Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Segui la storia  |       
Autore: MaryFangirl    15/11/2018    4 recensioni
A seguito di un affare difficile che si è concluso bene, una cliente propone alla nostra coppia di sweeper di ringraziarli con un soggiorno con tutte le spese pagate in uno dei suoi numerosi hotel. Tutti i nostri amici vi si ritrovano e Ryo decide finalmente di far avanzare le cose, ma un evento interromperà tutti i suoi progetti insieme alle parole della sua bella che gli daranno da pensare.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nel frattempo sull'isola, la barca finalmente giunse al porto. I passeggeri si tolsero le mute, misero via le attrezzature e dopo aver ringraziato l'istruttore uscirono dalla barca. L'istruttore li osservò mentre lasciavano il natante uno ad uno, felice che quella spedizione fosse finita e soprattutto che tutto fosse andato per il meglio. Per lui il lavoro iniziava solo ora. Infatti, doveva prendere tutte le bombole d'ossigeno e portarle al laboratorio in città per riempirle, cosa che gli prese 3 ore, per poi riportarle al porto. Dopo ciò, dovette ripulire tutto il materiale, le mute, mettere via maschere e boccagli. Una volta che tutto l'equipaggiamento fu pronto per il giorno successivo, iniziò a pulire la barca. Non appena cominciò, Toshio si presentò al porto. Guardò il suo amico mettersi al lavoro con le mani sui fianchi e il sorriso sul volto. Sentendo che lo stava guardando, il capitano alzo gli occhi e vide il suo collega che lo guardava con un sorriso. Sembrava rallegrarsi mentre lo vedeva lavorare.
"Dì un po', hai intenzione di stare a guardarmi a lungo, invece di darmi una mano?" gli chiese, raddrizzandosi.
"Sembra che tu te la cavi molto bene senza di me, quindi pensò che lascerò perdere!" fece con un ampio sorriso sulle labbra.
"Sbrigati a toglierti le infradito e a venire qua prima che venga a prenderti" disse l'altro minaccioso, lanciandogli uno straccio che lui catturò a mezz'aria.
Toshio obbedì, si tolse le infradito, la camicia per essere più a suo agio e si ritrovò in pantaloncini, poi si arrampicò sul ponte della barca dove afferrò una scopa.
"Cosa voleva il capo?"
"Fare il punto della situazione sulle condizioni delle attrezzature" rispose, cominciando a spazzare, ma si fermò immediatamente e guardò il suo amico. "Ne ho approfittato per chiedere nuove mute e bombole"
"Ben fatto"
"Anche l'area di immersione è stata ridefinita"
"Lasciamo il nostro posto?"
"Sì, non abbiamo scelta! Lei pensa che sia troppo lontano dall'isola"
"Eppure è il più bello per le immersioni" fece l'altro deluso di apprendere la notizia.
"Lo so" disse Toshio rassegnato "ma se ci teniamo al nostro lavoro, obbediamo. A proposito di immersioni. Com'è andata oggi?"
"Molto bene. Tutti l'hanno adorato. Hanno voglia di ricominciare. Non puoi sapere quanto sono rimasti delusi quando ho detto loro che il programma era completo per le prossime due settimane"
"Ho avuto l'idea di fare due uscite al giorno"
"E allora?"
"Ci penserà"
"Ti informo che ti sei perso delle bellezze, delle vere bombe, non ce n'era una brutta"
"Non cambierai mai!" disse Toshio, sfoggiando un sorriso complice. Conosceva bene il suo amico e sapeva che uno dei motivi che lo aveva spinto a praticare quella professione era la possibilità di incontrare bellissime creature in bikini.
"No" rispose quello con un largo sorriso, ridendo di cuore.
"A proposito di belle donne, ne ho incontrata una stamattina. Si è iscritta all'ultimo minuto, una pura bellezza, è venuta? Si chiama Kaori"
"Il nome non mi dice nulla"
"Dimenticavo, tu ti affezioni più alla carta da regalo che al regalo in sé. Una bella ragazza, alta circa 1,65, occhi nocciola, capelli corti castani con qualche ricciolo, uno sguardo da far uscire fuori di testa"
"Ah, quella ragazza! Sì, è venuta. Confermo, una bellezza tutta naturale"
"Sì, è lei" disse Toshio con gli occhi brillanti. Kaori l'aveva davvero colpito. Era semplice e l'innocenza che emanava l'aveva fatto soccombere in cinque minuti. Senza l'intervento di Ryo forse avrebbe avuto una possibilità, cominciò a pensare. Qualunque sguardo lei rivolgesse a lui...
