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Autore: T612    08/11/2018    2 recensioni
1956, Russia, base operativa del KGB.
La nascita della leggenda della Vedova Nera e il Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino.
Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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27 ottobre

Natalia si sentiva sotto giudizio.
Negli ultimi giorni aveva ripreso gli allenamenti all’interno della Stanza Rossa insieme a Tania, il suo addestramento era passato completamente sotto il suo comando all’approssimarsi della prima.
Karpov aveva liquidato l’intera faccenda spiegando che servivano uomini altamente qualificati per la missione al Bol’šoj, ciò implicava che il Soldato d’Inverno dovesse lavorare giorno e notte per mettere in piedi dal nulla un intero squadrone della morte in tempi brevissimi. Le occasioni per vedersi dopo la loro ultima discussione sul tetto si erano ridotte drasticamente a zero, mentre Natalia intuiva il perché James si fosse impuntato così tanto nel posticipare la fuga… tutti i capi erano più tesi di una corda di violino, ogni incrinatura al sistema veniva vista come una catastrofe, rendendo l’intero Cremlino più maniacale ed ossessivo nei controlli. 
Natalia doveva muoversi con i piedi di piombo, doveva stare attenta a come parlava, alle sue espressioni facciali, ai suoi sospiri trattenuti… ogni discrepanza della sua maschera perfetta dava il permesso di aizzarle le guardie contro.
Anche in quel momento stava impiegando quasi tutte le sue energie, non nel combattimento corpo a corpo con Tania, ma nel non far trasparire nessuna emozione dal suo volto mentre ogni suo movimento veniva registrato dallo sguardo indagatore dei capi. Erano disposti in fila in fondo alla palestra, i medici e gli psichiatri appuntavano tutti i progressi, era relativamente indifferente capire se stavano annotando informazioni sul suo conto o sulla nuova cadetta. Karpov si stagliava con cipiglio severo in mezzo a Lukin e Petrovich, osservava vigile anche quante mosche volavano nella stanza, i nervi a fior di pelle esposti ad ogni minima provocazione. 
La missione al Bol’šoj doveva proseguire secondo i piani prestabiliti, era un progetto ambizioso, un azzardo… non potevano permettersi errori. 
Natalia ignorò la schiera di persone in fondo alla stanza, rendendosi conto solo a fine allenamento che si erano aggiunti al gruppo Alexei, James e Dmitri. 
Il primo doveva essere stato convocato a farle visita, era raccapricciante inscenare quei siparietti romantici solo per dar prova della sua fedeltà alla copertura, Alexei sembrava seriamente preso da lei... o provava seriamente un qualche sentimento nei suoi confronti, oppure era un attore bravo quanto lei. 
James e Dimitri dovevano essere stati convocati per controllare il progresso degli allenamenti, il primo per assicurarsi di persona che non mandasse tutto all’aria usando come scusa quella di dover fare rapporto ai superiori, il secondo per valutare di persona che stesse adempiendo correttamente ai suoi doveri di allenatrice.
Quando le avevano ordinato di fermarsi, di riporre le armi e raggiungerli, Natalia si era ritrovata costretta a dipingersi un’espressione di genuina felicità mentre correva incontro ad Alexei, a baciarlo mentre con la coda dell’occhio vedeva James fissarsi le punte degli scarponi. 
Il colpo di tosse da parte del patrigno le diede il segnale di essere riuscita a dare spettacolo.
Ivan si trascinò dietro Alexei per discutere di affari, Natalia sospettava che lei fosse il tema della discussione... dall’occhiata preoccupata di James si rese conto di non essere l’unica ad avere certi pensieri per la testa. 
-Soldato, nel mio ufficio. -Karpov parlava dando loro le spalle, Dmitri già al seguito dando per scontato che James lo stesse già tallonando... sapeva che non avrebbe dovuto, ma stava già origliando dalla porta una volta formulato il pensiero. 
Ascoltava attentamente trattenendo il respiro, sentiva James esporre i progressi con l’allenamento dei nuovi soldati, mentre avvertiva il rumore di una penna che annotava ogni sviluppo significativo. 
-La missione al Bol’šoj è un’impresa temeraria, concorda? -prorompe la voce di Dmitri. -Spero che tutti gli agenti ne siano consapevoli. 
-Cosa sta insinuando? -Natalia riusciva a figurarsi l’espressione di sospetto sul volto del Generale. -Che l’accordo preso con la signorina Romanova non venga rispettato? 
-Esattamente. -la risposta di Dmitri arrivò così immediata da gelarle il sangue nelle vene. -Quella donna non fa nulla per niente, è un pericolo, ci serve che sia completamente sotto il controllo dell’agente Shostakov. 
-Alexei? Davvero siete così stupidi da pensare che lei appartenga a qualcuno? -si costringe a ricordare a sé stessa che James è un attore infinitamente migliore di lei, ma ciò non le impedisce di rabbrividire a quel tono distaccato. -La signorina Romanova appartiene a Madre Russia, sa quali sono i suoi doveri da agente, l’ho allenata personalmente e so per certo che non sarà un problema. 
-Me lo auguro, Petrovich al momento sta organizzando le nozze, dopo la missione avremo tutto il tempo che ci serve. -Natalia avvertí il rumore di fogli che venivano spostati, documenti visionati e firmati. -Questa è la lista di agenti predisposta Generale.
-Perfetto, tutto procede secondo i piani. Sei congedato Soldato. 
Quando James apre la porta, di Natalia non c'è nemmeno l’ombra.





 

Edit: 24/09/2019

   
 
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