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Autore: SkyDream    17/11/2018    9 recensioni
Natsu e Lucy sono cresciuti, lentamente si stanno accorgendo di come i loro corpi e i loro spiriti si stiano cercando quasi con disperazione. Proprio quando sembra che tra i due sia sbocciato qualcosa, però, l'ennesima catastrofe minaccia di abbattersi su Magnolia e sulle gilde più potenti.
Non solo Natsu dovrà sacrificare sè stesso, ma capirà quanto un legame d'amore possa unire o distruggere tutto. L'affetto, quel sentimento che aveva sempre visto come la forza che muoveva tutto, gli si ritorcerà contro.
-Dal capitolo 1-
Lucy, qualche giorno dopo, pensò che quella mattina, se avesse saputo come sarebbero andate le cose, si sarebbe permessa di piangere almeno un po’.
Avrebbe chiesto a Natsu di stringerla forte
Perché non dimenticasse mai
Il calore dei suoi abbracci.
[Completa]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

 
Natsu aprì gli occhi e scoprì che il sole stava per tramontare. Doveva aver dormito parecchio e profondamente, sentiva i muscoli deboli e pesanti ma, nonostante ciò, si sollevò a sedere e guardò le ultime gocce di pioggia che scendevano da dietro la finestra.
Lucy non lo avrebbe di certo lasciato solo, eppure non era lì al suo fianco.
Natsu si portò una mano alla testa, ancora confuso e indebolito dal proiettile anti magia che si era beccato per proteggerla.
D’altronde - rifletté guardando ancora fuori - non ci aveva pensato due volte a buttarsi su di lei per salvarla. Anzi aveva mantenuto per tutta la durata della breve missione veramente poca distanza tra i loro corpi, proprio per evitare che si facesse del male.
Il suo rapporto con Lucy era maturato molto lentamente, i primi mesi insieme li aveva passati studiando i suoi comportamenti e memorizzando il suo odore.
Quando aveva capito che poteva fidarsi, aveva cominciato ad entrare sempre più spesso a casa sua, quasi volesse studiarla da più vicino.
Appena aveva preso a dormire nel suo letto, però, era successo l’irreparabile: si era affezionato.
Natsu ricordava bene le prime volte che aveva dormito nel letto con Lucy, aveva potuto sentire al suo fianco una presenza familiare e si era finalmente sentito al sicuro, protetto e anche amato.
Adorava quella sensazione, ne era diventato dipendente, non passava notte dove lui non si infilasse sotto le coperte al suo fianco.
Sempre più vicini, quasi a stringersi l’uno all’altra.
Poi erano accadute mille vicende, altrettante volte avevano rischiato di morire e lui - si rese conto nuovamente - non aveva mai accettato il fatto che lei rischiasse la vita.
Era sopravvissuto da piccolo senza Igneel, credeva di aver perso Lisanna. Restare senza Lucy era fuori discussione.
Natsu rifletté non solo su cosa significasse per lui, ma anche su come lei lo vedesse. Doveva essere un nakama importante per Lucy, o non gli avrebbe di certo permesso di toccarla in quel modo, di stringerla a sé in modo così intimo.
Il solo pensiero lo fece scaldare, non era la prima volta che sentire l’odore di Lucy gli provocava dei brividi così profondi, ma era sempre riuscito a reprimerli.
La notte precedente invece no, non riusciva a pensare ad altro che non fosse il suo profumo e quella pelle calda che sentiva attraverso il pigiama.
Natsu stava continuando a riflettere, quando fu interrotto da una vocina familiare.
«Ti sei svegliato?» Un gattino blu era saltato sul letto avvicinandosi immediatamente alla fasciatura per studiarla meglio.
«Sto bene, Happy! Non preoccuparti, non sarà di certo un forellino a battermi».
L’exceed non parve molto convinto ed invitò il suo amico a rivestirsi per tornare alla gilda e farsi curare da Wendy.
«Sanno già tutto - gli spiegò - ma non possono venire per ordine del Master. Nessuno esce dalla gilda a quanto pare.» Happy gli passò una maglietta dalle maniche lunghe e lo aiutò come poté ad infilarla.
