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Autore: Mezzo_E_Mezzo    27/10/2018    1 recensioni
Tramortiscimi.
Tra - Mort..
Tra - aAmor..
... ordiscimi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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[Pubblicato qui nel 2008, poi tolto per altri progetti, lo ripubblico perché voglio che torni nel suo nido originario, dove è giusto che stia.]



Gattabuia rossa rossa.


I


Cielo di mandorla.
Piovono schegge amare.


Lei vortica.
Lei rincara l'armonia
con razioni di badilate di sale.
Vorrei ingoiare la rabbia del mare
per fare a pezzi la mia.
Posso morderla?

[Nella jungla di petali cremisi,
con le sciabole alla cintura,
tentavamo di redimerci
attraverso la tua cattura.]


Lui
amoreggia
con il mio inconscio sperso.
Lui mi danneggia, lui rumina la mia pace.
Con il mio occhio sconnesso
tra le ombre, una più scura
la vedo. I miei compagni!
... li sommerge il carminio
[come sabbie mobili di fumo],
gorgogliano: «Dolce, diverso
abominio! » Non li vedo più.

Tu
t'avvicini -
mi copri gli occhi -
mi porti via.
Sono
rimast
a da solo.




II


Cielo di mandorla.
Sudore di madreperla.

Mi sveglio, e la prima cosa
che sento è l'odore di rosa
rossa, a strusciarmisi sulle ossa.
Un liquefarsi di senno, mentre
l'angoscia, languida! Sboccia.. e lacrima larve. Furiose!

«Dove sono? Dovete liberarmi!
Oppure..» E tra le mani ho già la sciabola. Tu ridi.


«Le tue armi, illusa, sono carmi inermi.
Sono i tuoi versi i tuoi avversari,
questi sono la sorgente di quelli.
Sei rimast
o da sola.
Tu
(mi tendi le dita)
sei nuda
(ti basta quel gesto)
sei uomo, sei spirito pesto.»
[Voragine! Sono perduta!]


La mia passione
- come la mia lama - nell'aria
fischia, e sbatte, si spezza i denti

«T'arrendi?»
«Mai!»

Lei
m'accelera il respiro.
Mi soffia tra i capelli -
è un capogiro di rossetto.
Lei
m'inumidisce il petto
di domande ardenti!

«T'arrendi?»
«Mai!»

Lui
tiranneggia ogni mio sguardo.
Mi mormora di onirici bordelli.
E' beffardo scorrere del sangue,
lui
è struggimento che langue
lungo i miei pianti! Sui loro (s)finimenti!

«T'arrendi?»
«Mai!»

Tu ridi.
Tu m'accendi. Tu sei la pura erosione
del mio sentimento senza nome.
Tu ti moltiplichi nei miei stupidi stornelli,
tendi tentacoli tentatori di tranelli.
Sei la pulsione, l'ascesa,
sei la ragione per cui sono indifesa.
Amortalità vilipesa,
tu! Sei la sorpresa
scorsoia dei miei innamoramenti,
tu sei tutti i miei fraintendimenti.
Ma lo comprendi che m'incendi?!
TUUUU!
Tu sospendi i miei tormenti
e pur li rappresenti,
tu fendi i miei tendini
cardiaci, e li rammendi,
trattieni i miei terrori orrendi
e in cambio, mi pretendi,
m'intridi del luccichio dei tuoi serpenti e
ti diletti dei miei contorcimenti!
Tu, centinaia di ferite iridescenti
tramate da affamati turbamenti!

Che infine mi lasci a torturarmi tra gli stenti
di questi termini terreni, traditori
e tristi, che stridono!.. Pur se, in quanto scritti, silenti!
Ma non lo v e d i
che m'uccidi di sgomenti?!


«T'ARRENDI?»
«MAI!»

e mi trafiggi!
Tu ti rapprendi in me
e mi rapprendi in te.


Bastano pochi battiti
e sono vostra, Mantidi.





III


[LagrAme.]

Tramortiscimi.
Tra - Mort..
Tra - aAmor..
... ordiscimi.

Giardino famelico
[tendimi la mano].
Già sento da lontano nuove verità, che ghermiscono le spalle nude
nude -
fremiti,
e sia. E sia. E sia.
Polimorfe eresie danzanti.

Spalanco la bocca.
Con gli occhi perplessi.
Plettri di sciocca
solitudine,
già mi suonano nervi dimessi
e senza libidine
sfondano i cartigli
con cui avvolgevo i miei stessi demòni arrugginiti
e i loro figli
che ho sgravato su una rocca d'inchiostro,
da ogni nocca un dito che gracchia
la sua deformità di vacca, perché il destino
m'ha dato occhi come zoccoli
su cui arrancare, su cui lacrimare a ogni passo.

Per proseguire un poco, acciecarsi un poco.
Per proseguire un poco.
Le pupille scricchiolano a terra.

GRIDA! LA! TERRA!
Occlude l'iride di limo.

Grillaie di echi trasmessi verso il mare
sono
i miei pensieri.
Brulicano schiamazzando e appallottolando l'ieri.

O cari,
ho perduto la grazia del sole,
ho perduto le dolci parole
che sole m'avrebbero potuta salvare.

In ossari tiepidi di sale
ardono le mie falangi
cangianti di resa mai accetta.
In campi di crochi alidi
ho seppellito l'armonia -
ho visto germogliare la neve -
ho raccolto frutti di dannazione sciropposa,
ho visto nei nervi delle foglie
precipizi onirici.

La fame della sera
mi scivola sul collo -
annaffia la mia ira
e dondola gemendo, pura.
Aure di rame e d'anidride scempica
s'arrampicano sotto le mie gonne,
scricchiolano e mordono
zitte.
L'aria
è strozzata da lampi fulvi,
da suoni curvi
che spiano l'effluvio del mio ringhio incarnito.

T rovarsi
R uvidi fiori di brina
A l mattino dell'attesa.
M ormorarsi
O nde finissime di grumi
R abbiosi disperati lividi,
T estimoniare contro il cielo -
I ncastonarsi nel suo muco
S erico che non è altro
C he pianto cosmico. Che
I rrigidisce le labbra e
M iagola di vita, la prossima vita
I n n o c e n t e .

Tramortiscimi.
Tra - Mort..
Tra - aAmor..

... ordiscimi.




Cielo di mandorla.
Uggiolii di mera Baccante.

Risacche rauche, eterne
m'esasperano.
Le stelle rubizze si strizzano
e piove,
e ho la gola muta.

Guardatemi ancora, Mantidi,
[Voragine! Sono perduta!]
e piove,
sui miei furori impalliditi.

E tu ridi.





  
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