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Autore: T612    12/11/2018    1 recensioni
1956, Russia, base operativa del KGB.
La nascita della leggenda della Vedova Nera e il Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino.
Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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Note d'autore:
Fatalità pubblico il capitolo proprio oggi:
A Stan Lee (12.11.2018)


3 novembre
 
-Stop!
Natalia sbatte gli occhi riadattando la vista, contempla la platea dal pavimento, le poltroncine rosse sono puntinate d’azzurro a causa della luce improvvisa.
-Non potete fare le prove tecniche delle luci in un secondo momento? –sbraita Madame B, lo sguardo adirato puntato contro i macchinisti.
Il suo partner l’aiuta a rialzarsi, si scusa per aver sbagliato la presa, mentre Natalia alza lo sguardo verso i faretti che rischiarano il palcoscenico a giorno.
-Spegnete i faretti, lasciate accese le luci della platea! –Madame B continua ad impartire ordini, usa il libretto dello spettacolo come ventaglio, cercando inutilmente di placare la crisi di nervi.
Natalia sospira tendendo i muscoli, gli occhi chiusi mentre impreca internamente contro l’ansia ingiustificata dei capi… il comportamento dei suoi superiori era ridicolo, si sentivano in dovere di inscenare crisi nervi plateali per organizzare lo spettacolo, pretendendo allo stesso tempo un lavoro impeccabile da tutti i partecipanti a quell’abominio.
La ragazza tese le braccia, stiracchiò la schiena massaggiandosi il collo, lo sguardo puntato verso i faretti… la luce accecante ricacciò indietro le lacrime, non poteva permettersi un’altra scenata, doveva mostrarsi impassibile all’idea di uccidere a sangue freddo decine di persone.
I macchinisti eseguirono gli ordini, spensero i faretti sopra la sua testa, mentre Natalia si concentrava nel riadattare nuovamente la vista continuando a puntare lo sguardo verso l’alto. Quando le macchioline azzurrognole sparirono, permettendole di distinguere i contorni dei faretti spenti, notò un luccichio metallico sopra la graticcia facendola sorridere impercettibilmente.
-Natalia riprendiamo!
Le note di Čajkovskij invasero nuovamente il teatro, esegue i passi sotto lo sguardo impassibile di Madame B, il lieve rumore delle punte in gesso sul parquet che la accompagnano ad ogni passo.
Le prove generali proseguono senza intoppi, esegue la coreografia con cadenza perfetta, cerca di ignorare i macchinisti in platea e il via vai di soldati che posizionano le armi... si sforza di non ricambiare lo sguardo di James che la osserva dalla graticcia.
Le note scemano e il teatro viene avvolto dal silenzio, l’applauso del coreografo riempie il palco congratulandosi con l’intero corpo di ballo, mentre Madame B accenna un sorriso forzato e palesemente falso, dichiarando che il risultato era accettabile.
-Ora potete riaccendere le luci del palco!
La figura di James scompare, avvolta dalle ombre del soppalco, i faretti posizionati sulla graticcia che coprono la sua presenza con la luce accecante.
-Madame, se vuole seguirmi... -una cadetta raggiunge la sua insegnante dal corridoio esterno, porta con sé una cartellina con documenti e planimetrie del teatro. - ...il generale Lukin l’aspetta all’entrata per stabilire la collocazione delle guardie.
Natalia aspetta il gesto secco di Madame B, la liquida su due piedi annunciando il suo ritorno in una ventina di minuti, intimandole di farsi ritrovare in camerino.
Natalia si accoda al gruppo di ballo in direzione dei camerini, per poi cambiare direzione all’ultimo secondo, trovando e salendo le scale per la graticcia.
-Danzi nello stesso modo in cui combatti. -non la guarda nemmeno, tiene lo sguardo fisso sull’ombra proiettata di Madame B contro le tende d’entrata.
-No, combatto allo stesso modo in cui danzo. -si siede al suo fianco prestando attenzione a non sporcare il tutù.
-Non dovresti essere qui, se i faretti si spengono e ti vedono...
-Qui sotto ci sono solo macchinisti, nessuno di loro alza lo sguardo, dovremmo preoccuparci di loro... –commenta indicando le tende rosse in fondo alla platea. -...hai un’ottima visuale da qui.
Lascia vagare lo sguardo ammirando la magnificenza del teatro, ignorando volutamente il sospiro sommesso di James.
-Devo. -risponde spostandosi, permettendole di vedere la postazione da cecchino improvvisata. -Tu e Tania sarete sul palco, io qui sopra, tre sicari sui balconcini e dieci agenti in platea… Sarà un massacro.
-Immagino che loro si posizioneranno sulla tribuna d’onore...
Non c’era bisogno che specificasse a chi si stesse riferendo, con lo sguardo sembrava volesse incendiare le tende in fondo alla platea.
-Natalia.
-Non ho detto nulla. -Lo sfida con lo sguardo celando a fatica un mezzo sorriso.
-Domani sera non ucciderai nessuno dei capi, siamo intesi?
-Così togli tutta la parte divertente.
-Se torci loro un capello ti trascineranno nella tomba.
Natalia smorza il sorriso udendo la sentenza, la preoccupazione che riaffiora, l’ipotesi di una fuga eclissata dall’immagine del suo abito da sposa provato prima delle prove generali.
-Stanno anticipando. -sente l’impellente bisogno di fargli capire l’urgenza di avere un piano di fuga.
-Dopo domani sera si rilasseranno, finito lo spettacolo invieranno spie ovunque per insabbiare il massacro... ho visto la lista degli agenti nell’ufficio di Dmitri, non rimane quasi nessuno al Cremlino… - si volta nella sua direzione per la prima volta da quando l’ha raggiunto, la venera con lo sguardo mentre stringe con forza la sbarra di ferro che sostiene i fari, per poi tornare a fissare le ombre proiettate sulle tende cercando di concentrarsi sul piano d’azione. - …È un’occasione d’oro e non possiamo permetterci omicidi collaterali, devono mantenere la loro falsa sicurezza.
-Lo so, ho origliato la conversazione. -Ignora volutamente lo sguardo che James torna a rivolgerle, sa già di suo che farsi scoprire ad ascoltare conversazioni contro le porte dei capi equivale alla morte. - Sei stato chiaro. Niente uccisioni.
-Ho bisogno che tu me lo prometta, Natalia.
-Stai seriamente implorando? -il tono di supplica la sconvolge, la gola improvvisamente secca quando capisce ciò che sta tentando di dirle con quella richiesta.
-Te lo prometto.
Le sfiora lo zigomo con la mano sana, non può permettersi di baciala, c’è il rischio che sbavi il rossetto o si rovini il trucco scenico.
-Dio, quanto sei bella…
-Madame abbiamo finito! -la voce di uno dei macchinisti interrompe la frase di James, restano entrambi immobili trattenendo il fiato. -Potete spegnere i faretti!
-Corri.
Quando Madame B la raggiunge in camerino Natalia indossa già la tenuta, l’espressione impassibile mentre finisce di acconciarsi i capelli come se fosse sempre stata lì.





Edit: 24/09/2019
   
 
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