"Vedo che non ti ha lasciato indifferente!" ribatté l'amico, vedendolo così immerso nei suoi pensieri.
"Non importa" si difese Toshio, "è solo una cliente che ho trovato molto simpatica e carina" disse, fingendo di non essere realmente interessato.
"Certo, ti credo. Per soddisfare la tua curiosità, sì, era con un ragazzo piuttosto robusto. Non sembrava molto rassicurata nonostante la presenza del suo amico, che sembrava più interessato alle altre donne che a lei. La sua prima immersione è andata bene"
"Allora è andato tutto bene con loro? Ne sono contento"
"Sì, molto bene"
"Mettiamoci al lavoro, il ponte non si pulirà da solo" sottolineò Toshio. Parlando, i due uomini cominciarono a pulire il ponte, uno a spazzare con la scopa e l'altro a intervenire con l'acqua. Toshio andò su e giù per la barca in modo che nessun granello di sale vi rimanesse incrostato, quando la sua scopa colpì qualcosa sotto una delle panchine. Si chinò, allungò la mano e tirò fuori uno zaino nero. Si alzò e lo tese per mostrarlo al collega.
"Tsukasa, sembra che una delle tue splendide clienti abbia dimenticato il suo zaino"
"Oh! Le donne, tutte distratte!" esclamò lasciando andare il tubo dell'acqua. "Andrò alla reception quando avremo finito di pulire"
"Vado io, se vuoi!"
"Speri di rivedere la tua bella ninfa di questa mattina?"
Toshio si accontentò di un sorriso complice come risposta.
 
 
All'hotel, Mick e Kazue finalmente uscirono dalla loro sessione di massaggi che era stata un vero godimento. Per quasi tre ore erano stati coccolati. Prima la sauna per eliminare le cellule morte, poi la vasca idromassaggio per rilassare i muscoli e per terminare il massaggio con olii essenziali che li condusse in paradiso. Ne erano usciti sereni e appagati. Persino Mick, che di solito saltava su tutto ciò che aveva un paio di seni, si era perfettamente controllato. Lasciarono il salone dei massaggi avvolti nel loro accappatoio e si diressero verso la suite. Lungo la strada incontrarono Miki e Falcon vicino all'ascensore, che avevano l'aria di essersi più che divertiti con lo sci nautico.
"Miki, ti consiglio una seduta di massaggi, è assolutamente da sogno" le raccontò Kazue con un sorriso sulle labbra, afferrandole il braccio.
"Confermo" disse Mick. "Le sue mani che percorrevano il mio corpo, mi vengono ancora i brividi solo a pensarci" chiuse gli occhi per dare più peso alle sue parole e immergersi nello stato di beatitudine che quella massaggiatrice aveva fatto nascere in lui.
"Caro, è stato un uomo a massaggiarti" gli disse Kazue sorridendo, mettendo fine alle sue fantasie e rompendo tutta la sua sicurezza.
"No, l'ho vista bene, era una superba creatura" si affrettò lui a rispondere, per poi ripartire nei suoi pensieri.
"Solo per il primo minuto" gli disse innocentemente la sua metà. "Sapevo che non avresti lasciato che un uomo ti toccasse, così ho chiesto un piccolo favore alla responsabile che me l'ha gentilmente accordato. E sì, le donne massaggiano solo le donne e gli uomini solo gli uomini. A quanto pare hanno avuto problemi in passato, quindi hanno deciso di applicare questa politica. Non hai avuto che uno dei migliori professionisti del Giappone. Non sei stato capace di distinguere le mani di una donna da quelle di un uomo. A quanto pare i tuoi sensi sono stati sconfitti. Deve davvero essere talentuoso. Dovrei chiedergli un massaggio per constatarlo"
"Mai nella vita. Nessuno ti può mettere le mani addosso a parte me. Snif, snif, snif" Mick si mise a piangere, sentendo un lungo brivido di disgusto e di repulsione corrergli per il corpo immaginando le mani di quell'uomo che aveva massaggiato ogni parte del suo corpo di Apollo. "È una maledizione, non è giusto" disse imbronciato. "Perché mi hai fatto questo, senza dirmi niente..."
"Ora basta o assaggerai il mio martello" disse lei con aria minacciosa mentre tutti gli ospiti dell'albergo li guardavano. Kazue non sapeva più dove mettersi, aveva fretta di salire sull'ascensore.
