Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Tatuata Bella    30/10/2018    0 recensioni
Un viaggio attorno all’Italia che assomiglia più ad una fuga senza meta, l’unico scopo andare via dalle proprie case, dalle proprie vite.
C’è anche l’amore di due diciottenni, un amore che è paura. Terrore. Incertezza. Ansia. Panico. E infine follia.
Questa è la storia della vita di cinque ragazzi, la storia di un viaggio tragico, malato, ma intenso e vero. Una storia di droga, di devastazione, di squallore, di tragedia.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(song)

3- Il cielo su di noi il cielo su Torino non risplende mai 
 
Era Aprile. I raggi di sole, che già cominciavano a diventare più caldi, si dipanavano oltre il muro imponente della scuola di Niki. Il sole di Torino continuava a brillare, qualsiasi cosa succedesse sotto di lui.
Luca non era di nuovo andato a scuola e adesso se ne andava in giro con del metadone in tasca. 
Il suono ovattato della campanella arrivò alle orecchie di Luca, e lui si mise più dritto, aspettando di vedere Niki sbucare dal portone e poi scendere le scale di marmo, correndo verso di lui, come faceva sempre. Magari avrebbe fatto anche un sorriso.
E dopo qualche minuto eccola uscire, emerse come una visione dal buco nero della porta. Dentro il buio e fuori la luce, l’amore.
Niki indossava un vestito grigio cortissimo, calze verdi e stivali da uomo. Vide Luca e gli corse incontro.
Si baciarono, in piedi in mezzo al flusso di gente che sciamava in tutte le direzioni, passandogli a fianco, dietro e attorno, alcuni lanciavano loro un’occhiata distratta, altri neppure li vedevano, nonostante la maglia colorata di Luca e le calze verdi.
“Finalmente fuori da questa stronzata.” Disse Niki dopo il bacio.
“La scuola?”
Niki annuì, lanciando un’ occhiata al cielo.
“Dai, leviamoci da questo posto, dobbiamo andare a prendere Piera.” Disse Luca prendendo Niki per mano. La stringeva delicatamente, come se si potesse rompere come porcellana; gli dava sempre l’idea di essere una creatura fragile.
“No, mi ha chiamato stamattina, dice che non la fanno uscire, di fare senza di lei stasera.” Disse Niki fissando il suo sguardo tutto blu dritto negli occhi di Luca.
“Ah. Ma che cazzo … è una vita che non esce da là dentro, non la possono rinchiudere così. Come mia sorella, cazzo. Prima era chiusa in quel centro, e adesso è chiusa in casa. E mi ha pure di nuovo mandato a prenderle il metadone.” Commentò Luca, frustrato.
Niki sfiorò il viso di Luca con un dito: “Tu sei troppo altruista. Stai troppo male per i casini degli altri, non ti puoi preoccupare per i problemi di tutti. Fai come me. A me importa solo di te.”
Luca le diede un bacio.
“E poi per Piera ad esempio… Con le buone non si ottiene mai un cazzo. Resta solo da provare con le cattive” aggiunse Niki con un’espressione maliziosa sul volto. Si accese una sigaretta e ne offrì una a Luca.
Lui la prese, fermandosi un paio di passi dietro a Niki.
“Che c’è?” chiese Niki fissando Luca con lo sguardo blu.
“Che cos’hai in mente?” chiese lui, dubbioso.
Niki ammiccò: “Niente…”
Luca sospirò. L’avrebbe scoperto più tardi.
Le loro dita tornarono ad intrecciarsi e Luca cercò un altro bacio, così, in mezzo alla gente.
“Chiamo Angelo. Sento cosa dice per stasera.” Disse poi Luca. Niki annuì e si andò a sedere su un muretto. Da lontano era solo una bellissima macchia di colore su uno sfondo grigio di mattoni.
“Ciao. Senti… stasera allora vieni da me?”
Luca si voltò e sorrise a Niki, che si era accesa un’altra sigaretta. Dio, quanto fumava. Lei ricambiò il sorriso.
“No, Piera non può…Ma non ci possiamo far niente se … Ok, ok. Sì. Passa da me alle ott… Niki?”
Niki si era alzata e aveva preso il cellulare dalle mani di Luca.
“Angelo? Sono Niki. Vieni a casa mia tra un’ora. Non me ne frega un cazzo. Se ti sbrighi la tiriamo fuori di lì.” Chiuse la chiamata e mise il cellulare di nuovo tra le mani di Luca.
“Che… cazzo gli hai detto?” chiese Luca confuso.
“Vieni. Andiamo a casa mia.” Disse Niki, senza rispondere alla domanda, afferrando la mano di Luca e correndo verso un autobus che stava partendo.
Luca si lasciava trascinare dall’esuberanza di Niki e anche se la sua bocca non stava ridendo era la sua anima a ridere, e rideva fortissimo e senza remore, fottendosene delle vite di merda che Dio aveva rifilato a tutti loro. Di certo ne avevano tutti molti, di peccati da scontare. Ma se quella vita era una punizione, non era efficace, finchè c’era lei.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Tatuata Bella