«Se Ojīchan ha scelto così, deve esserci senz’altro un motivo serio.» rispose Natsu alzandosi e dirigendosi verso l’esterno.
Vide Lucy che indossava i suoi vestiti, decisamente troppo larghi, con la  Fleuve d'étoiles stretta in pugno.
«Ti sei svegliato finalmente! Credevo che sarei rimasta a fare da guardia tutta la notte.» gli disse sarcastica mentre con lo sguardo cercava le bende coperte dalla maglietta. Natsu sembrava stare meglio, nonostante fosse molto pallido.
«Lucy è riuscita a chiamare Loki e a mandarlo fino alla gilda per chiamarmi ed informare gli altri su cosa vi è successo». Happy sembrava molto preoccupato.
«Dobbiamo raggiungere la gilda al più presto, Natsu. Happy non sa molto, ma mi ha riferito che il Master è preoccupato per te, c’è qualcosa che bolle in pentola».
Natsu annuì, fece per chiudere la porta dietro di sé, ma qualcosa lo fermò.
Sentiva il collo troppo libero, lo sfiorò con i polpastrelli scoprendo l’assenza della sua sciarpa.
«Diamine! Devo averla persa mentre correvo!» esclamò portandosi le mani ai capelli e spostando lo sguardo da destra a sinistra, come se quella potesse materializzarsi davanti a sé.
Lucy batté un palmo sulla fronte, chiedendosi quale Nume del cielo poteva averle mandato un nakama tanto deficiente.
Entrò dalla porta, ignorando volutamente le urla dell’amico, e uscì nuovamente con la sciarpa pulita, asciutta e ripiegata tra i palmi.
«Era sporca di sangue, di terra e di pioggia. Credevi che ti avrei lasciato della roba simile addosso con una ferita aperta?».
Natsu la ringraziò, improvvisamente felice come un bambino, mentre si rimetteva al collo la sua amata sciarpa bianca.
Lucy e Happy, nascondendo un sorriso bonario, si chiesero come potesse dimenticarsi di una cosa importante come un attentato ai suoi danni, eppure essere così sveglio da ricordarsi di una stupida sciarpa.
Che per lui, certamente, tanto stupida non era.
***
Wendy continuava a torturarsi le mani sulla soglia della porta, guardava verso l’orizzonte facendo affidamento sui suoi sensi di drago nella speranza di vedere apparire Natsu.
Charle, accanto a lei, cercava di tranquillizzarla, notando come fosse cresciuta in altezza e come fosse più matura senza però abbandonare la forte empatia che la legava a tutti i membri della gilda.
Stava risparmiando le forze per poter curare il suo amico, se ciò che il Master le aveva rivelato corrispondeva al vero, Natsu doveva a stento reggersi in piedi.
Doveva, già.
Quando li vide all’orizzonte, Wendy saltò in avanti correndo verso i suoi amici a braccia spalancate nel tentativo di chiuderli in un caloroso abbraccio. Romeo, dal canto suo, le tirò uno dei due codini facendola finire seduta sul primo gradino.
La ragazza si massaggiò la testa voltandosi verso il suo amico.
«Si può sapere cosa avevi intenzione di fare?» chiese con il volto corrucciato.
«Probabilmente salvarti le penne, il Master ha detto che nessuno attraversa la soglia per nessun motivo, tanto meno tu che sei ancora una ragazzina!» esclamò Romeo portando una mano su un fianco prima di girarsi e darle le spalle.
«Parla per te, ti ricordo che ho sette anni in più! Non sono una ragazzina!».
Wendy non dimostrava più di diciassette anni, seppur in realtà ne avesse almeno ventiquattro.
Quei sette anni sull’isola Tenrou avevano confuso sia lei che gli altri, soprattutto quel cocciuto di Romeo.
Lucy spuntò alle sue spalle circondandola in un abbraccio. Wendy si lasciò trasportare e ricambiò volentieri, si sentiva bene quando aveva la maga al suo fianco.
«Ero molto preoccupata per te, Natsu! - disse sciogliendosi da quel gesto d’affetto e avvicinandosi al suo amico - Posso vedere la tua ferita?».
