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Autore: eleCorti    29/10/2018    6 recensioni
[Fanfiction partecipante al contest: un fiume di soulmate!AU indetto da rhys89 sul forum di efp]
1) sogno: Ti guardi attorno in cerca di un oggetto, di un qualsiasi oggetto che possa indicarti dove tu ti trovi o che possa portarti a casa nel tuo letto. Niente. Tutto ciò che scorgi davanti a te sono solo fiamme. Sei da solo. Abbassi la testa, sconsolato. Vuoi tornare a casa, ma non sai come fare.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Trionfo dell'amore


Quella sera, Merlino sarebbe andato a casa di Artù a vedere un film. Da qualche mese, la sua vita aveva preso una svolta diversa. Da quando stava con Artù si sentiva la persona più felice del mondo. Era vero, lui era la sua anima gemella. E pensare che fino a qualche mese fa, non sapeva della sua esistenza. E se non fosse stato per quei sogni, non avrebbe mai scoperto che la sua anima gemella era più vicino di quanto credesse. La sua mente tornò indietro a quella fatidica notte.
Adesso che finalmente sapeva chi fosse quel misterioso ragazzo, desiderava conoscerlo nella vita reale. Sentiva che, in qualche modo, loro due erano legati. Ma come poteva fare? Si ritrovò a pensare, mentre si rigirava nel letto. Erano le tre di notte, ma Merlino non riusciva a prendere di nuovo sonno. Era così sconvolto ed eccitato per la scoperta appena fatta. Doveva cercare di capire come avrebbe potuto avvicinarlo nella vita reale. Forse avrebbe potuto chiedere a suo padre, Gaius, il quale lavorava nell'ospedale della città, il cui direttore era il padre di Artù. Ma se avesse chiesto al padre, lui gli avrebbe fatto delle domande del tipo: perché vuoi sapere dove studia Artù? Oppure: come fai a conoscerlo? E lui sarebbe stato costretto a rivelargli la verità su i suoi strani sogni. E non voleva. Era convinto che suo padre lo avrebbe preso per pazzo.
Sbuffò, appoggiando la testa sul cuscino. Ci doveva essere un modo per scoprire come trovare Artù nella realtà, si ritrovò a pensare mentre fissava il soffitto. Poi un'idea si insinuò nella sua mente, come un fulmine che squarcia il cielo. Come aveva fatto a non pensarci prima? Si domandò, mentre balzava seduto sul letto. Il sogno! Poteva interloquire con lui nel sogno e chiedergli tutto il necessario. Poi una volta svegliato, lo avrebbe cercato nella vita reale. Sì, era un'idea geniale. Sorrise. Poi si sdraiò, e chiuse gli occhi. Di solito, quando si svegliava non riusciva più a ritornare in quella stanza misteriosa, quindi avrebbe aspettato la notte successiva. E sapeva che quella giornata sarebbe stata la più lunga della sua vita.
Sorrise di nuovo, ripensando a ciò che si erano detti in quella misteriosa stanza. Era come se sapessero entrambi che erano destinati a stare insieme.
Finalmente, era di nuovo in quella stanza. Quel giorno non aveva desiderato altro. Ed era la prima volta che lo faceva, dato che temeva quel posto. Vagò tra le fiamme con vispa curiosità, i suoi occhi saettavano da un punto all'altro. Lo stava cercando. Decise di chiamarlo, così avrebbe fatto prima.
Artù!” gridò, guardandosi intorno. Poi si fermò attendendo la risposta.
Sono qui!” arrivò la risposta. Merlino aguzzò la vista, e lo vide. Era poco distante da lui. Le fiamme gli avevano impedito di vederlo.
Artù!” gli corse incontro. Sorrideva, come non mai. Era davvero felice di averlo trovato.
Tu sei Merlino, giusto? Il figlio di Gaius?” gli domandò, squadrandolo dalla testa ai piedi.
Esatto” rispose Merlino. All'improvviso la gioia si era tramutata in imbarazzo. Non sapeva cosa dire né cosa fare.