"Dì, amore mio, non vuoi riservarmi una seduta privata di massaggi, così che io non pensi più a quelle mani virili e pelose su tutto il mio corpicino, altrimenti credo che non sopravviverò"
"Ne parleremo questa sera se ti comporti bene!" disse lei, facendogli un occhiolino che riaccese la sua fiamma di speranza. La sua mente cominciò a ribollire e pensieri provocanti si materializzarono.
Piegato in avanti con aria frustrata, Mick adottò un atteggiamento immaturo, gonfiando il petto e sorridendo elegante per ottenere un riscontro positivo dalla sua bella che non poté fare a meno di sorridere sapendo perfettamente cosa significava. Di fronte ai loro sguardi complici, Miki si disse che avrebbe dovuto assolutamente trascinare suo marito, magari gli sarebbe venuta in mente qualche idea come quelle di Mick. "Ci andremo domani, sei d'accordo, caro?" chiese Miki a suo marito.
"Uhm..." si accontentò di dire Falcon come risposta.
"Lo sci nautico è fantastico, ve lo consiglio, è abbastanza fisico ma è esaltante"
"No, io preferisco attività più carnali" disse Mick.
Kazue gli diede una gomitata nella pancia da farlo piegare in due, capendo perfettamente la sua allusione.
"Non ho detto niente, amore"
"Mick, non cominciare. A proposito, avete visto Kaori e Ryo?"
"No" disse Miki. "spero che il suo pomeriggio sia trascorso bene. Dopo le parole di Ryo, spero che si sia divertita senza di lui"
"Conoscendo Kaori dev'essere stato difficile" disse Kazue.
L'ascensore finalmente arrivò e le coppie vi si precipitarono, giungendo al secondo piano.
"Dove stai andando, Miki?" chiese Falcon sentendo che lei si allontanava.
"A bussare alla porta di Kaori. Voglio sapere se si è divertita in piscina"
Si fermò davanti alla suite di Ryo e Kaori e bussò diverse volte, ma non ottenne risposta. La porta rimase purtroppo chiusa.
"Sembra che non ci sia nessuno. Mi domando dove siano"
"Credi che possano essere insieme?" chiese Kazue che voleva crederci.
"Ne dubito, dopo le parole di Ryo, anche se non le pensava. Ne sapremo di più al loro ritorno"
Si lasciarono sul pianerottolo, dandosi appuntamento dopo un'ora per andare a bere qualcosa prima di cenare. Erano le 18.00 quando le porte delle suite si chiusero su un lungo corridoio silenzioso. Dopo una bella doccia ed essersi vestiti, Miki e Falcon furono i primi ad arrivare al bar all'aperto dell'hotel. La fine della serata si annunciava piuttosto piacevole, pensavano dunque che fosse un peccato stare all'interno. Si sedettero in una specie di piccolo salotto arredato con vimini vicino a una palma, e attesero i loro amici, che non tardarono ad arrivare.
"Ah, siete qui!" disse Kazue raggiungendo Miki.
"Sì, il tempo è bello, sarebbe un peccato chiudersi dentro"
"Hai ragione, soprattutto perché questo salottino è molto accogliente, sembra quasi una stanza privata"
"È vero!"
"Miki, se bellissima" le disse Mick mentre scivolava tra le sedie e si fermava davanti a lei, sbavando. "Lascia che ti baci per celebrare la tua bellezza"
Si chinò verso di lei, con la bocca a cuore e le mani tremanti ma prima che Miki o Falcon avessero il tempo di reagire, Kazue era esplosa.
"Celebra la più bella e la più utile tra le bellezze, la mia mazza chiodata!" gli disse Kazue appiattendolo senza rimpianti. "E per stanotte, puoi disegnarci una croce sopra!"
Sentendo ciò, Mick si alzò come un'anima in pena, no, non poteva fargli quello. Ci aveva pensato tutto il giorno, era il suo momento di felicità, solo per lui, o meglio solo per loro, e ora gli sfumava da davanti agli occhi.
"Ma mia cara, me l'avevi promesso" quasi la implorò in ginocchio di fronte a lei.
"Non ho promesso" rispose la sua metà, sedendosi. "Ti avevo detto, se ti comportavi bene, ma non ti stai comportando affatto bene. È la tua punizione!"
