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Autore: diphylleia_    13/11/2018    0 recensioni
"Da che avesse memoria, Scarlett non aveva mai provato vere emozioni, o un solo brivido che le scuotesse il cuore e le portasse gioia [...] Il suo spirito somigliava di più a un giorno d’autunno dal cielo grigio e pesante, in cui la pioggia non si mostra e tutto resta uguale a se stesso, in attesa." Nel tentativo di superare il proprio disagio esistenziale, Scarlett si getta a capofitto in attività edonistiche; proprio quando è a corto di idee per provare emozioni forti, la sua migliore amica Sky la invita in campeggio con dei suoi amici, dove le conoscenze che Scarlett farà la porteranno ad esplorare nuovi lati di se stessa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Max, Scarlett, Sky, Trent, Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Sulle palpebre chiuse di Scarlett andarono a danzare i primi raggi solari, che la sollecitarono a svegliarsi. La rossa aprì gli occhi lentamente e si portò una mano all’altezza della fronte, in modo da schermare la luce; il chiarore non era troppo forte, quindi la ragazza ne dedusse che fosse l’alba. Pian piano mise a fuoco il luogo dove si trovava: aveva dormito in una tenda che non era la sua, a giudicare dal colore del telo. La sua pelle nuda riuscì anche a distinguere il contatto con il corpo di qualcun altro, che stringeva il suo torso sottile tra le braccia, aggrappandosi per la vita. Scarlett ruotò quindi leggermente il collo, per scoprire il volto placido di Max, addormentato al suo fianco.
In un primo momento la giovane fu colta dallo stupore e sgranò gli occhi, ridestandosi così del tutto; pochi attimi dopo tornarono a galla lungo la superficie della memoria il bacio, il percorso nell’oscurità, infine la notte trascorsa insieme. Era ancora lì, davanti ai suoi occhi, sulla sua pelle, il momento in cui era rimasta nuda per la prima volta sotto uno sguardo maschile: ricordava che Max aveva sospirato, come se stesse contemplando qualcosa di metafisico, e aveva sollevato una mano, l’aveva portata al suo viso, che aveva accarezzato dolcemente, per poi lasciarla scorrere lungo il collo, la curva del seno, i fianchi. La lentezza di quel gesto aveva congelato il tempo e cristallizzato il corpo di Scarlett; al che la ragazza, stupita siccome non credeva che nella foga di un atto simile potesse germogliare una meditazione di quel tipo, gli sorrise e si concedette a cuore più leggero.
La rossa spostò con un gesto delicato il braccio del ragazzo assopito e si mise seduta. Era ancora nuda, anche se i lunghi capelli cremisi le piovevano lungo le spalle e il torace. Si passò una mano lungo il torso, come per controllare di essere tutta intera, fino ad arrivare al proprio basso ventre. Il pudore le impedì di procedere oltre, come se avesse già appurato che gli avvenimenti della notte precedente fossero reali.
Tirò un forte sospiro, poi riportò gli occhi su Max, che dormiva con le labbra leggermente schiuse. I movimenti della giovane non lo avevano rubato alle braccia di Morfeo. Scarlett si stese di nuovo di lato, qualche centimetro più distante dal viso del punk rispetto a come si era svegliata; sollevò a sua volta una mano e la portò sulle sue labbra, di cui percorse il contorno con le dita. “Più dolci del sangue, più amare del miele” concluse, mentre rimetteva in ordine i ricordi del loro incontro. Il suo respiro cadenzato le incendiò il petto, come quando lui le aveva baciato il collo, e allo stesso modo la giovane rabbrividì.
Spostò la mano sulla sua fronte, come se volesse misurarne la temperatura, e scostò qualche ciocca purpurea che ricadeva sugli occhi chiusi del ragazzo.
Scarlett aveva ottenuto quello che voleva; allora perché, nello stare stesa a monitorare il sonno di Max, si sentiva colpevole? Interruppe bruscamente il contatto con il punk, ritraendo di scatto la mano esile come se si fosse ustionata. All’improvviso si rimise seduta, questa volta con più urgenza; localizzò i propri vestiti, lì indossò in fretta e furia e aprì la cerniera per uscire. Prima di lasciare definitivamente la tenda si gettò un’ultima occhiata alle spalle.
Sul viso di Max si era dipinto un leggero sorriso.
La rossa non riuscì a reggere quella vista, e se ne andò.
 
