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Autore: francy0796    29/10/2018    4 recensioni
E se Kate Beckett avesse avuto un figlio? Se quel bambino incontrasse involontariamente la bella e giovane Alexis? Nuove amicizie si creeranno, nuovi incontri inaspettati e un colpo di fulmine. Come si svolgeranno gli eventi tra Richard e Kate in questo caso? Leggete e scopriamolo insieme.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Aveva appena finito una riunione con la sua editrice ed era sfinito. Gli era venuto un grosso mal di testa a forza di parlare di numeri, date e cosa converrebbe e cosa no. Aveva deciso di prendersi un momento tutto per se, prima di andare a prendere sua figlia a scuola. Si era fermato a prendere una crepe ad un chiostro al parco e aveva iniziato a passeggiare lungo il sentiero che portava allo spiazzo che adorava. Lungo il lago, con i bambini che giocavano sui giochi e altre persone che si godevano il po’ di sole che era uscito. Si era seduto su una panchina vicino ai giochi, guardando sorridente i bambini che giocavano, riportandogli alla mente i giorni in cui ci andava con Alexis ancora piccola.
Notò subito diverse persone che correvano lungo la riva del lago, una armata davanti a loro, con diversi metri di vantaggio e dietro altre tre persone che lo rincorrevano sempre con la pistola in mano. Quello che accadde dopo fu che quell’uomo davanti prese una giovane ragazza, probabilmente una babysitter e se la tirò vicino a se, pistola puntata alla sua tempia.
“Metti giù quella pistola!!” si sentì urlare dalla persona che, a quanto sembrava, era a capo del trio di poliziotti “Sai che non hai più via di scampo!!”
“Allontanatevi…o le faccio saltare la testa davanti a tutti” grugnì quello.
“Neanche per sogno…metti giù quella pistola!”
Erano cose che, fortunatamente, non si vedevano tutti i giorni, solo che lui era in prima fila. A qualche metro dall’uomo che aveva preso in ostaggio la ragazza, nascosto dietro ad un secchio dell’immondizia.
“L’avete voluto voi!!” spinse violentemente la ragazza lontano da se ed esplose un colpo, colpendo la coscia del suo ostaggio e riprendendo a correre sempre più veloce in direzione di una canoa attaccata al molo.
Richard in tutta risposta uscì dal suo nascondiglio e corse per aiutare la povera ragazza ferita ed iniziando a fare pressione sulla ferita.
“Ci penso io…voi seguitelo!!” urlò uno degli agenti che si fermò vicino alla ragazza, chiamando soccorsi con il cellulare.
Gli occhi dello scrittore seguirono le due figure che continuavano a correre dietro al malvivente. La donna, che era a capo dell’operazione, era più avanti del suo collega e si ritrovò a fronteggiare il criminale da sola sul molo. Vennero esplosi diversi colpi da entrambi, finché quello non si scagliò contro di lei e insieme finirono in acqua, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi colleghi.
“BECKETT?!” si sentì urlare da i due colleghi.
“Vada…vada, qui ci penso io” disse Richard, indicando la ragazza e facendo scattare l’uomo nella direzione del molo.
“BECKETT!!” i due detective guardavano l’acqua terrorizzati, finché non riemersero due figure, una di quelle era ammanettata e continuava a divincolarsi.
“Che ne dite se mi date una mano?!” li guardò leggermente accigliata “Perché tocca sempre a me il lavoro sporco?” si lamentò, facendo ridere i due.
“Come hai fatto ad ammanettarlo sott’acqua?” le chiese quello biondo.
“Magia Ryan…magia” li fece ridere, mentre la aiutavano a tornare a riva “In compenso la magia mi è costata il telefono e la pistola” sospirò, guardando i due oggetti fradici.
“Di certo non è il periodo più indicato per fare un bagno Beckett”
“La mia pistola è fuori uso, ma ti ricordo che conosco altri metodi per farti male” lo incenerì lei, avviandosi insieme verso dei colleghi in divisa.
“Dove vai?” la videro cambiare direzione.
“A vedere come sta quella povera ragazza” rispose, andando verso i paramedici e l’ambulanza che era entrata nel parco.
“Dovresti metterti addosso qualcosa di asciutto…potresti ammalarti”
“Ci penserò dopo in centrale, ho un cambio li” spiegò, avviandosi verso la lettiga e la ragazza ancora sotto shock.
“Come sta?” chiese ad un paramedico.
“Stabile, il proiettile è passato da parte a parte e non sembra ci siano danni di alcun genere, dovrà solo dimenticarsi l’intera faccenda” rispose quello, facendola annuire e avvicinare alla ragazza.
“Ciao…” le sorrise, cercando di tranquillizzarla “…come ti chiami?”
“Tamara” rispose terrorizzata e contenta di vedere una figura femminile forte davanti a se.
“Mi dispiace che tu sia finita in mezzo a questa cosa, spero potrai dimenticare tutto al più presto” le strinse la mano “E se hai bisogno di parlare con qualcuno, questo è il mio numero…chiamami quando vuoi, non ho problemi” le disse, facendola annuire e stringere il cartoncino umido tra le mani.
“Grazie” sorrise debolmente. Beckett annuì e si avviò verso l’uomo che aveva prestato soccorso alla ragazza.
“Salve…signor Castle” lo aveva riconosciuto subito “La ringrazio per aver soccorso Tamara, non era tenuto a farlo…esporsi intendo”
“L’ho vista a terra che sanguinava, non ci ho pensato due volte ad andare ad aiutarla” rispose.
“Capisco…io sono il detective Beckett” si presentò “Lei è ferito? Ha bisogno di qualcosa?” si informò.
“No…io sto bene, questo è il sangue di Tamara” indicò la macchia sulla sua camicia e sulla giacca.
“Alcuni agenti la porteranno in centrale per lasciare una dichiarazione, spero non sia un problema” lo guardò seria.
“Non ci sono problemi, faccio solo una telefonata e poi possiamo andare” annuì lui, indicando il cellulare che aveva tra le mani.
“Come vuole…quei due agenti la porteranno al distretto” indicò due uomini in divisa che si stavano avvicinando, per poi congedarsi ed allontanarsi da lui. Richard, invece, era rimasto a fissarla e studiarla per un tempo indefinito, interrotto dalla voce di un secondo detective.
“Se deve fissarla, almeno chiuda la bocca…non è carino” lo avvisò un ispanico, con il distintivo al collo e la pistola sulla fondina.
“Io non…”
“Eccome se stava…Beckett fa questo effetto alle persone, me ne sono reso conto personalmente, ma è di un livello superiore” ridacchiò.
“E’ il suo capo?” chiese curioso.
“Si…ma per lei siamo partner, la sua qualifica la usa solo per questioni burocratiche, ma se la merita tutta…non so se l’ha notato, ma ha arrestato un uomo sotto l’acqua” gli ricordò.
“A vederla non sembrerebbe un poliziotto”
“Lo pensai anche io quando mi hanno affidato alla sua squadra tre anni fa, mi sono ricreduto subito dopo averla vista all’opera…sembra un angelo, ma sotto c’è una tigre assassina!!” mimò il verso di una tigre.
“Non spaventare il nostro testimone Esposito” lo riprese Beckett a qualche passo da loro.
“Come dicevo…una tigre!” fece ridere Richard e si allontanò da lui.
 
“Papà!!” Alexis corse incontro all’uomo seduto su una sedia nel corridoio che divideva la sala con le scrivanie dei detective da quelle più piccole che comprendevano uffici e spazzi adibiti a qualche tipo di lavoro specifico.
“Ciao piccola…scusami per questo improvviso cambio di programma” le sorrise.
“Stai bene?” si informò sua madre che l’aveva raggiunto insieme alla nipote.
“Si…si…mi hai portato il cambio?” annuì, rassicurando entrambe.
“Certo…cos’è successo?”
“Una lunga storia, ora vado a cambiarmi, mi aspettate qui?” annuirono, accomodandosi dove era seduto lui poco prima.
 
“Attenzione!!” delle voci attirarono l’attenzione delle due rosse e di Richard che era tornato in quel momento “Beckett ruba la palla, Esposito cerca in tutti i modi di recuperarla, ma la maestria del giocatore è nettamente superiore!! Si prepara al tiro, Esposito cerca ancora di recuperare palla, ma Beckett realizza il lancio ed è CANESTROOO!!!” un bambino in jeans e felpa blu con un’immagine di un cartone animato, comparve nel loro campo visivo.
“Beccati questo zio!!” esultò il bambino che gongolava sotto l’applauso del secondo agente che stava giocando con lui.
“Voglio la rivincita, non vale…tu bari!!” si lamentò l’uomo, prendendo la palla e sfidandolo nuovamente.
“Forse la mamma ha ragione, dovresti allenarti un po’ di più…ti batto anche io” ridacchiò, suscitando la risata del collega e una faccia sorpresa da parte dell’interpellato “Vuoi provare con il football?” propose, prendendo la palla dal suo cassetto.
“E sia…ma poi non lamentarti con tua madre!!” lo avvisò.
“Gioca anche lo zio Kevin?”
Continuarono a giocare per diverso tempo, sotto gli occhi divertiti delle persone che lavoravano li, finché la palla venne lanciata un po’ troppo lontano per lui, che per raggiungerla si buttò a terra e scivolò fino ai piedi della famiglia Castle.
“Touch Down?!” ridacchiò, guardando suo zio che annuiva sorpreso per quell’azione atletica.
“Matt?!” Alexis gli fece alzare la testa meravigliato.
“Alexis?!” si sorprese di trovarla li.
“Tu sei il suo nuovo amico delle elementari?” si sporse per guardarlo negli occhi.
“Si…salve” ridacchiò, sedendosi sul pavimento, per guardare se si era sporcato.
“Scusa, ma che ci fai qui?” gli domandò curiosa Alexis.
“Io…”
“MATTHEW SEAN BECKETT!!” una voce perentoria risuonò nell’aria, facendo irrigidire il bambino che nascose la palla dietro la schiena, rimanendo seduto a terra.
“Beckett…” Esposito la fermò un momento con lo sguardo “…non essere troppo severa!”
“Dovrei tagliare la testa a te, lui è un bambino ma tu?” lo guardò seria, facendolo ammutolire, mentre riprese a camminare nella direzione del bambino, mostrandosi ai loro ospiti.
“Kate?” Alexis e Martha si guardarono sorprese.
“Ciao mamma” ridacchiò il bambino, cercando di sdrammatizzare la cosa.
“Mamma?!” Richard guardò prima il bambino e poi la donna che qualche tempo prima aveva ammanettato un uomo sott’acqua.
“Quante volte devo ripeterti che questo non è un parco giochi o un campo dove giocare a palla?” lo guardò severa “C’è gente che lavora qui”
“Ha iniziato lo zio Javi” si difese.
“Non mi dire! Quindi questa palla lunga l’ha lanciata lui” si voltò verso l’uomo che era rimasto in silenzio.
“Si” annuì il bambino.
“Ti sei fatto male?”
“No”
“Molto bene…riporta la palla allo zio” ordinò, facendolo alzare da terra e facendolo avviare verso le scrivanie. “Ah…dimenticavo”
“Cosa?” la guardò triste per la ramanzina.
“Bella presa” gli fece l’occhiolino, suscitando in lui un sorriso divertito e tirandogli su il morale, battendo il pugno con lui.
Beckett lo guardò con un sorriso divertito e amorevole, finché la sua attenzione non fu attirata da qualcun altro.
“Se deve fissarmi, può dirmi cosa vuole” si voltò verso Richard che era rimasto molto sorpreso di sapere che la madre amorevole del piccolo Matt era una detective.
“Io…io…” cercava le parole giuste, facendo ridere anche Alexis per quel balbettio.
“A parole sue signor Castle”
“Tu sei la madre di Matt?” la guardò curioso.
“In persona e lei è il padre di Alexis, deduco, Matthew ha parlato molto di te” spostò lo sguardo sulla ragazza.
“Lei è un poliziotto?”
“Un detective” annuì “Si”
“Il migliore del distretto dice il capitano” intervenne Matt tornato dalla consegna della palla.
“Lo immagino…oggi ha atterrato…”
“Arrestato” lo fulminò con lo sguardo “La mamma ha arrestato un altro cattivo” concluse al posto suo, per evitare i dettagli.
“L’ho detto che è la migliore!!” sorrise, abbracciandola.
“Beckett?!” un uomo uscì da un ufficio, chiamandola.
“Che succede capitano? Un altro caso?” si informò.
“No…ho saputo del tuo operato di oggi, non ti smentisci mai…non c’è dubbio” si complimentò “Se vuoi hai il resto della giornata libera” la informò.
“La ringrazio signore” sorrise, spostando lo sguardo su suo figlio che sembrava essere stato folgorato dalla notizia.
“Puoi uscire prima?” le chiese, facendola ridere.
“Non so…tu vuoi che esca prima?” lo vide annuire “Allora usciamo prima” gli scompigliò i capelli, facendolo esultare. “Perché non vai a prendere le tue cose?” gli chiese, indicando lo zaino sulla sua scrivania.
“Mi sta ancora fissando signor Castle” si voltò, facendo sorridere le due rosse “Cos’è non ha mai visto una madre con un bambino?”
“No…non è questo” negò.
“Allora vi invito a prendere un gelato con noi, se volete, visto che Alexis e Matt si conoscono…” fece spallucce “…in più può spiegarmi il motivo per il quale mi fissa in questo modo” gli sorrise, disarmandolo da ogni sicurezza che aveva nel parlare con una donna.
“Accettiamo volentieri” annuì lo scrittore, facendo annuire anche sua figlia e Martha.
 
 
 
Angolo mio.
Salve a tutti, eccomi tornata con un nuovo capitolo per la mia storia. Sono molto contenta che la stiate apprezzando. Vi ringrazio tutti per aver dedicato il vostro tempo anche a questo capitolo e ringrazio tutti coloro che lasceranno un commento per farmi sapere cosa ne pensano.
Un bacio. Francy.
  
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