"Ma tesoro, sai che io amo solo te, sei la più bella di tutte e stasera volevo celebrare la tua bellezza e renderti omaggio"
"Ah sì, e un minuto fa non era quella di Miki che volevi celebrare?"
"Sai meglio di tutti che adoro infastidirla e soprattutto rompere le scatole a testa di polpo. Solo per farlo arrabbiare, funziona sempre"
"Bene, è stata una volta di troppo e mi hai fatto arrabbiare. Sono stufa, Mick. Dovremmo essere in vacanza e tu non la smetti di fare l'imbecille e di saltare su tutto ciò che si muove. Come se non fosse successo niente"
La sua voce si tinse di tristezza, ripensando al periodo in cui lei e Mick si erano separati per fare il punto della situazione e soprattutto per farlo reagire sulla loro situazione e sul suo comportamento.
"Non è vero" mentì lui, incrociando le braccia sul petto e sfidando il suo sguardo.
"L'hai appena fatto con Miki"
"Te l'ho detto il perché!"
"E dopo cinque minuti che eravamo in ascensore, la bella brunetta che hai osato toccare..uhm, uhm" si schiarì lei la voce, soprattutto per non rivelare dove era atterrata la mano del suo uomo.
"È nella mia natura, cara"
"Lo so ed è questo il problema. Dato che i martelli non servono a niente, anche se sul momento sono infallibili, ho deciso di optare e investire su una pistola elettrica" disse Kazue, contenta di tirare fuori l'oggetto dalla borsa, con un enorme sorriso sulle labbra che lasciò il suo uomo di ghiaccio per la rivelazione.
"Una che?" fecero tutti.
"Una pistola elettrica. L'ho comprata solo per te, spero che tu sia felice, amore mio. Con questa sono sicura che starai tranquillo, almeno dopo che l'avrò utilizzata la prima volta. Allora, sei contento?" gli chiese, con un'occhiata maliziosa.
"Molto" rispose Mick, deglutendo mentre pensava al danno che quell'oggetto poteva arrecare sul suo bellissimo corpo e pregando che non influisse o alterasse sulle sue prestazioni né sulle sue voglie. "Dì, cuore mio, forse è un po' troppo, non credi?" osò, tendendole la mano, per poi ritirarla subito al contatto con la famosa pistola.
"No, non per te. Ne ho comprata una anche per Kaori. Credi che sarà contenta?" disse, tirando anche quella fuori dalla borsa, molto felice della sua trovata. Alla vista dell'oggetto Miki e Falcon scoppiarono a ridere. La situazione era più che comica e il povero Mick si vedeva già carbonizzato dall'aggeggio che la sua metà teneva saldamente.
"Molto contenta, mia cara" disse Miki, prendendola ed esaminandola più da vicino. Mick si fece piccolo, si sistemò nello schienale del sedile, incrociò le gambe e appoggiò gli avambracci contro le cosce per proteggere i gioielli di famiglia. Era il suo bene più prezioso, che meglio lo definiva, e lei voleva oltraggiarlo. Non sapeva, lei, che usando quello strumento di sventura su di lui, sarebbe stato dannoso anche per lei?
"Che ti succede, Mick? È da un po' che non ti sentiamo, non dirmi che hai paura di questo piccolo gadget?" chiese Miki con un sorriso sul volto, sfidandolo con lo sguardo. Si divertiva della situazione, con allegria e umorismo.
-Gadget, gadget- fece lui mentalmente. -È uno strumento di tortura, un anti-mokkori power. Ci mancherebbe che mi rendesse impotente-
"Ehi, Mick, sei ancora tra noi?" disse Mick, mettendogli una mano sul braccio per tirarlo fuori dal suo mezzo letargo. "Allora hai paura?"
"Niente affatto, niente affatto proprio" disse lui con un tono che desiderava più convincente, ma nessuno se la bevve. "Sono tranquillo, vedi Kazue, tesoro, puoi mettere via il tuo giocattolo"
"È vero, ma non dimenticare che è qui" disse lei, guardandolo negli occhi e picchiettando sulla sua borsa dopo aver messo via la pistola, per ricordarglielo. "Ora sono sicura che il resto delle vacanze sarà perfetto"
"Perfetto" ripeté Mick poco convinto stringendo quasi i denti perché si conosceva meglio di chiunque altro ed era meno sicuro di potersi contenere, a forza di far pratica per tutti quegli anni, era una cosa diventata innata e anche istintiva. Ma di fronte a quello strumento di tortura che temeva e di cui aveva paura, non avrebbe permesso a una scarica di fargli perdere il desiderio o di renderlo meno duraturo e potente, meno 'mokkori', sarebbe stato perduto e anche il resto del mondo. Sì, era necessario per la sopravvivenza e la riproduzione della specie.
