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Autore: DhakiraHijikatasouji    28/10/2018    1 recensioni
~"Si può essere ossessionati da un qualcosa...o da qualcuno, che forse non è mai esistito veramente?"
Un evento è capace di sconvolgere tutta una vita.
Un errore è capace di distruggere un'intera esistenza.~
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SU WATTPAD LA STORIA COMPLETA!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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25. Schwarzes Herz

Silenzio...

Così poteva essere descritto quella mattina di un buio sabato. Il tempo non era dei migliori quel giorno. Non pioveva, tirava solo un forte vento. Erano circa le quattro quando una figura stanca si stava aggirando per casa. Passò davanti alla camera del piccolo Joshua che stava ancora dormendo. Vide Georg sul divano ancora nel mondo dei sogni, e per quello che stavano passando gli avrebbe augurato di rimanerci per sempre. Era sicuro di poter uscire indisturbato. Afferrò il giubbotto di pelle chiudendo la porta il più delicatamente possibile. La furia del vento mattutino lo investì come a volerlo sbattere al suolo o portare via chissà dove, e se fosse stato in grado di farlo forse sarebbe finito tutto, ma non doveva lasciarsi andare...non doveva farlo per Joshua. Entrò in quell'edificio che ormai era diventato come una seconda casa per loro. Accese le luci che presero ad illuminarsi come se fossero su una pista aerea. Solo il rumore del soffiare del vento era udibile dall'interno, un po' ovattato dalle finestre chiuse. Accarezzò gli attrezzi di registrazione, quasi come se volesse salutarli, poi ebbe il coraggio di sedersi, di prendere una piccola telecamera, collegarla al proiettore e premere il tasto PLAY.

 Accarezzò gli attrezzi di registrazione, quasi come se volesse salutarli, poi ebbe il coraggio di sedersi, di prendere una piccola telecamera, collegarla al proiettore e premere il tasto PLAY

Mi si vede? Sì.

La sua voce...Era impacciato, come sempre. L'unica differenza era nel suo sguardo. I suoi occhi spenti, il viso sempre più candido, consumato dalla malattia che in breve tempo lo aveva strappato dalla vita. Cercò tuttavia di sorridere all'obiettivo, si sistemò il ciuffo dietro l'orecchio.

Ciao, amore mio. Sarà la milionesima volta che provo a parlare senza far tremare la voce. E' difficile sapendo che ti resta poco tempo, sapendo che gli stessi secondi che vedi scorrere accanto alla lucina rossa REC equivalgono ad un countdown al contrario. Eravamo a conoscenza entrambi di quello che sarebbe successo, di come si sarebbe sviluppata questa cosa, ma non ce l'aspettavamo così repentinamente. Lo sai, sono sempre stata una persona che è fatta a modo suo, vuole sempre fare di testa sua, non ascolta quello che le viene detto e piange, piange tanto, piange per tutto. Tu mi hai reso una persona migliore...ed io non so se esserti grato per questo, perché per migliorare bisogna anche soffrire, fare degli sbagli, ed io e te ne abbiamo fatti tanti. Tanti, ma sempre insieme.

Delle lacrime avevano cominciato ad abbandonare i suoi occhi, ma nonostante questo stava continuando a sorridere. Si asciugò il viso.

Mi ero promesso di non piangere, ma non sono il tipo capace a mantenere certe promesse, mi conosci. Ho paura, non te lo nascondo. Ho paura di pensare che da un momento all'altro io sparirò, tu sparirai, Joshua e Pumba spariranno...ed io sarò solo, ad affrontare un nuovo mondo che non so nemmeno se esiste. Mi spaventa il fatto di non poterti più stringere la mano, sentire le tue braccia avvolgermi per trovare la sicurezza, il calore, il conforto necessario. Ho paura di morire, vorrei che ci fosse stato più tempo per noi, ma quel poco che abbiamo avuto lo abbiamo sempre trascorso al meglio. So che in questo momento anche tu non riesci a trattenere le lacrime, e credimi se ti dico che vorrei essere lì per potertele portare via, credimi se ti dico che vorrei essere lì per baciarti, accarezzarti e dirti che ti amo guardandoti negli occhi...e che non ti avrei lasciato più. Purtroppo non potrò più farlo, ed è orribile parlare di questo sapendo che sei nella stanza accanto, sapendo che se tu mi stessi sentendo sarebbe tutto inutile. Ho cercato di isolarmi, quindi spero che tu abbia trovato questa cassetta nel momento giusto.

