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Autore: Stephaniee    15/11/2018    1 recensioni
Seguito di Primo ed Ultimo.
"Siamo stati qualcosa.
Siamo stati tante cose, a dire il vero. Siamo stati qualcosa quando non parlavamo ma ci guadavamo e capivamo comunque.
Siamo stati qualcosa quando ancora non sapevamo che stavamo per cambiarci le vite, almeno un po’. Siamo stati qualcosa di misterioso quando noi per primi non sapevamo cosa fossimo, chi fossimo. Siamo stati la sicurezza quando invece eravamo certi che nonostante tutto, come ci brillavano gli occhi quando eravamo insieme, non avrebbero brillato con nessun’altra.
Siamo stati un amore mancato"
(grazie #caratempesta per la citazione.)
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Primo ed ultimo la Trilogia'
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Chapter one
Kat’s birthday

anno 2014

Capì che, non solo ella gli era vicina,
ma che ora non sapeva più dove finiva lei
e dove cominciava lui.
Anna Karenina

 

Vorrei poter dire che dopo la maturità le cose tra me e Luke fossero andate con calma, senza fretta, ma mentirei spudoratamente.
Ci eravamo vissuti con un intensità tale che un tornado a confronto era un leggero venticello estivo. Ci eravamo prima distrutti e poi ricostruiti, ora avevamo appena iniziato l’università e facevamo i conti con la vita reale, la quotidianità. L’estate era finita ormai.

Era il mio compleanno e mi trovavo nell’aula di russo a fare lezione come dei bambini di sei anni. Le prime lezioni consistevano, infatti, in ripetizioni ad alta voce dell’alfabeto cirillico, insieme a circa un centinaio di studenti come me seduti su queste panchine terribilmente scomode.

A fianco a me Julia, sembravo essere destinata ad avere compagne di studi con lo stesso nome, ripeteva svogliata mentre messaggiava con il suo Simon. L’avevo conosciuta uno dei primi giorni di università era una ragazza molto semplice, capelli castani occhi castani ed un bellissimo ampio sorriso. Il mio cellulare fece vibrare tutta la panchina, si trattava di un messaggio di Luke.

 

Sto aspettando il treno per tornare a casa, tu che fai? Sei a lezione?”
Si, sono a Russo1. Dopo pranzo al volo e torno a casa, se partivi dopo ci incrociavamo alla stazione...”

Lo so… Fa niente dai. Ci vediamo stasera per il tuo compleanno, un bacio”
A Stasera… un bacio”

La sua sede universitaria si trovava a circa un’ora dai nostri paesini, la mia nella stessa città della nostra scuola superiore. Per noi che eravamo abituati a viverci ogni giorno a scuola ed ormai ogni giorno in generale, era stata dura affrontare questo primo mese di università, soprattutto perché mi ero appena iscritta alla patente e non potevo essere molto utile in questo senso. Luke non si lamentava a riguardo, quando dovevamo vederci dopo l’università la mattina prendeva la macchina, così al ritorno dalla sua sede passava per la città e poi stavamo insieme.

Irina Averina, la mia docente di grammatica russa decise di terminare la tortura con dieci minuti di anticipo. Non trovavo del tutto formativo che una sola docente dovesse dedicarsi a più di un centinaio di studenti, attraverso delle lezioni frontali con zero interazione, perché fondamentalmente ripetevamo ma tutti insieme e non singolarmente, non le ritenevo utili allo scopo di imparare una lingua il più velocemente possibile. Lo scopo della Triennale era quello di farci passare da bimbi russi dell’asilo a bimbi di quinta elementare in un anno accademico, per poi accelerare e garantire un B1 all’ingresso del terzo anno. Una missione quasi impossibile ai miei occhi.

Ci riempivano quindi di compiti di grammatica allo sfinimento, che venivano corretti in classe ovviamente in gruppo.

Un crescendo di voci si fece strada alle nostre orecchie mentre arrivavamo alla prossimità del bar dell’università. Riuscì ad intravedere Mood con quelle che dovevano essere delle nuove compagne di corso, alzò lo sguardo e gli feci cenno con la mano prima di entrare con Julia. Quando i nostri panini furono pronti, acchiappai il mio e avanzai verso l’esterno.

 

Julia, io scappo a casa, così ho tutto il tempo di sistemarmi per l’aperitivo. Ci sarai?
Certo che sì! Alle 19, giusto?”

Esattamente! A dopo allora!”

Camminavo mangiando il mio panino, ci sarebbero voluti una ventina di minuti prima di arrivare alla stazione e un’altra mezz’ora prima di essere a casa. Dovevo ancora sentire il locale dove volevo festeggiare, scegliere cosa indossare ed Emma avrebbe impiegato almeno due ore per aiutarmi, ma più di tutto volevo ritagliarmi del tempo per chiamare Luke.

Questa giornata per lui non era solo la giornata del mio compleanno, ma anche una data che fino a pochissimo tempo prima era stata importante, molto importante ed io volevo assicurarmi che stesse bene.