"Bene, ordiniamo, amici?" chiese Miki per cambiare argomento, deliziata dal piccolo momento tra amici che aveva reso l'umore gioviale.
"Buona idea, Miki"
Miki chiamò il cameriere e ordinò dei cocktail per tutti. I quattro amici si divertivano a bordo piscina, chiacchierando in un'atmosfera calorosa e resa soffusa dalle candele che li circondavano, ridendo delle buffonate di Mick che non sembrava più temere la pistola di Kazue. I secondi e i minuti continuarono a passare e loro non pensarono ad altro che alla dolce tranquillità che li avvolgeva, lontani da ogni minaccia, cullati in lontananza dal suono delle onde. Furono i grugniti dello stomaco di Mick a costringerli ad andare a cena.
"E se andassimo a cena?" propose Mick.
"Buona idea, anch'io sto morendo di fame"
"Andiamo" offrì Miki. "Ehi, mi chiedo dove siano Ryo e Kaori? Inizio davvero a preoccuparmi. Quest'isola è troppo tranquilla per i miei gusti, sapendo che anche loro sono qui"
"È vero, non li abbiamo visti per tutto il pomeriggio, non è normale"
"Forse sono rientrati" disse Mick con voce rassicurante. "Sì, sono sicuro che lui è con lei. Non l'avrebbe lasciata da sola in questo piccolo paradiso con l'ondata di ormoni pronti a ronzarle intorno"
"Lo spero, ma sono comunque preoccupata. Spero davvero che Kaori sia con Ryo"
Mentre andavano al ristorante, Kazue si fermò improvvisamente e fissò uno splendido ragazzo. Di fronte all'improvviso arresto, Mick si fermò a sua volta e guardò la sua dolce metà, poi la direzione in cui stava guardando. Fissava e seguiva con gli occhi un uomo di bell'aspetto, pensò Mick sentendo un pizzico di gelosia mentre lo vedeva anche lui, dato che le era accanto. Poi andò da lei e le mise le mani sulle spalle con un gesto quasi autoritario.
"Che succede, Kazue?"
"Quell'uomo..." fece un passo in avanti e continuò a guardarlo.
"Cos'ha?"
"Ha lo zaino di Kaori"
"Sai, è un modello standard, venduto su larga scala"
"No, è di Kaori, li abbiamo comprati insieme, lei nero e io rosso. È strano che ce l'abbia lui"
Senza ulteriori indugi, Kazue si diresse verso l'uomo che si fermò alla reception. Mise lo zaino sul bancone e attese che l'addetto giungesse a occuparsi di lui. Anche Kazue, seguita da Mick, andò alla reception. Appoggiò i gomiti sul bancone e attese anche lei. Mick la lasciò per qualche secondo per avvertire Miki e Falcon, poi tornò da lei. L'addetto alla reception arrivò al bancone.
"Buonasera, signorina. Posso aiutarla?"
"Buonasera, c'era questo signore prima di me" disse lei, indicandolo. Quello si rivolse a Toshio.
"Buonasera, Toshio, cosa posso fare per te?"
"Una cliente del mio gruppo questo pomeriggio ha dimenticato il suo zaino sulla barca. L'ho trovato mentre pulivo il ponte"
"Sai come si chiama?"
"No, non sono uscito con loro, avevo una riunione con la direttrice"
Kazue ascoltò attentamente la discussione. Una persona aveva dimenticato la borsa sulla barca, poteva essere solo Kaori, ne era certa.
"Mi scusi. Ha appena detto che una donna ha dimenticato questa borsa sulla sua barca"
"Effettivamente, io sono l'istruttore subacqueo. Siamo usciti in mare oggi pomeriggio e una delle clienti l'ha dimenticato a bordo. Perché? Sa a chi appartiene?"
"È una mia amica, ho la stessa borsa rossa. Le abbiamo comprate insieme. Posso controllare il contenuto?"
Toshio aveva teso la borsa all'addetto alla reception. Lo guardò, poi posò lo sguardo su Kazue.
"Se le va bene, lo aprirò di fronte a lei"
"Va bene"
"Grazie" Kazue afferrò la borsa e l'aprì. Tirò fuori biscotti, caramelle, crema solare, un paio di occhiali da sole e un pareo.
