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Autore: Soul_light04    06/11/2018    2 recensioni
La regione di Johto, dove vive la bella Lyra Soul, viene invasa dal Team Rocket, banda criminale che ha operato a Kanto tre anni prima, per poi essere sconfitta da una squadra di agenti segreti.
Gli abitanti di Goldenrod City sono costretti ad una nuova vita a fianco del Team Rocket, ma non tutti sono uguali, e Lyra lo impara grazie all'uomo stabilitosi a casa sua, il Generale Proton Sherwood.
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[NoPokémonAU] [Cannonshipping - Lyra/Cetra x Proton/Milas, sì, ho delle ship strane]
Ispirato dal romanzo "Suite Francese" di Irene Nemirovski, da cui è stato poi estratto l'omonimo film.
ATTENZIONE: questa storia è completa, sto solamente revisionando i capitoli; aggiornamenti costanti (si spera). Forse i personaggi sono un po' OOC.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Crystal, Gold, Lyra / Kotone, Milas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 2.

Erano trascorse un paio di settimane da quando Goldenrod era stata invasa dal Team Rocket; i giorni passavano sempre più lentamente per Lyra, sempre la stessa routine. Ogni notte, però, Proton Sherwood suonava quella mistica melodia che le scaldava il cuore. Lyra camminava in punta di piedi e appoggiava l'orecchio alla porta dello studio, chiudeva gli occhi, fino a quando non sentiva un sospiro da parte di del Generale.

"Sei sicura di star bene? Ultimamente ti vedo più... assorta" Le disse un giorno Sapphire. Lyra alzò gli occhi dalla sua tazza di tè ormai freddo e la guardò dritta nelle iridi blu, che avevano assunto un velo di preoccupazione.

"Non mi sembra" Replicò Lyra, battendo le palpebre più volte. Ruby, vicino a lei, le prese di scatto la saliera che aveva in mano.

"In realtà eri così assorta che, al posto di mettere lo zucchero, hai messo il sale" Disse Ruby. Lyra arrossì leggermente e abbassò lo sguardo sulle sue ginocchia, un'espressione ovviamente imbarazzata aveva deformato i suoi lineamenti solitamente rilassati.

"Si tratta di quel Generale, vero?" Chiese Ruby, addolcendo il tono. Sapphire si sporse in avanti, curiosa di avere una risposta. Entrambi avevano inarcato le sopracciglia.

Lyra sospirò pesantemente, prendendosi il viso tra le mani: "Sì, è vero. Non dipingo da due settimane, siccome è sempre nello studio; non posso prendere né la tela, né i colori e nemmeno i pennelli. Inoltre... ogni notte lo sento suonare una melodia al pianoforte, sempre la stessa. E' così dolce e triste che non riesco a smettere di ascoltarla. E' incredibile il suo talento, e sono sicura che persino mio padre glielo riconoscerebbe"

"Ma lui è attraente?" Chiese Sapphire alzando le sopracciglia su e giù. Ruby e Lyra la guardarono male, tuttavia quest'ultima arrossì violentemente. Avrebbe dovuto aspettarsela, una domanda del genere.

"L-L'ho visto bene s-solo una volta... b-beh, è un bell'uomo, n-non c'è che dire" Balbettò Lyra in risposta. Decise di cambiare argomento, domandando a Sapphire e a Ruby come avessero fatto a trovare un po' di tempo per uscire con lei.

"Il nostro capo aveva un incontro con il Generale del Team Rocket, quello con i capelli blu" Spiegò Blue. Lyra si ricordò improvvisamente che, nell'appartamento di Sapphire e Ruby, si era stabilito un Generale.

"A proposito, com'è il vostro Generale?"

Ruby e Sapphire si scambiarono uno sguardo confuso.

"In realtà sembra un tipo simpatico. Nonostante noi gli parliamo solo lo stretto necessario, lui ogni giorno ci racconta delle sue storielle o delle barzellette. Dice che, se non si fosse unito al Team Rocket, sarebbe diventato un comico di fama mondiale. Che ci dici del tuo, Lyra? Credo che ieri stesse parlando al telefono proprio con quello che sta da te" Spiegò Ruby, e Sapphire annuì senza esitazione, un piccolo sorriso arricciava le labbra di entrambi.

