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Autore: JAPAN_LOVER    12/11/2018    1 recensioni
Gregor Startseva è il giovane allenatore di 34 anni della nazionale maschile di pallavolo, con una lunga serie di successi alle spalle.
Proprio mentre è intenzionato a godersi le meritate vacanze estive, all'indomani di un trionfo che è valso ai suoi ragazzi la medaglia d'argento, viene convocato dalla Federazione sportiva per un nuovo incarico: guidare ai mondiali 12 ragazze a una settimana dagli esordi.
Tra numerosi punti oscuri e mille difficoltà, deve imparare a gestire una squadra di ragazze che non conosce. A suo modo, ognuna gli darà del filo da torcere e, in particolare una, Lucia, la capitana, rivelerà nutrire un'inspiegabile avversione nei suoi riguardi.
La medaglia è fuori dalla portata di mano, ma riuscirà Gregor a domare le sue 12 leonesse e a tornare a casa, senza rovinare molto la sua luminosa carriera?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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WELCOME TO JAPAN

GREGOR



Sei comodamente seduto al tuo posto, sul primo sedile a destra accanto al finestrino.
Lanci un’occhiata all’orologio da polso, mancano due ore al decollo e un’ora all’arrivo delle ragazze e dello staff messo a disposizione dalla Federazione.
Questa mattina ti sei svegliato presto e sei arrivato in aeroporto con due ore d’anticipo, tutto questo per evitare la calca di giornalisti che ti avrebbero preso d’assalto.
Con gli anni sei diventato ancora più scaramantico, non ti va di esporti troppo, a maggior ragione questa volta che proprio non riesci a fare pronostici. Non sei nella posizione di creare grandi aspettative, né tanto meno intendi sminuirle. Non hai bisogno della pressione mediatica, più avanti avrai tempo e modo di dare conto alla stampa e alla Federazione, ma non adesso.
Accavalli le gambe e cerchi di ingannare il tempo sfogliando le pagine del quotidiano sportivo. Passi oltre il piccolo articolo a voi dedicato e ti concentri sulle ultime notizie del mondo del basket.
Pensare che sei partito come cestita! A 15 anni avevi raggiunto la tua altezza naturale ed eri anche piuttosto bravo, ma quando hai conosciuto la pallavolo te ne sei innamorato. Chissà come sarebbe stata la tua vita se non ci fosse stato quel colpo di fulmine con il volley? Beh, probabilmente non saresti sul punto di giocarti la carriera in condizioni così imprevedibili, ma non rimpiangi niente. Ami troppo quello che fai e non torneresti indietro.
Speri solo di poter tornare ad allenare la tua squadra in campionato nella prossima stagione, non chiedi altro al tuo futuro.
Paolo sale sull’aereo tutto trafelato.
Il tuo amico indossa una tuta blu scuro, simile a quella indossata da te stamattina, e un paio di occhiali da sole scuri.
Lo steward gli controlla con gentilezza il biglietto. Poi lui solleva le lenti, ti adocchia e ti raggiunge subito.
Avvoltoi?” domandi, chiudendo e ripiegando il giornale.
“Già, ho fatto una corsa incredibile per aggirarli. Però, ottima trovata giocare d’anticipo! Complimenti, coach!” risponde, sollevando il palmo della mano.
“Grazie, coach!” rispondi a lui e al suo cinque.
Gli fai spazio sul sedile accanto al tuo, e lo guardi mettersi comodo e riprendere fiato.
Per quanto si curi di trattare le relazioni con l’esterno, neanche Paolo ama troppo trattare con la stampa. In quanto primo allenatore, toccherà poi a te pronunciarti.
“Mia mamma ha chiesto di te, ti ha invitato a cena al nostro ritorno” gli dici.
“Mamma Angela! – esclama lui intenerito – da quanto tempo non la vedo. Come sta?”
“Benone, anche ora che è andata in pensione non riesce a stare un attimo ferma. Tra volontariato e le varie fondazioni benefiche, la vedo poco anche io!”
La tua mamma, oltre ad essere una madre amorevole e un’ottima cuoca, è anche un avvocato molto noto in città e da poco in pensione.
