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Autore: T612    19/11/2018    1 recensioni
1956, Russia, base operativa del KGB.
La nascita della leggenda della Vedova Nera e il Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino.
Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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5 novembre

Tutto sembrava essere tornato alla normalità, i capi avevano ripreso il loro comportamento tipicamente cinico ed inquisitorio, di conseguenza Natalia aveva ripreso a sputare sangue sul pavimento della palestra. Quella routine sadica la rassicurava in modo perverso, preferiva sporcarsi le mani piuttosto di sottostare a circostanze e sentimenti che non provava, costellando la sua vita di situazioni raccapriccianti… come quella avvenuta la sera prima.
Dopo che James se ne era andato dal suo camerino era stata raggiunta da Alexei, non si era congratulato per la sua bravura come ballerina, ma per il suo servizio impeccabile reso a Madre Russia… l’aveva bloccato quando aveva tentato di baciarla, la inquietava che Alexei non provasse nessun sentimento di repulsione nei confronti del massacro appena compiuto.
L’aveva scrutata con sguardo perplesso, non si aspettava una reazione così fredda da parte sua, fino a quel momento non si era mai rifiutata nell’esternare dimostrazioni d’affetto.
-Tu mi ami? -non aveva senso chiederglielo, era un rischio porre quella domanda, ma voleva capire se c’era qualcosa di vero in tutti quei siparietti romantici… aveva bisogno di sapere se Alexei possedeva un cuore da spezzare.
Ivan l’aveva cresciuta insegnandole a privarsi dell’amore, un tentativo di renderla incapace d’amare qualcuno all’infuori della Madre Russia, liquidando certi sentimenti mascherandoli da senso del dovere, rispetto o scaramucce per bambini. 
-Non pensarci e baciami. -l’aveva afferrato alla base del collo spingendolo lontano da lei… senza stringere le dita, aveva promesso a James che non ci sarebbero state morti collaterali. 
-Perché mi ami Alexei? –in vista della fuga non aveva senso porsi certe domande, ma lo sguardo di Alexei le dava il voltastomaco, trovava difficile fingere indifferenza ormai.
-Sei bellissima e pericolosa, hai sposato la mia stessa causa, sei fedele a Madre Russia, sei fedele a me. Ti basta come risposta?
Si era convinta a baciarlo, cercando di mantenere la sua copertura impeccabile fino all’ultimo istante. -Sono stanca Alexei, ci vediamo domani.
Aveva cercato di liquidarlo in fretta, non poteva garantire per la sua incolumità se si fosse trattenuto qualche minuto di più… le aveva afferrato il mento osservandola da vicino alla ricerca di qualcosa, aveva mascherato la scansione passandola per uno sguardo molto intenso, per poi salutarla con un freddo bacio a stampo.
Alexei era solo un burattino, era stato educato con gli ideali di Madre Russia, ciò che le piaceva di lei era ciò per cui Ivan l’aveva venduta… era stata messa in vetrina per il miglior offerente.
Alexei era semplicemente l’ennesima pedina nella scacchiera del KGB, era ignaro che qualcuno prima o poi l’avrebbe trascinato fuori dai giochi… probabilmente quell’onore sarebbe stato riservato a lei, quando ai capi non gli sarebbe più servito. I suoi superiori erano dei veri idioti se pensavano che lei appartenesse a qualcuno, che potessero controllarla, tenerla a bada. 
Evidentemente quello che lei aveva sottovalutato era che i capi non erano poi così stupidi e ciechi, avevano fiuto nel scovare le debolezze della gente… dovevano aver notato che, nonostante sputasse sangue, il Soldato d’inverno poteva colpirla in punti più dolorosi o più efficaci. 
La sua reazione al massacro doveva averli insospettiti, dovevano aver notato che stavano conservando le forze, dovevano aver annotato il suo comportamento nei confronti di Alexei… si rese conto con orrore che, se quest’ultimo aveva riferito il suo comportamento della sera prima, la sua copertura e la sua fedeltà cieca a Madre Russia era stata compromessa. 
Se ne rese conto quando Dmitri impartì l’ordine di separarli senza apparente motivo, le guardie armate si avvicinarono con intenzioni tutt’altro che pacifiche… tutto stava andato a rotoli, era crollata la torre, ma aveva mosso i tasselli sbagliati.
James l’aveva afferrata per la nuca, intrappolandola nel bacio più intenso e veloce che le avesse mai dato, la morte negli occhi quando staccandosi le aveva proferito la sentenza.
-Perdonami per tutto il male che ti faranno. –il panico nella voce palpabile, la supplica di perdono nascosta tra le sfumature della sua lingua madre.
Era riuscito ad uccidere tre guardie prima che arrivassero ad immobilizzarlo, Natalia aveva guardato impotente mentre lo trascinavano lontano da lei, non era servito a niente il suo tentativo di ribellarsi alle guardie.
-Non è colpa sua, lasciatelo stare!
L’avevano colpita allo stomaco facendole mancare il fiato, permettendo a Karpov di avvicinarsi prendendo in custodia James.
-D’ora in poi mi occuperò io dei miei soldati, piccola Natalia.
L’avevano trascinata in una cella asettica, l’avevano legata ad una sedia posizionandole degli elettrodi sulle tempie, i medici avevano predisposto tutte le pratiche per il reset cerebrale… attendevano solamente l’ordine di qualcuno dall’alto.
Sentiva le urla di James provenire dalla stanza accanto, le grida si erano protratte per un’infinità di tempo per poi stroncarsi di colpo, non dovette attendere a lungo che Ivan Petrovich fece la sua comparsa scuro in volto.
-Mi deludi Natalia, non ti ho forse insegnato che l’amore è per i bambini?
Si rifiutava di piangere davanti al patrigno, limitandosi a rivolgergli uno sguardo granitico.
-Dimmi che era solo un’infatuazione, tu non sei in grado di provare amore, ti ho cresciuta in modo che non ne fossi capace.
Sapeva cosa sarebbe successo da lì a poco, non esisteva la possibilità che la risparmiassero, a quel punto tanto valeva ammettere ciò che provava.
-Ti sbagli, non importa come mi hai cresciuto, cosa mi hai insegnato… tutte le parti che odio di me le odio a causa tua… -lo schiaffo era arrivato all’improvviso, ma ciò non le impedì di tenere a freno la lingua, di dire le cose che Ivan non voleva ascoltare. -… Dio, lo amo a tal punto che per qualche istante ho dimenticato cosa significasse odiarmi, e questo tu non puoi cambiarlo in nessun modo.
La furia istigata negli occhi del patrigno la spaventò, ma non ebbe il tempo di curarsene… con un gesto sbrigativo della mano diede il consenso alla scarica ad alto voltaggio ed il mondo divenne improvvisamente buio.




 

Edit: 24/09/2019

   
 
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