Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Red Saintia    20/11/2018    16 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il tempo trascorre relativamente veloce quando si è impegnate ad adempiere ai propri doveri, d’altronde le sue priorità in quanto dea venivano sempre prima di tutto, ormai ne era ben consapevole.
Gli anni che seguirono la fine della guerra contro Hades videro Athena impegnata nella ricostruzione del Santuario insieme ai cavalieri sopravvissuti. Grazie al potere dello scettro di Nike la giovane dea riuscì a riportare in vita i dodici cavalieri d’oro scomparsi dinanzi al Muro del Lamento e aiutò, con non poche difficoltà, a risvegliare il cosmo dormiente di Seiya ferito quasi mortalmente dal dio degli Inferi.
Ci volle molto tempo perché il Grande Tempio riacquistasse la sua antica bellezza e magnificenza, ma Saori si impegnò con tutte le sue forze. Il cavaliere dell’Ariete, Mur, venne nominato dalla  dea nuovo Gran Sacerdote ricevendo il benestare anche dai propri compagni. Kiki, invece, ben presto avrebbe preso il suo posto come custode della prima casa.

Trascorsero cinque anni nei quali la pace sembrava ormai regnare in tutta la Grecia. Per Saori, invece, era tempo di svestire gli abiti della dea e dedicarsi alla fondazione che suo nonno le aveva lasciato in eredità anni prima.
Una mattina come tante ricevette una lettera,  il suo diciottesimo compleanno era trascorso da circa tre mesi e visto che aveva ormai raggiunto la maggior età la sua presenza era richiesta a Tokyo dove avrebbe dovuto amministrare la fondazione Grado essendone la legittima erede.
Saori decise di partire esattamente un mese dopo l’arrivo di quella lettera. Il Grande Tempio era al sicuro, protetto dai cavalieri d’oro e sotto la guida di Mur. Non c’era niente che la trattenesse in quel luogo. Il cavaliere di Pegasus, dopo il suo risveglio, si era sempre più avvicinato a Shaina e lei  che aveva sperato in un futuro diverso per entrambi si era fatta da parte lasciando che Seiya fosse libero dal vincolo che li legava.
Anche se il suo cuore soffrì molto per quella scelta.
 
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Per Saori l’arrivo a Tokyo fu come piombare in un altro universo, abituata ormai alla vita riservata e ovattata che conduceva al Santuario. Aveva dimenticato tutto il movimento e la frenesia di una grande città. Le persone impegnate che correvano veloci da una parte all’altra senza neanche accorgersi di chi gli era accanto, era un nuovo inizio una nuova fase della sua vita, un modo per ricominciare e lasciarsi tutto alle spalle.

“Buongiorno milady, ben alzata.”

“Buongiorno a te Tatsumi... allora suppongo tu sia già pronto per elencarmi gli impegni della giornata non è vero?”

“Signorina Saori non siate sempre così ombrosa, vi siete impegnata molto in questi mesi e avete ottenuto ottimi risultati. Dovreste essere fiera di voi stessa.”  rispose il suo fedele maggiordomo.

Saori quasi non lo ascoltò, bevve il suo cappuccino in silenzio pronta per uscire.
Il tragitto che tutte le mattine la portava dalla villa nella quale risiedeva agli uffici della fondazione era piuttosto breve. Ormai era abituata a quella routine quotidiana e durante il percorso spesso era solita leggere le lettere che periodicamente Mur le inviava dal Santuario.
Salì come di consueto nel suo ufficio  dove ad attenderla c’era la sua segretaria, una giovane ragazza sui venticinque anni di nome Sakura.

“Buongiorno signorina Kido.”

“Buongiorno a te Sakura, dimmi pure cosa c’è in programma oggi.”

“Nulla di particolarmente gravoso direi, solo la riunione trimestrale del consiglio d’amministrazione alle 10:30 e poi siete libera. Inoltre dovremmo organizzare il ricevimento per il vostro compleanno signorina.”

