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Autore: Ladyhawke83    04/11/2018    5 recensioni
Nota dell’Autrice: che dire? Questa volta ho voluto giocare un po’ sui doppi sensi, sul comico e sul malizioso. Mi sono immaginata un temporaneo slittamento di sesso, e il mio adorato Vargas ne ha fatto le spese. La storia è ambientata più o meno al periodo post “promessa del mago”, dopo la storia “il bianco e il nero”, ma qui a Vargas e Callisto non sono mai stati insieme.
Questa storia partecipa alla FREEDOM CHALLENGE indetta dal gruppo Facebook “boys love” e il tema scelto è lo “Storico-medievale”
Buona lettura!
Ladyhawke83.
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Effetti collaterali

 

 

“Callisto! Callisto svegliati!”

Lo stregone ci mise un po’ a rendersi conto che qualcuno lo stava scuotendo senza ritegno, nel cuore della notte.

“Ma che diavolo... Oh e tu da dove sbuchi, celestiale visione?” L’Elfo non poté non notare il prorompente davanzale della fanciulla concitata che lo aveva strappato dalle braccia di Morfeo.

“Sono io, cretino! Non mi riconosci?” Disse la donna, con voce agitata.

“Ehm... sono certo che mi ricorderei di te, se ti avessi già incontrata... quindi perdonami, ma potresti dirmi chi sei?” La voce del Re Drago era ancora impastata dal sonno e gli occhi faticavano a mettere a fuoco la sconosciuta nella quasi oscurità della stanza.

La giovane, dai lunghi capelli neri, evocò una piccola luce fluttuante nel palmo della mano e, nell’osservarla compiere quel gesto, Callisto riconobbe un ché di familiare.

“Adesso mi riconosci stregone?” Domandò la voce un po’ stizzita, portando la piccola luce all’altezza del viso.

“... perdonami, non so davvero chi tu sia e, soprattutto, cosa ci faccia nelle mie stanze!” Callisto era sinceramente confuso al riguardo.

“Sono Vargas, idiota!” Ammise l’altro, ricevendo dall’elfo un’occhiata incredula.

“Vargas? Ma... Come? Cosa? Perché sei camuffato come una donna?” Chiese lo stregone, non cogliendo assolutamente la rabbia e l’urgenza dell’altro.

“Io non sono travestito da donna... sono proprio una “donna”... Sono diventato una dannata femmina!”. Gridò il mago esasperato dall’ottusità dell’altro.

Callisto per tutta risposta osservò meglio il profilo Vargas e scoppiò ridere, sguaiatamente, impunemente, senza rispetto alcuno.

“Cioè... no... scusa... è così folle...” cercò di riprendersi lo stregone con le lacrime agli occhi per il troppo ridere, mentre l’altro lo fissava con uno sguardo incendiario.

“Sii serio, per una volta, e aiutami!” Gli ricordò il mago, con quelle ciglia lunghe, un bel seno prosperoso, e labbra che sembravano fatte apposta per essere baciate.

“Non riesco a concentrarmi se mi sbatti davanti agli occhi quelle tette provocanti... sono pur sempre un uomo per tutti i draghi!” Fece notare Callisto a Vargas, che non si era nemmeno accorto che sua tunica da mago, con la scolatura a V, sul davanti, non lasciava molto spazio all’immaginazione.

“Sei un pervertito, come puoi pensare a queste cose... proprio adesso!” Gli Gridò Vargas, colpendolo con il pugno chiuso sulla spalla nuda.

“Non è colpa mia se ti sei presentato, da me, con quel corpo da delitto, in piena notte...” Callisto abbassò lo sguardo lasciando intendere che sotto le lenzuola, all’altezza dei fianchi ci fosse del movimento.

“A me della tua erezione, non frega un cazzo...”

Lo stregone non lasciò all’altro il tempo di replicare, che già l’aveva afferrato e ribaltato sul giaciglio, ponendosi sopra di lui, a neanche un palmo dalla sua bocca di rosa.

“Dovrebbe interessarti invece, Biancaneve... Mi ha strappato ad un sogno erotico meraviglioso e ora io sono... insoddisfatto” sussurrò malizioso il Re Drago al mago, le cui guance candide si imporporarono di colpo.

“Ehi non dir cazzate. E non ci provare nemmeno a sfiorarmi... Piuttosto dimmi come posso annullare questo dannato incantesimo!” Ringhiò la bella voce di Vargas, che da donna aveva assunto una tonalità un po’ più melodiosa.

“Come diavolo faccio a saperlo, se tu non mi dici cosa hai combinato, per ridurti così? Non che mi dispiaccia eh... A meno che tu non abbia il ciclo...” Lo disse sorridendo malizioso, mentre ancora se ne stava con tutto il proprio dolce peso sopra a Vargas.

“Che cazzo dici! Il ciclo? Per carità, potrei morire!” sbiancò il mezzelfo, al solo pensiero di sanguinare per giorni interi.

“Io cercavo ingredienti per un incantesimo contro gli incubi e l’insonnia, ma mi sa che qualcosa è andato storto. Devo aver preso una delle boccette di tua figlia, al posto dell’ingrediente giusto” .

Vargas alzò gli occhi al cielo, mentre tentava di ricostruire le ultime cose fatte, prima di risvegliarsi in quello stato.