“Quella donna è un portento! Mi ha aiutato un sacco in quella causa contro il Vercelli Volley club, dopo il mio infortunio. Se non mi fossi infortunato io, quell’anno…”
“Oh, si, ci avreste sicuramente battuti nella finale!”
“Mi prendi in giro?” inarca un sopracciglio.
“No, certo che no!” trattieni a stento una risata.
Devi ammettere che quell’anno erano forti, hanno rischiato per davvero di vincere la coppa.
Paolo non digerirà mai quella che è stata la loro ultima sconfitta al tie-break* contro la tua squadra, ma per fortuna la vostra amicizia non ne ha mai risentito.
Certo, lui tenta ancora di fartela pagare in qualsiasi occasione, come l’ultima sera in palestra, ma tutto sommato la vostra amicizia è ancora salda.
“Mh… – mugola lui, poco convinto – in ogni caso, caro il mio Gregor, concentriamoci su questa sfida!”
“Abbiamo una bella gatta da pelare!” sei libero di commentare, in fondo siete soli tra di voi.
“…e una dozzina di leonesse da domare!” ride lui.
Sorridi, è vero, sono delle ragazze tremende. Ragazze adorabili, in gamba, ma tremende, stare loro dietro è una vera impresa.
“Le hai già domate tutte, beh quasi tutte. Peccato che tu non sia riuscito ad addomesticare il capobranco!”
Non lo dice con malizia, ma non ti piace che lui parli così di lei.
Ti scopri infastidito, nonostante stiate parlando per vie retoriche e con estremo rispetto. Siete entrambi affezionati alle vostre ragazze, e poi ti sei accorto che tra Lucia e Paolo c’è vero affetto.
“Lucia non sarà un problema!” svii il discorso su un terreno più concreto.
“Ma non lo penso affatto, Lucia tiene troppo alla maglia ed è troppo legate alle compagne. Sono certo che in Giappone sarà più ragionevole!” ti assicura.
E lo pensi anche tu.
Qualcosa ti suggerisce che Lucia non ti creerà problemi, collaborerà. Per qualche ragione, ti senti più positivo dopo aver ricevuto il suo messaggio di scuse di ieri sera.
Comincia ad arrivare lo staff. Sono in tutto una decina, tra nutrizionisti e fisioterapisti, costituiranno la vostra equipe e si prenderanno cura dallo stato di salute delle vostre atlete. Tu e Paolo vi alzate e li salutare con gratitudine e professionalità.
Infine, arrivano le ragazze tutte insieme.
Sono elettrizzate. Guardi i loro visi, pieni di attesa e aspettative, e ti emozioni un po’ anche tu sotto la tua coltre di impassibilità. Davvero. Speri che tutto vada per il meglio.
Vi sfilano davanti con le loro tute bianche dalle striature azzurre e con lo stemma della nazionale ad altezza del cuore. Vanno a prendere posto dietro, portando naturalmente il solito scompiglio.
“Coach, questo è per lei!” dice Camilla, porgendoti un sacchetto e tu immagini subito di cosa si tratta.
“Oh, no!” è la tua protesta immediatamente contraddetta da un mezzo sorriso.
Lei ride compiaciuta. Quando hai dei dolci davanti, i tuoi lineamenti si addolciscono e sembri ritornare un pò bambino. Camilla lo ha notato e forse è per questo che da quella famosa volta, ti porta i suoi famosi muffin ogni volta che li prepara.
Il suo gesto di chiederti scusa è diventato un modo tutto suo per compiacerti.
“Sei la più temibile attentatrice alla mia linea!” le dici un po’ per scherzo, un po’ perché è la verità.
Fai tanto per tenerti in forma e stare lontano dai tuoi amati dolci e da quando sei in squadra, i suoi muffin sono diventati il tuo principale peccato di gola.
Lei arrossisce visibilmente soddisfatta, sa che ti piacciono tanto.
“Grazie, sarà il mio spuntino di oggi!” dici grato, curiosando all’interno del sacchetto.
“Di niente, coach!” sibila contenta.
“E a me? Niente dolcetti?” protesta Paolo, deluso, sbirciando il contenuto.
“Ah, non sapevo che i dolci piacessero anche a te. Povero Paolo, la prossima volta li farò anche per te…” è la risposta piccata di Camilla, che ammicca e torna indietro al suo posto.
