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Autore: _BlueLady_    28/10/2018    3 recensioni
Quattro simpatici tentativi di due adolescenti innamorati, alle prese con la loro prima cotta, di confessarsi a vicenda il loro amore reciproco. O forse no.
Perché dichiararsi non è mai semplice.
[Raccolta di One-shots dedicate a Marinette ed Adrien]
#1. [Adrienette] "Falling" in love
#2. [LadyNoir] Ti "Miao" in tutte le lingue del mondo
#3. [MariChat] Tell a Secret, Can You Keep it?
#4. [Ladrien] Professionalmente parlando
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3.
TELL A SECRET, CAN YOU KEEP IT?
*
MariChat
 
- Mari!-
Marinette si voltò verso la finestra della camera da letto, nella direzione da cui aveva sentito provenire il suono di una voce ovattata chiamarla all’improvviso.
Abbandonò il suo lavoro sulla scrivania, sgranando gli occhi stupita non appena riconobbe dall’altra parte del vetro due paia di occhi color smeraldo contornati da una familiare maschera color pece ed un sorriso dai canini sporgenti osservarla incuriositi.
Erano appena le dieci di sera, e Parigi stava scivolando pian piano nella quiete notturna.
La ragazza abbozzò un sorriso intenerito, invitando l’incauto ospite ad entrare.
- Chat! Che ci fai qui?- gli chiese, mentre un’ombra scura scivolava silenziosa in camera e si accomodava placidamente sul ciglio del letto.
- Hm, passavo da queste parti durante il mio giro di ronda notturna, e mi chiedevo se fossi ancora sveglia – rispose il gatto nero con un’alzata di spalle – Disturbo?-
- Eh? No, no, affatto, figurati!- si affrettò a rispondere lei di rimando, riavvicinandosi alla scrivania per riordinare almeno un poco quello che era sparpagliato sul tavolo – Mi hai solo colto un po’ di sorpresa. Non mi aspettavo che mi venissi a trovare – cercò di giustificarsi leggermente imbarazzata, conscia che ciò che stava dicendo corrispondeva soltanto in parte alla verità, poiché da un po’ di tempo a quella parte Chat Noir aveva preso la strana abitudine di venirle a fare visita almeno una sera a settimana, così pour parler.
Il ragazzo l’osservò incuriosito sedersi di nuovo alla sua postazione di lavoro, maneggiando alcune stoffe e fili colorati con estrema abilità.
- Lasciami soltanto sistemare questo orlo, e poi sono da te – gli disse tutta concentrata nella sua creazione, e Chat Noir si lasciò sfuggire un sorriso intenerito, trovandola a dir poco adorabile, tutta concentrata nella sua più grande passione.
Ultimamente cercava spesso la compagnia di Marinette. Gli piaceva chiacchierare con lei, e ci si era affezionato a poco a poco. Anche a scuola, nei panni di Adrien, aveva preso a frequentarla più spesso.
Eppure certe sere sentiva l’esigenza di mostrarsi a lei sotto il suo vero aspetto – vero per modo di dire, visto che Marinette non sapeva chi davvero si nascondesse sotto la maschera – perché solamente come Chat Noir poteva mostrarsi a lei nel pieno delle sue debolezze, senza il timore di essere giudicato, e senza che lei si incespicasse nelle parole ogni due per tre mettendoci un quarto d’ora a formare una frase di senso compiuto per parlare con lui – quando era Adrien capitava spesso.
Non ne era sicuro al cento per cento, ma gli sembrava di trovarsi più in sintonia con lei come Chat Noir che come Adrien. Forse perché la figura del ragazzo modello figlio del più grande stilista di Parigi la metteva in soggezione – non che un supereroe vestito di nero fosse da meno.
A poco a poco, Chat Noir aveva cominciato a capire che con Marinette si poteva parlare veramente di tutto. Dalla scuola, alla vita da supereroe, dalle proprie passioni, ai suoi problemi con il padre, e al fatto di sentirsi terribilmente solo in certi momenti della sua vita.
Era straordinaria l’empatia che provava nel discutere con lei della fatica di avere una doppia vita, ed allo stesso tempo poteva sentirsi libero di lasciarsi andare, di piangere se solo avesse voluto, con la certezza che lei sarebbe sempre stata pronta a consolarlo, senza chiedere nulla in cambio.