Ecco perché mi sembrava di averti visto...” sicuramente, si erano incrociati qualche volta in ospedale, concluse Merlino. Anche se, doveva ammetterlo, non si ricordava affatto di lui.
Tu sai cos'è questo posto?” la domanda di Artù lo riportò alla realtà.
No...” si era sempre chiesto cosa fosse quel posto, ma fino a qualche tempo fa, aveva pensato fosse semplicemente una proiezione del suo subconscio.
E ci siamo solo noi?” domandò Artù, muovendo le braccia, come a sottolineare che non c'era nessuno.
A quanto pare...” Merlino asserì. Era molto strano per lui che in quel posto ci fossero solo lui ed Artù. Era un sogno, era vero, ma era altrettanto strano che potessero interagire tra loro.
Che strano... questo sarebbe un sogno. Ma se è un sogno, perché noi possiamo parlare?” la riflessione di Artù era la stessa che Merlino stava facendo in quel medesimo istante dentro di sé.
Ah, non lo so. Io so solo che – ultimamente – ogni volta che mi addormento, mi ritrovo qui. Non ci sono porte né finestre. Solo fiamme. Questo fino a quando ho incontrato te.” rivelò, ma omise la parte in cui lui si dichiarava felice di avere trovato qualcuno come lui.
Ti capisco. Anch'io come te, mi ritrovo sempre qui. E sai una cosa, Merlino? Sono sollevato di avere trovato qualcuno come me.” Merlino sorrise. Si sentiva rallegrato. Allora Artù la pensava esattamente come lui.
Già, anch'io. Non sai quanto...” si lasciò sfuggire, mentre si sedeva sul freddo pavimento. Lui era sempre stato quello emarginato. Per una volta in vita sua, non era solo.
Davvero?” lo guardò interrogativo. Forse pensava che era strano, si disse Merlino. Che non era normale essere felici di ritrovarsi ogni notte in uno strano posto, solo per vedere una persona.
Sì... sono contento di averti trovato, Artù. Pensavo di essere solo in questo posto. Di essere strano.” abbassò la testa.
Credimi, Merlino, tu non sei strano. È che...” si bloccò. E Merlino si ritrovò a fissarlo. Cosa voleva dire?
è che...?” pendeva dalle sue labbra.
Forse era destino che noi ci ritrovassimo qui. Magari, qualcuno lassù ci vuole dire qualcosa...” Merlino sorrise. Anche lui pensava che era stato il destino a farli trovare in quel posto, ma non pensava che fosse perché qualcuno lassù volesse dire loro qualcosa, anzi. Qualcuno lassù voleva che loro si avvicinassero.
O magari vuole che ci conosciamo nella vita reale.” guardò i suoi piedi. Era imbarazzato. Ma d'altronde, doveva trovare un modo per portare l'argomento sul fattore realtà.
Dici?” Artù si voltò verso di lui. Merlino inspirò.
Magari, vuole che ci aiutiamo a vicenda. Sai, per migliorare le nostre vite.” arrossì. Adesso, provava un'immensa vergogna.
Mmm... potresti avere ragione. E tu cosa fai nella vita?” ecco la fatidica domanda. Merlino sorrise e si alzò in piedi.
Stava per rispondergli, ma la solita forza centrifuga lo travolse. Si stava risvegliando, lo sentiva. No, non poteva finire in quel modo. Doveva dirgli almeno dove studiava.
Io studio a Cambridge, medicina.” disse. Vedeva Artù sfocato. Capì, però, che stava muovendo le labbra. Stava dicendo qualcosa. Ma capì solo una parola: “scienze politiche”.
Si ritrovò nel suo letto. Era allo stesso tempo felice, estasiato, ma anche arrabbiato. Mancava poco al suo obiettivo e lui si doveva svegliare proprio in quel momento? Perché? Aveva capito solo una parola di ciò che gli aveva detto Artù, ma almeno la cosa buona era che lui sapeva dove trovarlo. Il problema era: lo avrebbe cercato? Sbuffò e si tirò le coperte. Decise di non pensarci. L'indomani, o nei prossimi giorni, lo avrebbe scoperto.