- Non ci posso credere! - Urlò Sky dalla gioia, quel pomeriggio, quando tornò nel vano di Scarlett, pronta a farsi raccontare tutto, e la trovò appena sveglia tra le proprie lenzuola. - Non ci posso credere! E’ successo! Avete scopato! Lo avete fatto protetto, vero? - L’ultima domanda della ragazza era venata di severità.
- Non urlare, cretina! - Sibilò tra i denti Scarlett, invitando la sua amica ad abbassare la voce con un gesto. - Certo che sì, non sono mica stupida. Ne ha preso... uno dal borsone di Duncan. - Anche se stava comunicando una notizia positiva, sembrava tutt’altro che rilassata; ciononostante l’asiatica non ci badò, presa com’era dal sapere tutti i dettagli della vicenda.
- Allora, com’è stato? - Le chiese la corvina, che a stento riusciva a controllare il proprio entusiasmo.
La rossa ci rifletté un po’ su, perché non sapeva come descrivere un momento così importante. Assorta nella propria riflessione, si afferrò una ciocca di capelli e incominciò a giocarci; nel compiere questo gesto, aveva lasciato scoperta una zona del collo, così Sky si stupì ancora di più nello scorgere una chiazza violacea sulla pelle della ragazza.
- ... ti ha fatto anche un succhiotto...! - Sussurrò la giovane per l’emozione di aver scoperto una prova tangibile del fatto. In tutta risposta, Scarlett avvampò, afferrò il proprio cuscino e glielo lanciò in faccia, per poi nascondersi il viso tra le mani. - Cristo, Sky! - La rimproverò; prese il cellulare, posato accanto al proprio borsone, aprì la fotocamera interna e vi si specchiò dentro, per controllare lo stato della propria cute. - E ora come cazzo lo nascondo? -
- Perché dovresti nasconderlo? - Rise la corvina, emergendo dal guanciale. - E’ una cosa carina! -
- No, è una cosa terribile! Non voglio che tutti lo sappiano! -
- Perché? E’ una cosa così bella! -
Scarlett le rivolse un’occhiata carica di vergogna. Sky colse la colpevolezza sottesa nei suoi gesti e il suo viso si rabbuiò; sembrava che stesse per dire qualcosa, ma fu interrotta da un sospiro della sua amica: - Non avrei... dovuto farlo. Adesso lui penserà chissà che cosa. -
- Ma lui ti piace, no? -
- Sì! Però... - Scarlett sbuffò un’ultima volta per l’esasperazione, passandosi una mano tra i capelli vermigli. - ... non quanto io piaccia a lui, ecco. -
Averlo ammesso non la sollevò come previsto; al contrario, più si ricordava dei modi di fare di Max, più si sentiva di morire.
Nei gesti del viola si era riflesso, per tutta la notte, un ardore che la ragazza non era in grado di contenere: ogni sua azione trasudava amore. Ciononostante, Scarlett non era sicura della stabilità del suo sentimento, che già di per sé presentava presupposti catastrofici: la sua insicurezza lo spingeva ad affezionarsi troppo in fretta alle persone che lo circondavano (era successo quando era diventato amico di Duncan e stava accadendo anche con lei). Alla luce di questa riflessione, la rossa si ricordò del motivo che l’aveva spinta tra le braccia del punk, e un brivido di senso di colpa le attraversò la spina dorsale.
- Ho fatto... una sciocchezza. -
 
- Bello, ce l’hai fatta! -
In contemporanea con la conversazione tra le due ragazze, Duncan stava scompigliando fraternamente i capelli a Max, in segno di congratulazione per l’impresa della sera prima; entrambi erano seduti sul materasso del viola. - Beh, com’è andata? Quindi siete andati proprio fino in fondo? - Continuava a chiedere il verde, che come risposta riceveva i cenni affermativi del suo migliore amico, ancora intento a svegliarsi.
- Sì, hai capito benissimo. - Ridacchiò Max con aria assorta ma soddisfatta. - E’ stato fantastico, credimi. Siamo andati avanti per ore. -
- Visto? Cazzo, lo sapevo che ti ci voleva una scopata! -
- Eddai! - Rise ancora il viola mentre si buttava all’indietro con la schiena per stendersi. - Non è stata mica solo la scopata. -
- E allora cosa, Romeo? - Domandò languidamente Duncan, mentre si coricava al suo fianco e spostava le mani dietro la propria testa per sorreggerla.
- Non mi sfottere, bastardo! - Protestò scherzosamente l’altro, mentre gli dava un calcetto laterale su uno stinco.
- Non rompere, lo facevi anche tu quando mi sono messo con Courtney! Io non dimentico! - Fece l’occhiolino il teppista, prima di rispondere al calcio con una spinta sulla spalla.
Max rise con aria spensierata. - E’ davvero... una ragazza eccezionale, Duncan, credimi. Non mi sono mai sentito così. - Esaminava il tessuto che faceva loro da tetto con aria distratta, come se volesse ricostruire la silhouette della rossa lungo il perimetro della tenda. - Quando la vedo da lontano, sento il cuore scoppiarmi nel petto, la mia lingua si annoda, la vista mi si appanna e mi sento bruciare vivo. Mi hai visto ieri mattina in spiaggia, no? La guardavo e non riuscivo a fare niente. Sembrava che dovessi morire da un momento all’altro. -
Sollevò una mano contro il verde spento del panneggio, attraverso il quale filtrava la luce del sole pomeridiano. Iniziò a muovere leggermente le dita, come se stesse suonando il piano; chiuse gli occhi e si abbandonò alla melodia che solo lui poteva sentire, in modo da concentrarsi meglio nel ripercorrere gli attimi trascorsi con Scarlett.
- Invece, quando si avvicina, cambio completamente. Faccio il carino, il simpatico. Sono spigliato e felice. -
- Tu sei sempre spigliato. -
- Sì, ma con lei è diverso. Sai che intendo. Ci hai visti, ieri, al falò. - Il viola dischiuse le palpebre e chiuse lentamente a pugno l’arto sollevato, senza applicare troppa forza sulle dita. - Quando lei mi guarda negli occhi, provo una dolcezza che non si può capire finché non la si prova; poi, quando guardo le sue labbra mentre parla, un sentimento strano mi riempie la testa e mi fa sospirare. Non riesco a pensare ad altro all’infuori di lei. -
Infine, riaprì la mano e se la portò sul viso, con il palmo a coprirgli gli occhi, nuovamente chiusi.
- ... rifarei quello che ho fatto con lei mille volte. -
 
- Ascolta, Scarlett, secondo me ne stai facendo un dramma! - Fece spallucce Sky, che cercava di tamponare il malessere della sua amica. - Sii realista: il fatto che lo abbiate fatto non significa che ti abbia messo l’anello al dito! -
- Per te è facile! - Sbraitò la rossa, senza preoccuparsi di nascondere la propria insofferenza. - Tu te la sei fatta con tanti ragazzi, quindi per te è tutto normale. Per una volta, mettiti nei panni di qualcun altro! - Scarlett si accorse troppo tardi di star viaggiando su un binario pericoloso: l’espressione facciale dell’asiatica aveva iniziato a incrinarsi per la mancanza di garbo nelle parole che le erano state rivolte. La rossa sospirò, le mise una mano sulla spalla con fare triste e riprese il filo del discorso con più calma: - Questa è stata la prima volta sia per me, che per Max. Ora, io ho fatto quello che ho fatto con cognizione di causa; Max mi piace, è vero, è carino, ma lo conosco da troppo poco per dire di essere innamorata di lui. Invece lui fa l’esatto contrario: non razionalizza i suoi sentimenti, si lascia solo trasportare. -
- E non trovi bello il fatto di essere la destinataria di sentimenti di una simile intensità? - Le sorrise Sky con aria ferita. Scarlett non riuscì ad articolare alcun suono, mortificata com’era, dunque l’asiatica colse l’occasione per spiegarle il suo punto di vista: - Anch’io ragionavo come te. Ogni volta che mi trovavo con un ragazzo, pensavo “sì, carino, ma niente di serio”. Ci andavo a letto e poi tanti cari saluti. Questo perché volevo essere razionale, e pensavo che affezionarmi a qualcuno sarebbe stata una condanna: sai come sono fatta, mi piace giocare, godere dell’amore. - La smorfia spigolosa della corvina si addolcì; a un certo punto il suo sguardo, colmo di delicatezza, si perse nel vuoto e si fissò su un punto imprecisato della parete di fronte a lei.
- Ieri sera ho capito in cosa stessi sbagliando. - Affermò con aria più gioiosa. - Ho capito che non mi sono mai lasciata davvero andare all’amore: mi sono sempre tenuta a distanza di sicurezza da qualsiasi ragazzo che potesse darmi di più di una semplice relazione usa-e-getta. Ieri sera ho... provato a donare il mio cuore a qualcuno. Sul serio però. -
Tirò un sospiro di sollievo e riprese a guardare Scarlett. Sky aveva gli occhi lucidi.
- ... è andata bene. -
 
- ... f-finiscila di parlare così... - Ridacchiò imbarazzato Duncan, dopo qualche secondo di silenzio. - Sennò fai innamorare anche me. - Max aveva raccontato i trascorsi della notte precedente con sincerità, come se non si accorgesse dell’amore di cui erano impregnate; il verde si mise a confronto con la trasparenza del suo amico e provò una grande vergogna.
Il viola sorrise con condiscendenza e deviò il discorso: - Tu, piuttosto... alla fine hai risolto? Com’è andata a finire? -


(( Ciao a tutti! 
Sono soddisfatta di come è uscito questo capitolo (per una volta): un po' perché più piace l'intreccio che ho usato (la sovrapposizione di scene secondo me aiuta a tenere in chiaro il confronto tra le due coppie di amici), un po' per delle citazioni letterarie che ho impiegato nel discorso di Max (per intenderci, ho tratto ispirazione da Saffo e da alcuni stilnovisti)
Il brano che ho scelto per questo capitolo è la prima delle Gympnopédie di Satie. A livello concettuale, mi piace associare i pezzi di musica classica ai capitoli in cui i personaggi principali si aprono a livello profondo sulle loro emozioni, come ho fatto per Clair de Lune; tuttavia, c'è da dire che il 14 presenta un po' un ribaltamento delle sensazioni provate da Scarlett nel 5... 
Ascoltate la canzone, ditemi cosa ne pensate e restate aggiornati! ))
   
 
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