Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: scaramouch_    02/11/2018    1 recensioni
«Lo hai mollato, non è vero?» chiese con aria rassegnata e abbassando lo sguardo.
Ricevette solo del silenzio per qualche istante, poi vide la sua testa annuire quasi impercettibilmente.
Eccolo lì: Harry Potter, il Ragazzo Sopravvissuto, il Salvatore del Mondo Magico, il Vice Capo degli Auror e… La Checca Isterica Mangia Gelato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una mattinata come tante altre, tutto molto ordinario, piatto e calmo, insomma niente di che, eppure nella brillante mente di Hermione Granger bolliva qualcosa, non vedeva l’ora di sapere, era di vitale importanza. Si materializzò nel Ministero della Magia e non perse tempo, nonostante il pancione, si diresse verso la sezione Auror, non gli importava di fare ritardo nel suo ufficio, sapeva di trovare il suo migliore amico già lì. Davanti alla porta incriminata fece un respiro, aveva un po’ di fiatone per la mezza corsa, ma non importava, bussò con decisione per poi ricevere un “avanti” assonnato, per cui si catapultò dentro.
«Harry! Voglio sapere tutto, ogni cosa, sono sicura che questa è stata la volta buona!» disse quasi senza fermarsi e con un sorriso stampato in viso.
Peccato che durò poco, infatti non ricevette la risposta che sperava, bensì incontrò due occhi verdi che avevano aria colpevole e triste allo stesso tempo, per non parlare della vaschetta di gelato che troneggiava sulla scrivania, pessimo segno.
«Lo hai mollato, non è vero?» chiese con aria rassegnata e abbassando lo sguardo.
Ricevette solo del silenzio per qualche istante, poi vide la sua testa annuire quasi impercettibilmente.
Eccolo lì: Harry Potter, il Ragazzo Sopravvissuto, il Salvatore del Mondo Magico, il Vice Capo degli Auror e… La Checca Isterica Mangia Gelato. Erano passati cinque mesi da quando si era guadagnato questo nomignolo, non che fosse ufficiale, ma lo descriveva perfettamente, il motivo era molto semplice, credeva di aver trovato l’amore della sua vita: bello, intelligente, alto e simpatico, praticamente l’uomo perfetto, aveva buttato tutto per lui, la sua relazione con Ginny, la sua amicizia con Ron, la sua privacy, perché sì, la notizia aveva avuto la stessa risonanza di un possibile Lord Voldemort che aiutava le vecchiette babbane ad attraversare la strada. Per mesi e mesi tutto il mondo magico non aveva fatto altro che sparlare di lui, ma poi le cose si erano calmate, Ron l’aveva superata, non senza aiuto di sua moglie, e Ginny si era fidanzata con il suo vecchio amore, Dean; tutto era tornato tranquillo. In quanto a lui, era diventato la metà della “coppia più figa di Londra”, non che questo nome suonasse particolarmente bene, ma non gliene fregava, perché lui stava con il campione dellanazionale di Quiddicth: Oliver Baston, mica con uno qualsiasi! E poi alla fama era abituato sin da quanto aveva undici anni e tutti gli fissavano la fronte. Sta di fatto che aveva donato a Baston quattro anni della vita, ed erano stati meravigliosi, niente da ridire, ma in questo considerevole lasso di tempo non si era mai accorto di una cosa… Lui era un perfetto idiota! Sì, non ci credete? Bene, solo un idiota si sarebbe potuto portare nel loro appartamento un giocatore della nazionale svedese… E da qui passarono cinque mesi, che Harry visse con poca voglia di uscire di casa, depressione e chili di gelato. Hermione e Ron gli erano stati vicino per quanto avevano potuto, ma i giornali, i fan divisi tra i due ex e le teorie strampalate sulla loro rottura, non aiutavano molto il lavoro. Tuttavia la sua migliore amica lo voleva tirare su, dunque gli aveva presentato un suo vecchio vicino di casa, rigorosamente babbano, perché sarebbe servito per staccare un po’ dal mondo magico, insomma, far prendere aria al cervello. La sera prima c’era stato il loro primo appuntamento al buio, Harry credeva di essere finalmente guarito perché si sentiva pronto ad andare, anche i suoi amici credevano lo stesso, ma Rodrigo, il povero ragazzo, aveva involontariamente fatto un piccolo grande errore… Aveva detto che il suo colore preferito era il rosso, niente di strano, certo, solo che una banale preferenza si era trasformata in una catastrofe nucleare per un certo uomo occhialuto… Perché sì, il rosso era anche il colore preferito di Oliver… Ciò fece partire in quinta il suo povero cervello che gli urlò “Noi non possiamo stare con un altro brutto bastardo idiota che ama il rosso!”, e purtroppo per lui, aveva eseguito tale comando a fine serata, dicendo al bel babbano che “gli ricordava troppo il suo ex”.
