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Autore: Zamia    30/10/2018    2 recensioni
Dalla storia: "Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
Con uno stile introspettivo sono qui a raccontare uno spaccato della storia di Ladybug e Chat Noir fino alla rivelazione delle reciproche identità.
La storia si pone in continuo agli ultimi episodi della Stagione 2 trasmessi in Italia. Buona lettura!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15 - Papillon
 
Nathaliè aveva usato diverse quantità di sonnifero per i quattro ragazzi cosicché mentre Marinette era ancora addormentata, Adrien si risvegliò.
 
"Ciao Adrien" gli disse Papillon quando lo vide guardarsi intorno preoccupato, ancora seduto sul pavimento.
"Papillon? Dove sono? Come hai fatto a catturarmi?" chiese il ragazzo mentre si sollevava da terra.
"Adrien Agreste, o dovrei dire Chat Noir, non ti farò del male. Voglio solo il tuo miraculous. Dammi il tuo anello e non ti succederà niente."
"Non so di cosa tu stia parlando. Non sono Chat Noir e non ho nessun miraculous" rispose il ragazzo
"Allora non avrai problemi a regalarmi il tuo "falso" anello." continuò Papillon allargando la mano sinistra verso il giovane per farsi consegnare il gioiello.
"È un regalo. Ci tengo!" rispose il ragazzo mettendosi subito sulla difensiva.
"Ci tieni a un giocattolo più che alla salvezza della tua amica sdraiata lì?" l’uomo in viola con un sorrisetto sarcastico stampato sul viso
indicò Marinette.
Lo sguardo di Adrien si volse verso la direzione indicata da Papillon e vide Marinette ancora addormentata su un giaciglio.
"Lascia andare Marinette e discutiamone tra uomini."
"Tra uomini?” e una risata malvagia e sprezzante echeggiò nella stanza scura. “Non sei che un ragazzo! troppo piccolo e debole per quell’immenso potere che hai al dito. Non sai che potremmo ottenere se me lo dessi!"
"Non mi alleerò mai con te"
"Allora ammetti di essere Chat Noir?"
"Ammetto solo che per la mia amica sono disposto a combatterti anche se sono un ragazzo!"
La loro discussione fu interrotta dai primi suoni emessi dal risveglio di Marinette.
Appena la ragazza si rese conto di chi aveva davanti urlò spaventata:
"Papillon? Adrien attento!"
"Stai tranquilla Marinette ti proteggerò; é per colpa mia se sei qui e io devo tirarti fuori."
"Che nobili propositi il tuo amico! Vi lascio un attimo soli. Tu, ragazzina, convincilo a fare ciò gli ho chiesto e al mio rientro potrete andare via senza che vi venga torto un capello."
"Cosa vuoi da Adrien, Papillon? Lui non ti ha fatto niente. Lasciaci andare."
"Lui sa cosa voglio e può darmelo. Tu aiutalo solo a ragionare su cosa è più saggio per due ragazzini chiusi nel covo di un pericoloso criminale."
Appena Papillon fu uscito dalla stanza, Adrien corse da Marinette per rassicurarla.
Avrebbe potuto trasformarsi ma non voleva che Papillon avesse conferma delle sue idee e temeva che la ragazza scoprisse la sua identità… specie dopo le confessioni che si erano fatti. Non voleva che lei pensasse di nuovo che non poteva avere fiducia in lui. Temeva di deluderla, specie ora che lei e Chat Noir erano entrati così in confidenza. Tuttavia, trasformarsi poteva essere l’unico modo per salvarsi.
 
