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Autore: Gatto1967    11/11/2018    1 recensioni
Una inquietante presenza sembra infestare una vecchia stalla in disuso.
Chi è?
Cosa vuole?
Cerca vendetta?
Elisa Stowe chiede aiuto a un suo compagno di studi diventato prete cattolico: cosa potrà fare l’uomo contro l’inquietante figura?
Chi è la bambina nella stalla?
Ma soprattutto care forumelle e cari forumelli… che cavolo c’entra questa storia con Candy Candy?
Cosa ha partorito la fantasia malata del vostro felino preferito?
Leggete e saprete…
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Candice White Andrew (Candy)
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Elisa
 
Damien ed Elisa sedevano di nuovo sotto la veranda. Quella giornata di inizio giugno era veramente calda, e ormai era arrivata l’ora di pranzo. In attesa che la giovane Patty servisse il pranzo i due parlarono di quello che Damien aveva appena visto.
-Ammesso che quello che abbiamo visto sia reale, a me quella bambina non sembra una “presenza inquieta” da film horror.-
-Certo che no! Quella bambina trasmette solo dolcezza! Appare triste è vero, ma non si può non avvertirne la bontà.-
-Sempre ammesso che quello che abbiamo visto corrisponda a qualcosa di reale. Sai, siamo tutti San Tommaso, se non vediamo non crediamo, e spesso non ci basta neanche di vedere.-
In quel mentre arrivò la ragazza, Patty.
-Signora, il pranzo è pronto. Dove vuole che apparecchi?-
-Apparecchia pure qui fuori. Anzi ci penso io ad apparecchiare. Tu siediti qui. Naturalmente mangi insieme a noi.-
-La ringrazio signora.- disse lei sedendosi. Poi, mentre Elisa entrava in casa, si rivolse a Damien.
-L’ha vista anche lei padre?-
-Cosa? Anche tu…-
-Si padre, l’ho vista anch’io.
Lavoro qui da due anni e ci vivo da un anno e mezzo, da quando fui costretta a vendere la casa dei miei poveri genitori. La signora Stowe è una donna di buon cuore e mi offrì di stabilirmi qui.
Mi fa lavorare, mi paga bene e mi tratta come una figlia.-
Damien ascoltava commosso il racconto di quella ragazza, sfortunata sì, ma al tempo stesso fortunata ad aver incontrato una donna come Elisa ad aiutarla.
-Quest’inverno, mentre la signora era al lavoro, stavo lavorando in giardino nei pressi del cancello. Sentii un rumore provenire dalla stalla. Era mezzogiorno e quella era una giornata fredda ma luminosa, così non ebbi paura ed entrai nella stalla incuriosita. Pensavo a un gatto o qualcosa di simile, ma non vidi niente. La stalla era così come l’avete vista voi poco fa.
Gironzolai un po’ lì dentro incuriosita da quella vecchia costruzione e quasi per caso toccai il nastro.
Vidi quello che ha visto lei padre, la bambina che piangeva sul letto tenendo quel nastro. Il tutto durò una frazione di secondo, poi scappai terrorizzata.
Per diversi giorni non ebbi il coraggio di parlare alla signora di quello che avevo visto: temevo che mi avrebbe preso per pazza e licenziata. E poi ero terrorizzata da quelle presenze.
Poi un giorno entrai di nuovo nella stalla, volevo capire se avevo sognato o cos’altro. Toccai di nuovo il nastro e rividi la stessa scena: la bambina che piangeva tenendo il nastro fra le mani. La visione durò una frazione di secondo, come la volta precedente, e proprio in quel momento entrò la signora.
Quel giorno era rientrata prima dal lavoro.
Mi chiese cosa stessi facendo e io le chiesi di toccare il nastro.
Lei mi guardò come se fossi impazzita, e non aveva certo torto, un po’ pazza lo sono davvero! Tuttavia mi accontentò e anche lei vide la bambina bionda seduta sul letto.-
 
In quel momento arrivò Elisa spingendo un carrello portavivande con il pranzo e piatti e posate per apparecchiare la tavola. Patty istintivamente si alzò per prendere i piatti e apparecchiare, ma Elisa la “picchiò” scherzosamente con il mestolo.
-Ferma lì tu! Ti ho detto che ci penso io!-
 