«Capisci la gravità della cosa? Non potevo rischiare un giorno, in una possibile convivenza, che lui scegliesse un bagno di quel colore, come avrei mai potuto lavarmi i denti ogni mattina, se guardandola avrei pensato ad Oliver?» rettificò sconvolto e ingurgitando una bella cucchiaiata di gelato che quasi non gli entrava in bocca.
«Io credo che questa sia solo una banale scusa, non gli hai dato neanche una possibilità» rispose asciutta la donna.
«Non è vero! Avrei continuato sicuramente se non fosse stato per questo, era pure carino!» si giustificò.
Ma come al solito Hermione lo aveva decifrato prima che potesse farlo da solo.
«Come vuoi tu, però la prossima volta non ho intenzione di presentarti più nessuno! Rodrigo è un ragazzo fantastico, non meritava di essere trattato così!» protestò arrabbiata.
«Ma io…».
«Io niente Harry! Adesso dovrò andarmi a scusare con lui per avergli combinato un appuntamento con quell’idiota del mio migliore amico!».
Harry si sentì davvero in colpa, insomma non è che se lui aveva le crisi mistiche doveva spezzare il cuore agli altri!
Un rumore proveniente dalla porta fece girare i due.
«Potter ecco i rapporti dell’altro giorno, stavolta li ho…».
Un testa bionda fece capolino davanti a loro, non appena li vide smise di parlare capendo che aveva interrotto una conversazione personale.
«Ehm… Scusate, ho visto aperto e sono entrato, avrei dovuto bussare lo stesso» disse imbarazzato Draco.
Fece per uscire, ma Hermione lo precedette arrivando subito sull’uscio.
«Tranquillo, non hai interrotto nulla, io stavo andando via! Buongiorno!» ribatté ancora più arrabbiata di prima per poi uscire a grandi passi.
«Buona giornata…» rispose Draco facendo finta di nulla.
Harry, mezzo sconvolto, molto velocemente mise via la vaschetta del gelato nel cassetto della scrivania, sperava che l’altro non l’avesse notata.
«Sono i rapporti del Caso 5085?» chiese alzandosi con finta nonchalance.
«Esatto, li ho finiti adesso» rispose porgendoglieli.
«Bene, grazie Malfoy» sorrise educatamente.
«Prego Potter».
Il Serpeverde si girò per andarsene, Harry tirò un sospiro di sollievo, per poi dirigersi verso la scrivania e continuare la sua colazione, il suo pensiero fu interrotto da un rumore di passi, lafigura di Hermione era nuovamente sull’uscio e ancora più adirata.
«Quasi dimenticavo, ho stregato il tuo gelato, prova a mangiarlo e l’intero Ministero vedrà sulla tua fronte una scritta non molto carina!».
Prima che Harry potesse rispondere, la donna sparì dai suoi occhi.
Draco cercò di trattenere una risata, ma quando si voltò per guardare il Grifondoro, scoppiò a ridere quasi con le lacrime.
«Oh piantala Malfoy! Non c’è niente di divertente…» rispose offeso.
«Draco dormiens nunquam titillandus, non ti ha insegnato nulla?» osservò l’altro alzando un sopracciglio.
Harry lo guardò perplesso.
«Ti riformulo la frase, così la puoi capire meglio: Non stuzzicare la donna incinta che dorme… Parla, mangia, respira, che fa qualsiasi cosa!».
«E di grazia, tu che ne sai? Non hai mica figli?» rispose un pochino irritato.
«Come al solito non sei perspicace Potter, in questi momenti mi chiedo come mai non sei stato messo in Corvonero! La tua mirabolante intelligenza mi rallegra sempre e infatti…» continuò sarcastico.
«Malfoy!».