Lyra si picchiettò il labbro inferiore con l'indice, in cerca delle parole giuste.

"Proton Sherwood è... misterioso. Ci incontriamo solo di mattina e lui mi saluta molto educatamente, mi augura una buona giornata ed esce di casa. Verso mezzogiorno ritorna e si chiude nello studio. Io non gli ho mai parlato, sinceramente. Ho troppa paura..."

"In realtà il peggiore dei Generali, secondo me, è quello con i capelli blu, insieme alle sue reclute. Credo che abbia fatto qualcosa a Platina... è più silenziosa del solito e fa di tutto per non stare da sola con me o con qualsiasi altro uomo. Pure suo padre sembra essere molto preoccupato per lei..." Intervenne Ruby, i suoi occhi rossastri si erano incupiti d'improvviso. Lyra sbarrò gli occhi, tremò al solo pensiero di cosa avrebbero potuto farle quei mostri.

"In realtà, giusto l'altro giorno stavo parlando con la Viscontessa Berlitz, e mi ha confidato che Platina è stata anche picchiata dalle reclute di quel Generale perché non voleva consegnarle la sua collana preferita. E' stato davvero crudele, ha detto, ha la faccia deturpata per colpa sua. Spero di non avere mai a che fare con lui. Sapete, in città non si parla d'altro" Disse Sapphire.

"Lyra, il tuo Generale non ti farà niente di simile, secondo me. Se non ha ancora tentato di... come dire, palparti o cose simili, dubito che lo farà in futuro" Aggiunse Ruby, forse per rassicurarla un po'. Lyra gli credette a stento.

Finirono di mangiare la loro consueta fetta di torta e, dopo aver pagato, Lyra prese la bicicletta e tornò a casa; Stranamente era sola.

Lo studio di Lyra Soul, un tempo, odorava di acrilico e fiori, infatti un vaso di ceramica realizzato da lei stessa, un paio d'anni indietro, ornava la scrivania in mogano, dove vi erano sparsi vari schizzi preparatori, matite morbide e sanguigne. Sulla piccola libreria appena accanto all'armadio a muro, erano perennemente appoggiati il suo cellulare e il suo portatile, a volte trascurati per ore, tanta era la voglia di Lyra di non lasciare nulla incompleto, proprio accanto alla foto della sua famiglia. Quando, invece, Lyra doveva sgranchirsi le dita, intorpidite dal lavoro, sedeva dinanzi al pianoforte a coda, e in tutta la casa era udibile il suo dolce suono, che rallegrava gli anziani vicini, accompagnato solo dal canticchio degli uccellini. Le pareti erano adornate dai suoi stessi quadri, spesso sporche di tempere, che le davano un tocco di artistica e ben voluta confusione.

Non appena vi rimise piede, invece, Lyra avvertì immediatamente un alone di forzato cambiamento: il profumo pareva essere di tabacco e colonia maschile, misto ad un leggero odore di pioggia e boschi. Le pareti, ritinteggiate giusto un mese prima, erano di un bel verdognolo, una sfumatura simile ai capelli del Generale. I quadri si erano volatilizzati, accatastati frettolosamente nell'armadio a muro, un pesante silenzio aleggiava nell'aria già di piombo, rendendo quella stanza un luogo oppressivo. Sulla sua scrivania, perfettamente ordinata e spolverata, erano impilati vari documenti in un'eccellente calligrafia, che senza dubbio apparteneva alle mani da pianista del Generale. I suoi cavalletti, prima sparsi ovunque sul pavimento, facendola spesso inciampare, erano stipati in un angolo, reggendosi a stento in piedi.

Lyra passò delicatamente un dito sul coperchio del pianoforte, mentre un senso di nostalgia le si insinuava nel petto. Aprì l'armadio a muro con la chiave che portava sempre al collo e, stando attenta a non rovesciare tutto, ne prese uno e lo scrutò con occhio critico. Il ritratto di Gold era venuto quasi perfettamente.

"Archer non trova nessuno di loro?... Beh, qui non c'è niente di sospetto..." Le parole pronunciate dal Generale, due settimane prima, risuonarono nella sua testa forti e chiare. Prese in mano il primo dei fogli impilati sulla scrivania, cercando di non stropicciarlo e dimenticandosi di aver lasciato l'armadio a muro aperto.

