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Autore: NPC_Stories    27/10/2018    2 recensioni
Sequel di "La musica è fatta anche di silenzi". Sono passati alcuni mesi, e Finegarmn e la sua compagna si trovano a mettere in discussione la loro decisione di adottare un cucciolo di drago, perché cominciano a rendersi conto di quanto sia gravoso come impegno. Questo li porterà a prendere delle decisioni drastiche sul loro immediato futuro.
Non è una storia avventurosa. E' soprattutto una scena di famiglia, una scusa per parlare di temi come il rispetto all'interno della coppia e la legittimità di volere i propri spazi.
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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Nota: questa storia è il sequel di La musica è fatta anche di silenzi, non la si può capire senza aver letto quella storia, quindi se non l'avete fatto, consiglio di leggere prima quella.




1296 DR: Pausa Breve


“Fanny, dobbiamo parlare.” Decretò la donna, incrociando le braccia sul petto.
Poche parole, ma capaci di terrorizzare qualsiasi uomo quando vengono pronunciate dalla sua compagna. Finegarmn era un drago, ma nemmeno lui faceva eccezione. La sua temporanea forma umana rabbrividì come se avesse sentito uno spiffero freddo.
“Si tratta di Simerkeinos” approfondì lei. Il suo compagno tirò un impercettibile sospiro di sollievo. Non si trattava di qualcosa che aveva fatto lui, allora.
“Che cos’ha combinato il mio fratellino, questa volta?” domandò incuriosito, sollevando le sopracciglia per manifestare il suo scetticismo. Fino a quel momento, il draghetto non aveva dato problemi… non molti.
“Non si tratta di qualcosa che ha fatto, povero piccolo, è un bravo cucciolo. Il problema è… mi segue tutto il tempo. Sta sempre con me o con te, non si stacca mai, lui…”
“Jake, perdonami, ma è un cucciolo, in una città che non conosce affatto, è normale che stia sempre con noi.” La interruppe lui, pacatamente. Si alzò dal suo sgabello e andò dalla compagna, poggiandole le mani sulle spalle. “Che cosa ti preoccupa?”
“Ha bisogno di avere accanto delle figure genitoriali, Fanny.” La donna vuotò il sacco. “So che in me cerca la madre che non ha avuto, e questo… mi spaventa. Io non so se un giorno vorrò avere dei cuccioli miei, nostri, ma adesso non mi sento pronta. Non ho neppure settantaquattro anni, praticamente ho appena iniziato a godermi la mia vita adulta, e per la prima volta… senza più i nostri amici eroi fra i piedi… possiamo vivere come ci pare, in libertà. Avevamo appena deciso di assecondare i nostri sentimenti e vedere come va, di portare la nostra amicizia su un livello diverso. Era tutto nuovo, tutto una scoperta… ma ora sta succedendo tutto troppo in fretta. Mi sento in trappola, con una creaturina che riversa su di me la sua fiducia e le sue speranze. Io non sono abbastanza forte. Né per lui, né per me stessa. La… la nostra relazione, penso, non è abbastanza forte.” Confessò alla fine, abbassando gli occhi.
Non era stato facile, per lei, affrontare quel discorso. Ammettere che non era pronta a fare da madre, con il rischio di sentirsi dare dell’egoista incapace di empatia. Si aspettava che Finegarmn l’avrebbe lasciata, oppure che avrebbe cercato di convincerla a continuare a vivere quella situazione famigliare che la faceva sentire in gabbia; in quel caso avrebbe dovuto lasciarlo lei, perché non sarebbe riuscita a stare accanto a qualcuno che si rifiutava di ascoltarla e ignorava il suo disagio.
Era un pensiero terribilmente penoso, perché Jacquelemenia amava il suo compagno. Lo amava con l’entusiasmo della gioventù, e con l'intimità di chi ha vissuto una lunga e bellissima amicizia prima di capire che c’era anche qualcos'altro.
Finegarmn lasciò scivolare le mani lungo le braccia della compagna, un tocco lieve che le fece venire i brividi a fior di pelle. In qualche modo sentì che quello era un gesto di rinuncia, di addio, e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Poi lui fece qualcosa di imprevisto: mosse un passo avanti e la strinse fra le braccia, schiacciandola contro di sé come se avesse paura di vederla fuggire.
“Oh, grazie al cielo.” Sussurrò vicino al suo orecchio. “Temevo di essere solo io.”

La donna spalancò gli occhi. Se qualcuno le avesse gettato addosso dell'acqua fredda non avrebbe potuto essere più sorpresa.
Anche Finegarmn aveva dei dubbi? Oh, questo era...
Terribile.
Ma anche rassicurante, in un qualche modo che la faceva sentire in colpa.