Davanti a tale rimprovero Draco si fermò, altrimenti sarebbe andato avanti per ore. «Si dia il caso che la mia amica Pansy Parkinson abbia partorito da circa sei mesi, fidati che so come si tratta con le donne in attesa, ed è molto più facile di come possa sembrare, principalmente soffrono di sbalzi d’umore e voglia di cibo, a causa degli ormoni in subbuglio e del cambiamento del corpo, insomma pensa ad avere tu una massa enorme nel tuo piccolo calderone, sei gonfio, goffo…. Ma sto divagando, comunque, non sono cose difficili, per farti perdonare dovrai comprarle una bella torta… Pensandoci bene, una grande torta, ed un regalo magari!» spiegò con fare esperto che la musichina di sottofondo dei programmi scientifici ci sarebbe stata benissimo.
«Ho capito… Ma lei non è una persona materialista come te…».
«Ah Salazaar… Infatti non deve essere il regalo in sé la cosa importante! Ma il fatto che tu abbia speso del tempo, non dei soldi, per lei, per prenderle una cosa che sai le piacerà, dimostri sia di conoscerla che di tenere alla sua felicità! Possibile che devo spiegarti tutto io?» rispose portandosi una mano alle tempie e scuotendo la testa.
Harry rimase qualche secondo immobile fissando il muro davanti a sé, come se i meccanismi del suo cervello si fossero messi in moto, quel ragionamento non era poi tanto sbagliato.
«Perché mi stai veramente dando un consiglio sulla mia amicizia?» chiese perplesso.
«Oltre ad essere incredibilmente bello ed intelligente, sono anche buono, e inoltre spero tanto che ti tiri la torta in faccia o che streghi anche quella» rispose tutto entusiasta.
«Aggiungi anche “modesto” e “gentile” alla lista…».
«Vedrai che funzionerà Potter» rispose andando di nuovo alla porta e facendo un cenno con la mano in segno di saluto.
 
Harry si mise a compilare stupide scartoffie, per distrarsi da pensieri malsani sul suo ex, che probabilmente in quel momento era impegnato con qualche giocatore. Non aveva voglia di materializzarsi direttamente a casa, per una volta voleva fare alla babbana, usando solo le sue gambe, anche perché se gli autisti di autobus babbani, erano gli stessi di quelli del Nottetempo, preferiva evitare, inoltre doveva passare a prendere il famoso regalo. Non sapeva esattamente per quale assurdo motivo stesse seguendo il consiglio di Malfoy, ma quello gli sembrava l’unico modo di rimediare, anche perché lui aveva pensato solo a delle banali scuse, che magari non avrebbero avuto l’effetto desiderato… E poi lui e Malfoy era “circa” amici, forse meglio dire “colleghi”, si erano ritrovati a lavorare insieme ad un paio di casi, era in gamba, ma questo non glielo mai detto per non ingigantire il suo ego. Magari anche lui si era ritrovato a farsi odiare da Pansy, sperava tanto che non andasse a finire come il biondo aveva detto. Non sapendo su cosa buttarsi e non volendo chiedere a Ron che già aveva difficoltà con i suoi di regalo, si buttò su un libro, sì, un bel libro! A Hermione piaceva leggere, no? Insomma, forse avrà sfogliato tutti, e ben TUTTI, i libri ad Hogwarts, per cui meglio qualcosa di babbano, giusto per cambiare. Entrò in una grande libreria, c’erano tante sezioni e milioni di copertine e titoli diversi, non sapeva da che parte andare o cosa cercare, una commessa gli si avvicinò vedendolo confuso.
«Posso aiutarti?».
«Mi servirebbe un libro…».
Davanti la faccia un po’ divertita e piena di ovvietà della ragazza gli sembrò di vedere quella di Malfoy subito prima di dirgli i motivi per cui non era stato smistato in Corvonero.
«Un regalo! Mi serve per un regalo, ecco… Lei legge molto, ma cose abbastanza pesanti e quindi vorrei prendere qualcosa che non abbia mai letto, per sorprenderla, ma che comunque abbia contenuti importanti» provò a spiegare.
La commessa sorrise, già sapeva di avere in negozio il libro giusto.
 
Dopo aver preso il pacchetto, si fermò in una pasticceria magica che non aveva mai notato, dove i dolci veniva incantati in modo che mettessero di buon umore, e annotò mentalmente di passarci a comprare del gelato nei prossimi giorni, questo ovviamente non lo avrebbe detto alla sua amica per evitare brutti “incidenti”. Si materializzò davanti a casa Weasley, bussò sfoderando un bel sorriso, era ora di cena, ma non credeva sarebbe stato un problema mettere un posto in più per lui. Per sua fortuna la prima cosa che vide furono dei capelli rossi e ne fu sollevato, anche se l’amico lo fissò per qualche secondo, era plausibile visto che non aveva avvertito.
«Harry! Credevo che tu ed Herm aveste litigato, o forse non l’ho ascoltata bene io?» gli disse Ron con gli occhi un po’ sbarrati.
«Tranquillo, sono qui per farmi perdonare» rispose l’altro mostrando le due buste e un grande sorriso.
«Chi è?» si sentì una voce proveniente da dentro che era inconfondibilmente quella della moglie, con un sottofondo di risate e chiacchiere.
«Spero ci sia del cibo lì» sorrise il rosso per poi farlo entrare senza rispondere alla moglie.
«Ah sei tu» disse Hermione arricciando le labbra alla vista dell’occhialuto in corridoio.
«Mi dispiace, giuro che hai ragione, è stata tutta colpa mia, ti ho portato un regalo e una torta!» pronunciò frettolosamente e mettendo avanti i due pacchi.
Lo sguardo di Hermione si addolcì, stava per allargarsi in un sorriso, ma poi guardò verso la cucina a causa di un rumore.
«Ehm… Ciao» disse piano Ginny.
«Ciao» rispose educatamente.
Tra di loro non c’era astio, ma solo un po’ di imbarazzo, inoltre si erano visti poche volte durante quegli anni, avevano imparato a dividersi le feste alla Tana senza neanche mettersi d’accordo.
«Hey Harry» salutò Dean con un sorriso, non era da biasimare, in fondo lo doveva solo ringraziare.
Prima che potesse crearsi altro imbarazzo arrivarono George, Angelina e il piccolo Fred, Hermione ne approfittò per mettere posate e piatto ad Harry.
La cena andò bene, gli aneddoti di Ginny su Flora Batterica e il quidditch misero tutti di buon umore, ancora di più quando arrivò il momento del dolce, evidentemente l’incantesimo al suo interno, era efficace, tutti ridevano.
«Ad ogni modo volevamo farvi un annuncio in un serata in cui saremmo stati tutti riuniti, ma non mi importa, sono troppo felice stasera» ridacchiò Ginny portandosi la mano destra vicino alla faccia.
«Ci sposiamo!» continuò Dean.
Lì partirono le congratulazioni generali da parte di tutti i presenti. In seguito la situazione tornò tranquilla, si erano creati dei gruppetti in cui tutti parlavano tra loro, così Hermione decise di scartare il regolo di Harry.
«Oh un libro!» disse una volta staccato l’involucro esterno, ma non sembrava troppo entusiasta nel leggere il titolo.
Tuttavia il silenzio su sciolto da un urlo provenire dalla bocca di Ginny che si trovava dal lato opposto della stanza.
«Oddio! E’ stupendo, lo avrò letto almeno dieci volte, Herm vedrai che lo adorerai e poi potremmo parlare, è stupendo!» disse le rossa tutta felice.
«E’ fissata con questo romanzo da settimane…» disse Dean con aria rassegnata, che intanto si era avvicinato sentendo le urla della futura moglie.
«Lo ha fatto leggere anche a me, ma non mi ha preso molto il…» guardò Harry perplesso come a trovare le parole.
«… Genere, ecco, non è il mio genere» continuò con aria colpevole.
L’occhialuto non capì il perché di quello sguardo.
«Oh Dean, non ne capisci niente di romanzi! Herm te lo volevo consigliare, ma credevo che mi avresti preso per pazza non essendo un libro importante come stile, ma non te ne pentirai, ottima scelta Harry, deve essere piaciuto anche a te!» sorrise radiosa.
«Ehm… A dire il vero mi ha dato un consiglio la commessa babbana…» rispose incerto Harry.
«Ah, credevo lo avessi letto» rispose un po’ delusa.
«Mi ha detto che è una storia d’amore particolare…».
Harry spalancò gli occhi pensando a come avrebbe potuto reagire Hermione nel sapere che non era stato lui a sforzarsi di trovare qualcosa per lei.
«Però sono stato io che le ho spiegato cosa volevo! Non è che non ti conosco! E’ solo che non leggo molto, lo sai…» provò a giustificarsi, ma le sue parole gli risuonavano stupide.
La donna non rispose, lesse velocemente la trama dietro.
«Interessante… Tranquillo Harry, va benissimo!».
 
La sua sveglia suonò puntuale ma lui non aveva voglia di alzarsi dal letto, si sentiva come una dodicenne scazzata, ma lui era “leggermente” più grande. Controvoglia alzò il busto e mise gli occhiali rotondi sul naso, ma prima che potesse sbadigliare e stiracchiarsi per bene, sentì un frastuono proveniente da fuori la finestra, i suoi riflessi da auror gli fecero afferrare la bacchetta e precipitare davanti per poi aprire vetri e persiane osservando la scena. Poco distante dal numero dodici di Grimmauld Place, c’erano due uomini che stavano armeggiando con una scala, facendo un frastuono, per attaccare un manifesto pubblicitario sopra il cartellone che era là vicino, per mesi c’era stata quella di una lavatrice turbo o qualcosa del genere, ma adesso, dai tre pezzi attaccati, si vedeva scritta su fondo rosso, Harry sospirò, proprio quel colore dovevano scegliere? Ma non solo, la frase era “siete pronti ad immergevi di nuovo nell’amore?” la risposta di Harry era un grande “NO” che avrebbe scritto gigante là sopra.
La giornata in ufficio fu normale, fino a quando nella pausa pranzo arrivò la sua amica a parlargli tutta felice del libro che aveva finito tra la sera precedente e quella mattinata, a quanto pare aveva apprezzato il regalo, Harry avrebbe fatto una statua d’oro a quella commessa! Con quella felicità diede all’amico la sua copia, intimandolo a leggere anche lui, Harry accettò riluttante, non aveva molta voglia di leggere, ma non voleva dirle di no, sta di fatto che non fece domande e portò l’oggetto incriminato in ufficio decidendo di abbandonarlo sulla scrivania per il resto della giornata.
 
Il suo turno era finito da circa cinque minuti, infatti stava andando a prendere il suo cappotto all’appendiabiti vicino la porta, ma si bloccò davanti alla faccia di Malfoy.
«Allora, hai ricevuto il perdono dalla tua amichetta Granger? O ti sei fatto un bagno nella glassa?» sorrise con un ghigno.
«Ha apprezzato molto, ma sia chiaro che non è merito tuo! Sono io ad aver deciso il regalo, quindi tu mi hai dato solo un piccolo, insignificante suggerimento» mentì sorridendo a sua volta, che c’era di male se con lui ometteva che si era solo fidato di una babbana in una libreria? E poi era anche strano quello che si stava creando tra loro, una sorta di… Complicità?
«Il merito è mio eccome, senza di me probabilmente non avresti fatto un bel niente perché non ci sai fare con le donne» lo canzonò.
«Non mi serve saperci fare con loro Malfoy!» rispose divertito.
«A giudicare dalla vaschetta di stamattina, direi che non riesci neanche con gli uomini».
Harry arrossì tantissimo… Merda, a quel furetto non sfuggiva nulla!
Decise comunque di ricomporsi subito.
«Mi piace solo il gelato! E’ forse un reato?».
«Per la tua linea sì, se avessi qualcuno ci staresti attento, non provare a mentirmi, sono anni che faccio interrogatori» rispose.
«Va al diavolo!».
«Calmati San Potter! E comunque sono qui per prendere altri fascicoli del 274, a quanto pare ci sono nuovi sviluppi e il caso andrà ad altri» ritornò professionale come sempre.
La complicità era già finita… Harry ne fu quasi dispiaciuto…
Il moro annuì senza dire altro, e si diresse verso gli scaffali pieni di carte, per fortuna lo individuò immediatamente, fece per spostare i fascicoli quando udì una risata rumorosa provenire dalle sue spalle, sembrava incontenibile.
«Che ti prende adesso?» chiese sgranando gli occhi.
«Tu… Tu… Hai letto Bittersweet?».
Harry non capì, poi guardò verso la scrivania dove era poggiato il libro e vedendo che il biondo aveva lo sguardo buttato là sopra, intuì che era quello l’oggetto di tanta ilarità, di cui tra l’altro non aveva memorizzato neanche il titolo… Si precipitò subito lì, non sapeva bene il perché lo stesse facendo, ma voleva evitare altra umiliazione, tuttavia l’altro fu più veloce e iniziò a sfogliarlo.
«Noto che hai il segnalibro è alla fine, lo hai finito, che brava ragazza che sei Potter» continuò ridendo ancora più forte.
Harry divenne paonazzo, con un movimento fluido estrasse la bacchetta e attirò il libro a sé.
«E’ il regalo che ho fatto ad Hermione, lo ha finito e mi ha detto di leggerlo, adesso la smetti di fare lo stronzo? E poi, per ridere tanto, non è che lo hai letto anche tu?».
«No, non l’ho letto e comunque rido perché non pensavo sarebbe arrivato anche a te, ad ogni modo mi dileguo Potter» rispose afferrando i fascicoli dalle sue mani e sparendo con un “puf”.
Harry rimase sconvolto e imbarazzato, non capiva perché quelle pagine facessero impazzire tanto le persone, forse era lui quello strano…
 
Tornò a casa dove cenò e si mise sul divano, era davvero stanco per aver preso dei brutti tizi che vendevano sangue di unicorno, inoltre era un po’ triste, gli sembrava che tutti fossero felici e sposati o fidanzati tranne lui… Forse il suo vero amore non esisteva e basta, forse doveva stare solo…. Forse era lui una calamita per i cretini, o magari aveva degli standard troppo alti per cui non si concentrava su ampie possibilità… Prima di annegare nei suoi pensieri, decise di guardare il suo vecchio album di foto, funzionava sempre per curargli il mal di vivere, e poi era da un bel po’ che non lo sfogliava, recuperandolo dallo scaffale in cui era riposto, cadde un bigliettino, inizialmente non ci fece caso, ma poi si abbassò curioso. La scrittura era inconfondibile nonostante non vi fosse firma, veloce e un po’ disordinata, ma anche bella, c’era scritto “Ti amo da morire”, sentì un colpo al cuore, quella non era stata una buona idea. Prese il pezzo di carta, lo appallottolò per poi gettarlo a terra, cosa molto a caso di cui poi si pentì, infatti lo riprese per poi scartarlo e rileggere almeno altre tre volte per assicurarsi che non fosse frutto della sua fantasia; a fior di labbra, sussurrò tra sé, “purtroppo anche io piccolo traditore”. Alla fine la tristezza non era andata via, anzi era peggiorata e in più continuava a ripetersi che l’amore faceva schifo.
Provò a dormire, ma non riuscì a riposare neanche per cinque minuti, guardò l’orologio ed erano le due e trenta, una fitta di nervosismo lo pervase, odiava passare le notti in bianco, per cui non voleva stare nel letto lì fermo, magari poteva trovare qualcosa con cui ammazzare il tempo fino a quando il sonno non sarebbe arrivato.
Accese la luce con un colpo di bacchetta e vagò con lo sguardo per il soffitto, decise di alzarsi e andare in cucina, lì bevve un po’ di burrobirra, almeno poteva placare la sete, con il bicchiere in mano arrivò in soggiorno, dove si mise alla ricerca di qualsiasi cosa fare… Poi lo guardo gli cadde sul libro, lo aveva abbondato su una poltrona senza curarsene troppo, magari poteva giusto sfogliarlo, per pura curiosità e per poter dire ad Hermione che almeno ci aveva “provato”. A pagina uno era molto scettico, perché già iniziava in modo strambo… Guardò l’orologio, erano ancora le tre, doveva continuare. Andando avanti non sembrava poi così male, era pure simpatico… Arrivato a pagina cinquanta, era completamente immerso nella lettura.
Finì il libro quattro notti dopo, passando le giornate immaginando lo sviluppo dei fatti e ricordando quelli che aveva già letto, aveva vissuto nella frenesia di sapere “come sarebbe andata a finire” e mano a mano che si avvicinava al finale, sperava che la storia non finisse mai. Arrivò addirittura a chiamare un collega “Frank” come uno dei protagonisti… Il quarto giorno finì di leggere e senza poter trattenere le lacrime agli occhi, anche il finale era “dolceamaro” oltre che aperto e lui sperava nel suo cuore che ci potesse essere un lieto fine. Gli ci vollero dieci minuti per riprendersi, si sentiva in uno stato di trance perché si era alienato così tanto che aveva dimenticato dell’esistenza del mondo esterno a quelle pagine, come se il tempo si fosse fermato per rifugiarsi nella sua mente, dove le parole diventavano luoghi e persone grazie alla fantasia, per formare un mondo finto eppure terribilmente… Vero. Era la cosa più divertente, profonda, malinconica, intensa, intelligente e… Gay che avesse mai letto! Sì, i protagonisti stavano insieme, si amavano, litigavano, ridevano, urlavano e scopavano, cose che lui ormai aveva dimenticato… Cose tanto banali, eppure raccontate con uno stile che rendeva la narrazione di fatti semplici, assolutamente unici, di sicuro l’autrice doveva essere bravissima, una persona eccezionale! Gli sarebbe piaciuto conoscerla, ma la copertina parlava chiaro “l’autrice preferisce rimanere nell’anonimato, però vi ringrazia per la lettura e l’affetto”, questa frase lo fece rimanere male, avrebbe voluto parlare e chiederle come diavolo avesse fatto a descrivere esattamente come lui si sentiva in quel momento… Sembrava che i pensieri scritti là dentro fossero stati presi dalla sua testa, non gli era mai successo di sentirsi così capito da qualcuno… Fece spallucce, probabilmente non avrebbe fatto differenza conoscerla, anche perché lei non voleva essere trovata…
 
«La cosa più sensazionale che abbia mai letto!» disse la mattina dopo alla sua migliore amica.
«Sapevo ti avrebbe emozionato Harry!» esclamò felice la donna.
«Grazie per avermelo prestato!» continuò.
«Ma figurati! E comunque voci di corridoio dicono che l’autrice sia… Una strega!».
«Non me lo aspettavo, sai? Ma quindi vuole venire allo scoperto? Mi piacerebbe conoscerla, mi ha ridato un pochino di fiducia nell’amore…» sospirò Harry.
Hermione non poté fare a meno di abbracciarlo, per quanto fosse difficoltoso con la pancia.
«Questo non te lo so dire, ma non appena mi arriverà qualche notizia all’orecchio, te lo farò sapere!»
 
A fine turno, si recò nuovamente in quella libreria per prendere una sua personale copia, la ragazza che glielo aveva consigliato sorrise ricordandosi di lui.
Era passata una settimana e aveva riletto “Bittersweet”, era quasi diventato un’ossessione, non di quelle brutte che ti consumano dentro, ma di quelle che ti fanno stare bene e non hanno conseguenze cattive, anche se qualcosa di strano gli stava succedendo… La notte sognava spesso una certa persona, era una cosa ridicola, in quanto quel qualcuno non esisteva nemmeno, eppure… Era davvero così disperato da sognare Frank, il suo Frank, nudo e sopra di lui?
Questa cosa lo rendeva instabile, si sentiva un perfetto idiota nell’essersi innamorato di un personaggio di un romanzo e nell’invidiare l’altro. Respirò profondamente cercando di tornare con la testa nella realtà, era mattino, lo aveva sognato di nuovo e si era di nuovo svegliato umidiccio, questa cosa sì che stava prendendo una brutta piega… Con l’intento di cambiare le lenzuola e tornare con i piedi per terra, si mise davanti alla finestra, inizialmente non osservò con attenzione, aveva lo sguardo colpito dalla luce ma perso nel vuoto, ma poi guardò sul serio ciò che aveva davanti e per un attimo pensò davvero di essere impazzito, il cartellone poco distante aveva stampato sopra delle lettere nello stesso carattere delle scritte della copertina del romanzo! Con un balzo in avanti e la piena attenzione, lesse l’annuncio della pubblicazione del secondo romanzo di “Bittersweet”! Sul suo volto si palesò un sorriso enorme.
 
Riposato e felice arrivò nel suo ufficio, dove sulla scrivania erano arrivate varie lettere, senza pensarci si mise ad aprirle, un ringraziamento da Azkaban, l’invito al matrimonio di Dean e Ginny, l’abbonamento alla rivista sul Quidditch ed infine vi era una busta senza mittente, controllò con la bacchetta che non fosse stregata, e solo dopo l’aprì, mai troppa prudenza; lesse velocemente… Non poteva essere vero!
 



 Salve!
Allora, spero abbiate preso questa storia per ciò che è: intrattenimento senza pretese! Doveva essere una OS, ma credo di dividerla in due o tre parti. Spero di non aver commesso errori, sono abbastanza nuova in questa sezione come scrittrice, chiedo venia!
Il personaggio del romanzo si chiama "Frank" in onore di Frank Iero dei My Chemical Romance, vi lascio immaginare il nome dell'altro... 
xoxo

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: scaramouch_