Anime & Manga > Card Captor Sakura
Segui la storia  |       
Autore: steffirah    17/11/2018    2 recensioni
Sette fiori che parlano con il loro linguaggio, sette storie improntate sull'amore, che sia già sbocciato, che stia fiorendo, che debba ancora germogliare.
------
[Raccolta di one-shot che seguono i prompt della SyaoSaku week che cadeva dal 23 al 29 luglio 2018]
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura, Sakura Kinomoto, Syaoran Li | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
愛がある場所


 
Se ne stava seduto sul bordo dello stagno, immerso nel verde, lo stesso verde dei suoi occhi, quel colore che lui aveva sempre amato, che lo faceva sentire a suo agio, quel colore associato a gemme preziose e alle proprie tradizioni, quel colore cui connetteva la sua famiglia.
Armato di penna e diversi fogli ponderava i suoi pensieri, scavando nella sua mente, ammirando i fiori di loto in piena fioritura in quel periodo, sperando quasi di udire un suggerimento da parte loro. Tuttavia ricevette unicamente silenzio, interrotto talvolta dal guizzo di un pesciolino nel laghetto alle sue spalle, il fruscio di qualche animale curioso che andava a sbirciare, o lo stormire del vento tra le fronde che smuoveva i fili d’erba attorno a lui, facendoli lievemente ondeggiare seguendo un suono inudibile alle sue orecchie.
Provò a buttare giù qualche riga, ma ben presto appallottolò la carta, insoddisfatto. Si scompigliò i capelli, frustrato, e appoggiò la testa tra le ginocchia, sperando di trovare le parole da qualche parte nel proprio cuore. Non era certamente la prima volta che le scriveva, ma quel giorno non era sicuro di nulla. Non sapeva come approcciarsi. Non aveva idea di come scusarsi. Le aveva telefonato, ma parlare per pochi minuti non bastava a rispondere a quell’ultima missiva che lei gli aveva spedito. Non era riuscito a dirle nulla di ciò che realmente pensava. Non ce n’era stato il tempo. E adesso che c’era, non aveva idea di come fare a comunicarle tutto ciò che vorticava vertiginosamente nella sua mente.
Il giorno in cui lesse quell’ultima lettera, anche se si trattava di una fusione di mere frasi scritte, si era accorto che qualcosa non quadrava; e quando le telefonò ebbe la sua conferma: per quanto tentasse di nasconderlo, Sakura era triste. E la ragione di quella tristezza era lui stesso.
Strinse le mani attorno ai gomiti, mordendosi il labbro tremante, mentre le lacrime gli si formavano negli occhi. Erano già trascorsi cinque mesi. Cinque mesi da quando aveva lasciato Tomoeda. Cinque mesi da quando l’aveva vista per l’ultima volta. Cinque mesi da quando era lontano dalla persona che amava. La mancanza, la sua assenza, cominciavano a farsi sentire. A divenire opprimenti.
Non faceva altro che allenarsi e trascorrere ore, giornate intere su libri di magia, per affinare le sue tecniche e impararne di nuove. Sapeva che era necessario. Sapeva che lo stava facendo per lei. Sapeva che tutto ciò, un giorno, avrebbe dato i suoi frutti. Sapeva che così l’avrebbe protetta. Ma proprio questo gli impediva di contattarla quando desiderava e soltanto in quei momenti in cui la sentiva o leggeva ciò che lei gli scriveva si sentiva finalmente calmo, rilassato, leggero. Tutta la tensione spariva, lasciando spazio ad un sentimento caldo, che gli cingeva le membra, gli strappava un sorriso. Quando le telefonava, bastava anche la prima mora che pronunciava a rasserenarlo. Ma non l’ultima volta. Il suo tono era meno allegro del solito, più tirato, talvolta fioco e tremante, e lui lo capì: capì che si stava trattenendo dal piangere, e lo stava facendo soltanto per lui.
Si riscosse da quell’attimo di sconforto, afferrando la penna con decisione. Doveva dirle ciò che provava, senza farla preoccupare. Doveva essere sincero, senza farle capire quanto in realtà avesse bisogno di lei. Perché lei gli aveva cambiato totalmente la vita, lei gliel’aveva resa più radiosa, più rosea. Rosa, come quelle ninfee che galleggiavano dinanzi ai suoi occhi.
Cominciò quindi col chiederle come stesse, cosa aveva fatto negli ultimi giorni e come avesse trascorso le vacanze estive. Poi le parlò di sé, facendole un breve resoconto – piuttosto superficiale, limitandosi a ciò che gli era concesso dirle, per quanto avesse preferito poterle parlare di ogni cosa – di ciò di cui si stava occupando negli ultimi tempi. Si scusò per le sue sparizioni e la avvisò che purtroppo sarebbe accaduto di nuovo: sarebbe stato assente, sebbene per lei lui desiderasse essere costantemente presente.
Le scrisse anche che avrebbe allegato una cartolina alla lettera, rappresentante la baia, con la speranza così facendo di farla sentire più vicina a lui. Prese la cartolina e, in maniera incontrollabile, lasciò che la porta del suo cuore si aprisse, cosicché esso potesse prendere il sopravvento, lasciandole il suo primo più intimo pensiero.
 
