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Autore: nonpossocancellarti    30/10/2018    2 recensioni
Mi addormento quasi subito ma dopo due orette mi risveglio, come se qualcosa mi spaventasse nel sonno, come se la mia mente mi dicesse “pensi che ti lascerò dormire tranquilla?” e allora capisco che ha ragione lei, non è possibile.
E così arriva il giorno dopo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivo alla sera che sono stanca morta, nonostante la domenica passata a casa a far niente.
A pensare, pensare e pensare.
Mi addormento quasi subito ma dopo due orette mi risveglio, come se qualcosa mi spaventasse nel sonno, come se la mia mente mi dicesse “pensi che ti lascerò dormire tranquilla?” e allora capisco che ha ragione lei, non è possibile.
E così arriva il giorno dopo.
La sveglia suona, devo alzarmi o farò tardi.
Stupidi autobus, stupidi orari, è sempre una corsa contro il tempo, se non arrivo entro le otto non mi faranno entrare a scuola e dovrò firmare l’ennesimo ritardo.
Se ne supero un tot avrò 7 in condotta e non posso permettermelo.
Perché la scuola inizia così presto?
Chi cazzo ce l’ha la forza mentale di seguire matematica o qualsiasi altra materia a quest’ora?
Passano le ore, qualche risata con i miei compagni, ma già a metà mattinata sono stanca di sopportare tutto questo baccano.
Dov’è il mio silenzio?
Infilo le cuffiette e faccio partire la musica.
Il mio mondo, i miei pensieri, rinchiusi in quel cantante che ormai è parte di me da quanto mi salva ogni volta.
E così premo play, “Un bacio” parte.
Sento da lontano “Vieni qui, non fare l’asociale” come se fosse deleterio stare da soli.
O forse siete voi che non sapete come riempire le vostre giornate se non parlando delle solite stronzate?
Mi ripeto che è meglio così.
Mi ripeto anche che nella mia mente sembro sempre così incazzata.
Non lo sono.
Solo che a volte non mi piace dove sono costretta a stare.
Torno a casa, i miei un po’ urlano e un po’ ridono, penso che non vorrò mai avere un amore del genere un domani.
Benedico di avere la camera al piano di sotto, piena di foto, cd, libri, e tutto ciò che amo.
Ma molto spesso le urla le sento lo stesso e allora maledico pure questa stanza, perché non ho una porta?
A giugno ho la maturità e qualsiasi persona sembra volermi ricordare che è difficile, che è l’anno decisivo, che devo impegnarmi se no andrà male.
Come se un 60 o un 80 saranno in grado di identificarmi come persona.
Apro Instagram, scorro le storie, si divertono tutti così tanto.
Ma quelli sono solo 15 secondi di una giornata che dura 24 ore.
Basta, devo studiare.
E ci provo, ma non va mai come vorrei.
Mi scrivono, stranamente hanno tutti troppi problemi per non parlarne proprio con me, che piuttosto che dire a chiunque come mi sento preferisco non parlare per giorni interi.
Mi chiama la mia migliore amica, passiamo ore a parlare e anche minuti a stare in silenzio, che con lei non pesa mai.
Penso che se lei fosse qui, vivrei tutto con più leggerezza.
Aspetto un suo messaggio, ma so che non arriverà.
Penso che sono proprio stupida, che mi cerco sempre le situazioni più complicate perché ci sto meglio dentro. Le cose semplici non mi sono mai piaciute.
Potevo litigare con qualsiasi altra persona, perché proprio con lui?
E così arriva la sera.
Ringrazio che la giornata sia già finita, ma alla fine mi fermo e penso che in realtà non è poi così male.
Sento tutto il doppio
ma sono viva.

 
 
 
 
 
 
 
  
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