Fece una lunga pausa sospirando più volte, passandosi le mani sul viso tentando invano di asciugare la propria pelle.

Devi essere forte, hai capito? Fallo per me, fallo per Joshua, fallo per qualsiasi persona che amerai, anche se ce ne sarà un'altra dopo di me. Non buttarti giù, io sono il tuo passato ormai. Mi fa male dirlo perché avrei voluto essere il tuo presente...e anche il tuo futuro. Così avevamo detto, ricordi? Ma che dico, certo che lo ricordi. E' stato un giorno fantastico quello. Io vestito con uno smoking bianco, tu con uno nero. Eravamo perfettamente in contrasto. Io ero agitato tantissimo, ricordo che ai momenti Georg mi avrebbe tirato una scarpa in testa pur di farmi stare fermo. Già, quel giorno c'erano tutti i nostri amici. C'era Simone, Gordon, Georg e Gustav con la sua famiglia...le persone più importanti per noi. Non abbiamo voluto una cerimonia con troppi invitati, bastava l'essenziale. Poi quanto era buffa Simone continuamente a sistemarti il papillon al collo e mi hai detto che ti ripeteva: "Devi essere perfetto", ahah...anche se tu lo sei sempre stato per me. Poi sono entrato io, con Gordon da una parte e Pumba dall'altra che aveva la sua mini cravatta. Era proprio un amore. Io cercavo di guardarti nel mentre mi incamminavo verso di te, ma era difficile, ero così emozionato, mi tremavano le mani. Finalmente ho incontrato la tua mano e la cerimonia iniziò per poi concludersi nel migliore dei modi. La frase: "Puoi baciare lo sposo" e quel "Lo voglio" rimarranno scolpiti nella mia mente...ma soprattutto quel "Sì", che nonostante tutto pronuncerei sempre. Con me se ne andranno via tante parole, tanti discorsi...me li porterò con me, li custodirò in uno scrigno che nessuno potrà più aprire.

Il suo sguardo si era nuovamente incupito, ma aveva ritrovato un sorriso triste in un angolino della propria anima che adoperò subito.

Non temere per me una volta che me ne sarò andato. Penso che starò bene lassù, o ovunque io mi trovi.

Sospirò mordendosi un dito per trattenere inutilmente le lacrime, Tom invece era già ceduto senza accorgersene.

Mi mancherai...

Anche tu mi mancherai.

Ti auguro una vita magnifica con Joshua. Io ti terrò sempre per mano, anche adesso che mi stai guardando, io sarò lì da qualche parte...ma il punto è che vorrei esserci in tutti i sensi.

...

Ti amo

Ti amo anche io.

Temo che adesso sia arrivato il momento di salutarci...per sempre purtroppo.

No, non ancora. Mi manca la tua voce, mi manchi tu.

Volevo lasciarti questo ultimo addio per avere sempre un ricordo di me in qualche modo, e so che le parole saranno sempre queste, e forse un giorno potresti stancarti di sentirle, un giorno nel quale avrai un'altra persona accanto, che saprà amarti come ho fatto io, ma ricorda...nessuno ti amerà mai più di me anche se ti auguro tutto l'amore del mondo. Adesso devo andare vita mia...ti amo, stella mia. Addio.

Così si era interrotto il filmato improvvisamente.