Wendy arrotolò la manica della maglietta del ragazzo, scorse le bende bianche che Lucy aveva messo per fermare l’emorragia ma, quando le tolse, notò che la ferita era ancora profonda e pulsante.
Doveva fargli parecchio male, seppur la sua magia del fuoco aveva in parte cicatrizzato i tessuti.
La ragazza poggiò le mani sul suo bicipite e concentrò tutta la magia sul suo amico.
Quando riaprì gli occhi, Natsu le sorrideva soddisfatto, abbassando la manica. Era stato rapido ed indolore.
«Degno di te, Wendy!» sostenne senza far scemare il sorriso che teneva stampato in faccia.
La ragazza arrossì al complimento e si fece da parte per farlo passare. Il Master si stava avvicinando a loro con volto cinereo.
«Avreste dovuto chiedermi il permesso, prima di intraprendere una missione simile, siete davvero degli sconsiderati! Lucy, non me lo sarei mai aspettato da te!».
Parlava con lo stesso tono che avrebbe utilizzato un padre per rimproverare i suoi figli. Notò che Lucy aveva abbassato lo sguardo, rossa in viso per quel richiamo.
«Ojīchan - cominciò Natsu scendendo dal tavolo su cui si era seduto - Non avevamo idea di cosa -».
Gray entrò spalancando la porta, era senza maglietta e i suoi pettorali candidi risaltavano con la luce sempre più fievole alle sue spalle.
Lluvia era poco dietro, teneva tra le braccia la maglietta e la giacca del suo ragazzo, non aveva la solita aria spensierata.
«Sapevamo che c’era qualcosa di insolito, ma nessuno di noi aveva idea di cosa potesse esserci sotto! Chiunque abbia fatto una cosa simile, se la vedrà con noi e non tornerà a casa con i suoi piedi!».
Se Gray fosse stato un mago del fuoco, sicuramente sarebbe stato un fascio di fiamme.
Aveva gli occhi lucidi, quasi spietati, i muscoli erano così tesi da risaltare sotto la pelle bianca. Furente. La gilda lo aveva visto poche volte così.
«Voi che siete appena arrivati non sapete ancora cosa stia succedendo davvero, quindi calmati e ascolta quello che ho da dirvi.» lo invitò il Master senza scomporsi, capiva il motivo per cui il ragazzo era fuori controllo e condivideva le sue preoccupazioni, nonostante ciò constatò che non era il momento per lasciarsi andare a certe emozioni.
Gray si sedette al primo tavolo, con mano ferma cercò le dita di Lluvia, seduta accanto a sé, le strinse tra le sue in cerca di conforto e per sincerarsi che lei fosse lì, al sicuro.
«Allora, Ojīchan? Hai mica scoperto chi è stato a spararmi?»Natsu mise al centro dell’attenzione il suo mentore.
Il Master si schiarì la voce, poi cominciò a parlare.
«L’altra sera sono stato convocato dal Consiglio. A quanto pare le gilde oscure sono in fermento a causa di un pazzo, non sappiamo ancora se sia un mago o un comune scellerato. Sappiamo solo che vuole prosciugare la magia di tutti i maghi più potenti di Magnolia e poi di Fiore, in modo da creare delle Lacrime apposite per poi rivenderle e fare soldi».
«Mica scemo! Solo con la mia potenza diventerebbe ricco sfondato!» Una risata sguaiata riempì la stanza, Gajeel era entrato con in braccio uno dei figlioletti, lo guardava meravigliato e felice.
Levy, decisamente meno ottimista del marito, stringeva a sé l’altra bambina e regalò a Lucy uno dei suoi sorrisi rassicuranti. Aveva un grande spirito materno che non si limitava ad usare solo con i suoi piccoli, in ogni gesto d’affetto si nascondeva una grande empatia e una voglia insormontabile di aiutare chiunque ne avesse bisogno.
