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Autore: Baranjok    30/10/2018    1 recensioni
Clarissa Morgenstern , una shadowhunter di 17 anni, è costretta a trasferirsi dall'Istituto di Los Angeles a quello di New York a seguito di una misteriosa scomparsa. Amante della lotta e supportata dal Conclave , sarà ben accolta da Jace , ALec e Isabelle, ma un nuovo nemico sta per fare la sua mossa e Clary è dunque costretta a rivelare il suo passato e i suoi angelici poteri.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.
Giacomo Leopardi 


 
Sebastian Velac amò con tutto se stesso soltanto una persona. Era un tipo di amore che andava al di là del fattore estetico o caratteriale, era un amore vissuto e consumato che faceva venire i brividi a chiunque. Quando Clary lo aveva mandato via, distruggendogli il cuore in mille pezzi, lui aveva reagito a testa alta. Era stato estremamente doloroso doversi fingere forte, ma ne era valsa la pena. L’aveva persa, e questa volta per sempre. Rimase minuti interminabili fuori la porta della sua stanza, sentendola singhiozzare. Nonostante fosse stata lei a mandarlo via, non sopportava l’idea che lei soffrisse per colpa sua. Respirò a fondo cercando di non piangere a sua volta e scese le scale il più lentamente possibile.
Gli altri erano ancora tutti in salotto con lo sguardo fisso su di lui, che lo scrutavano come se volessero scuoiarlo vivo. Sebastian aveva ancora le guance accaldate, ma i suoi occhi rossi e gonfi non poterono nascondere la verità su quello che era successo in quella stanza. Jonathan si alzò di scatto togliendosi delicatamente Tavvy dalle gambe e passandolo ad Helen.
-Vai già via?- Gli domandò sfidandolo.
-Clary non mi vuole qui. –
Lo sguardo di Emma lo seguì mentre varcava la porta dell’Istituto. Emma gli era sempre stata amica, non aveva mai giudicato tossica la sua relazione con Clary , anzi era sempre stata a favore della loro unione, ma in quel momento il suo sguardo era freddo come il ghiaccio, e la sua espressione era impassibile.
Aveva con sé un piccolo bagaglio, che aveva lasciato all’ingresso, perché moriva dalla voglia di vederla. Aveva pensato di fermarsi un paio di giorni per poter stare con lei, ma così non era stato.
Uscire dall’Istituto fù come ritornare di nuovo a respirare, voleva andarsene da lì . Prese il primo taxi.
-Dove andiamo?- domandò il conducente.
-All’aeroporto.- rispose Sebastian, sedendosi nel sedile posteriore.
Il viaggio fu tranquillo e rilassante, tanto che ad un certo puntò si addormentò come un sasso. Quando, però , apriì gli occhi non si trovava all’aeroporto, ma di fronte al Plaza Hotel.
-Mi scusi, ho detto aeroporto, deve esserci un errore.- Sebastian si era leggermente allarmato, tanto che aveva cominciato ad aprire il suo bagaglio alla ricerca della sua spada.
-Scenda. Sono 80 dollari.- Disse il conducente, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Sebastian obbedì e scese dal taxi , che sgommò allontanandosi velocemente.
Sebastian fece per tornare indietro quando due braccia umane lo afferrarono facendolo sobbalzare. Tentò di liberarsi scuotendosi di dosso l’uomo che lo stava trattenendo, ma fu impossibile. Gli misero un sacco scuro in testa e lo trascinarono dentro.
Quando rivide la luce si trovò davanti due occhi grigi.
-Chi sei? Cosa vuoi da me?- domandò quasi in preda al panico.
-Sai ti aspettavo diverso, non capisco proprio cosa ci trovi in te Clarissa.- Non era stato il ragazzo dagli occhi grigi a parlare, bensì un uomo, alto e biondo, spaventosamente somigliante a Jonathan.
-Oh che sbadato! Io dovrei essere tuo suocero. Sono Valentine Morgen..-
-So benissimo chi sei tu!- Sebastian quasi sputò quelle parole.
-Bene! Naturalmente io non approvo la vostra relazione. Non che tu non appartenga ad una famiglia prestigiosa, ma per mia figlia ho altri piani.-
-Non me ne importa un fico secco di quello che tu approvi o non approvi. Non sei mai stato un padre per lei, non capisco perché dovresti esserlo adesso.- Le corde che lo tenevano fermo alla sedia avevano iniziato a scricchiolare.
-Bada a come parli! Dovresti portarmi rispetto.-
-Per quale motivo mi hai fatto rapire, a cosa ti servo?-
-Oh! Lo scoprirai presto, fidati Sebastian.-
 
