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Autore: Neko    10/11/2018    1 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 31

 

 

Qualcosa di strano stava succedendo.

Alice e Chloe si andarono a nascondere dietro, rispettivamente a Killian ed Emma.

Erano tutti circondati da persone che in condizioni normali non dovevano temere, in quanto civili e probabilmente persone dal cuore buono, ma non era difficile capire cosa c’era sotto.

“Qualcosa deve aver interferito con la nostra magia di guarigione!” disse Regina “E ora si sta ritorcendo contro di noi!”

“Deve essere la magia del re. Avrà previsto le nostre mosse!” disse Zelena.

“Quindi ora che si fa?” chiese David  tenendo d’occhio ogni singola persona.

“Ci difendiamo!” disse Killian “Sono pur sempre persone che non sanno combattere, non dovremo avere molte difficoltà!”

“Noi non faremo del male a persone che non possono difendersi. Non sarebbe un duello ad armi pari!” disse Snow.

“Quindi restiamo fermi, permettendo a quel pazzoide che si crede un dio, di giocare con noi come se fossimo delle bambole?” chiese Killian.

“Sono d’accordo con mia moglie. Non mi abbasserò al livello del nostro nemico, attaccando innocenti!” disse David rinfoderando la sua spada.

“Sono d’accordo con te mamma, ma qui non stiamo parlando di ucciderli, solo di difenderci. Ricordati che ci sono le bambine e che anche loro sono innocenti!” disse Emma un attimo prima che qualcuno l’attaccasse alle spalle. Abilmente  riuscì a scrollarselo di dosso, non dando nemmeno il tempo a Killian di capire cosa stesse succedendo e quindi intervenire in suo soccorso.

Qualcosa però era sbagliato. La salvatrice sentiva in lei qualcosa che non andava. Si sentiva indebolita.

“Emma, tutto bene?” chiese Killian, vedendo la sua espressione confusa.

“No!” disse solamente, poi alzà il polso è tutti poterono notare un oggetto a loro famigliare.

“Quello è il bracciale che blocca i poteri!” disse Regina preoccupata “Deve avertelo messo quell’uomo quando ti ha assalito!”

“Cosa state aspettando? Toglieteglielo!” disse Snow.

Regina provò con la sua magia e lo stesso fece Zelena, la quale disse “Respinge la nostra magia!”

 Emma si stringeva dolorosamente il polso, mentre una smorfia le passò sul volto.

“Cosa c’è love? Il bracciale ti sta ferendo?” chiese Killian vedendo il suo sguardo.

Emma scosse la testa, nascondendo però che aveva sentito qualcosa di strano, quando Zelena e Regina avevano usato la magia sul bracciale.

Anche Killian ci provò, sebbene non pensò nemmeno un secondo di poterci riuscire “se l’intento è quello di impedire ad Emma di usare i suoi poteri, dubito che qualcuno di noi possa fare qualcosa al riguardo!” affermò il pirata, prima che David, facesse notare a tutti lo strano comportamento dgli abitanti della città di smeraldo. Era già strano il fatto che, nonostante li avessero circondati, erano rimasti lì fermi a guardare, ma ora qualcosa faceva presagire a tutti che le cose si stavano mettendo male.

“Papà, ho paura! Non mi piacciono quelle persone!” disse Alice cercando la protezione del padre. Roni cercò a sua volta la madre, mentre Chloe rimase ferma ad osservare.

Emma cercò con lo sguardo la bambina, pensando che anche lei cercasse qualcuno a cui aggrapparsi, ma la trovò intenta  a cercare qualcosa  nei dintorni.

La salvatrice si guardò intorno, per cercare di capire lo strano comportamento di Chloe, ma ad una prima occhiata non vide nulla ed ad un certo punto, dovette riportare la sua attenzione agli abitanti della città, i quali tutti, uno ad uno, avevano tirato fuori un’arma puntandosela succesivamente al collo.

Tutti rimasero spiazzati a quel comportamento. Sarebbe stato più logico se quelle armi fossero state puntate contro di loro.

Ma tutto divenne chiaro qualche istante dopo, dove da dietro a varie colonne, statue, muri, qualsiasi posto dove qualcuno poteva nascondersi, uscirono degli uomini ricoperti di un’armatura nera, adornata con dei smeraldi che non avevano perso il loro colore. Erano tutti di statura elevata, probabilmente scelti apposta per incutere timore. Anche loro non attaccarono. Si avvicinarono, ma rimasero dietro agli abitanti, come se aspettassero un ordine, un ordine che non tardò ad arrivare.