“Come sarebbe, hai dei ripensamenti?” Jacquelemenia se lo scrollò di dosso, spingendolo indietro di un passo. “Oh, per gli dèi… cosa facciamo? È un cucciolo, non un giocattolo, non possiamo semplicemente riportarlo indietro.”
“Non ho nessuna intenzione di riportarlo indietro e non ho ripensamenti.” Le assicurò il suo compagno. “Ma ammetto che sono terrorizzato quanto te.”
“Non sono terrorizzata” puntualizzò la femmina “mi sento in trappola come se avessi addosso una sanguisuga che risucchierà la mia gioventù e i miei sogni, ma non ho paura; la mia unica paura era di restare intrappolata in questa situazione accanto a qualcuno che non mi comprende.”
“Oh… be’, allora tu ti senti in trappola e io sono terrorizzato.” Rettificò Finegarmn. “Ma non ho intenzione di riportare indietro il mio fratellino come un pacco, c’è un motivo se l’ho portato via dai nostri genitori: non sono bravi genitori. Jake, ricordi che quando eravamo piccoli venivo sempre nel territorio della tua famiglia per giocare con te e i tuoi fratelli? Non sopportavo di stare con i miei vecchi. Simerkeinos ha subito un trauma di recente, ha visto morire la sua sorellina. Non è nelle condizioni di essere lasciato da solo con due draghi anziani noncuranti e dal comportamento anaffettivo. Ma d'altra parte, tu sei la famiglia che ho scelto, sei la mia amata e la mia migliore amica. Non ho nessuna intenzione di perderti per questa mia decisione.”
“E quindi cosa… come pensi che potremmo risolvere questa situazione?”
Finagarmn accarezzò il volto della sua compagna, pensando che stava per rischiare il tutto per tutto. Prese un bel respiro per farsi coraggio.
“Penso che per te sia il momento giusto per riprendere in mano i tuoi sogni. So che avevi quell'idea di ricominciare a studiare magia e che avevi anche in mente una potente maga a cui chiedere di farti da Maestra. Non è giusto che tu abbandoni quel progetto. Così come non è giusto che ti occupi tu di Simerkeinos, prenderlo con noi è stata una mia scelta. Quindi… lasciamo Waterdeep. Qui non c’è nulla per noi. Tu potresti andare a Derlusk e cercare questa maga. Io e il mio fratellino andremo a Silverymoon. C’è un Conservatorio lassù, e mi piacerebbe approfondire i miei studi bardici. Anche a Simkin piace tanto la musica” sorrise, usando il nomignolo che aveva dato al suo fratellino “e questo potrebbe tenerlo impegnato per un po’, rendendo più leggero il mio compito di tutore.”
“Quindi stai suggerendo che… ci separiamo?”
“Sarebbe solo una pausa. Finché Simkin non sarà cresciuto un po’.”
“Una pausa di anni, forse di decenni?” Jacquelemenia impallidì leggermente. “Non lo so… è vero che ci aspettano molti secoli da vivere insieme, ma… la nostra storia è agli inizi, pensi che sia prudente questa separazione?”
Finegarmn stavolta poggiò entrambe la mani sulle guance della compagna, accarezzando il suo viso come se fosse qualcosa di prezioso, poi si chinò a baciarla. Jacquelemenia gli gettò le braccia intorno al collo, costringendolo ad approfondire il bacio.
“Ti amo.” Le sussurrò lui, quando alla fine si separarono abbastanza da poter parlare. “Ti amo e se accetterai la mia proposta sentirò la tua mancanza ogni giorno. Una parte di me spera che tu rifiuti, ma preferisco saperti lontana e libera piuttosto che accanto a me e in gabbia. Se sarà la distanza a separarci, non saremo mai davvero divisi; ma se ti faccio stare male, se lasciamo che l’amore fra noi si spenga, allora saremo separati per sempre. Derlusk è una città di bardi, quindi io e Simerkeinos verremo volentieri a trovarti… avremo pur delle vacanze, ogni tanto.”
“Centinaia di miglia di distanza, anche in volo…”
“Le mie ali non sono mai stanche quando volo verso di te.” Promise Finegarmn.
Jacquelemenia lo abbracciò più forte di prima. “E io imparerò a teletrasportarmi solo per tornare da te.”

Alla fine sciolsero il loro abbraccio, ma solo dopo molto tempo, perché entrambi vedevano già la separazione troppo vicina e troppo improvvisa.
“Senti, amore mio…” sussurrò il bardo, alla fine. “Pensi che sia il momento giusto per discutere della fedeltà sessuale?”
Jacquelemenia lo guardò da sotto in su, un po’ stranita. Poi Fanny scoppiò a ridere, e lei dopo un momento lo seguì nelle risate. Fedeltà sessuale, per due giovani draghi, è solo una collezione di sillabe.
“Tieni d’occhio il cucciolo, piuttosto.” Gli raccomandò lei, dopo che ebbe recuperato il contegno. “La sua forma umana è molto provocante e lui non capisce nemmeno cosa significhi. In un conservatorio, pieno di bardi marpioni… dovrai avere mille occhi.”
“Nessuno toccherà il mio fratellino finché lui non avrà l’età per comprendere e decidere.” Promise Fanny, tornando serio. Non ci provò nemmeno, a negare che i bardi fossero tutti marpioni.
   
 
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