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Autore: Le Due Impronte    08/11/2018    0 recensioni
La sfida tra un uomo e un quadro.
Impronta Rossa
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il quadro storto

German fissava il quadro nel corridoio, stralunato.

All’uomo non era mai andato giù il modo in cui quelle foglie oscuravano la luce del sole, né come rami e tronchi fossero di quel nero pece che infondeva infinita tristezza nell'animo.

Divenne furioso. La noia lo aveva assillato per tutta la mattina senza dargli tregua ed ora gli sembrava che quel dipinto volesse farsi beffe di lui, per nessuna ragione in particolare.

Maledetto rettangolo!

Conscio dell'assenza della moglie, l’uomo lo afferrò ai lati, intenzionato a staccarlo dalla parete. Ma quando tirò, il quadro non si smosse; l'oggetto rimase a burlarlo dal centro del corridoio spoglio.

Lui cercò allora di farlo ruotare, sperando che si sganciasse in qualche modo. Impiegò tutta l'energia in suo possesso, digrignando i denti e facendosi sbiancare le nocche a furia di stringere. Quindi fece un passo indietro.

Finalmente.

Il quadro si era spostato.

German guardò compiaciuto i propri bicipiti gonfi, benedicendo le ore di palestra che li avevano prodotti. Intanto piantò saldamente i piedi al pavimento, senza neanche sapere perché.

Poi riprese il lavoro. Inserì a fatica le dita tra la cornice e il muro e tirò di lato. Mentre la faccia gli diventava rosso pomodoro per lo sforzo, sentì il quadro che ruotava ancora.

Ce la stava facendo. Vinceva.

L’uomo si allontanò dalla parete, succhiandosi via il sangue dalle dita, e si rese conto di star sudando. Corse ad aprire la finestra in fondo al corridoio e ritornò al quadro, senza domandarsi come mai gli fosse così difficile percorrere la via inversa. L'adrenalina dovuta a quella sfida lo distraeva da tutto il resto.

Ora la composizione di tronchi e foglie lo osservava di sbieco, inclinata di circa 35 gradi rispetto al pavimento. Pareva mostrare un ghigno sghembo, la qual cosa non ebbe altro effetto che di aumentare la sua rabbia.

Piegandosi inconsciamente sulle gambe per contrastare la forza invisibile che agiva sul suo corpo, German riprese a spingere. Senza saperlo, aveva appena preso la peggior decisione della propria vita.

Quando l’opera d’arte superò la pendenza di mezzo angolo retto, lui fu costretto ad aggrapparvisi saldamente per non precipitare: i suoi piedi si sollevarono da terra, attirati verso il muro opposto.

Perfino adesso, l’uomo insisté a spingere e tirare, sperando di inclinare il quadro ancora quel tanto da poterlo poi staccare dalla parete; un comportamento da sciocco.

Fu un errore fatale. Il suo ultimo errore.

Con un estremo strattone, la cornice divenne perfettamente orizzontale. All’istante, le gambe dell’uomo fecero lo stesso. Ora i suoi polpastrelli si reggevano al bordo sinistro del dipinto, l’unico appiglio a impedire la caduta, ma l'attrazione in verso contrario era troppo intensa. Sapeva che non ce l’avrebbe fatta.

Non resistette più di tre secondi prima di perdere il contatto con il legno. Le sue dita viscose di sangue scivolarono via dalla cornice e German si ritrovò a percorrere il lungo corridoio in volo.

Il suo corpo teso acquistò velocità. L’uomo fece appena in tempo a muovere la testa per vedere dove stava andando, prima di raggiungere la parete opposta ed essere proiettato fuori dalla finestra aperta, dritto contro il marciapiede di cemento.

In quei frangenti, fu la devastazione totale. Intere sezioni dell’edificio crollarono in cumuli di calcestruzzo e intonaco che si sparpagliarono in ogni dove. Condutture di gas e acqua si ruppero come cannucce di vetro, disperdendo il loro contenuto. I ratti fuggirono dagli antri bui in cerca di un luogo sicuro dove ripararsi e rimasero schiacciati a loro volta.

Solo il quadro restò muto e inamovibile, quasi a proprio agio, in tutto questo. Un osservatore imparziale. L’unico oggetto nel disordine a mantenere la propria stabilità; l’unico ad essere ancora dritto, nell’obliquità della casa.

 

 

Fine

   
 
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