«Se fossi in te non riderei, Gajeel. Non ho idea di che tecnica voglia usare quel pazzo per attaccarci ma, come già era stato annunciato da alcune voci di corridoio, non ha esitato ad attaccare Natsu con un fucile anti magia. Noi siamo il suo obiettivo primario e la salvaguardia di tutti voi e di Magnolia deve essere al di sopra di qualunque altra cosa, sono stato chiaro?».
Makarov inneggiava sempre alla prudenza, seppur fosse il primo ad adorare le scazzottate. Negli anni aveva imparato che spesso limitarsi a difendere, anziché attaccare, poteva essere propedeutico per avvicinarsi alla vittoria. Ad una vittoria senza morti.
Quando quella mattina aveva visto Loki correre verso di loro, non aveva impiegato più di qualche secondo per capire tutto: Natsu era stato colpito, avevano dato il via alle danze. Ordinò a Warren di contattare tutti i maghi e di convocarli, figli compresi.
Aveva pregato, in cuor suo, che Natsu non fosse rimasto ferito gravemente e, quando lo aveva visto avvicinarsi alla gilda sui suoi piedi, si era ripromesso di fare di tutto per preservare ognuno di loro.
«Gray, perché sei così preoccupato?» chiese Lluvia senza lasciare la sua mano, era talmente raro che Gray cercasse del contatto fisico, che non poté fare altro che associare quel gesto ad un’enorme apprensione.
Il ragazzo, per tutta risposta, abbassò lo sguardo.
Avrebbe voluto dirle che non accettava il pensiero che qualcuno avesse ferito il suo migliore amico e messo a serio repentaglio la vita della sua amica. E, sopra ogni cosa, non accettava il fatto che qualcuno volesse prendere l’energia vitale di Lluvia, la sua magia e la sua vita.
Non potevano strappargliela, non lo avrebbe permesso.
Makarov emise un altro colpo di tosse per attirare l’attenzione di tutti i presenti. Ne mancavano ancora alcuni all’appello, ma presto sarebbero stati al completo.
«Nessuno esce dalla gilda senza il mio permesso, vedete di far entrare solo i vostri compagni che ho chiamato a raccolta, non voglio assolutamente vedere estranei nei dintorni. Gajeel, anziché cercare un modo per staccare la testa a quella carogna, stai attento ai bambini e usa il tuo fiuto per stanare chiunque voglia fargli del male».
Quelle parole, così dure e severe, colpirono Gajeel come poche cose. Non poté fare altro che stringere al petto quel fagotto morbido che aveva tra le braccia, il bimbo emise un piccolo gemito di sorpresa e lo guardò con gli occhi grandi. Oh, non avrebbe permesso nemmeno ad una mosca di entrare nella gilda.
«Come si chiama questo mago?» chiese qualcuno tra i presenti. Makarov si voltò verso di loro, le sopracciglia aggrottate.
«Quale sia il suo vero nome nessuno lo sa. Ciò di cui siamo al corrente è il suo nome in codice: Lord Eyeless».
«L’uomo senza occhi?» .
Un familiare rumore di ferraglia si avvicinò al portone facendo voltare buona parte dei presenti. Una chioma rossa svolazzava libera incorniciando il volto di una donna che, con gli anni, era diventata sempre più bella.
Erza entrò con il suo tipico passo fiero.
«Allora? Mi sono persa qualcosa?».
 
Lucy teneva in braccio una dei gemelli Redfox, gli scompigliò la frangetta nera provocandole un debole risolino. Anche lei, di riflesso, piegò le labbra all’insù avvicinando i loro nasi fino a sfiorarli.
Erza, seduta a capotavola, discuteva con Gray e Gajeel su chi dovesse andare a cercare Lord Eyeless e su come fermare il suo folle piano.
«Non sappiamo ancora abbastanza su questo pazzo! - fece notare Gray stringendo la tazza con la tisana che Lluvia gli aveva preparato - E comunque io devo venire senz’altro, anzi dovremmo andare tutti insieme!».
Natsu, che fino a quel momento era stato distratto dall’altro gemello, alzò il capo annuendo con vigore.