Poco dopo mentre mangiavano Elisa chiese a Damien.
-Immagino che Patty ti abbia raccontato tutto.-
-Si, lo ha fatto.-
-Le avevo chiesto io di non dirti niente finché non ti avessi portato nella stalla.-
Damien, per quanto turbato dall’esperienza appena vissuta, cercò di mantenere un atteggiamento professionale.
-Ascolta Elisa. Ammesso che quello che abbiamo visto abbia a che fare con una persona realmente esistita, non so quanto tempo fa, tu hai idea di chi possa essere?-
-Da quel giorno di febbraio che per la prima volta vidi quella bambina mi sono fatta la stessa domanda. Chi è? è una persona realmente esistita o è solo una specie di allucinazione collettiva?
Così quando mi trovavo a casa cominciai a spulciare gli antichi documenti appartenuti ai miei antenati. In realtà non potevo essere sicura dell’epoca a cui apparteneva quella bambina, ma dai suoi abiti, da come appariva la stalla, dedussi che la scena che vedevamo, ammesso che fosse reale, doveva essere accaduta più o meno in quell’epoca, cioè a inizio ‘900.-
-E hai trovato niente?-
-Si, forse ho trovato qualcosa.
Poi te lo mostrerò, ma trovai un vecchio documento ingiallito che mi sembrava una specie di accordo con un istituto chiamato “Casa di Pony” con sede a Laporte nello stato dell’Indiana, un accordo che riguardava una certa Candice White che venne a lavorare qui come “dama di compagnia” per la figlia del mio antenato che firmò l’accordo.-
-E tu pensi che la presenza nella stalla, se di presenza si tratta, abbia a che fare con questa Candice White?-
-Si lo penso. Non trovai altro di interessante in quei documenti, solo scartoffie su antichi affari bancari condotti dal mio antenato. Così iniziai a indagare.
Ti risparmio la descrizione di tutti i giri che feci, fra chiese, uffici comunali e quant’altro, ma alla fine potei raffigurarmi un quadro della situazione, sicuramente molto ipotetico, ma possibile.-
-Ti ascolto.-
-Dunque, intorno al 1910 i miei antenati assunsero questa tale Candice White come “dama di compagnia” per la figlia Elisa, già si chiamava come me.
Candice doveva avere non più di 12-13 anni che era appunto l’età di Elisa, che poi appurai essere la mia bisnonna.
La bambina rimase in questa casa non oltre il 1911 anno in cui risulta essere stata adottata dalla famiglia Andrew, ho un certificato che lo attesta. La famiglia Andrew possedeva una villa qui vicino, una villa che esiste ancora oggi anche se ha proprietari diversi. È la villa delle rose, poi magari ti porterò a vederla. Conosco i proprietari.
Comunque, tornando a Candice White ritengo che il periodo della sua permanenza qui, non fu felice. I miei antenati avevano fama di essere persone altezzose e arroganti che trattavano con disprezzo chi non apparteneva al loro rango.
Inoltre se la scena che abbiamo visto ha un fondamento di verità, dovremmo credere che Candice fu messa addirittura a dormire nelle stalle.-
-Sempre che la bambina della stalla sia Candice White.-
-Beh, il mio resoconto è finito Damien. A quell’epoca si usavano molte meno scartoffie di oggi, e buona parte di quelle scartoffie è sicuramente andata perduta.-
-Hai una connessione internet in questa casa?-
-Naturalmente, e ho anche due computer, uno mio e uno che usa Patty.-
-Oh non preoccuparti. Ho il mio fedele portatile in macchina e userò quello, mi basta solo la connessione. E poi vorrei vedere i documenti di cui mi hai parlato, quelli su Candice White.-
-Ok. Patty, occupati tu di quello che ha chiesto Padre Karras, fallo connettere a internet e dagli la cartellina con i documenti che sai. Penso io a sparecchiare e lavare i piatti.-
-Signora, lei così mi mette in imbarazzo! Mi faccia guadagnare il mio stipendio!-
-Te lo guadagni lo stipendio ragazza! Non si dovrà mai dire che io sono come i miei antenati! Fa quello che ti ho detto!-
-Va bene signora, la ringrazio signora.-
Damien sorrise a quella scena. La sua amica non era davvero una riccastra altezzosa e arrogante, e voleva sinceramente bene a quella ragazza.
 