Tom's pov

Il mio viso era in lacrime come mai lo era stato. Cominciai ad urlare quelle lacrime, ad urlare tutto il mio dolore, la mia frustrazione. Avevo perso la persona che amavo per sempre questa volta...e tutto per una malattia data da quella maledetta droga. Quella bastarda aveva trovato il modo di fare il suo operato lentamente in questo tempo fino a renderla incurabile. Cominciai a lanciare gli oggetti, qualsiasi cosa che mi capitasse tra le mani, ma dovetti calmarmi. Spaccare qualche cosa non me lo avrebbe riportato indietro, non mi avrebbe ridato la sensazione di averlo accanto. Non me lo avrebbe fatto di nuovo stringere a me, non avremmo più riso insieme, e neanche avremmo più litigato per poi concludere in una notte di sesso come accadeva la maggior parte delle volte. Non ci sarebbe stato più niente di tutto questo...solo un amaro ricordo di una vita splendida passata insieme. Non avrei mai più sentito la sua voce calda che cantava per me, la sua bocca di fragola, il profumo della sua pelle contro la mia. Il ricordo di quando in ospedale l'elettrocardiogramma aveva detto basta e Bill aveva chiuso gli occhi, il suo petto si era fermato, e con lui tutto era diventato immobile, perfino il tempo. Io lo avevo stretto a me in preda ad una crisi, non volevo crederci...Bill...l'amore della mia vita....l'unica persona che io abbia mai amato davvero...era morta davanti a me. L'unica cosa che mi aveva lasciato era Joshua, nostro figlio. Non so cosa avrei fatto se lui non fosse entrato nelle nostre vite. Fra poco si dovrebbe svegliare per la scuola, meglio se torno.

***

- Buongiorno, papà- Si era appena svegliato con la sua voce tenera ed impastata dal sonno. Ovviamente era a conoscenza della morte di Bill, e addormentarlo tutte le sere era una cosa struggente. Piangeva a fiumi, e finivo per piangere anche io...ma alla fine cedeva e mi lasciava solo a singhiozzare nella penombra della stanza.

- Buongiorno, amore- Sorrise. - Adesso vai a prepararti, è il tuo primo giorno di scuola-

- Ma lo zio Georg dorme!- Protestò giustamente.

- Pensaci tu- Joshua annuì alzandosi dal letto come una molla correndo in salotto saltando addosso a Georg facendogli prendere un infarto.

- Cosa succede!? Un attacco terroristico!?- Riprese un respiro regolare quando vide Joshua. - Ah, sei solo tu, campione...mi hai spaventato-

- Su, vai a vestirti, Joshua-

- Sì, papà- Era un bravo bambino, ubbidiente, anche se a volte faceva i suoi capricci. Sospirai.

- Thomas...l'hai visto?- Domandò Georg in un sussurro. Annuii guardando altrove, non volevo pensarci, ma non ci riuscivo. Doveva essere un bel giorno quello, perfino il sole era uscito.

- Odio il sole di Settembre...- Sussurrai con voce tremante...anche Bill lo detestava. Poi mi rivolsi a Georg che non mi aveva sentito. - Era bello come sempre...sarà difficile...continuare- Georg non poteva contraddirmi, d'altronde questa volta era sicuro che Bill non sarebbe più tornato.

- Tu ce la farai, Tom. Quando Bill credeva che tu fossi morto tanti anni fa, ricordi? Ha provato ad uccidersi, ma ha fallito semplicemente perché la vita aveva ancora dei progetti per lui, e poi si vede che il destino si è preso la sua rivincita...-

- Stai cercando di dirmi che non devo uccidermi per amore? Grazie, lo so già- Georg sospirò.