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Oggetto: gli arresti

Devo comunicare alla sede provvisoria del Team Rocket con sommo disappunto che noi Generali non siamo riusciti ad arrestare le persone già citate per portarle al Quartier Generale di Mahogany Town. Codesta gentaglia sarebbe stata reclusa e successivamente condotta alla pena di morte per Tradimento del futuro regime del Team Rocket. Il Generale Capo Archer Atlas ritiene necessario perquisire tutte le abitazioni di Goldenrod City.
Cordiali Saluti,

Il Generale del Team Rocket,
Proton Sherwood.>>


Lyra si portò le tremanti mani alla bocca, sedendosi sulla scrivania in mogano per non cadere a terra: quelle persone che Proton Sherwood aveva detto di star cercando, poi sarebbero state uccise? Lyra sentiva il vomito farsi strada nel suo stomaco per arrivare alla gola, ma lo rimandò giù, nonostante provasse solo disgusto e volesse dimostrarlo.

"Che cosa ci fate qui?!" Tuonò all'improvviso una voce. Lyra si voltò di scatto, vedendo il Generale Proton Sherwood sullo stipite della porta. Avanzò velocemente verso di lei, senza, tuttavia, avvicinarsi troppo. Lyra contrasse le sopracciglia e fece un paio di passi indietro, chiudendo le labbra in una linea dura.

Il Generale osservò le sue mani, notando solo in quel momento che teneva un foglio di carta.

"Così stavate leggendo i miei rapporti..." Mormorò. Lyra non batté ciglio quando il Generale le prese il foglio di carta dalle mani.

"Come potete permettere che vengano uccise delle persone innocenti?" Sussurrò Lyra, quasi sperando che non la sentisse.

"La loro esecuzione non è affar vostro. Ora andatevene!!" Gridò Proton con voce ferma. Lyra lo guardò trucemente un'ultima volta e corse fuori dalla stanza, diretta verso la casa di sua sorella.

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Lyra si asciugò l'ennesima lacrima con il fazzoletto che Crystal le aveva dato, portandosi successivamente le mani in grembo.

"Ne sei davvero sicura, Lyra?" Le chiese Crystal mettendo una mano sulla sua.

"C-Certo; non solo ieri ne ha parlato al telefono con un suo amico, ma ha anche scritto un rapporto. Questo è un incubo, Crys. Stermineranno chiunque si opporrà al loro regime, dobbiamo fermarli al più presto" Parlò tra i singhiozzi.

"Lyra, sono sicura che il Governo farà qualcosa a breve. Non possono lasciarci in questa situazione" Intervenne Gold, entrando nella stanza. Si asciugò la fronte imperlata di sudore con il dorso della mano e si buttò a peso morto sul soffice divano azzurro.

"Sporcami il divano e ti ammazzo" Lo minacciò Crystal.

"Scusa, scusa. Come sta andando la relazione per il professor Elm?" Crystal lavorava da anni per il professor Elm, un illustre ricercatore di Kanto, come assistente, ma da quando i Rocket erano arrivati in città, Crystal era stata costretta a rimanere entro i confini posti dal team, quindi si era trovata a scrivere le relazioni per il professor Elm a casa per poi mandargliele via mail.

Lyra appallottolò il fazzoletto e se lo mise in tasca. Solo in quel momento Gold si accorse dello stato d'animo della poveretta, così fece di tutto per farla sorridere.

"Allora, mi spiegate cosa è successo? Quel Generale ti ha fatto qualcosa? Adesso gli spacco la faccia, ci puoi scommettere" Disse Gold alzandosi in piedi e già camminando verso la porta di casa.

"No Gold, è che ho scoperto delle cose orribili..." Lyra raccontò le sue scoperte anche a lui, stavolta trattenendo le lacrime per evitare di preoccuparlo ulteriormente. Gold, da parte sua, stette ad ascoltarla senza interromperla.

"Ci aiuteranno, Lyra. Come gli agenti segreti hanno aiutato Kanto tre anni fa, aiuteranno anche noi. Anche le altre regioni, come Hoenn o Kalos, penso siano consapevoli della nostra situazione e stiano già escogitando un piano per aiutarci" Disse Gold.

