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Autore: fotone    04/11/2018    1 recensioni
Ginevra sta studiando per diventare una ricercatrice in fisica teorica. Ha molti pensieri, tanti, pensieri che nessuno si degna di ascoltare, se non il suo relatore dell'università, che ascolta sia le lezioni che ha studiato che i suoi pensieri più profondi e personali. La ascolta parlare di neutrini e di quark, ma la ascolta anche parlare di vita e di cervello.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Ginevra e mi trovo a Bologna per prendere un dottorato di fisica. Ho scelto Bologna tra i vari luoghi che offrivano la possibilità di conseguire un dottorato perché sono stata maggiormente attratta dall'offerta formativa proposta dalla scuola di questo posto. Per questo motivo, vivo da sola. Ho lasciato i miei genitori in Piemonte. Qui, ho conosciuto degli amici. Sono pochi, ma fantastici. Sabrina è la ragazza con cui condivido l'appartamento; è più giovane, studia ingegneria. Alessia è la ragazza dell'appartamento di fronte. Lucia e Marco sono miei compagni di corso. Infine, Leonardo è il mio relatore. Giuro di non esser diventata sua amica solo per ottenere voti migliori, da lecchina. È una persona estroversa e, come tutti gli estroversi, mi ha "scelta" e ha controllato lui il procedimento della nostra relazione, che è così passata da un rapporto relatore-studentessa ad un rapporto amico-amica. Oggi, ci troviamo al bar che si trova nella via parallela all'università. "Hai già iniziato a prepararti per l'esame di fisica nucleare?" mi domanda. "Certo, Leo. Dovresti sapere che studio i nuclei dell'atomo da prima di finire il liceo, per curiosità personale." gli rispondo. In verità, ho mentito, non ho neanche ancora letto il programma, ma so così tanto sulle particelle elementari che so che sarà facile. " Caspita, Gin, sei veramente speciale. Arriverai lontano, lo sai?" mi chiede, sorridendo. Gli sorrido anche io: "Onestamente, mi pare un po' un'esagerazione. A me sembrano cose fastidiosamente facili." "Lo dici sul serio o solo perché vuoi incarnare il ruolo del genietto?" "No, Leo, davvero. Odio le ragazzine che fanno le finte intellettuali. Ne conoscevo una così. Semplicemente, mentre il latino non mi è mai entrato in testa, non mi devo neanche sforzare di ricordarmi la fisica. È semplice e ovvia. Non dico di ricordare a memoria l'equazione di Schroedinger o di aver compreso immediatamente il moto vettoriale di un punto materiale, ma le cose più semplici non devo neanche memorizzarle; le ho già in testa, automaticamente. Non dico che la fisica teorica in generale sia semplice, ma che questo argomento in particolare è di facile comprensione, per me." "Va bene, ti sei spiegata. Penso ancora che tu sia estremamente intelligente, indipendentemente dall'equazione di Schroedinger. Comunque, come va, a parte quello?" "Sto recentemente faticando a gestire i miei sentimenti. Onestamente, penso siano molto diversi dalle emozioni. Cioè, lo so. In teoria, un'emozione è una reazione neurochimica intensa, di breve durata, mentre un sentimento è - contrariamente - duraturo. Credo che la sensibilità di una persona sia inversamente proporzionale alla sua emotività. Una persona emotiva ha un preciso libro interiore di valori e regole morali, che controllano il funzionamento delle loro emozioni. Una persona sensibile percepisce invece in modo molto forte le influenze del mondo esterno, proprio perché non ha valori personali. Lascia che quei valori siano plasmati dagli altri, e per questo può provare malinconia di fronte ad un ambiente incoerente. Ecco, io penso di avere un'emotività estremamente debole e di essere invece molto sensibile, di conseguenza." "Rimarrai delusa, ma ti dirò che, tra le parole che hai detto, nessuna mi ha parlato di te quanto le parole "in teoria". Sei chiaramente una persona estremamente teorica. Sei il genere di persona che si può dimenticare di mangiare, se è molto presa dall'analisi di una formula. Per questo penso arriverai lontano. Bisogna passare un concorso specifico, per entrare al CERN di Ginevra, come per entrare all'istituto INFN di Trieste, lo sai. Ma fidati se ti dico che, con la tua mente, riusciresti di sicuro a passarli anche entrambi. Con le tue ricerche, potresti rendere il tuo nome tanto affermato, tra la comunità scientifica, che l'ESA potrebbe inviarti su Marte, nel 2035. Almeno, questo è il mio punto di vista. Ti consiglio di conseguire un Master all'estero, dopo il dottorato." "Grazie, pensavo già di farlo. Sono fermamente consapevole che ogni cosa mi dici è semplicemente un punto di vista. Ho una visione estremamente relativista su ciò che mi dice la gente, per quanto influenzi i miei sentimenti. Credo ci sia un collegamento tra la relatività di Einstein e il relativismo filosofico." "Influenza i tuoi sentimenti? Quindi suppongo di aver - avendoti detto cose gentili - influenzato positivamente i tuoi sentimenti, giusto?" "Leo, lo hai fatto decisamente. Ma anche prima di oggi, già avevo riservato a te un posto di rilevanza, dentro di me. Non essendo emotiva, penso di potermi astenere dalla patetica pretesa di "essere apatica", quindi posso dire di provare sentimenti. E ti associo a sentimenti positivi." Mi sorride e mi mormora con voce più bassa: "Splendido. Perché io ti associo a sentimenti positivi da moltissimo tempo...". Detto ciò, mi bacia. Quella notte, ci appariamo nel mio appartamento e... facciamo "dimostrazioni di fisica", tra le mie lenzuola. Ma, in questo caso, non è affatto la fisica teorica che io amo tanto studiare.
   
 
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