Due muffin ai mirtilli, due al cioccolato nero e due al cioccolato bianco. Mmh…hai già l’acquolina in bocca!
“Sei sempre il solito fortunato! – sbuffa il tuo amico, al tuo fianco – da quando sono in questa squadra non mi hanno mai portato dei dolcetti. Devo forse cominciare ad essere geloso?”
Ridi di gusto. Effettivamente …
Poi vedi arrivare lei. Si ferma dallo steward per i dovuti controlli.
Non puoi negare che sia bella.
Sembra a suo agio nella tuta sportiva. E’ decisamente più alta delle sua compagne, ma non per questo perde grazia nei movimenti. Lo hai visto in palestra, in modo del tutto naturale sa sempre essere agile e flessuosa.
Le lunghissime ciocche ondulate biondo cenere, che tiene legate da un elastico azzurro, scendono ordinatamente lungo la schiena. I grandi occhi nocciola e le sue labbra piene rosee sorridono affabili e divertite all’accompagnatore di volo. Non hai dubbi che Lucia sia sempre simpatica e gentile con gli altri. Appunto, con gli altri.
Indugi un po’ troppo nel guardarla, lei ti vede e abbassa i suoi occhi nocciola. Per un attimo temi di essere tornato punto e a capo con lei, dopo tutta la strada fatta.
Poi, passa i controlli e viene avanti in cerca del suo posto.
“Buongiorno!” dice lei di sfuggita, proseguendo lungo il corridoio.
“Lucia, eccoti! – la ferma Paolo – tu che sei imparziale, vuoi dire a Gregor quel è il vostro allenatore più affascinante?”
Lei spalanca ancora di più i suoi occhioni, chiaramente a disagio.
“Ignoralo, per favore!” le dici, mentre ti assale un’insana voglia di strozzare il tuo amico a mani nude.
“No, Gregor! Seriamente! Devi toglierti dalla testa che le donne impazziscano solo per te! – dice lui imperterrito – allora?”
Possibile che Paolo non vede che la sta mettendo in difficoltà. Che gli passa per la testa?
Certo, Paolo non può sapere della vostra lite di ieri sera e del risolutivo scambio messaggistico, che potete considerare come una sorta di armistizio, ma sa perfettamente che fra te e lei non è mai corso buon sangue. Certo che è proprio infantile!
Vedi Lucia tergiversare, andare con gli occhi alla cerca di una scappatoia che davvero non c’è, e proprio in quel momento, spunta da dietro Cristina.
“Te la do io la risposta! – interviene esuberante la mora dalla carnagione olivastra – Coach Startseva. Alto, muscoloso, proporzionato, occhi di ghiaccio, capelli ebano indomabili, mascella virile e volitiva. Coach Nastasi. Altezza media, addominali A.A.A. CERCASI, capelli castani e viso tondo da pesce lesso. Paolo, perché non continui a puntare sulla simpatia?”
Vedi Paolo spalancare la bocca crucciato.
“Ah. Ah. Ah. Simpatica!” mormora con finta noncuranza, ma tu sai bene quanto sia stato ferito il suo ego maschile.
Quella di Cristina è chiaramente una provocazione, ti sei accorto di come le piaccia stuzzicarlo, ma lui in questo momento è troppo punto nell’orgoglio per accorgersene.
Lei e Lucia scoppiano a ridere, ma cerchi di trattenerti come puoi.
“Non te la prendere, hai molte altre qualità! – rincara la dose Cris, prima di rivolgersi all’amica – su, Lucia, andiamo a sederci!”
Le due se ne vanno, e a te tocca ricucire i brandelli del suo orgoglio. Ma la colpa è sua, deve sempre mettersi in competizione su tutto. Ha cercato una vittoria facile coinvolgendo tra tutte proprio Lucia, ma gli è andata male.
Poi ci pensi e ti viene da chiederti se Paolo si sia accorto di piacere a Cristina.
“Stava solo scherzando!” gli fai notare.
“Taci! Stai zitto! Non ho bisogno della tua compassione!” risponde secco, incrociando le braccia.
“Ma è così…!” provi a dire ma poi ci lasci perdere, è testardo e permaloso.