"Allora?" le chiese Mick.
"Lo riconosci?"
"È il pareo di Kaori"
"Kaori Makimura?" chiese allora Toshio, il cui viso improvvisamente si accese. Ciò non sfuggì allo sguardo attento di Mick.
"La conosce?" domandò Kazue, subito pizzicata dalla curiosità. Vero, quell'uomo era una bomba, la camicia aperta lasciava intravedere un busto ampio e muscoloso. Se Kaori aveva trascorso la giornata con lui, non si era potuta annoiare. Ma lui aveva appena detto di aver trascorso la giornata in riunione con la direttrice dell'albergo.
"Non si può dire esattamente così. Ci siamo incontrati sulla spiaggia, lei e il suo amico si sono iscritti per fare immersione"
"Ryo è con Kaori" disse Mick, "sono sollevato" disse guardando la sua dolce metà.
"Anche io, ma questo non ci spiega dove siano ora"
"A che ora la barca è tornata al porto?" chiese Mick.
"Non lo so, direi tra le 16.30 e le 17.00. Perché?"
"Non li abbiamo visti da dopo pranzo, e conoscendoli, non è normale"
Falcon e Miki si unirono al gruppo vicino al bancone.
"Questa è la borsa di Kaori?" chiese Miki.
"Sì" rispose Kazue, tenendola stretta.
"Sono tornati. Dove sono?"
"Non sono tornati" rispose Mick. "Kaori e Ryo sono andati a fare immersione e Kaori ha dimenticato la borsa sulla barca"
"Non è da Kaori"
"Effettivamente, per non parlare di Ryo" disse Falcon con la sua voce brusca. "Sono insieme, allora"
"Possiamo credere che sia così. Ma quello che mi preoccupa è che non abbiamo notizie di loro dall'ora di pranzo e sappiamo tutti che quando sono insieme, quei due sono esplosivi. Qualcosa non va!"
"Il signor Saeba ha chiesto la chiave della loro suite?" chiese Kazue all'addetto alla receptionist. Quello si voltò e guardò tra gli scaffali.
"No, la chiave è ancora qui!"
"Se ho capito bene, l'ultima volta che avete visto i vostri amici è stato a pranzo" fece Toshio con calma, anche se sentiva gli sfuggiva qualcosa.
"Esatto!" rispose Mick.
"Sappiamo che sono andati tutti e due a fare immersione" riprese, "hanno preso la barca e poi è sparita ogni traccia di loro, tranne la borsa che ho trovato sulla barca"
Lì, si zittì e lentamente si girò per pensare. L'improvviso silenzio infastidì parecchio Mick. Lo seguì con gli occhi e i suoi pensieri seguirono lo stesso ragionamento del ragazzo. Com'era possibile? No, non poteva crederci, anche se sapeva che era l'unica possibilità. Era l'unica ragione plausibile per la loro assenza e la presenza della borsa sulla barca.
"Non può essere vero" disse Toshio, guardando Mick prima di allontanarsi e correre verso l'uscita per assicurarsi di qualcosa. Fu presto raggiunto da Mick, che non aveva apprezzato il bagliore nei suoi occhi, e che pregava internamente di sbagliarsi. Anche lui era arrivato alla stessa sequenza logica di eventi come Toshio. Aveva preferito non dire nulla prima di essere sicuro e soprattutto non spaventare le donne.
"Cosa succede, insomma?" chiese Miki, infastidita dall'improvvisa fuga dei due uomini che non avevano spiegato nulla.
"Seguiamoli" rispose Falcon, che capì l'improvvisa reazione di panico di Toshio, ma soprattutto quella di Mick. Poteva significare solo una cosa, e se aveva ragione, le vite dei loro amici erano in pericolo.
Toshio corse freneticamente verso la barca, venne afferrato da Mick che lo prese violentemente per la spalla e lo voltò verso di sé. Il suo viso era a meno di cinque centimetri da quello dell'altro, poteva sentire il suo respiro sul viso così come poteva farlo Toshio.
"Li avete abbandonati in mezzo al mare, vero?" il tono duro che usò riportò Toshio alle sue più terribili paure. Gli occhi di Mick erano duri e indecifrabili.
"Mi lasci! Devo controllare una cosa" gli disse Toshio, liberandosi dalla sua presa e abbassando lo sguardo. Non riusciva a sostenere lo sguardo quasi animalesco di Mick, che in quel momento aveva tutto dello sweeper e nulla del turista in vacanza.