 
****
 
E lui, poi, lo aveva cercato. Adesso i due stavano insieme, si ritrovò a pensare. Nel frattempo era già arrivato a casa di Artù, si erano mangiati la pizza e stavano vedendo il film che Artù aveva scelto con cura: Excalibur.
Merlino ricordava con gioia, il giorno in cui si erano messi insieme. Era un giorno di primavera, in cui la giornata era soleggiata e il cielo era azzurro. Merlino stava passeggiando nel cortile dell'università. Aveva finito in anticipo la lezione e voleva godersi quei pochi minuti di pausa.
Merlino!” una scarica di adrenalina lo pervase. Qualcosa nel tono di Artù lo aveva scosso. Si voltò. Artù era davanti a lui. Aveva il respiro affannato, segno che aveva corso.
L'ho lasciata.” disse, con ancora il fiatone. Merlino lo guardò interrogativo. Dapprima non capì, poi intuì che si doveva trattare di Ginevra. Sorrise.
Ma è fantastico!” si ritrovò ad allargare le braccia e Artù lo prese per la vita e lo fece roteare.
Già, io... Merlino...” lo mise giù. Merlino si impensierì. C'era dell'altro. Lo capiva dall'espressione di Artù.
Merlino, io... ho capito una cosa. Io mi sono innamorato di te, Merlino.” aprì la bocca, incredulo. Era un sogno, oppure era desto? Sbatté le palpebre ripetutamente.
Merlino, di qualcosa!” lo rimproverò. Merlino sbatté di nuovo le palpebre. No, non era un sogno quello.
Io... anch'io. Fin dal primo momento in cui ti ho visto...” non ebbe tempo per metabolizzare il tutto. Artù lo aveva afferrato per la vita e lo aveva stretto a sé, unendo le loro labbra in un tenero bacio.
Quello, per Merlino, era il colmo della felicità. Finalmente, anche lui aveva trovato la sua anima gemella. Il suo destino. E non lo avrebbe più lasciato.
Si ritrovò a ridere. Quello era stato il giorno più bello di tutta la sua vita. Il giorno in cui la sua felicità si era realizzata.
“Qualcosa non va?” il suo ragazzo lo riportò alla realtà. Quella sera si erano ritrovati a casa sua per guardare un film. La classica serata romantica tra pizza e tv. Erano seduti sul divano. Lui si era appoggiato al suo torace, e Artù lo aveva stretto a sé.
“Niente, ripensavo a quando ti sei dichiarato...” ammise. Artù sorrise. E Merlino capì che stava pensando anche lui al loro primo bacio.
“E chi se lo dimentica... ti ricordi il nostro primo incontro?” aveva sottolineato la parola “primo”, perché in realtà non era per niente il loro primo incontro, e Merlino lo sapeva. Sorrise di nuovo, e la sua mente lo trasportò a qualche mese fa.
Girovagava nel vasto cortile dell'università di Cambridge, quando si sentì chiamare. Aveva riconosciuto la voce: era quella di Artù. Un moto di eccitazione lo pervase. Lo aveva trovato. Artù lo aveva trovato. Si girò con un nodo in gola.
Merlino, finalmente ti ho trovato.” eccolo, Artù Pendragon in carne ed ossa proprio di fronte a lui. Si sentì mancare.
Merlino?” scosse la testa, riportato alla realtà. Ancora non ci poteva credere. Era rimato senza parole.
Che bello vederti. Cosa ci fai qui?” adesso lo voleva sapere, perché se studiava lì, sarebbe stato meraviglioso.
Ci studio! Te l'avevo detto... insomma... stanotte!” rispose. E Merlino si ritrovò a sorridere come uno stupido. Certo, glielo aveva detto. Peccato che lui aveva udito solo una parola.