- Sto cercando di dire che eravate destinati a questo, e non so perché proprio a voi doveva capitare una cosa del genere...ma quello intendo, è che non sei solo, e neanche Bill lo è. Siete sempre insieme in un modo o nell'altro, solo che noi non lo possiamo vedere...- Non sapevo se credere a quello che stava dicendo. Crederci mi avrebbe fatto comodo da una parte, ma dall'altra era semplicemente assurdo. - Joshua è quello che Bill ti ha lasciato, lui confida in te anche se adesso non può più dirtelo-

-...lo so, Georg- Avevo detto a bassa voce. - Grazie...di esserci- Glielo dovevo da morire. Anche Georg era stato un grande personaggio in tutto questo film.

- Papà, andiamo, sennò facciamo tardi- Joshua era già pronto all'uscio della porta con la cartella sulle spalle piena solo di qualche quaderno, un astuccio e un diario. Salutammo Georg e uscimmo. Stettimo per mano durante la strada, la scuola privata non era molto distante. Era il primo giorno di scuola per il piccolo Joshua ed era quasi scontato che i figli venissero accompagnati da entrambi i genitori. Si vedeva tante madri e padri che stavano insieme a percorrere il tragitto prima di salutarsi. Essendo di una scuola privata, la gente era vestita bene, e se Bill ci fosse stato avrebbe pettinato la capigliatura a Joshua senza lasciare nessun capello staccato dagli altri, gli avrebbe fatto mettere dei vestiti che manco un matrimonio, e per un istante lo avrebbe come chiuso in una camera a gas con tre chili di profumo. Insomma praticamente sarebbe stato come un bambolotto da mettere in vetrina. Bill aveva sempre desiderato che Joshua potessero ammirarlo tutti, che non passasse mai inosservato, un po' come era lui. Sarebbe stato felice di vivere questo giorno, ed io lo sarei stato molto di più se lo avessi vissuto in sua compagnia. Arrivammo al cancello, era il momento di lasciarlo andare. Per me era come lasciare andare un pezzo di me. Lo so, era semplicemente un giorno di scuola, poi lo avrei rivisto tra qualche ora ma... - Papà, mi lasci la mano?- Mi fece notare Joshua. Sorrisi chinandomi per dargli un bacio sulla fronte. Un bacio che durò qualche secondo. In lui per un istante avevo visto Bill e non volevo lasciarlo andare.

Tranquillo...

Cosa!?
Sgranai gli occhi alzando lo sguardo.
Bill...

- Papà, cosa succede? Che hai visto?- Era forse un angelo...Bill era lì in piedi accanto a Joshua e gli stava appoggiando una mano sulla spalla! Ma quanto poteva essere bello? Era vestito di bianco come al nostro matrimonio, con le ali piumate del medesimo colore. Il suo sorriso...quanto mi mancava...ma come poteva essere reale?

Ci penso io a lui...

Mi sembrò di aver sentito. Ma cosa...? No, non può assolutamente essere...

- Bill...- Sussurrai. Joshua mi guardò e gli scese una lacrima nel momento che pronunciai quel nome.

- Mi manca, papà...mi manca la mamma- Disse. Lo abbracciai, anche se avrei voluto tanto piangere anche io in quel momento.

- Lui è sempre con te, non dimenticarlo mai- Alzai lo sguardo. Era ancora lì che stava aspettando. Mimai con le labbra un "Ti amo" e lo vidi sorridere...ma era un sorriso triste, di una persona consapevole che ormai era tutto finito e che non si poteva tornare indietro. Nel momento che mi separai da lui, feci come mi aveva detto il mio angelo. Lo lasciai andare con lui che lo accompagnava aldilà del cancello. Joshua si voltò indietro per salutarmi da lontano e potei notare in Bill una cosa che non avevo notato prima. 

Il mio angelo era vestito di bianco, aveva le ali bianche...ma nel petto un cuore nero come solo un fiore di luna poteva possedere...

























 

ma nel petto un cuore nero come solo un fiore di luna poteva possedere

 

E INVECE NO!

Aprì gli occhi, scostò le coperte da sé, come se queste gli impedissero di riprendere fiato, ma anche un'altra cosa glielo impedì. Delle labbra che dolcemente si posarono sulle sue.

- Buongiorno, amore mio...- Aveva detto con la sua candida voce.

- Bill...tu! Oddio, vieni qui!- Lo aveva davanti! Era vivo! Era tutto solo un sogno! Lo abbracciò così forte avendo paura quasi di avergli fatto male. Sentì il suo profumo, e sulla sua pelle fece scorrere le proprie lacrime per la paura di non averlo accanto una volta sveglio. - Tu...il cancro...- Bill capì e lo abbracciò a sua volta per tranquillizzarlo.

- Non sono più in pericolo, Tom...io rimarrò con te e Joshua per sempre-

- Per sempre?-

- Per sempre- Gli ribadì prendendo il suo viso tra le mani asciugandogli le lacrime con le dita affusolate. Tom gli appoggiò una mano sul petto e sentì il suo cuore battere. Lo tirò a sé baciandolo con possessività. Gli era mancato troppo in quell'incubo poterlo fare.

- Che giorno è oggi?-

- Qualcuno dovrebbe andare a svegliare Joshua per il primo giorno di scuola...- Disse mentre si stava alzando mettendosi addosso solo una vestaglia da notte di seta nera. Tom scatto in piedi subito e Bill rise, e lo amava da morire. Non avrebbe sopportato l'idea di morire, e tutto questo non doveva finire! BILL E TOM DOVEVANO AMARSI! DOVEVANO STARE INSIEME DA QUI FINO ALL'ETERNITA' E NESSUNO AVREBBE PIU' DOVUTO METTERSI TRA DI LORO! Questo era il pensiero nella mente di Bill mentre preparava la cartella a Joshua.

- Buongiorno mamma- Ma la sua voce lo distrasse. Abbassò lo sguardo vedendo il sorriso stanco del piccolo.

- Ciao splendore, vieni che la colazione è pronta- E quel giorno andò così. Come era prevedibile, Bill decorò Joshua quasi da cerimonia e camminarono mano nella mano stando al passo con le altre coppie di genitori, fregandosene degli sguardi strani e semplicemente vivendo.

- Mamma...non voglio entrare- Cominciò a mugolare Joshua spaventato. Bill e Tom si chinarono alla sua altezza, anche Georg che aveva deciso di accompagnarli.

- Ehi- Gli mise un dito sul petto. - Sei nostro figlio, fai vedere chi sei- Joshua smise di piangere e gli si gettò addosso abbracciandolo fortissimo.

- Non morire, mamma-

- Joshua! Che sciocchezze vai dicendo!? Io non morirò!- Disse Bill guardandolo negli occhi rossi di lacrime.

- Scusa mamma- Non sapeva spiegargli il motivo di quella frase, ma Bill lo aveva già capito e sorrise teneramente asciugandogli le lacrime e baciandogli la fronte.

- Non preoccuparti, amore, la mamma ti adora- Joshua gli dette un ultimo abbraccio, così come a Tom e a Georg prima di correre allegro verso l'entrata.

- Il mio nipotino sta diventando grande- Disse Georg commosso.

- Che dici? Lo mandiamo dentro anche a lui?- Bill rise a quella domanda di Tom, dette un bacio sulla guancia a Georg per consolarlo e se ne andarono tutti e tre. Quella mattina avrebbero inciso, quel pomeriggio Joshua sarebbe tornato, e quella sera Georg avrebbe preso un aereo per la Germania. Ma nessuna partenza sarebbe stata senza un ritorno, non più.

Ora come ora si trattava semplicemente di VIVERE...

FINE DAVVERO!!

Spazio dell'autrice: Ho amato scrivere questa storia dalla prima all'ultima riga, e stranamente non mi andava di fare la stronza, così l'ho fatta finire bene. Se l'avete apprezzata ci terrei a saperlo con dei commenti. E' stato un piacere scriverla per voi.

Hijikatasouji<3

   
 
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