Lyra fece ritorno a casa sua, lievemente sollevata. Gold e Crystal avevano ragione: Kanto, Hoenn, Sinnoh, Unima e Kalos non li avrebbero abbandonati.

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Crystal le consegnò due pesanti borse, contenenti i viveri per sfamarla per un mese. Non che Lyra avesse bisogno di tutto quello, e nemmeno che Crystal facesse la spesa per lei, costringendo il povero Gold a logorarsi ulteriormente le mani già incallite.
"Mi raccomando, Lyra, stai attenta a passare per la piazza" Le ripeté Crystal per l'ennesima volta. Lyra annuì e si preparò a lasciare casa sua. Crys era sempre stata un tipo premuroso, a volte iperprotettivo, ma Lyra sapeva che si comportava in quel modo per il suo bene.

"Ti riaccompagno a casa" Disse Crystal. Lyra declinò l'offerta, rispondendole che avrebbe dovuto aiutare il povero Gold a raccogliere le patate, siccome era sicura che stesse impazzendo sotto il sole cocente e senza nemmeno aver visto la sua amata moglie per tanto tempo.

"E stai attenta con quel Generale in casa" Disse. Quella sembrava essere la sua frase preferita, da quando quei loschi tipi in nero avevano invaso Goldenrod City.

"Non ti preoccupare Crys, so badare a me stessa" Replicò Lyra, baciandole la guancia. Urlò un saluto a Gold, che le venne ricambiato allegramente.

Lyra camminò a fatica verso il centro di Goldenrod City, e lì le si raggelò il sangue: Rocket, Rocket dappertutto. Ormai occupavano quasi tutta la città, come parassiti destinati a moltiplicarsi fino allo sfinimento. Nonostante solitamente avessero un certo pudore, in quel luogo la situazione era diversa: molti erano a petto nudo, ad abbronzarsi sotto il sole, altri corteggiavano le povere fanciulle di passaggio che si lasciavan abbindolare facilmente, altri ancora avevano rivolto la loro attenzione a lei, e fischiavano quando era abbastanza vicina loro. Lyra si sentiva disgustata nell'udire alcune frasi non esattamente caste sul suo conto, ed accelerò il passo quasi naturalmente, abbassando lo sguardo. Si morse ferocemente il labbro inferiore per non rispondergli a tono.

Vide anche il Generale che stava in casa sua, in compagnia di un altro Generale da capelli e pizzetto viola; forse erano gli unici a star svolgendo il proprio lavoro, e con tutta l'uniforme addosso.

"Avete bisogno di aiuto?" Le urlò Proton facendo due passi verso di lei. Se fosse stata un'altra persona, Lyra gli avrebbe sicuramente dato almeno una delle sue pesanti borse, che le stavano causando qualche vescica sulle mani.
Lo guardò per due secondi, poi lo ignorò, avanzando per la sua strada. Sentì l'altro uomo ridacchiare.

"Certo che potevate pure dire 'no, grazie'!" Urlò ancora. Lyra lo ignorò un'altra volta e svoltò a destra, avendo la necessità di proteggersi da quei mistici occhi verdi che parevano scrutarla fin nel profondo.

Fece un sospiro di sollievo, sistemandosi su una panchina per riposare un attimo. Si guardò le mani, notando molte vesciche e addirittura un taglietto sulla mano sinistra. Da quando era cominciata questa 'guerra' contro il Team Rocket si faceva di tutto per risparmiare, quindi anche i materiali delle borse della spesa erano divenuti così costosi per il Governo che avevano deciso di cambiarlo. Il Team Rocket aveva preteso tutti i soldi, inutile dirlo.

Lyra si tolse la polvere dai pantaloni e si rialzò, prendendo di nuovo le borse con le mani doloranti. Tornò a casa il più velocemente possibile, volendo evitare che quell'incubo si ripetesse un'altra volta. Come faceva di solito, Lyra si rinchiuse nella sua stanza e vi restò fino all'ora di cena. Quell'episodio non era che servito ad aumentare il pregiudizio che alimentava contro quelli del Team Rocket.

