguardo folle mi causano un brivido. “Devo saperlo, altrimenti rischio di impazzire.” La sua voce è ridotta a un sussurro roco, il respiro ansimante si infrange direttamente sulle mie labbra da tanto siamo vicini.

La sua presa attorno ai miei polsi si fa più serrata, il suo corpo si fa più vicino.

Improvvisamente mi sento svuotato, senza la forza né la voglia di reagire.

Perché non voglio che Niklaus mi lasci andare.  

Premo la fronte contro la sua, sentendo il mio intero corpo attraversato da tremiti incontrollabili, e non riesco a capire dove finiscano i suoi brividi e comincino i miei.

“Non è successo niente.” Sussurro guardandolo dritto negli occhi. La sua presa sui miei polsi si allenta, ma non accenna ad allontanarsi.

“Non è successo niente.” Ripeto, lasciando scivolare una mano tra i suoi capelli. 

Mi sporgo in avanti, lacrime calde e pesanti mi scivolano lungo le guance. “E vuoi sapere perché? Vuoi saperlo davvero? Ecco perché.” Piangendo, bacio la guancia di Niklaus. “Ecco perché.” Con un singhiozzo smorzato, gli bacio l’angolo della bocca. “Ecco perché!” Chiudendo gli occhi, appoggio le mie labbra sulle sue ed è come se il mondo intero bruciasse.

Sto precipitando, ma so che posso sopravvivere perché sono insieme a Niklaus, insieme alla persona che più amo al mondo. 

Le mie mani sono sulle sue guance roventi, tra i suoi capelli umidi, sul suo collo caldo. 

Ora anche lui mi bacia, con uno strano rumore a suggerire che forse anche lui sta piangendo, mi bacia così intensamente da tremare, mentre mi stringe forte le spalle e mi attira a sé. 

Assaporo le sue labbra, la sua lingua, il morbido calore dentro la bocca. 

Inconsciamente mi premo ancora di più contro di lui, nel desiderio di avvicinarmi ancora di più, di sparire dentro di lui, di mescolare il mio corpo al suo. 

Risaliamo un attimo a prendere fiato e io intravedo di sfuggita la sua faccia. Gli occhi pieni di lacrime non versate. Ci baciamo di nuovo, in modo dolce e tenero, e poi di nuovo con intensità e ferocia, le sue mani che si aggrappano alla mia camicia, torcendola, stringendo il tessuto come a voler allontanare il dolore. 

E so bene quello che prova; è talmente bello da far male. 

Mi sembra di poter morire di felicità. 

Mi sembra di poter morire di dolore. 

Il tempo si è fermato, il tempo incalza. 

Le labbra di Nik sono ruvide ma morbide, dure ma delicate. Le sue dita sono forti: le sento nei capelli e sul collo e lungo le braccia e contro la schiena. E non voglio che mi lasci più.

 

 

 

**

 

Klaus

 

 

 

Un rumore esplode improvviso sopra di noi come un fulmine a ciel sereno. 

I nostri corpi sobbalzano insieme e smettiamo all’improvviso di baciarci, anche le sue braccia sono ancora strette con forza attorno a me. 

Si sente lo scroscio dell’acqua dal rubinetto, e poi il solito scricchiolio della scala di Kol. 

Nessuno di noi due sembra essere in grado di muoversi, anche se il silenzio che segue conferma che Kol sia tornato a letto. 

Con il petto premuto contro quello di Elijah, sento il suono amplificato del suo battito, rapido, forte, che si unisce al battito impazzito del mio cuore.

 

 

Se solo potessimo restare così per sempre…

 

 

Chiudo gli occhi e mi stringo ancora di più contro di lui.  

Non posso permettermi di riflettere su ciò che significa. Non voglio neanche pensare al nome di questa cosa. 

Mi rifiuto di consentire che etichette affibbiate dal mondo esterno rovinino il momento più bello della mia vita. 

Il giorno in cui ho baciato il ragazzo che avevo sempre tenuto chiuso nei miei sogni ma che non mi ero mai concesso di vedere nella realtà. 

Il giorno in cui ho finalmente smesso di mentire a me stesso, di fingere che quello che provo per lui sia solo un certo tipo di amore, quando in realtà si tratta di amore in tutti i sensi possibili. 

Il giorno in cui ci siamo finalmente liberati delle nostre costrizioni e abbiamo dato spazio ai sentimenti che avevamo represso così a lungo solo perché siamo fratelli.

“Abbiamo… Dio… abbiamo fatto una cosa terribile.” La voce di Elijah è roca, senza fiato per l’orrore. “Mio dio, Niklaus, cosa ti ho fatto…”

Improvvisamente il panico mi assale.

 

No, Elijah, non respingermi… senza di te sono perso, senza di te non sono niente, non puoi lasciarmi…

 

 

Gli afferro le guance con entrambe le mani, costringendolo a guardarmi negli occhi. 

“Ascoltami, Elijah. Ascoltami.” Prendo la sua mano e la guido verso il mio petto, premendo disperatamente il suo palmo aperto all’altezza del cuore. “Riesci a sentirlo? Lo senti, Elijah?”

Finalmente alza gli occhi su di me, lo sguardo lucido nella luce fioca. “È tuo. Sempre e per sempre.”

Elijah crolla in ginocchio, lasciando scivolare le braccia attorno ai miei fianchi, abbandonando la testa contro il mio grembo, le spalle scosse da singhiozzi silenziosi. 

Le mie dita scivolano  tra i suoi capelli in una carezza lenta e impacciata. “Ti amo, Elijah.” Le parole escono da sole, la mia voce è calma e disperata.

“Ti amo come non si potrebbe e non si dovrebbe. Ti amo perché rappresenti la mia fine e dopo di te nulla sarà più così importante.”

“Anche per me è lo stesso.” Dalla voce sembra sconvolto, ma non c’è alcuna esitazione nelle sue parole. “È… è una sensazione così grande che a volte è come se m’inghiottisse. È così intensa che sento che potrebbe uccidermi. Continua a crescere e io non riesco… non so come fermarla. Ma non possiamo… non possiamo amarci in questo modo.” La voce gli si spezza.

Rimango in silenzio, incapace di rispondere.

E mentre mi stringo a lui e lo bacio come se il mondo dovesse finire in quell’istante perfetto, mi chiedo come sia possibile che una cosa tanto sbagliata possa rendermi così felice.

  
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