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Autore: MerlinMorganEmrys    11/11/2018    0 recensioni
In un mondo in cui non puoi nascondere l'innamoramento, un uomo si innamora segretamente di un'altro.
E se, per caso, quell'uomo fosse anche la sua anima gemella, l'altra faccia della sua medaglia, quello che libera la Rosa presente sul suo polso?
Le Linee rosse sono amori non ricambiati. Le Linee nere sono amori ricambiati.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sebastian Moran, Sherlock Holmes, Victor Trevor
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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[Mi scuso ancora per il grandissimo ritardo. Non vi sono scusanti. Spero che il capitolo, almeno, valga l'attesta. Lo spero proprio.]

Era assurdo ciò che gli aveva fatto provare. Il dolore, l'abbandono, ed ora la rabbia per non essere stato uno di quelli che sapevano. Imprecò, il secondo giorno dal suo ritorno. Se n'era andato dal 221B e non intendeva tornarci presto. Mary era la donna della sua vita, ne era certo, e non sarebbe stato uno stupido consulente investigativo a fargli cambiare idea. Certo, ciò che aveva ricordato quella notte, dopo che lui era tornato non aiutava molto. Ricordava loro due. Su un letto, il giorno prima di capire la verità sul Mastino. I vestiti diventati troppo stretti, una volta che entrambi avevano capito quello che sarebbe successo. Gli stessi a terra, pochi minuti dopo, mentre il detective si avvicinava. I baci, le sue mani nei morbidi ricci di Sherlock, i nomi di entrambi -reinventati in Jawn e Sherlawck- risuonati nell'albergo. E, la mattina dopo, tutto cancellato. Insomma, non era un ricordo da poco.

.oOo.

Era strano. Era un'emozione, un'aberrazione nel suo programma perfetto, un ingranaggio spostato in quel meccanismo perfetto. Rabbia. Gelosia, forse. Una sola frase aveva distrutto quell'equilibrio perfetto.《Perché sei il mio migliore amico.》aveva detto Watson, gli occhi puntati in quelli eterocromi di Holmes. "Il mio migliore amico". Detto dall'uomo che gli aveva fatto soffrire meno la Malattia. "Migliore amico". Detto dall'uomo che aveva fatto sbocciare la Rosa sul suo polso. Non sanno cosa si prova. Pensò il moro, riferito agli scienziati della Teoria dei Soli. Non è per niente come lo descrivono. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Il biondo lo notò, notava tutto e non capiva il perché. 《Ti faccio un tea. Okay?》domandò, forse anche per allontanarsi a pensare. Questo fottuto polso non la smette di bruciare. Fu il pensiero più forte del biondo, mentre metteva su l'acqua nel bollitore.  Il resto della mattinata passò tranquilla, piena di sorriso di circostanza; ma non appena John uscì da quella stanza, si scatenò l'Inferno.

.oOo. 

Forse l'unica caso che li fece tornare davvero come prima fu il pozzo. Perché fino  all'ultimo John pensava che sarebbe morto. E Sherlock era fermo sulla sensazione che provava, avrebbe fallito nel salvarlo. Forse fu questo che autorizzò il medico a pronunciare quella frase, quelle due parole, che il detective non aveva il coraggio nemmeno di pensare. 《 Ti amo. Una sola frase, detta mentre le forze che lo tenevano a galla lo stavano abbandonando. La reazione dall'altra parte della cornetta, sbrigativa, fu:《Non mollare, John. Troverò il modo di salvarti. Lo giuro. 》Poi il nulla, almeno fino all'arrivo dei soccorritori. Fu così che lui finì fra le braccia del detective, che semplicemente lo strinse a se. Forse fu solo grazie a questo che decisero di creare dei nuovi ricordi, non lo possiamo sapere. E la Rosa? Ah, quella maledetta Rosa sul polso di entrambi; quella notte non fu un problema. Non fu la cosa a cui diedero più peso, quella notte, troppo impegnati a dimostrare, con un piacevole esperimento, quanto piacere un corpo umano può sopportare. Questa volta si tennero ben stretto il loro ricordo, non volendo rischiare ciò che era successo l'ultima volta. Ma non ne parlarono. Il riccio troppo orgoglioso per ammettere di aver sbagliato -anche se in minima parte- nel definire i sentimenti inutili. Ed il medico ancora troppo preso dalle mille domande che gli attanagliavano il cervello. Ma non fu l'unica volta, quello. Avevano capito, dopo vari esperimenti, che era più entusiasmante, dopo aver risolto un caso. Quindi, per Sherlock, divenne un altro stimolo per completare velocemente i casi, e per John un ottimo motivo per testare la sua, famosissima, eterosessualità

Come tutte le cose belle e proibite, però, ciò ebbe fine, e forse in uno dei modi peggiori. Sebastian Moran, l'ultimo uomo di Moriarty. Che si era deciso, voleva farsi vivo e far capire ai due amanti -non fidanzati, non ne volevano parlare- cos'era davvero l'amore. O almeno è quello che pensò Lestrade, quando il corpo del biondo cecchino fu trovato all'interno del 221B, con una Rosa incisa sul polso -post mortem, a detta di John- ed un colpo che gli aveva fatto saltare il cervello. Non fu difficile capire per chi quella Rosa fosse stata creata, ciò che indusse nuovamente i due a parlare di questo argomento, faccia a faccia, dopo un caso risolto. 《Quella Rosa è in parte mia, vero John?》domandò il detective, la indicando con un cenno della testa il polso del medico.《Perché questa lo è. In parte è tua John. Perché non poteva esserci un'altra persona capace di far sbocciare l'amore anche in me. Non fare quella faccia, era da un po' che volevo dirtelo. Insomma, lo sai che cosa ne penso. Ma penso che forse ciò che dicono i libri sia, almeno in parte, giusto. Perché è vero, John. Tu mi fai stare bene. E non solo psicologicamente. Sono due mesi che non soffro la Malattia. Sono due mesi che... -mimò le virgolette con le dita- "stiamo insieme". Mi sta facendo stare bene, John. Ed immagino non solo me. Perciò, nonostante li reputi comunque inutili e noiosi, vorresti farmi l'onore di accompagnarmi all'altare come consorte, John?"》Il biondo ci dovette pensare, ed anche intensamente. Primo in tutto, era ancora con la mente altrove. Secondo, Sherlock aveva parlato con la sua solita velocità, se non raddoppiandola. Ma la proposta riuscì comunque ad essere registrata dal suo cervello come tale, e dopo qualche secondo fu capace di rispondere affermativamente. 

[Piccolo spazio me

Sono felice di avere avuto la vostra compagnia fino alla fine. Penso sia un lavoro di cui andare abbastanza fieri, e che vi sia piaciuto. Mi scuso per alcuni punti in cui la storia è andata lentamente -vedi capitolo 2-, erano i capitoli che non avevo circa pronti e che quindi sono un po' "tappabuchi". Vi invito a lasciare una piccola recensione qui, nell'ultimo capitolo, per farmi sapere come avete percepito questa storia. Alons-y! *occhiolino*]

 
   
 
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