"Non preoccuparti, Marinette. Risolverò tutto." le disse portando la testolina bruna verso il suo petto.
Marinette indugiò nell’aspirare il profumo del suo amico, dolce e aspro al tempo stesso. Poi se ne staccò e lo guardò decisa:
"Cosa vuole Papillon da te? Se é qualcosa che puoi dargli fallo e facciamoci liberare."
"Vuole questo anello!" Adrien glielo mostrò omettendo ovviamente che quello fosse un miraculos.
Marinette lo guardò ma non riusciva a capire cosa avesse di speciale. Glielo aveva visto al dito un milione di volte.
"É prezioso per te? Non puoi darglielo? E poi, perché lo vuole?"
Marinette non riusciva a riflettere lucidamente. Il suo amore era in pericolo e lei o doveva svelargli la sua identità trasformandosi e combattendo Papillon o doveva rischiare di non salvarlo.
Dopo qualche secondo di silenzio aggiunse speranzosa:
"Non ti preoccupare Adrien ce la caveremo. Sono certa che Chat Noir verrà ad aiutarci.".
In realtà, non sapeva come l’eroe l’avrebbe trovata nel covo di Papillon ma si fidava di lui. Compariva sempre al posto giusto e al momento giusto, in fondo.
Ma proprio mentre pronunciava questa frase Adrien le prese la mano e con uno sguardo basso le disse:
"Chat Noir non verrà. Possiamo confidare solo in Ladybug…"
"Che dici? Chat Noir verrà e ci aiuterà..."
Marinette tremava e teneva nelle sue mani quelle di Adrien. Era più preoccupata per lui che per sè. Non sapeva come avrebbe fatto a salvarlo. Si guardava intorno e non capiva dove fosse. Non vedeva vie d’uscita. I due ragazzi erano senza dubbio impauriti: erano nell’oscuro covo di Papillon in una località indefinita. Non sapevano neppure come ci fossero arrivati.
Ma ben presto i pensieri di Adrien cambiarono. Guardando negli occhi la sua amica, sentendo addosso tutta la responsabilità dell’avere al dito quell’anello, rifletté sul fatto che la loro salvezza era più importante della sua identità e Marinette era una persona intelligente. Avrebbe capito che lui le aveva sempre mentito solo a fin di bene.
"Marinette, hai ragione. Chat Noir verrà. Ma dovrai fidarti di me. Chiudi gli occhi e non aprirli finché non te lo dirò."
Marinette chiuse gli occhi come lui le aveva chiesto di fare e sentì due piccoli passi. Era tranquilla, come se, inconsciamente, finalmente le si chiarisse qualcosa: come se i pezzi di un puzzle stessero andando tutti improvvisamente a posto.
"Plagg, trasformami" sentì dirgli.
E in un lampo di luce verde Adrien si ritrovò nei panni di Chat Noir.
Le si avvicinò di nuovo e le sussurrò:
"Scusami per averti mentito ma non potevo svelarti che ero io quello nascosto dietro la maschera. Scusami di tutto. Sei una persona speciale per me, Marinette" le disse "e meriti di condividere il mio segreto. So che non mi tradirai mai."
"Adrien, ma come è possibile?"
"É una magia...il mio anello è un miraculous e Papillon lo vuole. Non so come abbia scoperto che io sono io ma ora ho il dovere di proteggerti."
 
"Papillon!!" lo sentì urlare poco dopo senza avere neppure il tempo di riflettere su ciò che era successo.
"Vieni a prendere ciò che vuoi!"
In quell’istante Papillon entrò nella stanza convinto che i due giovani avessero cominciato a ragionare.
 
"Sai che non hai scampo. Dammi l’anello!" disse, ma mentre pronunciava queste parole si rese conto che di fronte a sé c’era Chat Noir in posa da combattimento.
"Vienilo a prendere se hai coraggio." proclamò quest’ultimo.
"Non combatterò con te, Adrien!"
"E perché?"
"Perché non voglio fare del male ad un ragazzo. Dammi il tuo miraculous e andrà tutto bene."
Adrien ebbe il tempo di provare a chiamare Ladybug con l’interfono presente nel suo bastone ma la coccinella non rispondeva.
Non sapeva come affrontare il combattimento e continuò a fare domande e a cercare di intimorire il nemico.
Papillon rimaneva immobile anche lui indeciso sul da farsi.
 
"Come hai fatto a scoprire la mia identità?"
"Che vuoi farne dei miraculous?"
"Ladybug verrà ad aiutarmi e allora sarai sconfitto!"
Chat Noir parlava a raffica ma Papillon non rispondeva…gli si avvicinava soltanto lentamente.
"Dammi il miraculous figliolo e non vi succederà niente. Tu e la tua amica potrete uscire di qui e non vi torcerò un capello. Tu non sai come utilizzare quel potere ma io si."
"Chat Noir non lo stare a sentire! non puoi dargli l’anello. Non lasciarti convincere." gli urlò Marinette
"Invece me lo darai perché quello che voglio io lo vuoi anche tu."
"Non credo proprio!"
"Non vorresti rivedere tua madre?"
"Che ne sai di mia madre?"
"Fidati di me" gli disse dolcemente mentre gli si avvicinava piano.
A queste parole Chat Noir rimase interdetto. Chi era Papillon? Perché sapeva tante cose di lui?
 