La sensibilità di Marinette, a volte, lo spiazzava. Si chiedeva come potesse essere possibile trovare al mondo una persona così buona, così tollerante, ed allo stesso tempo così generosa ed altruista.
In certi aspetti, assomigliava moltissimo a LadyBug. La sua LadyBug.
Di rado, quando chiacchierava con Marinette, gli capitava di pensare al suo amore segreto. Se lo faceva, era per lasciarsi sfuggire di mente lo sciocco desiderio di scoprire sotto la maschera una ragazza straordinaria quanto lei.
- Ci sono quasi…-
Riscuotendosi dai suoi pensieri, la riscoprì impegnata ad infilare un filo nella cruna di un ago, con le gambe incrociate e la lingua che inumidiva leggermente le labbra.
Di nuovo, sorrise.
- È carino – le disse, alzandosi in piedi e muovendo qualche passo verso di lei – quello che stai facendo. Cos’è?-
Marinette sobbalzò sulla sedia, quasi non aspettandosi quella domanda improvvisa.
- Ah, questo? Niente di che, solo un piccolo pensiero per una persona speciale – sorrise, abbozzando uno sguardo tra il sognante e lo speranzoso che a Chat Noir non sfuggì.
- Capisco – asserì lui, pensieroso – è il regalo di un’ammiratrice per qualcuno di importante –
Marinette deglutì, sentendosi le guance andare in fiamme.
- Cosa? N-no, che stai dicendo! È-è solo una sciocchezza, una cosa da poco. Forse nemmeno glielo darò – si difese lei, colta in flagrante.
Chat Noir arricciò un angolo della bocca, perplesso.
- Perché no? Hai impiegato tempo e fatica per farlo, e sono certo che la persona che lo riceverà ne sarà entusiasta – la incoraggiò, sinceramente convinto delle sue parole.
Marinette abbassò lo sguardo, timorosa.
- Non so, Chat… è soltanto un pensiero da parte di una goffa ragazza timida – pigolò incerta.
- Se avevi intenzione di non darglielo fin dall’inizio, per che cosa hai faticato tanto, allora?- asserì lui contrariato.
Marinette sospirò.
- L’ultima volta non è andata proprio come speravo – confessò.
- È la tua occasione per riprovarci. Inoltre – le sorrise lui – questo capo ha una bella linea. La stoffa che hai scelto è molto morbida e veste bene, le cuciture per essere fatte tutte a mano sono ottime. Aggiungerei solo un ultimo punto qui, ed assottiglierei un po’ l’orlo di qua, per renderlo simmetrico. Dopodiché, e perfetto –
Marinette sorrise intenerita, guardandolo studiare la sua creazione con occhio critico e interessato.
- Ti intendi di moda?- gli chiese poi stupita, mentre Chat Noir impallidiva, e sgranava gli occhi quasi si sentisse messo a nudo di fronte a lei.
- Chi, i-io? Assolutamente no! – si difese prontamente, abbandonando la creazione di Marinette sul tavolo e tentando di ricomporsi.
- Eppure, da come ne stavi parlando, parrebbe proprio di sì – affermò lei, convinta.
- Sono un rozzo gattaccio di strada – rise lui, in maniera piuttosto nervosa – Non ho assolutamente nulla a che fare con Adrien Agreste e robe simili – si difese prontamente, lasciando che le parole gli scivolassero di bocca senza pensare.
Marinette, quasi senza volerlo, si lasciò sfuggire dalle labbra un sospiro sognante.
- Ah, Adrien…- sussurrò estasiata.
- Sì?- rispose lui sovra pensiero, realizzando soltanto in un secondo momento l’occhiata terrorizzata con cui l’amica lo stava guardando.
Ad entrambi si seccò la gola, e impallidirono. Tra di loro aleggiava improvvisamente un’atmosfera tesa come corde di violino.
Oh cavoli, mi ha scoperto - pensarono all’unisono.
Poi Marinette parlò, forse nel disperato tentativo di salvare la situazione fattasi decisamente imbarazzante.
- Ahem, A-Adrien è un mio compagno di classe ed è u-una persona molto importante per me – si lasciò sfuggire di bocca, e subito il cuore di Chat Noir sobbalzò in petto, sentendosi le guance in fiamme – N-NEL SENSO – si corresse subito lei, capendo di essersi esposta più del dovuto – è un ottimo amico -
Il silenzio imbarazzante che seguì quella mezza confessione portò Marinette, mezza paonazza in viso per essersi ancora più esposta, a schiarirsi la voce e riportare la sua attenzione sul capo che stava cucendo, per apportare le modifiche suggeritele da Chat Noir.