-La cena è quasi pronta Damien. Patty sta apparecchiando la veranda.- disse Elisa entrando nello studiolo dove si era sistemato Damien.
-Ho trovato delle cose interessanti Elisa, sia sui tuoi antenati che su Candice White. Hai una stampante?-
-Certamente. Se clicchi sull’icona della stampa la trovi e ti puoi connettere liberamente.-
-Visto che è quasi pronta la cena ne parleremo meglio a stomaco pieno, ma posso anticiparti alcune cose. L’istituto chiamato “Casa di Pony” esisteva realmente ed esiste ancora oggi con un altro nome.-
-E di cosa si tratta?-
-è quello che potremmo chiamare “orfanotrofio” o “casa per bambini”-
-Quindi Candice White era un’orfana.-
-Già. All’epoca poteva accadere che bambini orfani venissero presi a lavorare da famiglie ricche come quella dei tuoi antenati.-
-Che tristezza!-
-Tutto va contestualizzato all’epoca di cui parliamo. Per un bambino orfano era sempre una bella possibilità lavorare per una famiglia ricca. Significava avere un tetto sulla testa e qualcosa da mangiare.
Poi ho cercato di verificare il certificato di adozione…-
In quel momento Patty li chiamò, la cena era pronta e servita in tavola.
 
-Allora io vado signora! Non so bene quando rientrerò, ma la prego: lasci stare i piatti. Li laverò io stasera o domani mattina.-
-Vai adesso e divertiti con i tuoi amici. Ci vediamo domani.-
 
-Vuoi bene a quella ragazza, ti si legge in faccia.- disse Damien mentre la giovane Patty si allontanava con l’utilitaria che Elisa le metteva a disposizione.
-Sì, le sono affezionata. Chiamalo istinto materno represso se vuoi, fatto sta che la conosco da quando era bambina. Conoscevo i suoi genitori, gran brave persone. Quando mi sono trasferita qui erano appena morti e quella povera ragazza non sapeva dove andare a sbattere la testa, così la presi con me a lavorare. I suoi le avevano lasciato in eredità un appartamento in città e una montagna di debiti. Dopo qualche mese le consigliai di vendere l’appartamento per pagare i debiti e la feci trasferire qui.
È una brava ragazza e una gran lavoratrice, ma torniamo a noi.-
Damien prese una pila di fogli stampati che aveva sistemato su una sedia di fianco a lui.
-Eravamo rimasti al certificato di adozione…
La tua è evidentemente una fotocopia e l’originale non era certamente in buono stato, tuttavia ho potuto ricostruire qualcosa.
Il certificato si riferisce a una certa Candice White Andrew nata nel 1800 e qualcosa, le ultime due cifre sono illeggibili, ma parlando di una adozione avvenuta nel 1911 possiamo desumerne che la Candice del certificato sia nata negli ultimi anni del 1800. Se si tratta della stessa Candice che lavorò in questa villa direi che possiamo pensare che sia nata nel 1898/99.
Ho provato a cercare in rete eventuali documenti o atti di qualsiasi genere, relativi a Candice White o Candice Andrew.
Ovviamente ne ho trovati diversi, White e Andrew sono cognomi abbastanza diffusi e anche il nome Candice non è certamente raro. Sicuramente sono esistite ed esistono tuttora molte Candice White o Candice Andrew, ma guarda un po’ questo certificato che ho stampato poco fa.-
Damien porse alla sua amica un foglio A4 che lei visionò attentamente.
-Questo è un certificato di morte di Candice White Andrew! Nata nel 1898 in località ignota e morta a Londra nel 1991!-
-Potrebbe trattarsi proprio di lei, capisci? Della nostra Candice.-
-Quindi quella bambina è reale!-
-Andiamoci piano. Ho detto solo che la Candice White che lavorò qui è realmente esistita. Sul resto… non posso pronunciarmi…-
-Ma se lo è, se quella presenza nella stalla è Candice White Andrew, perché si trova qui? Cosa vuole?-
Damien sembrò riflettere per qualche secondo.
-Perché non lo chiedi a lei?-
 
   
 
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