 
-Clary dai apri la porta!- Jonathan stava colpendo ripetutamente la lo stilo verso la porta della sua camera.
-Cosa vuoi?- Clary esasperata era apparsa sull’uscio della porta, con due occhi rossi e i capelli sconvolti.
-Fammi entrare ti prego.-
Clary gli fece spazio per farlo entrare e chiuse a chiave la porta dietro di lei.
-Allora? Che ti ha detto? Ti ha fatto del male?-
-No Jonathan, è tutto ok! Sto bene.- Rispose Clary rimettendosi sotto le coperte.
-Non mi sembra, dai raccontami.-
Jonathan era sempre stato il suo confidente, anche per quanto riguarda Sebastian. Jonathan non lo aveva mai sopportato, ma aveva ascoltato la sorella ogni qualvolta ne avesse bisogno e le era stato vicino sempre.
-L’ho mandato via, perché ho capito che non provo più per lui le stesse cose. Mi era mancato terribilmente ma forse è stato meglio così. Mi ha detto che mi ha tradita. Tu lo sapevi non è vero?-
Jonathan, apparentemente dispiaciuto, annuì.
-Perché non mi hai detto nulla?-
-Non spettava a me dirtelo. Ho preferito che mi incolpassi piuttosto che dirti la verità.-
-Grazie. Abbiamo fatto l’amore.- Confessò Clary.
-Che cosa? Ma sei impazzita? Ma perché?-
-Perché dovevo capire. Ma l’ho mandato via subito dopo.-
Jonathan tentò di calmarsi e poi si girò di nuovo verso la sorella.
-Ok, sono calmo. E Jace? Credevo che voi due foste una coppia.-
-Pensavo che non ti piacesse Jace e poi non abbiamo ancora definito il nostro tipo di relazione.-
-Infatti non mi piace. D’accordo, l’importante che tu stia bene , se hai dovuto fare… hai dovuto farlo per capire cosa provavi per Sebastian va bene così.- Jonathan l’abbracciò strettamente.
Clary si liberò dalle coperte e si alzò di scatto.
-Ho pensato ad una cosa.- Disse rivolgendosi verso il fratello.
-Quando? Prima o dopo aver scopato con Sebastian.-
Clary tirò un pugno sulla spalla di Jonathan.
-Cretino! Sono seria, ho un piano.-
-Che tipo di piano?- Rispose Jonathan leggermente preoccupato.
-Hai detto che l’Inquisitrice va via domani mattina, e che non gli hai detto nulla dell’appartamento di mamma-
-Coretto.-
-Bene, quando andranno via noi ritorneremo all’appartamento. Sicuramente ci sarà sfuggito qualcosa e dobbiamo scoprire di più su nostra madre.-
-Clary per quanto odi ammetterlo, quel posto non è sicuro e noi due non bastiamo.-
-Infatti non andremo da soli.-
-Chi altro vuoi?-
-Simon.- disse Clary in tono deciso.
Jonathan sbuffò sonoramente.
-Non essere insolente, mi ha salvato la vita.-
-Va bene e chi altro?-
-Helen e Mark.-
-Perfetto io vado a parlare con loro, tu parla con il quattrocchi.-
 
 
La porta della stanza di Simon era leggermente aperta, Clary fece per entrare quando sentì Simon e Jace parlottare. Istintivamente si nascose dietro la porta per ascoltare.
-Cosa vuoi sapere?- domandò Simon.
-Bhe chi è questo tizio? Da dove è uscito?-
-Sono stati insieme due anni prima che lui la lasciasse. Secondo me aveva un’altra. Personalmente non mi è mai piaciuto, ma con lui Clary era diversa, sembrava genuinamente felice, nonostante tutti i guai in cui si sono cacciati.-
-Ma è finita vero?- Jace sembrava preoccupato.
-Bhe considerando che lo ha praticamente sbattuto fuori, direi proprio di si.-
-Non credi che possano aver..-
-Senti, io conosco Clary da una vita ormai. Se lei lo avesse voluto non ci avrebbe pensato nemmeno due volte sopra. Non importa ciò che hanno o non hanno fatto, lei lo ha mandato via, quindi non lo vuole.-
-Bene.- Jace sembrava essersi rilassato.
-Ascolta, Clary mi ha raccontato tutto, le piaci e a te piace lei, perfetto.Provaci vedrai che prima o poi il suo scudo cederà- Clary sentì quei due ridere divertiti e fece appena in tempo a nascondersi dietro una colonna, quando Jace uscì dalla stanza.
Aspettò un po' che lui si allontanasse e a passo svelto entrò in camera di Simon.
-Non stavi origliando vero?- domandò il suo parabatai.
-Un pochino.- Ammise Clary sorridendo.
-Cosa vuoi? Vile ingannatrice.-
-Ho bisogno di te.-
 
 
 
 
Le macchie di sangue sui vestiti e sulla pelle, non si toglievano. Il ragazzo piangeva disperato mentre Jocelyn lo aiutava a ripulirsi.
-Non volevo, mi ha costretto.- Il ragazzo, in preda allo shock , singhiozzava.
-Lo so.- Jocelyn , impassibile lo aiutava a svestirsi gettando i vestiti nel camino.
Qualsiasi cosa fosse successa, doveva essere stato qualcosa di brutale.
-Mio Dio! Non mi perdonerà mai.-
-Sta tranquillo, lei non saprà niente.-

  
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