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Autore: Marlena_Libby    28/10/2018    1 recensioni
Un giorno, mentre è in ospedale a visitare Fred con i suoi amici, Hiro conosce una sua coetanea di nome Diana Morrison e tra i due scocca la scintilla. Ma la ragazza è molto malata...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiro Hamada, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dopo qualche minuto i ragazzi videro arrivare il medico.
- Allora? - chiese Hiro preoccupato.
- Ora sta un po' meglio, ma dovremo tenerla sotto osservazione fino a domani. Potete entrare a vederla, ma non fatela agitare.
I sei entrarono e videro Diana stesa sul letto, pallida e sudata.
- Come stai? - chiese Hiro prendendole una mano.
- Non ti preoccupare, è tutto ok - rispose lei con un leggero sorriso. - I miei sono andati all'aeroporto?
- Sì, dovrebbero arrivare tra poco - rispose il ragazzino.
- Povera Olivia. Sarà appena atterrata e io le combino questo casino.
- Non dire sciocchezze, non hai nessuna colpa! - ribatté Hiro scuotendo la testa.
Mezz'ora dopo nella stanza entrò una ragazzina dalla pelle rosea, gli occhi azzurri e i capelli lisci, biondo chiaro e lunghi fino alle spalle. Diana, appena la vide, si mise a sedere con un po' di fatica e spalancò le braccia: - Olivia, amica mia!
La nuova arrivata le si avvicinò e la abbracciò affettuosamente: - Come stai?
- Sto bene, tranquilla. Mi dispiace di averti fatta preoccupare - rispose la bruna.
- Oh, ciao Hiro - disse Olivia accorgendosi solo in quel momento della presenza del ragazzino e degli altri. - Loro chi sono?
- Sono mio fratello Tadashi e i miei amici GoGo, Honey, Wasabi e Fred.
- Piacere - disse la ragazzina bionda. Poi rivolgendosi a Diana disse: - Ti ho fatto un regalo.
- Davvero? Dai, fammi vedere!
Olivia le diede un pacchetto con carta blu e nastro viola. Diana lo scartò e ne uscì un bellissimo carillon rosso a forma di tulipano.
- Grazie, è stupendo! - esclamò.
- L'ho fatto io, proprio come quelli che vendiamo al mercatino delle pulci - sorrise Olivia. - Forza, gira la chiavetta.
Diana la girò e il carillon cominciò a girare producendo la stessa canzone che Hiro aveva sentito suonare a Diana quando l'aveva conosciuta. Solo che quello non era il suono di un violino, ma di un flauto.
- Ma questa che suona sei tu! Riconoscerei ovunque il tuo modo di suonare! - esclamò Diana.
- Sì, mi sono registrata mentre suonavo e l'ho inserita nel carillon.
- Sei un tesoro! - disse ancora la bruna abbracciandola.
- Olivia, un giorno devi fare anche a me uno di questi - disse Honey.
- Volentieri - disse lei.
- Anche io li so fare, ma non sono mai belli come quelli di Olivia - disse Diana.
- Bach è il nostro musicista preferito e adoriamo soprattutto l'Aria Sulla Quarta Corda - disse ancora Olivia.
- Ragazzi direi di andare, si sta facendo tardi - disse Wasabi.
- Non se ne parla, io non lascio Diana qui da sola! - ribatté Hiro.
- Non ti preoccupare, c'è Olivia qui con me - lo rassicurò la bruna.
Il giovane non era tanto convinto, ma sapeva che Diana aveva ragione. Così Wasabi riaccompagnò a casa i suoi amici e poi si avviò anche lui.

Quando salirono in camera Tadashi disse a Hiro: - Diana è molto simpatica. Comunque perché non ci hai detto prima che ti eri preso una cotta per una ragazza?
- Ma che cosa dici?! Non è vero! - ribatté Hiro arrossendo.
- Non prendermi in giro, ho visto come la guardi!
- E va bene, è vero! - ammise il minore. - Non ho detto niente perché non mi sento alla sua altezza! Insomma, lei è così bella, carismatica, dolce ed è una musicista fantastica e io invece...
- Non dire sciocchezze, anche tu hai tantissimi pregi e sono sicuro che ti ricambia.
- Dici? - chiese Hiro non tanto convinto.
- Certo. Comunque se proprio ti vergognavi non dico che dovessi dirlo agli altri, ma almeno a me potevi dirlo. Sono tuo fratello, lo sai che con me puoi parlare di tutto - disse Tadashi mettendogli una mano sulla spalla.
- Mi dispiace - disse Hiro abbassando lo sguardo.
- Non fa niente - lo rassicurò il più grande scompigliandogli i capelli.
- Ho paura, dici che starà meglio domani? - chiese il quattordicenne.
- Sì, vedrai - disse Tadashi, anche se in realtà non ne era tanto convinto visto che sapeva quanto fosse grave la leucemia.
   
 
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