Il ragazzo, ancora confuso in seguito alle parole dell’amica, l’osservò rimettersi all’opera.
Un ottimo amico.
Marinette continuava imperterrita a cucire, sperando di sviare a tutti i costi una domanda che sapeva gli sarebbe stata posta a breve, e lui, non senza un filo di imbarazzo, la trovò estremamente adorabile.
Calma Adrien, non agitarti solo perché ha detto che le stai simpatico.
Per temporeggiare prese a vagare con lo sguardo per la camera, realizzando che era la prima volta che vi entrava per davvero – finora i loro incontri clandestini erano avvenuti soltanto in balcone.
Si ritrovò a pensare intenerito che quella stanza rispecchiasse alla perfezione l’essenza di ciò che era Marinette: schizzi di abiti ancora in fase di progettazione denotavano il suo spirito curioso e creativo, pupazzi dalle espressioni dolci rispecchiavano il suo carattere docile e affabile, pizzi, merletti, fotogrammi di Parigi dall’alba al tramonto lasciavano trapelare l’animo romantico che sicuramente nascondeva sotto un cumulo di timidezza, e le foto appese al muro, invece…
Un momento. Aveva visto bene?
Tornò indietro con lo sguardo, per accertarsi di non aver preso un abbaglio, e quello che trovò confermò che ancora non aveva bisogno di un oculista.
Le sto simpatico...
C’erano sue foto nei panni di Adrien a tappezzare un’intera parete della camera. Saranno state una ventina, se non di più. Una addirittura, posata sul comodino, era adornata da una graziosa cornice verde che si intonava con i suoi occhi.
Le sto davvero tanto simpatico…
Restò a fissarle attonito alcuni istanti, il tempo che Marinette, terminato il rammendo e desiderosa di avere un suo parere, alzasse lo sguardo su di lui e realizzasse cosa stava osservando con così tanto interesse.
Come lo vide fermo a fissare le foto, Marinette perse un battito di cuore, mentre una voragine le si aprì nello stomaco.
Un ottimo amico.
Chat Noir, senza proferire parola, l’osservò ad occhi sgranati ed un’espressione da cucciolo spaurito dipinta in volto.
Marinette deglutì, sgranò gli occhi, impallidì.
Per lei sono un ottimo amico.
- Ah!- riuscì ad esclamare la ragazza, dopo un istante di silenzioso imbarazzo – N-non è come pensi! –
Lui continuava ad osservarla attonito, la testa annebbiata da mille pensieri.
-L-Lui, cioè, i-io sono innamorat- voglio dire- ispirata di lui, cioè, da lui! Mi… mi serve per creare nuovi modelli di abiti maschili, e… e… -
Io per lei sono un ottimo amico.
- I-io, ecco… m-mi piace, sì, ma non in quel senso! – continuò lei, attorcigliando le dita le une sulle altre, schivandolo con lo sguardo, sentendosi sempre più avvampare.
Ti piaccio davvero? Avrebbe voluto chiederle lui, ma le labbra non si mossero.
Marinette continuava a blaterare cose senza senso, tentando in tutti i modi di negare l’evidenza, e nella testa di Chat Noir si affollavano pensieri, emozioni, parole, mescolate all’immagine così nitida di foto sue ad ingombrare un’intera parete della camera da letto di una sua compagna di classe, di una sua foto incorniciata sul comodino.
Sono un ottimo amico.
L’ammirazione che Marinette provava nei suoi confronti, definendolo addirittura una persona importante della sua vita, lo riempiva di gioia ed allo stesso tempo di paura. Perché il cuore aveva preso a martellargli così veloce in petto improvvisamente?
Deglutì.
Tutti i buoni amici tappezzano la stanza di foto tue, rubate persino dalle riviste dei giornali? Si chiese. Dopotutto, poteva anche essere, cosa ne poteva sapere lui, che aveva vissuto tutta la sua infanzia e buona parte dell’adolescenza chiuso sotto una campana di vetro?
