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Autore: _BlueLady_    09/10/2018    3 recensioni
Quattro simpatici tentativi di due adolescenti innamorati, alle prese con la loro prima cotta, di confessarsi a vicenda il loro amore reciproco. O forse no.
Perché dichiararsi non è mai semplice.
[Raccolta di One-shots dedicate a Marinette ed Adrien]
#1. [Adrienette] "Falling" in love
#2. [LadyNoir] Ti "Miao" in tutte le lingue del mondo
#3. [MariChat] Tell a Secret, Can You Keep it?
#4. [Ladrien] Professionalmente parlando
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.
TI “MIAO” IN TUTTE LE LINGUE DEL MONDO
*
LadyNoir
 
Quella sera la luna era splendida, pallido faro nella cupa notte. Dopo l’ennesima tempesta scatenata da un Akuma insonne, Parigi dormiva tranquilla, e nelle strade regnava la quiete.
LadyBug e Chat Noir, di ritorno dal loro turno di ronda, collezionata un’altra vittoria schiacciante sul male, volavano scaltri da un tetto all’altro della città, distrutti dall’ennesima battaglia, ma ancora saturi di adrenalina ed emozione.
La supereroina agganciava i comignoli delle case uno dopo l’altro con il suo fedele yo-yo, mentre il gatto nero le balzava appresso, agile e scaltro.
Percorsero un breve tratto di strada assieme, prima che i loro Miracoulous cominciassero a pigolare freneticamente, indice che mancavano ormai pochi minuti al termine della loro trasformazione.
- Beh – sorrise LadyBug, sul ciglio di un cornicione di un palazzo, Chat Noir poco distante da lei, entrambi a riprendere fiato – Pare che anche stasera le nostre strade debbano dividersi qui, micetto – asserì in direzione del compagno, che avvertiva una lieve stretta al cuore ogni volta che sapeva essere il momento di doversi allontanare da lei.
Chat Noir deglutì, non volendo dare a vedere quanto quelle parole lo uccidessero dentro ogni volta che le sentiva pronunciare.
Indossò il suo sorriso sghembo, intrecciando gli occhi smeraldo a quelli cristallini della ragazza, fingendo che la tempesta che sentiva implodere dentro non lo sfiorasse minimamente.
- Ottimo lavoro, insettina – la canzonò, accennando un inchino da gentleman, facendo leva sul fidato bastone quasi a voler assumere un atteggiamento più regale – Spero non passerà troppo tempo dal nostro futuro incontro –
LadyBug arricciò il naso, in un’espressione di stizza – Francamente, spero che per un po’ Papillon ed il suo esercito di Akuma decidano di prendersi una vacanza. Ultimamente passo più tempo nei panni di supereroina che in quelli della vera me stessa. Comincio ad accusare la stanchezza – asserì lei, accennando un lieve sbadiglio.
- Pensavo passassi le tue giornate a contare i minuti che ci separano l’uno dall’altra – la provocò lui in tono malizioso, facendosi più vicino.
- Rimani coi piedi per terra, micetto – lo anticipò lei, allontanando il viso dal suo con la punta di un dito, come a voler mantenere le distanze – E smettila di chiamarmi insettina – precisò, come faceva sempre, indossando il suo adorabile broncio da finta offesa che lo mandava in estasi ogni volta.
Chat Noir sorrise, accusando l’ennesimo colpo.
Ogni volta ci provava, sperando prima o poi di aprire un debole spiraglio nel cuore della sua Lady, ed ogni volta era sempre più difficile ottenere anche solo un piccolo segno di cedimento da parte sua.
Sperava che prima o poi LadyBug prendesse coscienza del fatto che il suo modo di provocarla altro non era che un impacciato tentativo di farle capire quanto tenesse a lei in realtà. Invece puntualmente sbagliava qualcosa, perché non otteneva nulla da lei se non la profonda convinzione che la stesse scherzosamente prendendo in giro, quando in realtà stravedeva per lei e moriva dalla voglia di confessarle ogni cosa, a cuore aperto, gettare via la maschera – prima – e poi buttarsi sulle sue labbra dimostrandole tutto l’amore che provava per lei, e che percepiva, vero e reale, accenderglisi in petto ogni giorno di più.
Ci aveva pensato più volte, a confessarle la verità. A farle capire che il suo non era soltanto un gioco. Ma finiva sempre col mordersi la lingua e tenersi il suo desiderio per sé, a solleticargli la gola fino a quando non fosse diventato un magone talmente grosso da mandare giù, che avrebbe finito per soffocarlo.
Istintivamente, il cuore gli si strinse in una morsa, come sempre quando ripercorreva quei pensieri, diventati ormai il suo pane quotidiano, quasi un’ossessione.
Alla fine, si ripeteva sempre, è meglio così per entrambi. Ma ogni volta che ci pensava si ritrovava sempre meno sicuro di quella convinzione.
- Si è fatto tardi, micetto. È meglio che torniamo a casa –
Chat Noir, quasi riscossosi dai suoi pensieri, realizzò soltanto in quel momento che ore fossero.
Le tre di notte.
Papillon ultimamente doveva annoiarsi parecchio, per tenerli occupati fino a quell’ora.
A malincuore accennò un altro inchino al cospetto della sua Lady, afferrandole con delicatezza una mano per sfiorarne il dorso con le labbra. Al momento era tutto ciò che poteva fare per sentirla un po’ più vicina a lui.
- A presto, MyLady – sussurrò, e già il cuore prese a farsi pesante, mentre tratteneva a forza in gola il desiderio di stringerla forte a sé e non lasciarla andare più.
LadyBug arrossì un poco di fronte a quel gesto che aveva ogni volta il potere di coglierla leggermente in imbarazzo, e con un cenno del capo gli diede le spalle, pronta a tornare a casa.
Chat Noir osservò la sua figura stagliarsi nel cuore della notte contornata dai raggi lunari che la rendevano eterea, quasi sembianza di un sogno, stringendo i pugni che cominciavano a prudere e mordendosi la lingua che aveva preso a vibrargli in bocca.
Aveva cercato di farglielo capire in tutti i modi quanto l’amasse in realtà, eppure lei si ostinava ancora a non volerne accorgersene. Forse aveva sbagliato strategia fin dall’inizio, e avrebbe dovuto essere schietto e diretto fin da subito.
Dopotutto, anche le parole, oltre al linguaggio del corpo e al calore degli occhi, sapevano essere efficaci, se usate nel modo giusto.
Puntò lo sguardo in alto, oltre la coltre scura della notte.
La luna era così bella, quella sera.
Si decise quando ormai LadyBug era pronta a slanciarsi nel vuoto e scomparire nel buio della notte, lasciandolo solo con i suoi fantasmi e il desiderio di rivederla a bruciargli la lingua.
Poco importava che mancassero ormai meno due minuti alla de-trasformazione, sapeva che se non glielo avesse detto in quel preciso momento, poi gli sarebbe mancato il coraggio per farlo per sempre e lo avrebbe rimpianto per tutta la vita.
Aprì la bocca un poco, giusto per far passare un sottile filo di voce sufficiente a ricatturare la sua attenzione su di lui.
- MyLady?-
- Mh?-
Percepiva la gola grattargli rimuginando a fondo per trovare le parole giuste, mentre – diamine – quegli occhi cristallini parevano scavargli dentro al cuore, e quelle labbra, poi, chissà che sapore potevano mai avere – ciliegia, provò ad immaginare, per non parlare dei capelli – avrebbe voluto affondarci dentro ed inebriarsi del loro profumo, proprio nel punto tra orecchio ed incavo del collo, e poi tempestarla di baci mentre le sussurrava dolcemente che l’amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, e poi quegli occhi – aspetta… lo aveva già detto?
Deglutì, la gola secca.
- Ti… uhm… ti –
Ti amo.
- I-io… ecco, ti…-
Ti amo, perché non lo capisci?
- Chat… qualcosa non va?-
Inspira, espira, inspira, espira.
Coraggio, Adrien, non è difficile. Due parole, cinque lettere. Le hai detto cose ben peggiori di questa, non fare il codardo proprio ora.
Inspira.
- LadyBug, i-io ti… - espira - Ti miao…-

