Prompt #28:
Sciarpa
Juvia
non sapeva cosa
aspettarsi.
Gray
le aveva chiesto di
incontrarlo in una stradina secondaria di Magnolia, doveva
dirle qualcosa.
Il
primo istinto di Juvia
era stato di gioia, ovviamente. Si era sentita emozionata, aveva
pensato a
mille diverse ipotesi. Si era sentita leggera, aveva ispezionato
l’armadio
desiderosa di presentarsi al meglio.
Man
mano che si avvicinava,
però, l’eccitazione era scemata; una sensazione
d’inquietudine l’aveva presa
alla bocca dello stomaco, improvvisamente si era trovata a chiedersi il
perché di quello strano
appuntamento.
Gray si era comportato insolitamente, nell’ultimo periodo.
Juvia
aveva capito di che
strada si trattasse, avvicinandosi: ricordava, ricordava ancora molto
bene
nonostante fossero passati più di due anni.
Gray
aveva rifiutato la
sciarpa che aveva preparato per festeggiare i loro 413
giorni di conoscenza. C’era rimasta molto male, ma
poi avevano
chiarito – eppure, non era un ricordo piacevole. Pur senza
volerlo, quel giorno
Juvia aveva ferito Gray.
Perché
le aveva chiesto di
vedersi proprio lì? Anche lui ricordava ancora
quell’episodio, anche lui
provava una sgradevole sensazione solo a pensarci? Juvia sperava di no,
si disse che non era così,
tuttavia l’inquietudine
non la lasciò, le tenne compagnia fino al punto
d’incontro.
Gray
non c’era ancora; Juvia
non se ne accorse subito, ma stava nevicando. Come quella volta…
«Juvia».
Si
voltò di scatto, risvegliata
dalla voce di Gray.
Perse
un battito, nel
vederlo: indossava una sciarpa, la sua sciarpa.
«La sciarpa di Juvia», mormorò.
Lui
si nascose nella
sciarpa; sembrava a disagio? Il
cuore
riprese a batterle forte.
Gray
le indicò una panchina,
invitandola a sedersi per poi fare altrettanto.
«Juvia»,
ripeté. «È
complicato. Ormai viviamo insieme da un
po’…»
«Juvia
ne è tanto felice» esclamò,
interrompendolo. «Ma se vuoi che Juvia vada via,»
iniziò a dire con voce
tremante.
«Cosa?
No!»
Lo
disse con tanta enfasi
che la ragazza alzò lo sguardo, colpita. Aveva le lacrime
agli occhi: non voleva
cacciarla!
Fu
allora che Gray fece
qualcosa di davvero inaspettato. Sciolse il nodo della sciarpa, e
lentamente –
Juvia ne fu quasi ipnotizzata – ne avvolse
un’estremità attorno a lei.
Poté
avvertire il suo
calore, arrossì per l’improvvisa vicinanza.
«Non
voglio che tu te ne
vada. Mai» le sussurrò Gray
all’orecchio; non poteva vederlo. «Resta con me,
Juvia» continuò lui – sentì
un fruscio, forse stava armeggiando con una tasca?
Gray
si spostò, in modo da
poterla guardare. Lo sguardo di Juvia, però, fu attratto
dall’oggetto che il
ragazzo teneva sul palmo della mano.
Un
anellino decorato con un
piccolo turchese a goccia.
Le
parole le si mozzarono in
gola.
«Sì»,
riuscì a mormorare
dopo svariati secondi, «sì».
Stringendogli
la mano con l’anello,
si voltò e lo baciò, lasciando alle labbra di
colmare il non-detto.
Un bacio bagnato,
traboccante
di gioia.