Avevo la sensazione che per lui questa giornata non era stata semplice. Lo sentivo, conoscevo quel ragazzo come nessun’altro, probabilmente lei si era fatta sentire, anzi potevo esserne sicura.

 

 

Non ero preoccupata che lei gli avesse scritto, lui aveva scelto me, una scelta sofferta, ponderata, che aveva fatto soffrire senza dubbio quella ragazza. Ma aveva scelto me. La mia unica preoccupazione era il carico emotivo che lui poteva aver ricevuto da lei in questa giornata. Un carico emotivo che solo chi ha avuto una relazione lunga e a tratti sofferta può comprendere.

 

Hey”
Hey festeggiata” la sua voce era tranquilla, meno male.

Come stai? Sei arrivato?”
Sisi sono a casa, ho mangiato più o meno tutto quello che c’era nel frigorifero. Tu?”
Sono arrivata e ho mangiato un panino al volo mentre uscivo, così adesso ho più tempo per rilassarmi. Come è andata la tua giornata?”
Tutto bene. Mi ha scritto Val… un messaggio un po’ lungo. Non arrabbiarti, credo sia solo un po’ malinconica data la giornata...”
Si. Ci avevo già pensato e un po’ me lo aspettavo onestamente. Sarebbe stato strano il contrario...”
Sei pronta per stasera?”
Prontissima. Tu?”
Certo, super pronto. Passo a prenderti alle 18:30”
Va bene… perfetto. Riposati, un bacio.”
Un bacio a te, fai la brava”
Sono sempre brava”

 

Una strana sensazione si era fatta strada dentro di me, certo mi aveva raccontato tutto, ma eppure c’era qualcosa che sentivo, una sorta di sesto senso mi diceva che qualcosa si era rotto o si stava per rompere e al solo pensiero di perderlo mi mancava l’ossigeno, era come avere due mani che stringevano sempre di più il mio collo. Ignorai quella brutta sensazione e andai a preparami un bagno caldo.

Ero solo paranoica.

 

Avevo impiegato circa un’ora per prepararmi, i capelli proprio non ne volevano sapere di stare in ordine e decidere il vestito si era rivelata un impresa impossibile da sola. Emma era in ritardo dunque non potevo contare sulla sua assistenza. Dopo aver provato ogni singolo vestito presente nel mio armadio, alcuni dei quali non ricordavo nemmeno esistessero, decisi per un vestito corto nero e bianco abbastanza accollato sul davanti e scollato sulla schiena, rigorosamente scarpe basse e i capelli sarebbero rimasti esattamente come erano di solito.

 

Eravamo seduti nel locale da già diverso tempo, Emma e alcune nuove conoscenti, tra cui anche Julia, stavano facendo amicizia e le sentivo ridere a crepapelle. Al mio fianco Luke non mi lasciava un secondo anche se avevo notato una cera preoccupazione un certo distacco in lui.
Ma forse ero solo io paranoica.

La serata procedeva bene, non potevo lamentarmi, sembrava che finalmente un mio compleanno si stesse svolgendo senza drammi o problemi, ero felice come non ero mai stata in vita mia e sapevo che quello era esattamente il mio posto nel mondo.

Eppure una nota amara si insinuava nella mia mente.

 

 

Eravamo al nostro posto.

Il nostro posto, meglio conosciuto come Alberobello, anche se non si trovava in Puglia ma a pochi metri da casa mia sotto un albero solitario, era la nostra meta finale prima di andare a casa praticamente sempre. C’erano sere dove semplicemente si parlava, ma la maggior parte dei nostri appuntamenti ad Alberobello finivano sempre con me e Luke nei sedili posteriori della sua auto.
Quello era uno di quei giorni, avevamo appena finito di fare l’amore che come sempre con lui era un altalena di emozioni sempre nuove, anche se in particolare percepivo che quella sera me la sarei ricordata per il resto della vita.

Ero accoccolata sopra Luke mentre lui mi accarezzava la schiena, nella sue braccia mi ero sempre sentita invincibile, come se nulla potesse mai scalfirmi o ferirmi.
 

Sei indimenticabile Kat Spencer. Ricordatelo sempre.”

 

Eccole di nuovo: un milione di farfalle ripresero a volare nel mio stomaco fino quasi a farmi venire la nausea, ogni gesto, movimento e sensazione di fece di nuovo vivida, colorata nonostante il buio della notte. Le sue labbra, la cosa più preziosa su questo pianeta e di nuovo perdermi con lui alla luce della luna sotto al nostro albero solitario.

Sotto al nostro posto.

 

Se avessi saputo che quella sarebbe stata l’ultima volta, ti avrei stretto fino a soffocarci.

 

*Spazio per Steph*
Ci ho messo molto ad aggiornare, è vero. Chiedo perdono.
Questa parte della storia è molto dolorosa da scrivere e quindi rivivere ma sto cercando di recuperare il tempo perso. Prometto che saranno più frequenti d'ora in poi.
Fatemi sapere cosa ne pensate, non temete Kat e Luke sono ancora ben lontani da separarsi...

Steph.
   
 
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