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Proton fissò il punto in cui la ragazza era sparita, sospirando pesantemente. Si voltò guardando Petrel con irritazione, avendo sentito quest'ultimo ridacchiare.

"Come mai stai ridendo?" Gli chiese in tono cinico, inarcando il sopracciglio. Lyra, la ragazza da cui alloggiava, non gli parlava e non lo guardava nemmeno in faccia. Lui personalmente non trovava nulla di divertente nella situazione.

"Perché sei stato ignorato. Ricordi che al quartier generale tutte le reclute cercavano di attirare la tua attenzione, ma tu eri troppo incentrato sul lavoro per dar loro corda? Beh, sembra che ora la situazione si sia ribaltata!" Petrel rise più forte, incrementando il fastidio del ragazzo.

"Non cerco di attirare la sua attenzione. Semplicemente vorrei conoscerla, instaurare con lei un rapporto dignitoso, ma la vedo dura: lei nemmeno mi guarda in faccia!" Esclamò Proton. Petrel rise un'altra volta.

"Non l'hai ancora capito? Lei ha paura di te, Proton. Dopotutto, anche io ne avrei se fossi una povera ragazza indifesa costretta a vivere da sola con un Generale del Team Rocket. In passato i conquistatori violentavano e costringevano a lavori forzati le fanciulle dei Paesi che essi conquistavano" Spiegò Petrel. Proton sentì che il ragazzo gli avesse appena aperto la porta di un nuovo mondo; quell'idea non gli aveva nemmeno attraversato l'anticamera del cervello, ed era assolutamente certo che Petrel avesse ragione, per una volta. Si sentiva così stupido! D'un tratto, gli sembrava di essere cascato dall'albero.

"Ha paura di me?"

"Esattamente. Prova ad avvicinarti a lei in un momento in cui sta facendo qualcosa che la rilassa, parlale in modo gentile e chiedile dei suoi interessi. Vivi con lei, quindi potreste parlare di qualcosa che tu sei certo le interessi" Disse Petrel dandogli una pacca sulla spalla. Proton pensò immediatamente ai quadri che aveva rinvenuto nell'armadio, nel momento in cui aveva scovato la ragazza nel suo studio. Ella era scappata via senza richiuderlo.

"Dunque, lei come si chiama?" Chiese l'uomo dai capelli viola.

"Il suo nome è... Lyra Soul" Rispose Proton con una nuova idea.

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Quella sera, Lyra Soul non udì il Generale suonare il pianoforte. In realtà non udì nemmeno i suoi passi pesanti all'ingresso. Lyra avrebbe voluto suonare al suo posto, ma quel Generale aveva avuto la prudenza di chiudere lo studio a chiave.
Sospirò. Come tutti gli altri giorni, non aveva assolutamente nulla da fare, nessuno con cui parlare. Guardò le fotografie nella sua stanza: lei con Crystal e Gold al loro matrimonio, lei e suo padre mentre suonavano il pianoforte, con sua madre e una meravigliosa torta al cioccolato sotto il naso, il giorno del suo settimo compleanno. Lyra adorava le torte al cioccolato di sua madre, era sempre stata una bambina parecchio golosa.

All'improvviso una nuova idea le balenò in testa. Prese delicatamente la foto dei suoi genitori tra le mani, sfiorando i loro volti con le dita. Si sedette in soggiorno, su una poltrona rivestita in velluto.