Anche Paolo è decisamente un bell’uomo. Mentre tu hai una bellezza chiaramente nordica, la sua è una bellezza tipicamente mediterranea. Ha le labbra carnose e un viso tondeggiante. I suoi occhi solo di un castano tenue e luminoso, e il suo sorriso è più ampio e caloroso del tuo. Solo che è troppo permaloso e si ostina a mettersi in competizione con te, su tutto. Non capisce che il confronto tra voi non sussiste. Lui era un ottimo libero e tu un ottimo centrale, senza contare che siete due bellezze troppo diverse per fare un vero paragone.
Vi preparate per il decollo. Il pilota vi parla attraverso l’alto parlante per darvi il benvenuto a bordo e le indicazioni per il decollo. Vi allacciate la cintura e vi preparate a trascorrere le prossime 12 ore in una scatola di lamiera.
Incredibilmente il chiacchiericcio delle ragazze dopo qualche ora si placa, tu però tieni le cuffie e ascolti la tua play-list.
Paolo ti dorme di fianco, e tu osservi dal finestrino l’immensità dei cieli e la sofficità delle nuvole sottostanti. Sospesi tra cielo e terra, venite sospinti verso la vostra impresa.
Chiudi gli occhi, cerchi di non pensare, respingi fuori di te l’enormità del lavoro che vi aspetta nei prossimi giorni a venire. Adesso hai bisogno di raccoglierti in te stesso.
Poi, ti addormenti e ti risvegli mezz’ora prima dell’atterraggio.
Quando scendete ti sembra un po’ di essere in gita scolastica, con te e Paolo che da bravi supervisori cercate di non perdere di vista le ragazze.
Siete al recupero bagagli e, con gli occhi, le conti e le riconti mentalmente.
“Rimaniamo insieme, a meno che qualcuna di voi non conosca il giapponese, non disperdiamoci!” intima Paolo.
Cristina e Camilla abbandonano per un attimo le loro valige, congiungono le mani e chinano il capo.
“Nippon e yōkoso, Paolo-sensei!” urlano con decisione.
“Eh?” bofonchia lui, perplesso.
Incredibilmente, sembra ancora risentito.
“Vuol dire benvenuto in Giappone, Paolo” traduce Camilla.
“Si, si, brave! – borbotta lui – voglio proprio vedere come ve la cavate in un vero discorso, nel caso vi perdeste!”
“Ma che gli è preso?” si chiede Rossella.
Quando ognuno di voi ha recuperato la propria valigia, le riconti accuratamente.
“Ragazze, seguiteci! Paolo ha ragione, rimaniamo uniti!” dici loro.
L’aeroporto di Narita è davvero grande. Attraversate il terminal con i trolley alla mano, fuori vi aspetta una navetta prenotata dalla Federazione che vi porterà in Hotel.
Le porte automatiche si aprono al vostro passaggio e, subito, un gruppo di giornalisti ti prende d’assalto e ti accerchia.
Ti eri illuso di essere riuscito ad aggirarli, ma loro sono molto più furbi di te. Dopotutto, è questo il loro lavoro.
“Coach Startseva, la prego, una domanda!”
“Ci dica, coach, quali sono le sue previsioni?”
“Signor Startseva, cosa pensa delle sue atlete? Sarete all’altezza?”

Ti senti sommerso da mille domande. Senza contare che sei ancora stordito dal lungo viaggio. Fai cenno a Paolo e alla squadra di cominciare ad incamminarsi verso il pullman, tu vedrai di liberarti alla svelta degli avvoltoi, come vi divertite a chiamarli con Paolo.
Ti consegni e la prima a puntarti il microfono è una giornalista dai capelli rosso fuoco e gli occhi verdi.
“Ci dica, cosa si prova a vestire di nuovo i panni di allenatore della nazionale a un mese della magica impresa a Rio che vi ha fatto salire sul secondo gradino del podio?”
“Ne sono onorato!”
“Come stanno le ragazze?”
“Fisicamente e mentalmente stanno molto bene. Sono serene e contente di questa opportunità!”
“Si sta tenendo in contatto con Pandolfi? Perché ha abbandonato la squadra a pochi giorni dal mondiale?
“Non ho avuto modo di sentire Pandolfi, sono sicuro che ha avuto i suoi buoni motivi per lasciare!”