«Sono d’accordo con quell’idiota, dovremmo andare tutti insieme e fargli vedere di che pasta siamo fatti!» Piegò il braccio come per mostrare il suo bicipite vigoroso e subito fu imitato dal bimbo sulle sue ginocchia, che fece scoppiare un sorriso fiero sul volto del suo papà.
«Siete proprio dei testoni! E se fosse una trappola? Cadremmo tutti nelle sue mani e allora nessuno potrà salvarci. Dovremmo dividerci in squadre e scegliere chi va all’attacco e chi resta alla difesa della gilda.» esclamò Erza ricevendo delle approvazioni da parte di Lucy e di Mirajane, che intanto stava servendo da bere ai tavoli.
«Siamo tutti molto forti ed esperti, possiamo puntare su questo vantaggio e creare delle squadre invincibili - sostenne Mira portando il vassoio al petto e avvicinandosi di più a Gajeel - Credo che il Master volesse dire proprio questo prima: la gilda è forte, ma adesso abbiamo anche dei bambini di cui occuparci. Asuka è ancora piccola e ci sono i tuoi figli e il mio amato nipotino!».
Mira portò una mano al viso con sguardo sognante. Adorava già il piccolo di Elfman ed Ever.
«Non credo che conti, visto che non è ancora nato.» fece presente Erza grattandosi la testa, poi tornò seria e sbatté i palmi delle mani sul tavolo.
«Bene, visto che nessuno prende una decisione, lo farò io e sceglierò le squadre!».
«Come ogni volta.» si limitarono a dire tutti senza nemmeno sollevare il capo.
Erza tossì, poi si ricompose.
«Gajeel, Mirajane, Wendy, voi rimarrete qui a proteggere la gilda. Warren, tu dovrai collegarti con l’altra squadra ogni ora e ricevere tutte le informazioni ottenute».
La maga prese ad indicare Natsu, che per la seconda volta diede segno di non averla ascoltata e sollevò un braccino del bimbo come per salutarla.
«Natsu, Lucy, Gray e Lluvia andranno a cercare Lord Eyeless. Laxus, per te invece ho un impegno speciale: andrai alla Love and Lucky e cercherai di reperire tutte le informazioni. So che sai essere convincente».
Il ragazzo, che fino ad allora era rimasto in silenzio a guardare le movenze di Mirajane, sbuffò sonoramente senza però contraddirla.
Avrebbe preferito fare a scazzottate ma, si rese conto, sarebbe stato un bel problema se fosse finito in una trappola di Lord Eyeless.
D’altro canto, si disse, la Love and Lucky era diventato il covo delle gilde oscure, creando così le fondamenta di un vasto giro di notizie.
«Ottimo, allora andiamo ora stesso a catturare Mister Cieco!» Esclamò Natsu sollevando il piccolo Redfox come fosse un trofeo. Il bimbo emise un gemito felice e stese le piccole braccia verso il cielo.
Gajeel, improvvisamente non molto fiducioso dei suoi compagni, si alzò in piedi prendendo al volo entrambi i figli.
«Se proprio devo restare a vegliare la gilda, vado almeno ad informare Levy, se non si è addormentata.» Gajeel rimpiangeva le notti di coccole e sonno profondo. Con quei poppanti la vita era davvero dura.
«E tu, Erza?» chiese Gray interrogativo.
«Verrò con voi, che domande!» sostenne alzandosi in piedi e pensando al grande carico che si sarebbe dovuta portare. Bisognava essere pronti ad ogni evenienza, specie dopo l’attacco di Natsu.
«No, tu verrai con me!» ribattè Laxus ricevendo un’occhiata storta da Mirajane e parecchi sguardi sorpresi.
«E perché mai? Pensi di non essere capace di cavartela da solo?» chiese scettica lei, era inusuale vedere quel ragazzo mettersi contro le sue scelte.
«Vedi, Erza, a volte per estorcere le informazioni non servono le scazzottate. - disse portando due mani al petto e simulando due grossi seni. - Avrei volentieri portato con me una ragazza carina e tosta, ma a quanto pare l’hai assegnata qui, al sicuro, quindi verrai con me. Non lo trovi corretto, Titania?».
