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Autore: WhiteLight Girl    10/11/2018    1 recensioni
Dopo gli eventi di Nella tela del ragno, Adrien non si dà pace e parte per la Cina. Il suo viaggio, però, prende una piega inaspettata quando un varco si apre sotto i suoi piedi e lui finisce in una dimensione sconosciuta. Rimasto solo con Plagg, osa sperare che questo l'abbia portato più vicino a Marinette di quanto lo sia stato nei mesi precendenti, per una volta la fortuna sembra girare a suo favore, ma è davvero così o c'è di nuovo qualcosa o qualcuno che manovra i fili di ciò che gli sta accadendo attorno?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL BOSCO NEL TEMPO

Emma oltrepassò la linea di confine con un singolo passo sicuro; Adrien e Plagg, invece, rimasero indietro ad osservarla.
Adrien aveva cercato di reprimere il nervoso per la discussione che non era riuscito a vincere, ma non si fece alcun problema a ostentare la sua delusione ed il suo disappunto; sperava che le sue occhiate di traverso ed il suo broncio facessero cambiare idea ad Emma, ma fino a quel momento lei non aveva dato alcun segno di voler cedere.
«Perché sembra che tu stia seguendo il nostro stesso tempo?» domandò Plagg, volando verso di lei. Emma accennò un sorriso tirato. «Ci si mette un po’ ad iniziare ad assestarsi con il nuovo flusso.» Ancora incerto, Adrien fece solo qualche altro passo.
«Andiamo, non è pericoloso.» lo incalzò Emma. «Sono cresciuta in un posto come questo, è perfettamente sicuro.»
Con un sospiro di rassegnazione ed un ultimo passo verso di lei, Adrien fu dentro. Non ci fu alcun cambiamento evidente, nessuna nausea o vertigine, nessun improvviso sovraccarico di energie o stanchezza, ma poi si guardò alle spalle e trovò una foglia sospesa a mezz’aria che, oltre il confine, era la palese dimostrazione di come fuori il tempo scorresse più piano. Si sporse e la afferrò con due dita per tirarla verso di sé e la lasciò cadere, quella ondeggiò tranquilla fino ad arrivare a terra.
«Avevi detto che ci voleva un po’ per prendere il ritmo.» fece notare ad Emma.
Lei sorrise. «Sì, ma vale solo per le persone che non sono di qui.» fece strada, Plagg si poggiò sulla testa di lei e si sedette comodo, Adrien si domandò cosa gli fosse preso e cosa l’avesse portato a prenderla in simpatia, ma non disse nulla.
«Quindi neanche tu sei di qui.» domandò Adrien.
«Nessuno è davvero di qui, molti sono discendenti di gente che è stata portata qui.» spiegò Emma. Adrien sbuffò, chiedendosi se la ragazzina desse le informazioni con il contagocce perché era distratta o solo perché non le andava di parlare con lui. «Allora sei una di loro?»
Emma si fermò e chinò il capo, Plagg rischiò di scivolare e volò via, tornando ad appollaiarsi sulla sua spalla. «Mia mamma è stata portata qui» rivelò Emma. «prima che io nascessi.»
Si fecero largo tra i rami sempre più fitti, l’aria era sempre più fredda, Adrien rabbrividì e si grattò una guancia cercando di evitare una bizzarra fossa che ricordava l’impronta di un cane. Si chiese quale cane potesse essere così grande e se fosse pericoloso, sperò che non finissero per trovarselo davanti all’improvviso.
«Quindi, dov’è tuo padre?» le domandò. Sperò che il discorso lo distraesse dall’idea di incontrare l’enorme cane, ma temeva anche le risposte che avrebbe avuto.
Emma si fermò e spostò un mucchio di foglie per scoprire la base di una radice. «Lui è rimasto nel mondo da cui veniva mamma, credo. Non ho mai avuto l’occasione di parlare con lei di lui.»
Adrien annuì rimuginando su quelle ultime parole, immagino Emma sola e sperduta in un posto a cui non apparteneva; sua madre poteva aver passato ciò che ora stava passando Marinette, ma forse non aveva avuto nessuno che la cercasse.
«Lei dov’è adesso?» domandò, pur temendo la risposta.
«È morta.» rispose Emma. Riprese a camminare, questa volta senza fermarsi e senza voltarsi indietro.
Adrien chinò il capo, pensò che forse non avrebbe dovuto insistere sull’argomento, che era stato indelicato e che avrebbe dovuto saperlo. Da ora in poi avrebbe dovuto evitare le domande la cui risposta probabilmente non gli sarebbe piaciuta.
