Era estremamente buio quella notte di luna piena, ma le luci di Parigi erano abbastanza per poter vedere, forse anche troppo.
Il suo sguardo si fece improvvisamente vacuo e qualcosa iniziò a scendergli dagli occhi smeraldini, rigandogli le guance. Eppure gli sembrava di non riuscire ad avvertire più niente in quel momento...
La sua mente stava pian piano andando alla deriva, mentre lacrime sempre più copiose gli percorrevano il volto sporco e coperto dalla maschera nera.
Una mano artigliata era appoggiata a coprire parte del viso sconvolto. Singhiozzi silenziosi presto avrebbero raggiunto la sua gola. Il dolore e la sofferenza già albergavano nel suo cuore, accompagnati da un’indicibile disperazione. Gli occhi si erano serrati per non vedere, i denti erano digrignati per non pensare.
-Chat…- un sussurro triste e una leggera carezza sul suo volto bagnato. Due labbra che si sfiorano in un tocco effimero…
Il gatto nero aprì stupito gli occhi, di nuovo colmi di lacrime ancora sgorganti. –My… Lady?- riuscì a pronunciare con un fil di voce. Era confuso.
Una figura evanescente gli era di fronte. Aveva un sorriso malinconico sul volto e occhi pieni di un sentimento indescrivibile.
-Sii felice, mon chaton...- un altro lieve sussurro raggiunse le sue orecchie feline -…anche senza di me- quella debole e dolce voce che avrebbe riconosciuto fra mille sembrò quasi penetrargli il cuore e la mente.
-Addio, Chat…- e così anche l’ultimo sussurro si spense nel vento fresco di quella sera tinta di rosso.
La mano guantata del gatto si spostò inconsciamente in avanti, afferrando solo aria. Non poteva fare più niente. –Non andartene…- Non c’era più niente che potesse cambiare la situazione. –Non andare…-
Il suo corpo era ancora disteso di fronte a lui, a pochi centimetri. Lei era proprio lì, distesa e immobile, ormai per sempre.
Una stretta al petto gli mozzò per qualche secondo il respiro e poi l’aria gli inondò nuovamente i polmoni, facendoglieli bruciare. Un fremito lo percorse, facendolo ripiegare su sé stesso con le braccia al petto. Il gatto nero cadde in ginocchio proprio al suo fianco.
-Marinette!!!- solo un urlo roco e straziante vibrò nell’aria già satura di pioggia, e un mare di profonda oscurità che già conosceva lo avvolse ancora una volta tra le sue diaboliche spire.
 


 
Nda:
Okay, okay, mi scuso per ciò che ho scritto. Chi mai vorrebbe vedere la morte della nostra piccola Marinette? Nessuno, nemmeno io :'(
E dire che stavo solo cercando di addormentarmi, pur sempre alle tre di notte, concentrandomi un po' su Ladybug e Chat Noir. Non si sa mai, magari poi ne esce fuori un bel sogno, e invece... Mi viene in mente una semplice scena: Chat che riceve un bacio mentre sta piangendo sul tetto. Mi chiedo: -ma come mai starà piangendo?- e... puff. Adesso capisco il perchè. Mi ritrovo all'improvviso Marinette che dice: "sii felice, mon chaton… anche senza di me" e io sono del tipo WTF !?!? perché non è possibile!
Ma dico io, uno non può stare tranquillo nemmeno quando vuole dormire?!
Fatto sta che ho dovuto prendere il primo foglio che mi capitava sotto mano e scrivere la storia al buio.
E qui chiudo questa piiiiccola (grande) parentesi di cui nessuno importa, e vi chiedo: che ne pensate?
Spero di avervi trasmesso almeno un po' della disperazione e del dolore del nostro povero Adrien (che persona cattiva che sono a volte XD ).
Fatemi sapere ^.^
Alla prossima, Roby-chan