“E poi non ricordo granché. Ho dormito benissimo, come un bambino, ma poi mi sono ritrovato con le tette e senza qualcos’altro...”.

“Uhm... sicuramente l’effetto collaterale sarà qualcosa di passeggero. Credo che l’unica che possa  aiutarti sia proprio mia figlia. Sfortunatamente, Airis non tornerà qui al Castello prima di due giorni. È in ritiro spirituale”.

Ammise con assoluta tranquillità Callisto, facendo cadere un’altra volta lo sguardo sulla porzione di seno che intravedeva sotto la tunica di Vargas.

“Cosa? DUE GIORNI?! E io come cazzo dovrei fare per due giorni?” Gridò in preda ad una crisi isterica il mezzelfo, scaraventando l’altro via da sé.

“Beh, non è un problema mio, sei tu che te ne vai in giro a fare esperimenti da volgare fattucchiera!”.

L’elfo non si scompose minimamente di essere stato scansato, anzi tornò all’attacco, perché  la cosa lo divertiva da matti. 

Cecare di circuire Vargas. con quel corpo da urlo, e vederlo arrossire e, nello stesso tempo infuriare, come solo lui sapeva fare era troppo spassoso per poterci rinunciare.

Il mago aveva, in quel momento, il fisico di una Dea e la rozzezza di uno scaricatore di porto.

“Non posso neanche farmi vedere in giro al castello. Mi vergogno... e questi abiti... mi stanno scomodi!” Cera ingenuità in quella constatazione del mezzelfo, banale e puerile, la tipica agitazione femminile, il che cozzava con quel suo carattere sempre scontroso e distaccato.

“Oh beh... puoi sempre restare nelle mie stanze finché Airis non torna...” soppesò Callisto, sempre più divertito da quell’assurda situazione.

“Adesso spogliati” Ordinò il Re con sguardo fermo.

“Che?” Rispose a Vargas terrorizzato, stringendo le mani al petto.

“Fossi matto!”;Rispose Vargas, un po’ troppo velocemente, gesticolando con le mani. 

L’idea che Callisto potesse approfittarsi della situazione lo aveva fatto andare in panico, nonché in affanno.

“Calmati Biancaneve, non voglio mica scoparti. 

Voglio solo che ti spogli, così posso darti uno degli abiti di Airis almeno per questi giorni...”. Si affrettò a dire lo stregone, mettendo le mani sulle spalle del mago.

“Smettila di chiamarmi Biancaneve! E comunque non mi spoglierei mai davanti a te”. Sottolineò la voce sempre dolce, ma indispettita di quella meravigliosa creatura che rispondeva al nome di Vargas.

“Peccato, speravo di poter godere di uno spogliarello, e invece tu osi negarti. Con quella bocca da baci, quel seno da mordere e quei capelli da sciogliere? Io sfrutterei l’occasione...” Callisto ammiccò sulle ultime parole e, a Vargas, in quegli scomodi panni femminili, non sfuggì lo sguardo bramoso, e lucido, in quelle iridi nocciola.

“Vaffanculo! Sei proprio un idiota! Non so neanche perché ti ho chiesto aiuto” si Domandò Vargas incazzato.

“Perché io sono il Re, perché sono bravo e sono dannatamente irresistibile!” Callisto si pavoneggiò tutto tronfio, dimenticandosi di essere in piedi, e nudo, davanti al mago.

“Se non la smetti, ti ritroverai ad essere un Re evirato, dal sottoscritto!”.

Vargas scandì bene ogni parola, in modo tale che l’altro capisse che non stava scherzando, in più schioccò un lampo omicida, che non passò inosservato allo stregone, il quale si allontanò prontamente.

“Va bene, va bene, Vargas, stavo solo scherzando... tu non hai il minimo senso dell’umorismo” si scusò Callisto, mettendo le mani avanti, mentre una singola goccia di sudore freddo gli scivolò giù dalla tempia.

“Non avresti tutta questa voglia di scherzare, se fosse capitato a te!” Gli ricordò il mezzelfo frustrato.

“No, forse no. Certo è che passerei tutto il tempo a fissarmi le tette” 

“Sei proprio una testa di cazzo!” Disse Vargas, scuotendo i fluenti capelli neri, da fata.

“Sì, ma senza di me, dove starebbe il tuo divertimento? Dai mettiti a dormire. Tranquillo, non cercherò di attentante alla tua virtù...” Ammise il Re e dopo essersi rivestito, almeno un po’, si mise sulla cassapanca dall’altro lato della stanza, lasciando a disposizione del mago il grande letto a baldacchino.

“Grazie... Buonanotte” Disse esausto Vargas, per poi addormentarsi quasi subito.

“Notte, Biancaneve”. Rispose l’altro in un sussurro, mentre un nuovo sorriso gli increspava le labbra.

 

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Nota dell’Autrice: che dire? Questa volta ho voluto giocare un po’ sui doppi sensi, sul comico e sul malizioso. Mi sono immaginata un temporaneo slittamento di sesso, e il mio adorato Vargas ne ha fatto le spese. La storia è ambientata più o meno al periodo post “promessa del mago”, dopo la storia “il bianco e il nero”, ma qui a Vargas e Callisto non sono mai stati insieme. 

Questa storia partecipa alla FREEDOM CHALLENGE indetta dal gruppo Facebook “boys love” e il tema scelto è lo “Storico-medievale”

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