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Autore: Angel TR    12/11/2018    2 recensioni
Cosa succede se Lili e Asuka decidono di vestire i panni delle detective/pettegole e riprendere – quasi – tutti i partecipanti del Sesto Torneo?
Codesta meravigliosa principessa possedeva numerose doti, tra le quali una spiccata propensione per la lotta… Asuka, non ridere, lo sai che ho ragione. Il mio stile è sicuramente più aggraziato del tuo… ma quale tramandato da generazione in generazione! Significa solo che combatti come una vecchia.
{ Questa storia partecipa alla Challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da molang su EFP.}
Genere: Azione, Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort, Lei Wulong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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Ottavi di Finale

«Mi aspettavo di meglio, detective» lo canzonò Feng Wei, la lunga treccia nera ancora ordinata nonostante il feroce combattimento.
La camicia rosa salmone della divisa di Lei Wulong si era attaccata alla schiena a causa del sudore e la fibbia della cintura di pelle premeva scomodamente contro l'addome. Sentiva le scarpe stringergli i piedi doloranti e i pantaloni semi-eleganti gli impedivano di eseguire i suoi agili salti.
Aveva già combattuto contro dei malviventi ma erano perlopiù principianti e sprovveduti, quindi non si era mai trovato in una tale difficoltà.
Si passò il dorso della mano sulla fronte sudata e scosse la testa per scostare i ciuffi di capelli dagli occhi.
Feng Wei merita la sua fama di terrore dei dojo. È dannatamente forte e preciso, colpisce per neutralizzare.
Il suo kenpo, stile di lotta che Wulong aveva studiato, gli appariva condito da mosse e stance che gli erano completamente estranee. Sembra uscito da un maledetto film di Kung Fu Shaolin! Com'è fisicamente possibile?
Sì mise nuovamente in posizione, piantando bene le gambe. «Smettila di giocare, Feng Wei. Hai perso. Se aggredisci un poliziotto, finisci dentro. Dimmi dov'è Steve Fox!»
Feng Wei digrignò i denti, nei suoi occhi neri un flash di pura furia omicida. «Abbiamo un patto, Lei Wulong!»
’Abbiamo’ e non ‘Avevamo’. Questo tipo prende veramente sul serio l'onore!, rifletté vagamente divertito Wulong.
Doveva vincere. Solo così avrebbe ottenuto tutte le informazioni possibili su Steve Fox e su dove si trovasse la registrazione mancante. Feng Wei non avrebbe mai vuotato il sacco solo perché un agente glielo stava chiedendo in nome della legge. Feng Wei era vecchio stampo: credeva alla parola tra due uomini e non risparmiava nessuno.
Avessi quindici anni in meno!
Feng ruotò le braccia in una stance tipica del kenpo e Wulong si irrigidì, pronto a parare l’attacco; si aspettava una palmata, una gomitata, una spallata, un colpo medio, sicuramente.
E invece, Feng Wei inclinò il torace per sferrare un rapido colpo dello scorpione e indietreggiare immediatamente, un angolo delle labbra sollevato. Ha capito che sono disperato e ora si sta divertendo a umiliarmi.
Ancora, stesso movimento rotatorio delle braccia. Lei saltò in avanti e gli assestò due calci ai fianchi scoperti; si accucciò nella posizione della tigre.
«Finalmente mi colpisci, Wulong» sorrise Feng Wei, prima di mettere a cuccia la tigre con una palmata.
Ti ho letto nella mente, Feng Wei, esultò Wulong prima di chiudere il palmo teso dell'uomo nella morsa della tigre e catapultarlo dall'altro lato della sala. «Però, sei magrolino, Feng. Dovresti mettere un po’ di massa» usò la sua stessa tattica: deridere il nemico.
Il cinese si rialzò con un ringhio ma, invece di aggredirlo come aveva immaginato, si ricompose e si acquattò per aspettarlo, simile a una pantera tra le lussureggianti foglie della giungla. Il suo sguardo era focalizzato, determinato, tanto profondo quanto privo di calore.
Wulong gli girò intorno, avvicinandosi sospettosamente; quando fu abbastanza sicuro, si gettò su di lui, volteggiando per colpirlo con un calcio volante che avrebbe colpito proprio la sommità del capo. Risultato? Feng Wei in ginocchio. Ma, proprio nel momento in cui la gamba tesa stava per abbattersi sua testa nera, Feng gli diede la schiena, spostando il piede all'indietro e, avendo caricato il pugno, si girò per piazzarlo proprio sul fianco scoperto di Wulong.
Un dolore lancinante, Wulong crollò rovinosamente a terra, sicuro che il mattino dopo, se ne fosse uscito vivo, avrebbe scoperto un delizioso ematoma multicolore sulla zona danneggiata. «Accidenti» si lamentò.
Le scarpe del cinese si pararono davanti ai suoi occhi stanchi; sollevò lo sguardo per incontrare il suo ghigno soddisfatto. Gli occhi di Feng Wei scintillavano, lasciando trapelare la sicurezza di aver già vinto.
La solita boria giovanile. Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco.
Fulmineo, Wulong roteò su se stesso per sferrare un calcio alle caviglie di Feng Wei, ribaltando le posizioni. Ma lui non perse tempo a esultare: piazzò la pianta del piede sul pomo d’Adamo dell'avversario.
Stremato, dichiarò: «Ho vinto, Feng Wei. Dimmi, mi darai tutte le informazioni su Steve Fox o devo ucciderti?» e, per sottolineare il concetto, esercitò una certa pressione sul suo collo.
Lui chiuse gli occhi. «Mi congratulo con voi, agente Lei Wulong, spero mi concederete un altro incontro quando la mia tecnica sarà migliorata» accettò così la sconfitta.
Lei si lasciò sfuggire un sorriso anche se avrebbe voluto ridergli in faccia. Un altro incontro? Nemmeno se torno giovane. «Certamente. E io ti sono grato per l’occasione che mi hai dato per ammirare il tuo stile. Ora le informazioni» rispose.
Feng Wei si rialzò e si accomodò come se tra quelle quattro mura non fosse mai avvenuto uno scontro micidiale. «Ora vi scrivo il numero di Steve Fox. Lui potrà raccontarvi come sono andate dopo le cose visto che la registrazione è andata distrutta» dichiarò.
«Bene» disse sollevato il poliziotto, afferrando il foglio con il numero di Fox e recandosi verso l'uscita. «Feng Wei…» aggiunse, voltandosi verso l'uomo. «Ti tengo d'occhio» lo avvisò.
Feng Wei sorrise.