Salì sulla barca, entrò nella cabina e iniziò a cercare il foglio delle presenze. Mick si unì a lui e seguì la lunga lista di nomi delle persone che si erano tuffate nel pomeriggio. Alla fine della lista vide i nomi di Kaori e Ryo. Gli strappò il foglio dalle mani e contemplò i nomi dei suoi amici.
"Si sono tuffati" disse Mick.
"Sì, c'è la firma di quando sono entrati sulla barca, ma nessuna firma per l'uscita" fece Toshio, passandosi le mani tra i capelli per la frustrazione.
"Avete dimenticato due passeggeri in mare, ma com'è possibile una cosa del genere?!" fece Mick afferrandolo per il colletto e sollevandolo da terra. La sua voce era piena di rimprovero e il suo comportamento aggressivo era un chiaro segno dello stress che provava, ma soprattutto della rabbia di fronte a una situazione simile.
In collera, lo lanciò violentemente contro la barca. Toshio finì al suolo. Servì l'intervento di Falcon per fermarlo.
"Che sta succedendo qui?" chiesero Miki e Kazue, per niente rassicurate dagli occhi scuri e dal viso distorto dalla rabbia che Mick non riusciva a staccare da Toshio, ancora a terra, mentre Mick lo sovrastava con tutta la sua corporatura e altezza.
I tre uomini si guardarono l'un l'altro in assoluto silenzio.
"È quello che penso?" chiese Falcon a Mick. In risposta, l'altro si accontentò di un cenno del capo, volgendo lo sguardo al mare toccato dalla semioscurità della luna.
"Vada a chiamare i soccorsi e la direzione dell'hotel" disse Falcon all'attenzione di Toshio, che si alzò sfregandosi il braccio.
"E preghi che non sia successo loro niente" aggiunse Mick duramente. Strinse i pugni per l'impotenza. Mentre si crogiolavano nell'idromassaggio o sorseggiavano un cocktail al bar dell'hotel, i loro amici erano alla deriva nell'immensità del mare per chissà quanto tempo.
Lo sguardo scuro che Mick gettò a Toshio lo immobilizzò.
"Volete dirci cosa sta succedendo!" chiese Miki. "Mick, Falcon, parlate, buon dio!"
"Li hanno dimenticati in mare" tagliò corto la voce dura e asciutta di Mick.
"Scusa?!" fece Kazue.
"Sono scesi dalla barca per immergersi ma non ci sono mai risaliti" aggiunse lui.
Sentendolo, le gambe di Miki cedettero leggermente, ma suo marito la tenne per la vita per sostenerla.
"Miki, tutto bene?"
"Sì" rispose lei con voce assente.
"Intendi dire che mentre parliamo, in questo stesso istante, loro sono sperduti in mezzo all'oceano" anche Kazue cominciava a sentirsi male. Un altro lungo silenzio seguì la domanda di Kazue. Gli occhi di lui si posarono sul viso di ciascuno, gli sguardi sconvolti e preoccupati le dissero che aveva indovinato.
"Ne usciranno, si tratta di City Hunter, e poi Ryo ha conosciuto di molto peggio" disse Miki per rassicurarsi.
"Non si tratta di City Hunter, si tratta di Ryo e Kaori, una coppia normale persa nel mezzo dell'oceano. È buio, l'acqua dev'essere fredda. Non mi preoccupo per Ryo, è per Kaori che temo il peggio" la voce di Mick tremò leggermente evocando e pronunciando il nome di Kaori. Si era voltato completamente verso il mare e aveva portato lo sguardo verso l'orizzonte malgrado l'oscurità per nascondere le sue emozioni agli altri.
"Ryo è stato abituato a questo tipo di situazioni in passato, ma per Kaori è diverso" si rivolse ai suoi amici e guardò Miki e Kazue.
"In che senso?" osò chiedere Kazue con una vocina.
"Non c'è niente di peggio che trovarsi persi in mezzo all'oceano. Una persona normale e inesperta non sopravviverà più di 12 ore in acqua da sola. Il freddo, la fame, la stanchezza avranno la meglio su di lei, per non parlare del movimento del mare. La cosa più pericolosa è l'ipotermia e anche se siamo in estate, l'acqua è molto fredda una volta calata la notte. La temperatura si è già abbassata"
"Ma lei non è sola, è con Ryo. Lui non l'abbandonerà" disse Miki per ridare speranza. Ci si doveva aggrappare, altrimenti rischiava di crollare.