Una voce echeggiò nell’aria dicendo “Benvenuti nella città di smeraldo miei cari visitatori e soprattutto a te, mia cara salvatrice. Mi presento, sono il sovrano di questo mondo.  Spero che la mia accoglienza vi sia gradita, ma  permettetevi un ultimo spettacolo!” disse la voce, prima che tutti gli abitanti della città premettero ancora di più la lama delle loro armi sul collo, tanto che su alcuni si potè vedere un rivolo di sangue uscire dalle loro gole.

Killian, Regina e Snow, coprirono immediatamente gli occhi alle bambine, mentre Emma urlò “Fermo. È me che vuoi quindi veditela con me, piuttosto che con questa povera gente. Cosa vuoi?”

Gli abitanti si fermarono, ma non posarono le loro armi.

“Sono felice che tu l’abbia chiesto. Come hai appena detto voglio te e tutta la tua combricola di eroi o vedrai tutte quelle persone uccidersi e la colpa sarà solo tua!” disse la voce, per poi ridere malignamente.

“Puoi scordartelo!” disse Killian. Non voleva mettere quelle persone in pericolo, ma non voleva che né Emma, né le bambine corressero il minimo pericolo. O dato la natura del loro viaggio, che corressero il minor numero di pericoli e non prevedeva nulla di buono dalle parole di quell’uomo.

“D’accordo” disse però Emma, facendo tacere Killian. “Puoi avere me, ma gli altri no! Sono io che costituisco una minaccia per te e per gli inferi, quindi loro non ti servono!” disse la salvatrice.

“Oh certo che mi servono, come credi che possa piegare la salvatrice senza qualcuno da usare per farla soffrire!” disse divertito.

Emma provò a usare la magia nonostante il braccialetto, ma improvvisamente si sentì invadere il corpo da una scossa elettrica, che cogliendola impreparata, la fece urlare e cadere sulle ginocchia, mentre si stringeva saldamente il polso dove vi era il bracciale.

“Mamma!” gridò Alice, avvicinandosi alla donna “Stai bene?”

Emma fece qualche respiro profondo e sorrise lievemente alla bambina, cercando di tranquillizzarla.

“Ah mi sono dimenticato di dirvi che ogni volta che qualcuno di voi esseri con la magia, proverà ad usare i suoi poteri, bhe sarà Emma a pagarne le conseguenze. In poche parole, ogni cosa che farete qualcosa che non mi piace, qualcuno pagherà. Che sia la salvatrice o gli abitanti della città…sta voi scegliere.

Emma ancora a terra strinse i pugni, non sapendo cosa fare. Non voleva arrendersi, ma nemmeno mettere in pericolo tutta la sua famiglia.

“Non preoccuparti Emma. Ce la siamo sempre cavata. Riusciremo anche questa volta!” disse David, aiutando la figlia ad alzarsi.

“Vedo che a voi l’ottimismo non manca mai!” disse Regina, anch’essa affianco della salvatrice.

“Cosa vogliamo fare?” chiese Regina anche lei impreparata su come affrontare la situazione.

Emma non disse niente. pensava e ripensava sperando che un colpo di genio le venisse per trarre tutti loro fuori da quel casino.

“Regina, usa la tua magia per teletrasportare tutti via da qui! Non voglio che vi prenda, né tanto meno le bambine!”

“Se uso la magia, sarai tu a pagarne le conseguenze!” disse Regina “Ne sei sicura?”

“No, non lasceremo Emma da sola!” disse David determinato.

“Papà, le bambine prima di tutto!” disse Emma, ma David non fu d’accordo “No Emma, capisco quello che provi e ti darei ragione se ci trovassimo in qualsiasi altro contesto, ma non in questo. Tu sei l’unica speranza per il futuro di tutti noi!”

“Non per questo vuol dire che posso mettere in pericolo la vita degli altri per salvaguardare la mia. Io me la caverò in qualche modo, ma sarei più tranquilla se sapessi che voi siete al sicuro. In caso contrario saremmo tutti in pericolo…quale vantaggio possiamo avere?”

“Emma su questo ha ragione!” disse Regina.

Essia, ma io rimarrò con lei!” disse David

“No, papà, tu devi andare e…spiegare a Killian la mia decisione e…devi rimanere con la mamma e…” Emma sospirò e decise che fosse inutile cercare di convincere il padre e si appellò alla sua migliore amica “Regina, per favore!”