Avrebbe voluto dirgli che gli dispiaceva, ma lei alzò il passo.
«L’inverno si avvicina.» disse Emma. «Ci serve un riparo.»
«Vuoi passare qui tutto l’inverno?» le domandò. Avrebbe dovuto essere uno scherzo, un modo per stemperare la tensione, per farle tornare il sorriso, ma Emma era ancora seria.
«Se fosse una zona di tempo stretto potremmo.» disse Emma. «Ma con il tempo largo non possiamo.»
Forse avrebbe dovuto essere una spiegazione, pensò Adrien, ma lui aveva bisogno di averne una migliore ed il suo silenzio parve farlo capire ad Emma, perché lei continuò.
«Chi è nato da persone che sono discendenti di chi vive qui da diverse generazioni ci mette di meno a sintonizzarsi sul nuovo tempo. Se fossimo in un posto in cui il tempo è più lento loro diventerebbero più lenti più in fretta di noi. È così che siamo scappati la prima volta; siamo andati dove eravamo più veloci.»
Adrien si sforzò di capire il senso, ma Emma non rallentò e non gliene diede il tempo; forse più tardi avrebbe potuto sedersi in un angolo e farsi un qualche schema mentale. Spostò lo zaino sull’altra spalla e agitò il braccio intorpidito per risvegliarlo, rassegnato a dover continuare a camminare.
Il cielo era terso, uguale a come era stato dall’altra parte del bosco, e si domandò come funzionasse il ciclo dei giorni e se anche l’arrivo del giorno e della notte fosse sottomesso al flusso del tempo dei diversi luoghi. Forse, realizzò non trovando il sole nel cielo, semplicemente non esistevano. Ma allora cosa rendeva rigoglioso il raccolto, se piante e fiori non potevano fare la fotosintesi con la luce solare?
Plagg gli fece schioccare le dita davanti agli occhi. «Sento le tue rotelle che girano anche da qui.» gli disse. «Lascia stare, ti verrà solo il mal di testa.»
Adrien sbuffò, spingendolo di lato con il dorso della mano per proseguire.
«Aspetta! Mica hai ancora qualche pezzo di Camembert?» disse lui.
Scosse il capo, ripensando alla scorta ben nascosta nella valigia che era rimasta sul treno. Cos’avrebbero pensato i suoi amici una volta che l’avessero trovata, chiedendosi che cosa potesse essergli successo? Non gli importava; avrebbe spiegato tutto con calma una volta che fosse tornato indietro con Marinette.
Ripensò a quello che Emma aveva detto. «Aspetta,» disse. «Quindi quando loro ci raggiungeranno diventeranno più veloci perché qui il tempo scorre più veloce, mentre noi saremo più lenti.» realizzò. «Già.» rispose lei.
Adrien ignorò Plagg che gli tirava il colletto. «Perderemo tutto il nostro vantaggio!»
Raggiunse Emma, le si affiancò e incespicò su una roccia rischiando di scivolare sul muschio umido. Già li vedeva, a raggiungerli, arrestarli e farli giustiziare prima che riuscissero anche solo a capire cosa fosse successo, ma allontanandosi non aveva camminato sul terreno, forse poteva contare sul fatto di non aver lasciato abbastanza tracce perché riuscissero a ritrovarlo.
Nel peggiore dei casi avrebbero potuto usare lui ed il potere del suo Miraculous come colonna portante, ma se l’avessero voluto, probabilmente, l’avrebbero già preso assieme a Marinette.
Si morse il labbro; non ci aveva mai pensato, ma l’avrebbe di gran lunga preferito a ciò che gli era toccato.
«Qual è il piano, allora?» domandò.
Emma si fermò a pensarci e all’improvviso, ad Adrien, affidarsi ad una ragazzina non sembrò più una buona idea; avrebbe dovuto essere lui a occuparsi di lei, ad assicurarsi che non le succedesse nulla e che tornasse a casa sana e salva, ovunque essa fosse. Forse, alla fine, avrebbe potuto portarla con sé nel suo mondo e trovare qualcuno che si potesse occupare di lei e darle una vita migliore. Con un po’ di fortuna forse avrebbe potuto rintracciare il padre.
«Se tutto va come previsto saremo fuori di qui prima di rallentare.» spiegò Emma.
Adrien sospirò; ragazzina o no, non aveva altri a cui potersi affidare.




***


Già lo sento nella mia testa, quello che state pensando di Marinette dopo che Emma ha parlato di sua madre, ma vorrei vederlo anche per iscritto xD
Chissà, magari il recensore più assiduo vincerà la possibilità di leggere l’ultimo capitolo in anteprima.
   
 
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