"Invece di parlare della loro ipotetica sopravvivenza, dovremmo muoverci e andare con i soccorsi" disse Falcon, che aveva sentito più del necessario.
"Falcon ha ragione, non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di City Hunter, sono più coriacei di così" aggiunse Kazue che voleva rimanere ottimista. Lasciarono il porto e si diressero verso l'hotel. Da lì sarebbero partite le squadre di soccorso. Akira, apprendendo la notizia, raggiunse la reception del suo hotel, arrabbiata ma soprattutto preoccupata. Toshio era lì insieme ai suoi due colleghi.
"Come è potuto accadere?" chiese con voce aspra e intransigente, dando un pugno sul bancone. Si rivolgeva chiaramente a Toshio.
"Io non so niente" disse lui. Cos'altro avrebbe potuto rispondere, non aveva preso parte all'uscita.
"Signora Izoto, non è colpa di Toshio. Si ricorda, era in riunione con lei. Gli unici responsabili siamo io e Kenta, siamo gli unici da incolpare e ci assumeremo piena responsabilità" disse allora Tsukasa.
"Questo è uno dei motivi per cui voglio che i siti delle immersioni siano più vicini alla costa"
"Non siamo ancora sicuri che siano rimasti in mare"
"Toshio, se il signor Saeba si trovasse sull'isola, sappia che al momento tutte le clienti e tutte le donne dell'isola lo saprebbero. Inoltre, il foglio di uscita dalla barca ne è la prova. Non ci sono ritornati"
Kenta giunse in quel momento un'espressione sconfitta.
"Hai notizie?" gli chiese Toshio, andandogli incontro, seguito dagli altri.
"Cattive. Le persone sulla barca non si ricordano di averli visti dopo l'immersione. Ricordano tutti l'uomo prima di tuffarsi, ma nessuno ricorda di averli visti tornare"
"Ryo è il tipo d'uomo che si nota facilmente, e che non si dimentica se è a torso nudo" disse Miki. "Kaori è più discreta"
"Sono persi in mezzo al nulla" disse Mick con tono quasi fatalista, appoggiandosi al bancone. Fu allora che il capitano dei soccorsi marittimi giunse davanti alla signora Izoto.
"Capo, è da quasi cinque ore che si trovano in mare. Sono usciti per una sessione di immersione e sono stati dimenticati"
"Come ci si può dimenticare dei passeggeri?!" Miki non si trattenne più, la rabbia iniziava a conquistarla. Era una mancanza di professionalità dimenticare i passeggeri in alto mare.
"Miki, calmati" le disse Falcon, appoggiando il braccio sulla sua spalla.
"Come vuoi che mi calmi mentre Kaori è perduta in mezzo al mare?"
"Avete foto dei vostri amici?"
"Sì" disse Mick, aprendo il portafogli e tirando fuori una foto su cui c'era Kaori. Frugò in un'altra tasca e ne estrasse una di Ryo. "Ecco"
"Grazie. Cosa potete dirmi di loro?"
"Ryo è coriaceo, ha una formazione militare ed è più probabile che sopravviva di Kaori. Saprà cosa fare per resistere fino all'aiuto dei soccorsi. È di costituzione robusta. Kaori è più fragile"
"Molto bene, andiamo. Toshio, Tsukasa e Kenta, venite con me. Ci mostrerete esattamente il luogo in cui avete fatto immersione"
"Veniamo anche noi" dissero Mick e Falcon immediatamente.
Davanti ai loro sguardi, il capitano dei soccorsi non insistette. Normalmente avrebbe rifiutato la presenza di un civile sulla barca, ma quel caso era piuttosto brutto. La scomparsa era stata notata solo dopo cinque ore e la notte era scesa. Più numerosi fossero stati, più era probabile che li avrebbero trovati sani e salvi.
"Andiamo"
"Miki, rimani con Kazue. Ti chiamerò non appena ne sapremo di più"
"Vogliamo venire" disse lei con voce quasi supplichevole e piena d'ansia.
"Dovete rimanere qui, semmai tornassero prima di noi. Avranno bisogno di supporto, soprattutto Kaori"
"Va bene. State attenti"
Kazue si sentiva impotente e spaventata come la sua amica. In cinque ore, migliaia di cose sarebbero potute accadere e avrebbero potuto affrontare chissà che. No, non dovevano pensare così. Dovevano restare calme e positive.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl