Film > Basil l'Investigatopo
Segui la storia  |       
Autore: alicew in wonderland    02/11/2018    1 recensioni
Lo “Sherlock Holmes dei topi” torna a investigare, assieme a vecchi e nuovi personaggi.
Il Dr. David Q. Dawson trova il coraggio di scrivere il resoconto dell’avventura più pericolosa vissuta insieme al suo associato e amico: Basil di Baker Street. Questa volta l’Investigatopo più famoso di Londra dovrà districarsi tra diversi casi e, contemporaneamente, scoprire chi sta attentando alla sua vita e a quelle dei suoi famigliari e amici fino ad arrivare a servire l’Impero britannico dei Topi nel periodo del primo conflitto mondiale.
Tra risvolti inaspettati, prende forma un racconto unico direttamente narrato da uno dei protagonisti.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Disney Fanfiction'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Capitolo 5

Balia, questa parola fu oggetto di dibattiti, supposizioni e litigi. Basil storceva il naso al solo nominarne l’argomento ed Olivia non si rassegnava a farsi aiutare da un’estranea, mentre io e Mrs. Judson continuavamo a insistere. Avremmo tirato la cinghia e aumentato il lavoro da casa per conto della polizia, dato che il mio collega era specializzato in consulenze e risolveva i casi senza neanche dover uscire. Notavo che Olivia diveniva ogni giorno più pallida e dormiva sempre meno, mentre Basil, che in genere non mangiava spesso, aveva cessato di nutrirsi quasi del tutto tanto che il suo viso appariva più scavato e i bambini erano diventati quasi ingestibili.
Una sera sorpresi i coniugi Basil guardarsi negli occhi, era evidente che avevano appena terminato di consultarsi.
«Dove la troviamo una balia?» mi chiese Olivia.
«Vicino alle fabbriche dell’East End.» suggerì Mrs. Judson. «Diverse fanciulle di famiglie povere farebbero a gara per essere assunte. Un guadagno extra è un bell’aiuto in casa!»
I colloqui per trovare una balia furono estenuanti. Appena pubblicammo l’annuncio si presentarono a Baker Street diverse decine di giovani topoline. Basil voleva un mio giudizio su ognuna delle candidate, convinto che un parere medico fosse la base per assumere una ragazza sana. Tutto sembrava procedere per il meglio, finché a un certo punto non si presentò una nostra vecchia conoscenza. Quando la vedemmo entrare, il mio collega impallidì e io mi sentii come preso da una morsa che mi impedì di proferire parola. La topolina era accompagnata da un topino di quattro anni, dalla pelliccia colorata di due tinte di marrone, che se ne stava attaccato alla sua gonna e una neonata, dalla pelliccia bianca, dormiente tra le sue braccia.
«Relda!» esclamò Basil.
«Buonasera, Basil.» disse accomodandosi su una sedia. «Vorrei quel posto come balia. La ragione, mi pare evidente!»
Basil la scrutò. «Da quanto vivi per strada?» chiese osservando il vestito sgualcito di lei.
«Sei mesi.» spiegò. «Per colpa di qualcuno, che ha falsificato la mia cerimonia di nozze e i documenti!»
Vidi il mio collega sollevare un sopracciglio.
«Ora non negherai dicendo che quel Celebrante comparso dal nulla non fossi tu!» esclamò lei.
«Non nego di avertela voluta far pagare…» commentò lui.
Mlle. Relda si accigliò. «Mio marito, scusa! Il mio finto marito voleva vendetta, ma l’ho persuaso per anni a non muovere un dito contro di te. Solo poco tempo fa ha perso la pazienza. Sono riuscita a restare sotto il suo stesso tetto fino alla nascita della bambina perché mosso a compassione. Mi ha cacciata facendo venire a galla la verità con tutti i suoi parenti e così noi siamo finiti nell’East End.» spiegò con rabbia. «La scelta è solo tua: o mi accogli in casa e mi fai diventare parte della famiglia, o mi avrai sulla coscienza insieme a questi due bambini innocenti!»
Eravamo entrambi sorpresi dall’atteggiamento risoluto di Mlle. Relda. Non avevo idea che quell’avvocato avrebbe avuto il coraggio di mandarla in mezzo a una strada con due bambini così piccoli.
«Sei assunta!» esclamò Basil andando verso la cucina. «Fai portare qui le tue cose. Libererò la vecchia stanza di mia moglie e la farò diventare la tua stanza.» disse sparendo dietro la porta e tornando, poco dopo, con una manciata di monete. «Non è molto, ma è quanto basta per pagare dei facchini per le tue poche cose e se vuoi lasciare qui i bambini mentre vai non è un problema.»
Mlle. Relda sorrise furbamente. «C’è qualcosa che mi nascondi?»
«Assolutamente no. Se sei pronta, puoi cominciare le tue mansioni anche appena torni.»
Appena Mlle. Relda se ne fu andata, io e Basil mandammo il topino in cucina a rimpinzarsi delle focaccine al formaggio di Mrs. Judson e posammo la neonata dormiente sulla mia poltrona.
«So già cosa mi volete chiedere, Dawson.» disse Basil anticipandomi. «No, non credevo la abbandonasse così.»
«Quindi avete assunto Mlle. Relda perché…»
«Perché ho esagerato con lei.» ammise un po’ frustrato. «Credevo che avrebbe fatto legalizzare il matrimonio invece.»
Olivia si affacciò dalla scala con in braccio Enola e si rivolse a Basil. «Ho sentito tutti i colloqui. So che hai assunto la cantante lirica e ho sentito anche di cosa parlavate tu e Dawson. Sei certo di poterti fidare delle sue parole?»
«Mi è parsa sincera. Però, non dire a Mrs. Judson che abbiamo assunto lei…»
«Abbiamo? Hai!» esclamò decisa Olivia, allontanandosi.
 
Basil era tornato ufficialmente, come mi aveva spiegato più volte, a esercitare esclusivamente la professione di “investigatore-consulente”, per muoversi il meno possibile da casa ed essere sempre presente per aiutare Olivia.
La convivenza a Baker Street si trasformò in un’impresa ardua. La pazienza di tutti fu messa a dura prova tra i topolini che non facevano altro che piangere e Mrs. Judson che era in preda a crisi isteriche ancora più frequenti per via degli esperimenti di Basil e per la presenza di Johnson, il figlio di Mlle. Relda, che passava il tempo a rompere tutto ciò che gli capitasse a tiro. Erano passati solo pochi mesi e cominciavo a chiedermi quanto avremmo resistito in quella condizione.
Una sera, vidi sia Basil che Olivia esausti dopo aver messo a dormire i bambini e aver mangiato un boccone, così suggerii loro di andare a fare una passeggiata a Hyde Park, mentre io sarei andato a cena da un mio vecchio compagno di università. Mrs. Judson aveva cominciato anche lei a rilassarsi, dicendo a tutti noi di non preoccuparci e che non sarebbe capitato nulla di male nelle due ore in cui saremmo stati assenti. Mlle. Relda stava per coricarsi con Johnson, rassicurandoci sul fatto che i bambini non avrebbero creato alcun problema. La coppia accettò di buon grado l’idea di passare una serata da sola. Basil con il lavoro non aveva avuto un secondo di respiro e Hyde Park non era, tutto sommato, troppo distante da Baker Street.
La cena a casa del mio compagno di università fu un evento tranquillo, durante il quale disquisimmo principalmente di politica. Mi sorprese incontrare il fratello di Basil, Clifford, arrivato poco prima di me. Appresi che il mio vecchio compagno era il suo medico personale. Clifford si scusò per non essere passato per diverse settimane da Baker Street, a vedere i suoi nipoti e a informarsi sulla salute del fratello.
«Mi faccia sapere se mio fratello e Olivia necessitano di qualche cosa. Lui è troppo orgoglioso per scrivermi direttamente.» mi aveva detto.
«Lo farò senz’altro.» dissi congedandomi e tornando verso casa a fine serata.
Mi colpì vedere tutta Baker Street illuminata, erano circa le undici di sera e mi aspettavo che solo i lampioni illuminassero l’oscurità. Doveva essere avvenuto qualcosa, non v’era altra spiegazione. Mi precipitai verso casa e più mi avvicinavo al 221½ , più notavo le luci aumentare. Là, vidi sulla porta Mrs. Judson in lacrime.
«Oh, Dottore!» esclamò vedendomi e si levò in piedi per abbracciarmi. «Una tragedia, Dottore! Una tragedia!»
«Calmatevi, Mrs. Judson! Cosa è accaduto?»
«Mlle. Relda è una spia! Lo sapevo che non dovevamo fidarci!»
«Per l’ennesima volta, calmatevi, Mrs. Judson, e mettete in ordine i pensieri!» la pregai.
Lei mi fece entrare nell’abitazione e vidi la sala invasa dai poliziotti.
«In nome del cielo! Cosa…»
«Dottore!» mi salutò con enfasi l’Ispettore Lawless. «Finalmente qualcuno che rientra in casa!»
«Cosa è successo?» chiesi. «Dove sono Mr. e Mrs. Basil?»
«Quello speravo ce lo diceste voi. Noi siamo qui perché i loro tre figli sono stati rapiti dalla balia, che è fuggita con anche i suoi due marmocchi.»
Mi sedetti, in stato confusionario, sulla poltrona. «Tutto questo è assurdo!» mormorai con un filo di voce.
«Il nome della balia qual è? Mrs. Judson continua ad affibbiarle nomignoli poco decorosi, ma non ci ha dato un nome.» mi spiegò l’Ispettore.
«Relda, Mlle. Relda.» risposi. «Oh, non ci credo!»
In quel momento udii rientrare Basil ed Olivia.
«Credevo che la polizia fosse in giro a far rispettare la legge e non ammassata a casa mia!» esclamò il mio amico entrando come una furia in casa. «C’era un incendio e ci siamo fermati ad aiutare una famiglia che rischiava di perdere la casa. Se ci fosse stato qualcuno di voi là fuori, i pompieri sarebbero arrivati prima!»
Olivia apparve preoccupata appena vide Mrs. Judson correrle incontro.
«Cosa è successo?» le domandò.
«Olivia cara, mi dispiace tanto! Mi avevano chiusa nello stanzino di sopra, avevo tentato di fermarli!»
Basil mi guardò, chiedendomi spiegazioni.
«I vostri figli sono stati rapiti ed è stata la bambinaia, con alcuni complici.» mi anticipò Lawless, che usò decisamente poco tatto per una questione così delicata. «Con permesso, vorrei scambiare due parole con Mr. e Mrs. Basil da solo.» aggiunse rivolgendosi a me ed alla padrona di casa.
Vidi Basil e Olivia sedersi in cucina, difronte all’Ispettore, lasciando la porta aperta. Da dove ero io non riuscii a udire il discorso, ma a un tratto il mio collega si accigliò e cominciò a gridare, levandosi in piedi.
«So benissimo per chi lavora Mlle. Relda!»
«Io vi ripeto che è in prigione! Ci sarebbe arrivata una comunicazione che ne segnalava l’evasione!» gli ribadì l’Ispettore Lawless. «Se non ci credete, stasera stessa ci recheremo alla London Tower!»
«Andiamoci! Così vedrete con i vostri occhi che non mento!» lo esortò Basil. «Flaversham, tu resti a casa, nel caso quel Demone dovesse lasciare un messaggio per un riscatto.»
Olivia si strinse a Basil. «Ti prego, riportiamoli a casa!»
«Analizza questo frammento al microscopio.» le disse posandole nella zampa, senza farsi vedere, un pezzetto di tessuto. «Era impigliato nella porta della cucina. Scopri tutto quello che puoi e aspettami per fare i saggi alla fiamma.»
Olivia annuì. «E se Fidget dovesse venire a darci delle informazioni?» gli domandò lei, poi.
«Ascoltalo e poi riferiscimi tutto nei dettagli!» le disse prima di baciarle la fronte. «A più tardi!»
Basil e Lawless trovarono la cella di Ratigan chiusa e nessuna guardia a presidiarla. Le mattonelle vicino alla scalinata erano state spostate e poi risistemate. Scotland-Yard si mise immediatamente a indagare sulla fuga di Ratigan e su chi ne avesse coperto le tracce. Quello che non sapevamo era che egli era più vicino di quanto credessimo.
 
La sera successiva alla sparizione dei figli di Basil, Ratigan e i suoi uomini stavano brindando al Mouse Trap.
«Amici, sono lieto di informarvi che la mia ultima impresa è stata appena pubblicata sul London Mouse: “Rapiti tre gemelli a Baker Street. I colpevoli si sono dileguati”.»
I topi nel locale gioirono e levarono i boccali colmi fino all’orlo di birra.
«Avrei pagato per vedere la faccia di Basil di Baker Street personalmente!» sghignazzò Fidget rivolto a Ratigan. «Una fotografia è davvero troppo misera.»
«Oh, sono così contento di sentirtelo dire! Per la prossima fase, Fidget, è tutto pronto?»
«Certo, Professore! I bambini e Mrs. Mouserton sono pronti a lasciare Londra al vostro comando, Professore!»
«Consegna questa direttamente a Mrs. Mouserton e non farla finire in mani diverse!» gli ordinò il ratto porgendogli una lettera. «Così la nostra amica saprà esattamente dove recarsi!»
Fidget annuì e si mise a zoppicare verso l’uscita. «Devo fare in modo che Basil la legga per primo!» sussurrò infilandola lettera nell’apertura della sua ala e, cominciando a volare sui tetti di Londra, raggiunse Baker Street, rovinando all’interno dell’appartamento, per mezzo della finestra aperta dello studio. Il suo timore più grande era quello di essere visto da chi sorvegliasse la casa quando non era il suo turno.
«Fidget!» esclamò Basil, che si trovava con Olivia nella stanza. «La tua ala è di nuovo rotta!» aggiunse notando che si era fatto male gravemente durante la caduta.
«Che male!» si lamentò Fidget sedendosi, aiutato da Olivia. «Dovete assolutamente leggere il contenuto di questa busta. È dove si stanno recando Mrs. Mouserton e i vostri figli. Ho voluto farvelo sapere prima di consegnargliela. Vi chiarisco un paio di punti: Mlle. Relda si è sposata legalmente negli Stati Uniti e suo marito fornisce il capitale d’investimento necessario al Professore.»
Basil aprì con attenzione la busta e lesse il contenuto del messaggio. «Venezia?!»
«Ma è molto lontano da qui!» puntualizzò preoccupata Olivia.
«Non partiranno! Andremo al porto io e Fidget con Baxter.» spiegò Basil risigillando con cura la busta per farla apparire intatta. «Ti farò curare poi dal Dottore!» aggiunse rivolto a Fidget.
«Parlavate di me?» chiesi entrando nello studio.
«Dawson, visto che siete qui, venite anche voi!» esclamò Basil tirandomi per la manica della giacca verso il passaggio segreto.
Fidget ci aveva seguiti zoppicando, io osservai il mio collega entrare nell’appartamento.
«Emergenza, Baxter! Vieni qui, su!»
Il cane si mise davanti a noi e ci fece salire in groppa.
«Andiamo al porto! Dobbiamo impedire che Mrs. Mouserton parta su un battello per il continente!» esclamò Basil.
Arrivati a destinazione, Fidget andò a consegnare la lettera a Mrs. Mouserton.
«Ti sei rotto l’ala venendo qui?» chiese lei bruciando la lettera, subito dopo averla letta. «Avvisa il Professore della mia partenza.»
Fidget zoppicò fino alla fine del molo, mentre Mrs. Mouserton entrava in una cabina attaccata all’attracco del battello.
«Ok, Dawson. Io seguo Relda, mentre voi andate con Baxter a chiamare Lawless ed i suoi topi.»
«Ne siete sicuro, Basil?» domandai, pensando che da solo non sarebbe riuscito a portare via i suoi tre figli, dovunque essi fossero.
«Ne sono certo! Me la caverò!»
Fidget si avvicinò a noi. «State attenti a Ratigan e ai suoi uomini! Sono qui nei paraggi pronti a partire su un battello diverso. Mi hanno affidato la guardia a Baker Street, ci vediamo là!»
Basil si avviò, con circospezione, alla porta dove era entrata Mrs. Mouserton.
«Ciao, Basil!» sghignazzò una voce a lui famigliare. «Sapevo che saresti arrivato qui. Uno dei miei uomini è tornato con la camicia strappata su una manica…»
«Scommetto che lo hai dato in pasto a quella grassona della tua gatta. Vero, Ratigan?»
«Oh, Basil, sei molto intelligente!» rispose lui accendendo una lampada ad olio. «Penso che, però, tu non abbia idea di quanto quei marmocchi ti somiglino. Non hanno fatto altro che strillare in questi due giorni.» sogghignò il ratto indicando un’altra porta. «Sono appena passati di là. A quest’ora saranno già imbarcati.»
Basil si guardò intono e vide, per mezzo della poca luce della lampada, diversi attrezzi per la pesca appesi alle pareti.
«Gli umani non ci sono a quest’ora. È inutile che cerchi diversivi per raggiungere i tuoi adorati piccoli.»
Basil digrignò i denti.
«Oh, un piccolo dettaglio: sei circondato, se cerchi un modo per fuggire.», sogghignò nuovamente il ratto.
«La polizia sarà presto qui, Ratigan. Non la passerai liscia!»
Questi lasciò cadere a terra il mantello dalle sue spalle, con un gesto disinvolto. «In tempo per recuperare il tuo corpo senza vita!»
Basil si sfilò l’impermeabile. «L’ultima volta che ci siamo affrontati ero in svantaggio perché dovevo proteggere Olivia nello stesso tempo. Ora ti devo affrontare per riprendermi i miei figli e non potrai fermarmi!»
I due roditori si scrutarono, studiandosi, poi Basil si avventò su Ratigan, il quale lo afferrò alle spalle, ma il mio compagno rispose mordendo la zampa del ratto e riuscì a far cadere una scatola di esche su di lui, creando un diversivo con il fine di oltrepassare la porta che conduceva alla banchina di imbarco. Ratigan, ripulitosi dai vermi, scorse un amo da pesca assicurato con una lenza a una canna e lo afferrò. Prima che il mio collega potesse abbassare la maniglia della porta, il diabolico ratto gli fu addosso e lo atterrò, infilandogli l’amo nella spalla destra.
Basil non riuscì neppure a gridare, il dolore gli aveva tolto il respiro e temette il peggio, ma, inaspettatamente, Ratigan lo liberò dalla sua presa e lui si alzò in piedi. Chinò lo sguardo sulla ferita; notò che l’ardiglione dell’amo lo aveva completamente trapassato e il corpo di esso era ben visibile. Usò la mano sinistra per toccare l’estremità dell’amo, che fuoriusciva da dietro la spalla, e sentì la lenza annodata ad esso e, pochi istanti dopo, avvertì un dolore intenso, appena la lenza venne avvolta dalla canna da pesca.
«Allora, Basil, vediamo se ti piace essere sollevato da terra!» lo schernì Ratigan.
Basil contorse il viso e digrignò i denti per non gridare, non avrebbe dato quella soddisfazione al suo rivale storico.
«Su e giù… Su e giù! Come mi diverto!» rise perfidamente Ratigan, giocando con la lenza. «Non ti diverti anche tu, Basil?»
«Aspetta solo che riesca a scendere!»
«Oh, vuoi scendere?» domandò il ratto lasciando la lenza e facendo piombare a terra Basil, con un tonfo sordo. «Accontentato!»
Basil lo guardò avvicinarglisi e i suoi occhi si posarono sugli artigli di Ratigan, in procinto di colpirgli la spalla. Il dolore fu intenso, questa volta egli non riuscì al trattenersi dal gridare. Il ratto continuò ad infierire finché non udì il motore del battello entrare in funzione.
«Scusa Basil, ma devo andare ora. Darò un bacio ai tuoi figli da parte tua!»
Basil venne issato a mezz’aria di nuovo.
«Ti farò tornare in galera, Ratigan! Mi riprenderò i miei figli! Tu la pagherai!»
«Goditi la permanenza là in alto e porgi i miei omaggi all’Ispettore Lawless!» lo salutò Ratigan divertito, scomparendo dietro la porta.
«No! No! No!» urlò agitandosi Basil, finché il dolore alla spalla non fu troppo intenso.
In quel momento entrammo io e Baxter, accompagnati da Lawless e dai suoi sottoposti. Basil era il volto della disperazione. Solo quando Ratigan ci aveva legati alla sua trappola infernale la sera del sessantesimo anniversario della Regina avevo visto il mio collega in quello stato.
Notai delle gocce di sangue a terra e solo dopo l’amo nella spalla di Basil.
«Tiratelo giù!» ordinai.
«No! Prendete Ratigan! Andate oltre quella porta prima che salpi!» urlò Basil.
Alcuni topi di Lawless oltrepassarono la porta, ma ritornarono immediatamente indietro; era tardi, il traghetto era già al largo.
Basil era stato calato, docilmente, fino a terra e io esaminai la sua ferita.
«Torniamo a Baker Street!» sentenziai, volgendomi verso l’Ispettore. «Devo medicarlo nel mio studio!»
«No! Devo seguire Ratigan!»
«Basil!» lo guardò negli occhi l’Ispettore Lawless. «Non c’è più nulla da fare!»
Il mio collega si accigliò. «Quel Demonio! Come pretendete che possa spiegarlo a mia moglie?»
«Rientra nel mio lavoro.» gli disse Lawless e poi si volse a me. «Portatelo a casa. Vi raggiungiamo subito.»
«Dobbiamo fare presto, Basil.» gli sussurrai.
«Va bene, Dawson.» disse rassegnato, lasciandosi assicurare al collare di Baxter.
Arrivati a Baker Street, chiesi immediatamente aiuto a Mrs. Judson per far portare Basil nel mio studio. Proprio quando stavo per sbarrare la porta, Olivia mise un piede per bloccarla.
«No! Non mi chiuderete fuori!»
Basil aveva quasi perso conoscenza e appena vide Olivia allungò il braccio sinistro verso di lei.
«Sono qui, Basil!» disse lei scavalcandomi.
«Ehi, Flaversham!» sorrise debolmente lui. «Non lasciarmi!»
«Dormi, ora!» gli sorrise Olivia, mentre io gli iniettavo una dose di morfina.
 
Quando Basil si svegliò era nel suo letto, con il braccio e la spalla doloranti e un forte mal di testa. Accanto a lui, dalla parte sinistra, sonnecchiavo, appoggiato allo schienale della sedia, sulla quale ero seduto. Mi sentii toccare ed aprii debolmente gli occhi.
«Dawson, svegliatevi!»
«Basil!» esclamai scattando in piedi.
«Voglio la morfina!» ordinò imperativo.
«Basil, vi darei la morfina solo se vi facesse male il braccio in modo grave e in dose sicuramente minore a quella che mi ha permesso di rimuovere l’amo. Sono certo che possiate sopportare il dolore.»
Basil contorse le labbra e voltò il viso dall’altra parte, in direzione della porta, per nascondere le lacrime.
«Enola… Quando ho guardato negli occhi mia moglie nel momento in cui ho chiuso gli occhi, mi è sembrato di vedere lei… anche adesso.»
Solo allora notai Olivia arrivare nell’anticamera, dal piano inferiore.
«Basil, sei sveglio!»
«Flammerhammer, ho temuto di non poterti più rivedere!»
Mi accorsi che forse era il caso di lasciarli soli.
«Dawson, gli dia della morfina!» mi fermò Olivia. «Sta soffrendo molto.», disse asciugandogli le lacrime.
«Credo che, certamente, Basil senta male al braccio. Solo, non credo che soffra per quello!» e aggiunsi, andandomene «Sono nel mio studio.»
Olivia si sdraiò accanto a Basil, esaminando il suo braccio. «Ti va di parlamene?»
«Ero così vicino! C’ero quasi! Stavo prendendo la via per raggiungere quella… Se solo Ratigan, io…»
Olivia gli prese la mano sinistra e se la portò al viso. «Rimettiti presto. Fidget è partito ieri e ci sta passando per telegrafo tutti gli spostamenti di Ratigan. Gli ho chiesto di vegliare sui bambini e mi ha promesso che farà del suo meglio. Dice che Ratigan ha un piano e che cercherà di scoprirlo.»
«I bambini sono la cosa più preziosa che abbiamo, ma non voglio che tu metta in pericolo la tua incolumità.» puntualizzò Basil, che si sollevò un po’ per guardarsi il braccio ferito legato al collo. «Ti prometto che li riporterò a casa!»
«Non ti lascerò da solo. Io sarò con te.»
Nessuno era certo di quali fossero i veri piani di Basil. Per tre anni, si mise a viaggiare con me e Olivia al suo fianco all’inseguimento di Ratigan, finché, il 28 Giugno 1914, non vi fu l’assassinio dell’Arciduca austriaco. Comprendemmo all’istante che era meglio rientrare in patria e che la situazione stava precipitando rapidamente. Non sbagliavamo: il 28 Luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia e la Grande Guerra ebbe inizio.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Basil l'Investigatopo / Vai alla pagina dell'autore: alicew in wonderland