- Come?-
Panico.
Che caspita hai detto, razza di idiota?
- V-volevo dire ti am… - pensa, pensa, pensa stupido – Ti ammiro. Tanto. Sei… sei una partner davvero preziosa per me –
LadyBug sbatté due volte le palpebre, registrò le sue parole, sorrise.
Gli parve quasi avesse capito qualcosa.
- Se la metti così – gli disse in risposta, dopo un istante di silenzioso imbarazzo – ti miao anche io, micetto – e detto questo scomparve mentre già il costume aveva preso ad evaporare, uno sguardo di sincero affetto ad accenderle le pupille prima di svanire del tutto dalla sua vista.
Chat Noir restò fermo immobile a pensare ancora un istante, in trance, maledicendosi internamente della sua goffaggine che era stata tutt’altro che d’aiuto.
Sospirò amareggiato, constatando di come anche con le parole, LadyBug non sembrava aver capito nulla, o forse sì – a dir la verità ci sperava, ma non ne era poi così sicuro.
Doveva farsi andar bene le cose così come stavano. Ci sarebbe stato ancora del tempo, ci sarebbero state altre occasioni, in cuor suo se lo augurava con tutto se stesso.
Dopo un primo istante di sconforto, l’imbarazzo lasciò il posto all’ilarità, riconoscendo nel suo impacciato tentativo di dichiararsi, un completo fallimento.
Il suo atteggiamento per un istante gli aveva ricordato quello goffo e buffo di Marinette quando si rapportava con lui. Forse, a forza di stare in sua compagnia, un po’ si era lasciato contagiare.
Sorrise: non era tutto perduto, a pensarci bene.
Se la sua goffaggine aveva acceso in LadyBug anche solo un decimo dell’affetto che la goffaggine di Marinette lo aveva legato a lei, allora aveva molto di cui sperare.
Dopotutto, era un buon inizio.


Angolo Autrice:

Sono abbastanza bravina, ho aggiornato questa raccolta senza fare passare eoni dall'ultima pubblicazione.
Hi everybody! Sono lieta di presentarvi il secondo capitolo di questa "serie di sfortunate dichiarazioni". Come potete vedere, Chat Noir non è tanto meglio di Marinette nel dichiararsi. Spero vi sia piaciuto questa goffa confessione.
Ho voluto rendere il tutto molto tenero e leggero, spero sia arrivato qualcosa.
L'idea del "miao" al posto del "ti amo" mi è venuta così, perchè anch'io quando sono emozionata dico cose senza senso.
Spero anche questo secondo capitolo sia stato gradito.
Il prossimo capitolo sarà tutto MariChat (la mia coppia preferita, ma che personalmente trovo sempre difficile da caretterizzare visto che entrambi in questa versione non si ricambiano l'un l'altro, almeno in apparenza). Vedremo cosa spunterà fuori.
Io vi ringrazio tantissimo, da chi ha recensito a chi ha inserito la storia tra le ricordate/preferite, più tutti i lettori silenziosi. Non mi resta che sperare di regalarvi piacevoli minuti di lettura fino alla fine.
Ci si vede al prossimo capitolo!
Baci sparsi

_BlueLady_

 
  
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