Già, giusto.” rispose, annuendo ripetutamente come uno scemo. E Artù lo fissò con uno sguardo strano. E Merlino capì che stava pensando che fosse un'idiota.
Artù! Eccoti finalmente! Ti ho cercato dappertutto!” una voce femminile interruppe la loro conversazione. Merlino si girò e vide una ragazza dalla carnagione scura e i capelli castani e ricci.
Ginevra...” Merlino capì dal tono che Artù non era affatto felice di vedere quella ragazza.
Ci vediamo, Merlino.” lo salutò con un tono annoiato.
Ci vediamo.” Merlino si ritrovò a fissare i due che se ne andavano. Lei stava sbraitando. La tristezza pervase il suo corpo. Quella doveva essere la sua ragazza. Per lui, quindi, non c'era spazio.
“E chi se lo può dimenticare!” esclamò, stringendo la mano del suo ragazzo. Più che altro non poteva dimenticare la ex di Artù: Ginevra. Quanto la odiava.
“Pensavo di non avere alcuno spazio nella tua vita!” aggiunse poi, girandosi verso Artù.
“Era un'altra persona che non aveva spazio nella mia vita...” aggiunse Artù, posandogli un bacio sulla tempia. Merlino si ritrovò a sorridere di nuovo. Ancora una volta il suo uomo aveva ragione. E la sua mente viaggiò di nuovo tra i ricordi.
Si dovette ricredere, perché quella notte, nel solito sogno, Artù gli raccontò ogni dettaglio sulla sua storia con Ginevra. Gli rivelò che il loro rapporto si era ormai guastato e che litigavano per ogni minima cosa. Gli raccontò che la voleva lasciare, ma ogni volta che tirava fuori l'argomento lei lo supplicava e lui – impietosito – ritrattava tutto. Gli svelò che i genitori volevano che si sposassero, e lei andava in giro a raccontare che si sarebbero sposati presto, e che tutti erano invitati al loro matrimonio. Merlino capì che Artù era esasperato. E forse il suo destino era di renderlo felice. Ma come? Era alquanto complicato. Sentiva che per Artù non sarebbe stato facile liberarsi di Ginevra.
E non aveva tutti i torti. Ginevra lo esasperava, perché era gelosa di tutto e di tutti. Sopratutto di lui, del bel rapporto che si stava creando tra loro. E Artù ogni notte gli raccontava il suo dolore, anzi la sua esasperazione. E Merlino lo consolava. Lo faceva ridere con le sue battute, con la sua goffaggine. Poi si ritornava alla realtà e l'ombra scura di Ginevra li copriva di nuovo, come un temporale che copre il cielo, incupendo tutto. Merlino iniziava a pensare che per lui non ci sarebbe stato spazio, che Ginevra non avrebbe mai lasciato andare tanto facilmente Artù. Lui aveva perso.
“E già...” si accoccolò sul petto del suo amato. Ormai la storia con Ginevra era superata.
“Il film ormai è finito. Che ne dici se andiamo a dormire?” quella notte Merlino avrebbe dormito da Artù. Suo padre – che non approvava la relazione – era fuori città, quindi niente pericolo.
“Va bene...” si alzarono dal divano e salirono al piano di sopra. Poi si cambiarono e si sdraiarono nel letto.
“Buonanotte, Merlino.” Artù si sdraiò su un fianco, guardando verso il suo ragazzo.
“Buonanotte, Artù.” Merlino avvicinò il volto al suo ragazzo, che gli posò un piccolo bacio.
Adesso ne era consapevole, era la persona più felice del mondo.
[2188]










Note dell'autrice: eccomi qui con questo terzo capitolo. Finalmente i nostri due eroi si sono trovati. Vi dirò, è stato difficile scrivere questo capitolo perché ho dovuto restringere dato che dovevo rimanere sotto le 2.500 parole. Ma... ancora non è finita, nel prossimo – e ultimo capitolo – il punto di vista cambierà. Sarà tutto dal punto di vista di Artù. A presto.
   
 
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