“Ci dia un pronostico, quali sono le sue previsioni?”
“Ancora è presto per poter fare previsioni. Al momento, ci concentriamo sulla prima fase. È giusto che le ragazze distribuiscano il carico di stress volta per volta. Ora scusatemi, mi stanno aspettando!”
Qualcuno cerca di farti altre domande, ma tu molto abilmente ti defili. Molli i giornalisti e corri verso il pullmino che vi accompagnerà all’hotel.
Diplomatico, essenziale, evasivo. Ottimo lavoro Gregor, queste sono le regole. Bisogna porre un freno nelle interviste pre-partita, sempre.
Non capiscono che bombardandoti di domande non fanno che mettere più la pressione?
Sali al volo sulla navetta grigia metallizzata, che subito parte.
“Good morning!” ti saluta l’autista cinquantenne dagli occhi a mandorla, con un chiaro accento nipponico.
“Good morning!” ricambi cordiale.
Come sempre le ragazze fanno un gran baccano. Vedi volare da una parte all’altra bibite energizzanti, pacchetti di cracker, clinex e… assorbenti.
Arrossisci visibilmente, e prendi posto accanto a Paolo in prima fila. Sono così genuinamente disinibite con te e con Paolo, tu sei abituato ai tuoi ragazzi che fra loro potevano passarsi al massimo dei preservativi. E, quelli no, sicuramente non ti creano imbarazzo quanto i tamponi mestruali…

LUCIA



Sei felice di essere capitata in camera con Cris.
Il viaggio non è stato stancante come avevi immaginato. Hai dormito molto e, nelle ore di veglia, hai chiacchierato a lungo con le tue compagne e il tempo è volato.
Rossella era seduta ai primi posti, ha detto che Startseva e Paolo hanno dormito quasi tutto il tempo. Che bambinoni!
Ricordi di aver provato un forte imbarazzo quando Paolo ti ha fermata per chiederti chi fosse, secondo te, il più attraente tra lui e Startseva. Solo qualche giorno fa, non avresti esitato a reggere il gioco a Paolo e a fornire una delle tue risposte velenose, ma adesso è tutto diverso.
Non sapevi proprio come uscirtene da quella situazione, meno male che è arrivata Cris a rompere la tensione e a toglierti dall’imbarazzo.
Certo, Paolo ci sarà rimasto un pò male. Sospetti che c’entrino parecchio i vecchi conti in sospeso con Startseva, Giulia te ne ha messo al corrente.
Davvero Paolo ha ingaggiato una sfida tra lui e Startseva? Bah, gli uomini! Valli a capire!
Per quanto riguarda, invece, i tuoi conti in sospeso con Startseva, sei contenta che tutto si sia sistemato. Dopo quella scenata in macchina, hai riflettuto al lungo sulla tua condotta. Ti sei sentita un po’ infantile e anche un po’ meschinella per il tuo comportamento… adesso ti vergogni e quasi non riesci a guardarlo in faccia. Ti ha fatto piacere il suo messaggio. Anche se ne aveva (quasi) tutte le ragioni, non sembrava arrabbiato e anche quando sei salita sull’aereo, lui non sembrava guardarti con severità.
Chiudi la porta della camera alle spalle, e Cris si getta di peso sul primo dei due letti che le capita. Meno male che ha scelto quello al centro, tu preferisci quello alla parete… ti fa sentire protetta.
“Finalmente!” sospira la tua amica pancia in giù.
Fai un lungo giro con la zip e cominci a disfare la valigia. Per adesso sistemerai solo la biancheria intima, il pigiama e la divisa per la prima partita di domani. Hai portato davvero un mucchio di roba.
“Sei stata crudele con Paolo!” dici, appendendo nell’armadio la gruccia con la divisa.
“Mh?” mormora distrattamente la tua amica.
“Paolo! – le ricordi – credo che ci sia rimasto male!”
Lei ride divertita e si volta pancia in su a guardarti. Non risponde, solleva soltanto l’indice e il medio in segno di vittoria.
“Sto dicendo sul serio!” replichi.
“Stavamo solo scherzando!”
“Si, può darsi, ma credo lui ci sia rimasto malo lo stesso…”
Cris solleva un sopracciglio, molto perplessa.