La donna fu titubante ancora per qualche istante, ma decise di fare come la salvatrice le domandò.

Fece un gesto della mano e mentre una nuvola scura ricoprì tutti, tranne che Emma, tutti poterono udire l’urlo di dolore della salvatrice.

Riaprirono gli occhi confusi da quanto successo e ancora di più perché si ritrovarono dentro a una prigione circolare.  Ognuno in una cella separata, tranne per le bambine che furono messe insieme.

“Cosa diavolo è successo?” chiese  Regina, confusa.

“Ti avevo detto di non usare il teletrasporto!” disse David  scuotendo le sbarre della sua prigione.

“Dove è Emma?” disse Killian guardando nelle celle accanto, non trovandone traccia.

“David, cosa è successo?” chiese Snow, la quale insieme agli altri, ascoltò la spiegazione.

“Deve aver preceduto le nostre mosse e manipolato la nostra magia!” disse Regina.

“Non dovevi ascoltarla! Ora chissà cosa le sta facendo quel farabutto e…” cominciò Killian, arrabbiato verso Regina.

“Me l’ha chiesto Emma per salvarvi tutti e mettere al sicure le bambine. Ci abbiamo provato almeno. Cosa credi, che se fossimo rimasti tutti lì saremo allegri e felici davanti a una tazza fi te? No, ci ritroveremmo comunque qui!” disse Regina seccata.

“Sarebbe diverso solo la modalità in cui saremmo stati rinchiusi e forse questo modo è stato il male minore, perché non so cosa pensi tu pirata, ma…quegli uomini con le corazze di nero, non credo che sarebbero stati tanto delicati e immagino che tu non voglia che quegli esseri mettano le mani su tua figlia!”

“Emma però non ha avuto questo privilegio e io non sono accanto a lei per difenderla!” disse Killian frustrato.

“Ma la mamma starà bene vero?” chiese Alice a Snow, dato che le loro celle erano comunicanti e le sbarre permettevano loro di stringersi la mano.

“Andrà tutto bene tesoro, vedrai!” disse Snow poco prima di sentire dei forti colpi.

Alzò lo sguardo su Killian e lo vide prendere a calci ripetutamente la porta della sua cella, nel tentativo di  aprirla. Provò più volte cercando di metterci sempre più forza e nella foga del momento, nel pieno desiderio di volersi liberare e andare a cercare Emma, diede una forte spallata alla porta con il solo risultato di prendersi una bella botta e cadere a terra dolorante.

Killian è inutile. Un essere umano non può riuscire ad aprire queste prigioni. Chissà quale incantesimo avranno su di loro. Cerca di rimanere intanto, potresti servire più avanti!” disse Zelena.

In quel momento la porta principale della prigione si aprì e due soldati con l’armatura nera, trascinarono qualcuno con loro, qualcuno che a stento riusciva a tenersi in piedi.

“Emma!” urlarono all’unisono  Killian, David, Snow e Regina.

La salvatrice venne gettata a terra in una cella vuota e subito rinchiusa dentro, dopo di chè quei soldati se ne andarono.

“Emma, Emma, rispondimi love!” disse Killian preoccupazione, quando la vide poggiarsi al muro, con gli occhi ben serrati e mordendosi il labbro.

“Emma, mi senti?” chiese Regina, che affiancava la sua cella. La donna fece solo un piccolo cenno, per far capire loro che li sentiva, ma non riusciva a trovare la forza di parlare. Sentiva il suo corpo dolorante, da quando una forte scossa elettrica le aveva attraversato il corpo.

Un rumore di passì potè essere udito e tutti si misero all’erta, mentre le bambine si avvicinavano per quanto possibile alle persone che avevano accanto. Nel caso di Alice e Chloe, Snow e Roni cercò sua zia Zelena, che affiancava, oltre che la nipotina, sua sorella Regina.

David affiancava la cella di Emma oltre che un muro, Proprio come Killian che dalla parte sinistra affiancava la cella di Snow. Tutti si potevano vedere, ma Killian aveva Emma quasi di fronte a sé. Era così vicino alla sua amata, ma allo stesso tempo, così lontana.

I passi si fermarono e la porta della prigione si aprì.

 Un uomo vestito con abiti pregiati, con uno smeraldo al collo, entrò nella stanza con un aria di sufficienza.