Provò ad immaginarsi la stanza di Nino satura di suoi primi piani, magari colto in espressioni audaci ed ammiccanti che i fotografi lo costringevano a fare, e che ogni tanto pubblicavano su quelle riviste per ragazzine, e subito gli scappò una risata istintiva che proprio non riuscì a trattenere.
Forse era per l’imbarazzo dovuto alle parole di Marinette, forse per la tensione accumulatasi che ora premeva in cerca di una valvola di sfogo. Fatto sta che Chat Noir scoppiò a ridere, sempre più forte e con le lacrime agli occhi, mentre lei l’osservava, un misto tra il disperato e l’offeso, senza capire cosa gli fosse preso tutto d’un tratto.
-C-Chat…?-
Il ragazzo si ricompose, soffocando in un sospiro un’improvvisa sensazione di sollievo.
- Lo sai tenere un segreto?- le chiese improvvisamente dal nulla.
- Q-Quale?- domandò lei, confusa.
Lui la guardò negli occhi. Gli parve per un istante di riconoscerli.
Marinette lo considerava un ottimo amico.
Sorrise.
- Anche io – mormorò sottovoce, ma non così piano perché lei non riuscisse a sentirlo.
- Cosa?-
Le si avvicinò all’orecchio, facendola rabbrividire – Anche io, in camera mia, ho un’intera collezione di action-figures di LadyBug – confessò in un sussurro, e ci mancò poco che Marinette non svenisse.
La ragazza batté due volte le palpebre, senza capire.
Se soltanto ci fossi tu, sotto quella maschera…
- Oh, beh, si è fatto tardi, è meglio che vada –
L’osservò ancora attonita affacciarsi sul balcone, pronto a tornare verso casa, senza avere la forza di proferire una parola.
- Un’ultima cosa, Principessa – la avvertì lui, dando un’ultima occhiata alla cornice sul comodino – Domani dai ad Adrien quello che hai creato per lui - suggerì, facendole un occhiolino d’intesa - Sono sicuro che anche per lui la tua amicizia è preziosa, e non potrà che restare entusiasta dello splendido regalo –
Forse le aveva confessato tutto per scioglierla dall’imbarazzo, forse per farle intendere che avesse intuito qualcosa. Non capì nemmeno se l’ultimo fosse stato un vero consiglio, o una provocazione.
Marinette questo non lo seppe mai, poiché il gatto nero sparì improvvisamente dalla sua vista così come era arrivato, portando via con sé nel cuore della notte la confessione di un segreto pronunciato a metà a bruciargli le labbra.


Angolo Autrice:

Eccomi, in ritardo, in arciritardissimo, con il terzo capitolo di questa raccolta!
Dovete scusarmi, ma come avevo già anticipato la MariChat, sebbene rappresenti la mia coppia preferita, è sempre la più difficile da realizzare, proprio perchè i due all'apparenza non ricambiano i loro sentimenti. 
Difatti, anche qui, non si può parlare proprio di una confessione a cuore aperto tra i due, ma nemmeno sarebbe stato giusto. Chat non ama Marinette e Marinette non ama Chat. Così pare. Tra i due c'è una forte affinità, ma non arriverebbero mai a dichiararsi così. Non in questa raccolta, almeno, sarebbe parso inverosimile.
Il momento tra i due è lievemente, ma proprio lievemente accennato, eppure c'è. Chat sembra aver capito qualcosa di più sui sentimenti di Marinette, e per non farla sentire in imbarazzo le confida un segreto - tenete bene a mente la confessione che le ha fatto perchè sarà l'elemento chiave del prossimo capitolo - ed allo stesso tempo sembra accettare i sentimenti che lei prova nella sua versione da "civile". Che sia l'inizio di qualcosa?
Spero che il capitolo sia stato apprezzato, anche se all'apparenza tra i due non succede granché. Come detto, questa raccolta verte su "confessioni imbarazzanti, e dove trovarle", dunque per come conosciamo la storia, i due non avrebbero mai potuto dichiararsi a vicenda in questa versione. Una dichiarazione, anzi due, però, ci sono state eccome!
Per chi avrà piacere di seguirmi ancora, il prossimo sarà l'ultimo capitolo, tutto dedicato alla Ladrien ;) spero di dare una degna conclusione a questa raccolta, lasciandovi con un sorriso sulle labbra.
Grazie a chi mi segue e recensisce, non potevo sperare in un pubblico migliore.
Baci sparsi.

_BlueLady_

 
  
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