“Durante l’amichevole che abbiamo fatto l’altra sera, pare che Startseva abbia raccontato a Giulia di vecchi conti in sospeso tra loro, e ancora oggi si punzecchiano. Niente di eclatante, loro sono molto amici, ma credo che quella risposta da parte tua lo abbia buttato un po’ giù. Non ti sei accorta che in aeroporto era piuttosto giù?”
Cris rimane con la bocca spalancata.
“Cavolo! Credevo fosse semplicemente stanco per il viaggio!” sussurra lei dispiaciuta.
Vi guardate negli un po’ colpevoli, e sentite bussare alla porta.
Vai ad aprire e ti ritrovi davanti i due allenatori.
Sgrani un po’ gli occhi per la sorpresa.
“Stiamo facendo il giro dei controlli – dice Paolo, privo del suo solito brio – è tutto apposto?”
Cris si mette seduta, e poi fa su e giù sul letto come a testare la consistenza del materasso.
“E’ tutto confortevole!” dice, azzardando un sorriso.
Paolo si guarda intorno, ignorandola completamente. I suoi occhi castani si posano poi su un peluche che spicca dalla tua valigia. Un vecchio orsetto con una maglietta azzurra.
Paolo ti guarda piuttosto interrogativo, e anche a Startseva viene spontaneo sollevare un sopracciglio. Forse non ti faceva tenera.
Alzi gli occhi al cielo, ricordiamoci che odi giustificarti…
“Ognuno ha i suoi riti scaramantici, io prima di ogni partita importante dormo con il mio peluche porta fortuna!” replichi e incroci le braccia.
Startseva sopprime educatamente una risata, ma non per questo gli risparmi una delle tue migliori occhiate inceneritici.
Lui deglutisce, dà un colpetto di tosse e devia il discorso:
“Controllo solo il climatizzatore e ce ne andiamo!”
Paolo rimane sulla porta, mentre Startseva attraversa la stanza, trova il telecomando e comincia ad armeggiare.
Tu sei ancora in piedi vicino alla valigia, e per qualche ragione cominci ad avvertire una strana sensazione. C’è qualcosa di strano nell’aria.
Gli occhi bassi di Cris.
Quelli di Paolo che guazzano da parte a parte, pur di evitare i suoi.
Improvvisamente hai come la sensazione di trovarti nel mezzo esatto di una silente tempesta…
Nella perplessità, ti ritrovi a guardare Startseva che, dall’altra parte di questa stanza d’albergo, indugia sul telecomando e ricambia il tuo stesso sguardo. E forse è la prima volta che voi due siete accarezzati dallo stesso identico pensiero:
Quei due si piacciono, e anche tanto!
“Bene, qui è tutto apposto! Possiamo procedere!” dice il vostro primo allenatore, smorzando l’elettricità nell’aria.
I due coach lasciano la stanza. Vedi Cris molto abbattuta. Lei non parla, tu non accenni il discorso. Sei convinta che neanche lei abbia la più pallida idea di cosa stia succedendo…
Sorridi e sei felice per la tua amica, perché sei pronta a scommettere che nemmeno lei è indifferente a Paolo. Adesso ti è chiaro perché Paolo ci sia rimasto così male, non è da lui prendersela per così poco: gli piace Cris!

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*tie-break: nella pallavolo, il tie-break corrisponde al 5° e decisivo set. Il tie-break ha durata minore rispetto agli altri set, si aggiudica il match chi per primo arriva a 15 punti, con almeno due punti di vantaggio sulla squadra avversaria.

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CIAO,
FINALMENTE SIAMO ARRIVATI IN GIAPPONE!
SPERO CHE LA STORIA STIA CONTINUANDO A PIACERVI! ^^
RINGRAZIO CHI SEGUE LA STORIA, CHI LA RICORDA E CHI L’HA INSERITA NELLE PREFERITE. RINGRAZIO TUTTI VOI CHE CONTINUATE A LEGGERLA!
ADESSO SI ENTRA NEL VIVO, NELLA FASE AGONISTICA, SPERO DI ESSERE ESAUSTIVA NELLE SPIEGAZIONI TECNICHE E CHIEDO ANTICIPATAMENTE VENIA PER LE EVENTUALI INESATTEZZE! :’D
A PRESTOO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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