“Chi diavolo sei tu?” disse Killian con disprezzo e rabbia.

“A giudicare dagli abiti che indossa, direi il re impostore!” disse Zelena, prima di sentirsi mancare il fiato a causa di una forte morse alla gola.

“Zia!” gridò Roni spaventata.

“Hai indovinato mia cara perfida strega, ma sappi che la tua perfidia non è nemmeno paragonabile alla mia!” disse il re, lasciando la presa quando vide le labbra di Zelena diventare cianotiche.

Regina guardò sua sorella e fu sollevata nel vedere che quell’essere non era andato avanti. La donna respirava con affanno e si stringeva la gola, ma era viva.

“Cosa hai fatto ad Emma, bastardo?” disse Killian stringendo le sbarre della prigione.

“Io? Io non ho fatto niente! Siete stati voi a ridurla così…o per essere più precisi, Regina!” disse divertito l’uomo “Vi avevo avvertito dell’effetto che avrebbe avuto usare i poteri contro  il mio volere, quindi biasimate voi stessi!”

“Te la farò pagare!” disse Killian irato.

“Ma davvero?” disse il re, facendo un gesto della mano e aprendo la sua cella “Vediamo cosa sai fare!”

Killian non si fece scappare l’occasione e sferrando il suo uncino, provò a colpire l’uomo, ma non riuscì a scalfirlo, perché la magia in possesso di quell’uomo, datogli dallo smeraldo che aveva al collo, lo proteggeva. Non era difficile per i presenti capire che sbarazzandosi di quel ninnolo, avrebbero sconfitto quell’uomo.

“Vedo che hai coraggio da vendere, vediamo ora come ti comporterai!” disse il re impostore quando decise di ordinare a Killian qualcosa di umiliante.

“Ora sudicio pirata, ti ordino di inchinarti al mio cospetto!” disse il re.

“Mai!” disse immediatamente Killian con disprezzo.

Il re rise divertito “Speravo proprio che lo dicessi. Non sarebbe stato divertente altrimenti!”  fece un gesto della mano e la porta della cella delle bambine si aprì. Alice che teneva sua nonna per mano, si sentì sollevare e inutili furono i suoi tentativi di aggrapparsi alle sbarre della prigione, la forza che la trainava era più forte di lei.

“Alice!” gridarono all’unisono Emma e Killian.

Emma si avvicinò alle sbarre, ignorando il dolore che provava e provò a scuoterle inutilmente, prima di provare nuovamente a usare la magia per aiutare la figlia, ma il risultato su solo quello di trovarsi nuovamente a terra cercando di respirare.

Regina che era più vicina a lei in quanto la porta della cella della salvatrice era attaccata alla sua, cercò di accertarsi delle sue condizioni. Lo vedeva dallo sguardo di Emma che in quel momento il dolore di non riuscire ad aiutare sua figlia era più forte di quelle scariche che le attraversavano il corpo ogni volta che lei o qualcun altro provava a usare la magia

La bambina galleggiava a mezz’aria, con l’impossibilità di muoversi e Killian con rabbia guardò il re.

“Lasciala immediatamente andare!”  disse minaccioso.

“Altrimenti? Non puoi nuocermi, ma io posso ferire tua figlia, te, tua moglie i tuoi amici. Non mi credi?”  chiese Il re, stringendo lievemente la mano, con la quale teneva sollevata la piccola Alice.

La bimba cominciò a piagnucolare e a chiamare il padre, quando sentì una morsa su se stessa farsi sempre più forte.

“Fermati!” urlò Killian disperato.

“Se vuoi che mi fermi, dovrai inchinarti a me!” disse il re divertito.

Killian strinse i pugni, ma la sua dignità non era importante come la vita di sua figlia e si inchinò davanti a lui.

“Bene e ora, baciami gli stivali oppure puoi dire addio a tua figlia!” disse ridendo malignamente.

Tutti i presenti se avessero potuto, avrebbero ucciso il re all’istante, ma non potendo fare niente, stettero inermi a guardare Killian che si umiliava, ma per loro quello non era umiliazione. Era coraggio e amore verso la sua creatura. Nessuno avrebbe potuto biasimarlo. Soddisfatto il re, lasciò la bambina rinchiudendola nuovamente nella cella. La cosa che sembrò strano a tutti fu la nuova cella in cui Killian fu imprigionato…nella cella di Emma.

 

  
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