Erza si morse un labbro, risentita. Se Natsu e Gray avessero scovato Lord Eyeless, non avrebbero avuto speranze di sconfiggerlo da soli.
«Non preoccuparti - Lucy le rivolse un mezzo sorriso rassicurante - Qualunque cosa accada, Warren sarà in contatto con noi e vi chiameremo tutti, o quasi, a raccolta!».
L’altra maga parve sollevarsi, tirò un sospiro di sollievo e per un momento si concesse di pensare a Gerard. Lei aveva insistito affinchè tornasse alla gilda, al sicuro, ma le aveva risposto che proteggere la Crime Sorcière era compito suo.
«Bene, non c’è tempo da perdere, mettiamoci immediatamente in cammino!» Natsu sembrava essersi del tutto ripreso eppure, notò Lucy con sguardo preoccupato, ogni volta che esclamava le sue dita non emettevano le solite scintille.
Ogni volta dovevano mobilitarsi per evitare che mandasse la gilda sull’orlo della distruzione, invece sembrava quasi umano. Senza poteri.
Che quel proiettile, da solo, fosse riuscito a togliergli così tanta magia?
La magia per un mago era anche la forza vitale, e perdere la forza significava andare in contro alla morte.
«Natsu, credo che sia meglio riposare e partire domani mattina. Potrò farti un incantesimo per accelerare ulteriormente la tua guarigione.» Wendy gli sorrise, i lunghi codini ondeggiavano attorno al suo viso sempre meno paffuto e dai tratti quasi adulti. Da donna.
Per lui, però, sarebbe sempre rimasta la piccola Dragon Slayer.
Lucy guardò fuori dalla finestra, era notte fonda ormai e nemmeno se n’era accorta. Nessuno entrava o usciva dalla gilda, ciò significava che avrebbe dovuto dormire lì con qualcuno e, pensò, avrebbe significato anche dormire senza Natsu dopo anni e anni.
Si ritrovò con una mano sul cuore, come se quel pensiero la ferisse.
«Lucy?» Ad apostrofarla era stata Charle, in piedi sul tavolo a pochi palmi dal suo viso.
«E’ successo qualcosa?» domandò lei incuriosita. Seppur lei e Charle passassero parecchio tempo nello stesso team, era piuttosto raro che parlassero in privato.
«Devo raccontarti di una visione. In passato ho sempre cercato di evitare di raccontarti le visioni che ti riguardavano, ma stavolta non ne posso fare a meno!».
 
Lucy era rannicchiata su un letto a castello del dormitorio, Wendy e Cana avrebbero condiviso la camera con lei. Charle, come promesso, le si era seduta accanto pronta a rivelarle il futuro.
«Non sono certa di quello che ho visto, ma ogni volta le scene che mi sono apparse davanti gli occhi si sono rivelate reali. Ho visto Natsu a terra, tu piangevi sul suo corpo».
Lucy portò entrambe le mani alla bocca, in un muto urlo di terrore.
«Ma non è tutto. In un'altra visione Natsu era in piedi e stringeva una chiave d’oro, come quella degli Spiriti stellari, mentre tu continuavi a piangere.» Charle abbassò il capo, impotente, detestava dare quelle notizie brutte.
Quando Levy le aveva rivelato di aspettare un bambino, Charle le aveva sorriso specificando che sarebbero stati una femminuccia e un maschietto, sani e belli come i loro genitori.
Perché non poteva fare solo quello? Perché era stata costretta a vedere le disgrazie prima di chiunque altro?
Lucy si teneva il capo con le mani, i capelli sciolti le scivolavano attorno alle spalle semi scoperte. Quella maglietta che aveva rubato a Natsu le stava decisamente larga.
«Dobbiamo evitarlo!» esclamò sottovoce più a sé stessa che all’Exceed.
Charle le disse di non preoccuparsi troppo, seppur pensasse l’esatto contrario, e specificò che le sue visioni potevano anche sbagliare.
Seppur non fosse mai successo prima di allora.
 
Lucy quella notte non si abbandonò al sonno.
Rimase atterrita, stretta al profumo della maglietta di Natsu
che l’avvolgeva
in un tenero abbraccio astratto.
   
 
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