Mentre avveniva questa conversazione Marinette era in grande ansia e la notizia che Adrien fosse Chat Noir era passata in secondo piano nella sua testa, di fronte alla paura di trovarsi faccia a faccia con Papillon e all’impossibilità di trasformarsi. In quel momento non era importante il fatto che il suo amore e la persona di cui si fidava di più in assoluto fossero la stessa persona. Già da qualche giorno si era accorta che i sentimenti che la legavano a Chat Noir erano molto profondi e in fondo le sembrò quasi una benedizione che i due fossero uno solo.
 
Tikki faceva capolino dalla borsetta e come lei era indecisa se fosse meglio trasformarsi e dare man forte a Chat Noir a qualunque costo o aspettare per evitare che Papillon, nel caso riuscisse ad avere la meglio, si impadronisse dei due miraculous contemporaneamente.
Papillon era a ridosso dell’eroe gatto ormai…
"Ti manca vero? faresti di tutto per riaverla?"
Chat Noir rimaneva immobile. Voleva allontanarsi ma era ipnotizzato da quella voce e quelle parole. Cosa gli sfuggiva?
"Su, Adrien. Sfilati l’anello e sarai finalmente al sicuro. Non correrai più pericoli e appena avremmo anche gli orecchini di Ladybug sarai di nuovo con tua madre…e lei sarà di nuovo con me."
"Papà? Papà sei tu?" Chat Noir era fuori di sè.  Non poteva essere vero. Lo allontanò da sé urlando:
"Vai via, non sei degno nemmeno di pronunciare il nome di mia madre. Hai catturato anche mio padre vero? Dov’é?"
Ma Papillon non rispose. Fece solo un passo indietro e pronunciò la frase che gli permetteva di sciogliere la trasformazione.
 
Gabriel Agreste era ora di fronte a loro.
“Figliolo, ragiona. Riavremo tua madre con noi.” Disse guardandolo negli occhi con tutta la risolutezza che lo contraddistingueva. Dritto sulle spalle, con un viso rilassato come se quello che stava succedendo fosse la cosa più normale del mondo, incuteva soggezione. Con il sorriso abbozzato sul volto sembrava già pregustare l’imminente vittoria. Suo figlio temeva più lui che Papillon; ne era certo.
 
E difatti, Chat Noir sentì salire le lacrime agli occhi. Aveva abbandonato la sua posa da combattimento e cominciò ad agitarsi, spostandosi da un piede all’altro. Anzi, le labbra serrate, le spalle accartocciate e le dita della mano destra che arrotolavano intorno all’anulare il suo anello, fecero temere a Marinette che lui potesse consegnare allo stilista il suo miraculous. Per questo si manteneva all’erta, pronta ad agire.
Era concentrata su quanto di assurdo stava capitando e sulle parole che si erano scambiati i due portatori di miraculous di fronte a lei.
Papillon era Gabriel Agreste. Proprio come aveva pensato il maestro! 
Ma il silenzio tra i due fu spezzato dalla voce dello stilista che con un tono di voce dolce e tremolante disse:
"Figliolo, sto facendo ciò che faccio solo a fin di bene…per amore…perché lei mi manca troppo…e non credo di essere in grado di crescerti senza di lei…" e abbandonò il suo portamento rigido e fiero.
 
Adrien era immobile, sconvolto per la rivelazione che aveva avuto ma sia Papillon che suo padre d’un tratto gli sembrarono meno spaventosi.  Aveva di fronte a sé un uomo solo e ossessionato dalla perdita della moglie e che cercava nella magia una soluzione a una scomparsa che non aveva mai elaborato.
 
Angolo dell’autrice:
Siamo agli sgoccioli. Grazie per seguirmi numerosi…tuttavia un appunto voglio farvelo. Poche recensioni. Mi piacerebbe che mi faceste sapere cosa pensate finora della storia nel bene e nel male!
 
 
   
 
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