Telefonata a Steve Fox

Il telefono squillò un paio di volte prima che una voce maschile ed estremamente piacevole rispondesse. «Pronto, chi parla?»
Lei chiuse gli occhi. Questa non può essere la voce di un complice di un’assassina. «Steve Fox? Sono l'agente Lei Wulong» attese un paio di secondi affinché il ragazzo registrasse l'informazione. «La chiamo per informazioni riguardo a Emilie Rochefort e Asuka Kazama» svelò finalmente.
Per tutto il tempo, Steve non aveva fiatato. Infine disse: «Certo, agente. Cos'hanno combinato quelle due? L'ultima volta che le ho viste, dovevano scontrarsi con Hwoarang e una ragazza cinese»
Di che turno parliamo? E perché nessuno ha ancora nominato Jin Kazama? Ha mai partecipato al Torneo o è rimasto dietro le quinte? E la sua guardia del corpo, l'assassino Nina Williams? Lei nemmeno contava di rintracciarla, era davvero impossibile e, per altro, inutile: non gli avrebbe mai rivelato dov'era il suo capo. E Steve Fox? «Agente Wulong… Lei, agente Lei» si corresse subito. «Temo che sarà una lunga chiacchierata. Mi dispiace non poterla raggiungere ma attualmente sono in Inghilterra…» si giustificò il ragazzo al telefono.
Wulong fu preso in contropiede: non si aspettava una tale collaborazione. È davvero complice di Nina Williams o c'è dell’altro? «Non si preoccupi, signor Fox.»
Steve prese fiato. «Sa che Lili e Asuka hanno battuto Feng Wei, giusto?» chiese.
Humor inglese? Wulong ridacchiò. «Con il suo grandissimo aiuto, signor Fox» lo corresse, suo malgrado divertito. Poté quasi vedere le guance bianche di Steve chiazzarsi di rosso.
«Beh, era una richiesta alla quale non potevo rifiutare. Non mi piacciono i tipi come Feng Wei ed essere appaiato con lui proprio non mi andava a genio. Ho ascoltato la storia di Asuka e sono stato persuaso a dare una mano. I did what was right» sottolineò. Sembrava un paladino della giustizia, difensore dei deboli, come Asuka Kazama e, forse, come Lili. Eppure…
«Sa che Lili e Asuka registravano ogni incontro e le riponevano in determinati luoghi?» indagò.
«No ma non mi stupisco. Sono ragazze furbe e hanno captato l'aria che tirava. Mi creda, agente, si sentiva che doveva succedere qualcosa di oscuro, di malvagio» confessò Steve.
Lei Wulong rifletté. «Va bene. Sa come sono andati gli Ottavi?» si decise a chiedere.
«Sono passate. Hanno buttato fuori una brasiliana e un’americana» rivelò Steve. «Ora non so dirle altro perché sono stato ovviamente costretto a lasciare gli alloggi e tornare in Inghilterra dopo l'eliminazione, a parte il fatto che mi messaggiarono dicendomi che si sarebbero scontrate con Hwoarang» aggiunse.
Hwoarang…
«Il suo amico coreano, rivale di Jin Kazama» ricordò Lei Wulong.
Steve si lasciò sfuggire una risata imbarazzata. «Wow, hanno davvero registrato tutto… Beh, sì, Hwoarang è un amico, non certamente un amico intimo ma una bella compagnia durante il Torneo.»
«Potrebbe per caso fornirmi il suo numero?» tentò Lei, stringendo più forte il telefono, speranzoso.
«Se non ha rotto l'ennesimo telefono, può provare questo… »


Angolo Autrice: riuscirò a unire tutti i pezzi del puzzle, lo giuro…

  
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