***
 
«Ah! Meiling-chan, mi potresti fare un piacere?»
Sakura si alzò dal tappeto e non appena la sua amica le fece un segno di assenso, curiosa di quale avrebbe potuto essere la sua richiesta, si accostò alla bacheca, togliendone cauta le cartoline di Hong Kong per non rischiare di rovinarle.
«Mentre eravamo lontani Syaoran-kun mi ha mandato queste e dietro ha scritto delle cose in cinese. Ma non riesco a tradurle.»
Gliele porse e si risedette a gambe incrociate davanti a lei. Una volta che la sua ospite le ebbe girate a stento trattenne una risata.
«Non pensavo che Xiaolang potesse essere tanto smielato!»
Kero-chan fortunatamente era troppo immerso in una partita per badare a loro, per cui, dopo avergli rivolto uno sguardo furtivo, la ragazza si avvicinò alla padrona di casa.
«“Mi manchi”», cominciò a tradurre, restituendogliele una alla volta.
Il cuore di Sakura si sciolse, ricordando che quella era stata proprio la prima che le aveva spedito.
«“Non smettere mai di sorridere, hai la forza di affrontare ogni cosa”», proseguì, e lei ricordò che prima gli aveva scritto confessandogli che in quel periodo si sentiva un po’ mogia e abbattuta – forse era anche a causa del tempo grigio e l’ansia di dover dire addio al passato e accogliere il nuovo, durante il passaggio dalle scuole elementari alle medie.
Nella lettera di risposta le aveva assicurato che era normale sentirsi talvolta incerti, anche a lui accadeva spesso. Ciononostante lei doveva essere sicura di sé e restare sempre fedele a se stessa.
«“Presto ci rivedremo”»
A sentire ciò spalancò la bocca, incredula. Lui gliel’aveva detto!
Quella fu l’ultima cartolina che ricevette, poco tempo prima che, effettivamente, si rincontrassero.
«E quella?» chiese, notando che ne avesse tralasciata una.
La ragazza dai capelli corvini sorrise furba.
«Questa non te la dico, chiedilo a lui. Anzi, prova a dirglielo anche tu, sono tre paroline semplici.»
«Ossia?»
«“Wo ai ni”»
La biondina provò a ripeterle, tentando di memorizzarle, sentendosi scaldare il cuore a quel suono. Assolutamente, doveva ricordarsi di chiederglielo.










__________________________________________________________________________________________________________________
Angolino autrice:
Prima di tutto, voglio scusarmi se ho saltato una settimana ma nel week-end scorso sono stata straimpegnata e mi è proprio passato di mente ç_ç
Spero di essermi fatta perdonare con questa shot, per quanto triste e breve.
Traduzioni/spiegazioni:
愛がある場所 (ai ga aru basho) = il luogo in cui c'è l'amore
- "more" è come sono chiamate le "sillabe" giapponesi
- "wo ai ni" = ti amo 

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Card Captor Sakura / Vai alla pagina dell'autore: steffirah