"Sapete, mamma e papà, è da molto tempo che non vi parlo. Mi mancate moltissimo, specialmente di questi tempi. Nella nostra città alberga una specie di esercito che ha invaso l'intera regione, il Team Rocket. Uno dei capi alloggia qui, nella vostra stanza. Ogni notte lo sento suonare il pianoforte di papà... è bravissimo, ma non riesco a riconoscere l'autore della sua musica. Io non parlo con lui, ho troppa paura. Ultimamente vado molto spesso a trovare Crys. Lei non lo sa, ma il suo arrivo è stato un sollievo. Da quando voi non siete più vicino a me, nella casa regna un silenzio impenetrabile. Beh, adesso c'è molto più rumore rispetto a prima. Riesco persino a riconoscere i suoi passi, la sua voce. Si chiama Proton Sherwood.
Tra poco è il quarto anniversario di Crystal e Gold. Mi ricordo di voi, al matrimonio. Tu, mamma, indossavi un bel vestito rosso. Lo aveva creato Ruby. Papà invece aveva addosso il suo più bel completo, cucito su misura per lui dalla migliore sartoria di Goldenrod. Gold invece aveva uno smoking, con tanto di farfallino. Lui li odiava, diceva che gli davano il prurito che manco mille zanzare sarebbero riuscite a causare. Crystal invece era bellissima nel suo abito bianco panna, con lo scollo a cuore, piuttosto semplice. Io, per il mio matrimonio, vorrei indossare il tuo vestito, mamma. Purtroppo non ho ancora trovato l'amore della mia vita. Ho frequentato un ragazzo della mia università, ma poi lui ha trovato un'altra. Poi ho conosciuto Ruby e Sapphire, per caso. Sapphire mi era venuta addosso e aveva accusato me di averla urtata. Era arrivato Ruby, che le aveva detto di essere una zuccona e che era stata lei a urtare me. Avevano notato entrambi la mia divisa e ci siamo resi conto che frequentavamo la stessa università. Però, con l'arrivo del Team Rocket ci siamo visti pochissime volte e l'università è in pausa. Quelle reclute del cavolo hanno proibito la circolazione della metropolitana, degli autobus, delle macchine e dei motorini. In città ultimamente si mormora che il visconte Berlitz abbia tirato un pugno ad una recluta e pertanto sarà giustiziato, ma non credo. Dall'arrivo del Generale in casa nostra non posso più dipingere, siccome ho lasciato tutto nello studio, che chiude a chiave ogni volta che esce di casa. Sinceramente mi ha fatto una buona impressione, nonostante qualche giorno fa mi abbia spaventato un po'. Mi ha sorpreso a leggere delle lettere che doveva mandare al Quartier Generale di Mahogany Town. Ci siamo stati un paio di volte, non è vero? Papà doveva tenere un concerto nella città vicina, così abbiamo sfruttato quella possibilità per andare al lago. Lì imparai a nuotare, grazie all'aiuto di Crys. Papà era costantemente chiuso nel suo studio, intento a provare la sua nuova sonata. L'aveva dedicata a me. Aveva proposto a Crys di insegnarle a suonare ma, poiché lei aveva altri interessi, aveva lasciato il posto a me. Io ne ero molto entusiasta, mi allenavo giorno e notte per compiacergli. Ho compreso la mia passione per l'arte quando mi avete portato ad una mostra a Celadon City. Avevo acquistato con la mia paghetta una tela e delle tempere e, seguendo i consigli della guida, ho provato a dipingere. Con il tempo ho affinato la mia tecnica e, dopo aver frequentato una scuola normale, avevo optato per l'Università delle Belle Arti. Adesso eccomi qui, a raccontarvi la mia vita come se non ne conosceste tutti i particolari. Davvero, mamma e papà, mi mancate moltissimo, io..." Interruppe il suo monologo, avendo sentito il cigolio della porta d'ingresso e i passi regolari di Proton Sherwood farsi strada nell'atrio. Si coprì la bocca con le mani e, cercando di non fare rumore, prese la fotografia e salì in camera sua.

Si accucciò davanti alla serratura, cercando di captare qualche suo movimento. Vide uno squarcio di capelli verdi andare verso il salotto, recuperare un pacchetto di sigarette e dirigersi verso lo studio, tuttavia non suonò il pianoforte, quella sera. Lyra pensò che rimase semplicemente a lavorare, oppure a scrivere altre di quelle lettere.

Fissò per circa un'ora e mezza, assorta nei suoi pensieri, la fotografia dei suoi genitori, poi calò in un sonno profondo.

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Funesto angolino della funesta autrice:
Scusate se questo capitolo non è granché, e se ho messo secoli per revisionarlo, ma ho dovuto riscrivere un paio di cosette, spero che non sia troppo male! E ho messo un'immagine, ringrazio ancora Euphemia per il mini-tutorial. Comunque, scrivetemi pure una recensione, i vostri dubbi, segnalatemi errori... insomma, il solito. Alla prossima, Soul


   
 
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