Saori la guardò con aria perplessa
“Non ho molta voglia di festeggiare per la verità, ti farò sapere nel caso cambiassi idea. E’ tutto quindi?”

“Direi di si… ah, solo un ultima cosa, quasi me ne dimenticavo. C’è un giovane in sala d’aspetto, è qui da questa mattina presto. Dice di conoscerla e si trova a Tokyo apposta per vederla.”

Lo sguardo distratto e assente di Saori cambiò di colpo.
“Ti ha detto per caso il suo nome?”

“Sì, ha detto di chiamarsi Saga…”

La giovane trasalì, cosa ci faceva lui a Tokyo? Forse era successo qualcosa al Santuario? Mille pensieri, in breve, affollarono la sua mente.
“Fallo entrare Sakura, grazie.”

La ragazza salutò con un cenno Saori ed uscì.
Lei si alzò dalla sua scrivania pochi istanti prima che bussassero alla porta.
“Prego avanti.” rispose.

La porta si aprì lentamente e lei si ritrovò davanti uno splendido giovane con un leggero pantalone blu che gli calzava come un guanto e una camicia bianca di lino leggermente sbottonata che metteva in risalto il suo fisico statuario. Saori ne rimase affascinata.
“Buongiorno milady come state?”

“Saga ma come… perché sei qui? E’ forse successo qualcosa, il Santuario è in pericolo?” chiese allarmata.

“No… no state tranquilla. Non è successo niente di tutto questo. E’ solo che…” non era sua abitudine indugiare ma rivederla dopo tanti mesi lo mise a disagio.

“Cosa? Parla pure non avere timore.”

“Beh, domani è il vostro compleanno e avevo desiderio di farvi gli auguri di persona, visto che il vostro ritorno al Santuario non è previsto entro breve tempo.”

Saori rimase non poco stupita da quelle parole.
“Sono lusingata davvero, il tuo è stato un pensiero davvero gentile. Ma ti prego dammi del tu, qui non siamo al Grande Tempio io sono semplicemente Saori e come tale voglio essere trattata.”

“Come desiderate…ehm, come desideri.”
Lei sorrise di fronte al suo imbarazzo.

“Ti ci abituerai vedrai. Allora vediamo… hai fatto un sacco di strada per arrivare qui a Tokyo, il minimo che possiamo fare è pranzare insieme. Sei d’accordo?”

“Mi farebbe molto piacere.”

“Benissimo, lascia che io termini la riunione che avevo in programma e andiamo. Vedrai ti porterò in un posto molto carino.”
Lo salutò con un leggero abbraccio e uscì dalla stanza.

 
Cercò di liberarsi dai suoi impegni il prima possibile, e quando uscì dalla sala riunioni lui era lì ad aspettarla. Saori gli sorrise e lui ricambiò.
“Possiamo andare adesso…” lo prese sotto braccio uscendo dall’edificio.
Si spostarono con i mezzi pubblici e la giovane gli mostrò i posti più caratteristici della città. Saga rimase sorpreso da quella vita frenetica, in effetti si sentiva un po’ spaesato. Si fermarono in un ristorante del centro a mangiare qualcosa e lei guardandolo cercò di stemperare il silenzio che si era creato.

“Come procedono le cose al Santuario? Mur mi tiene informata ma sò che non mi direbbe mai nulla che possa preoccuparmi.”

“E da me cosa ti aspetti che ti dica Saori?”

Lei lo guardò negli occhi.
“La verità Saga… solo quella.”

“Allora puoi stare tranquilla la vita procede serena e tutti svolgono il loro compito al meglio. Anche tu sembri aver trovato la tua dimensione ideale.”

“Tu credi? Io cerco di fare del mio meglio ma non è semplice, fortunatamente ho molte persone che mi aiutano.”

Il giovane smise di mangiare e Saori si accorse che probabilmente non gradiva molto la cucina locale.
Si coprì la bocca cercando di smorzare un sorriso divertito.
“Perché ridi? Cosa ho fatto?”

“Credo che sia meglio che torniamo alla villa, ti farò preparare qualcosa che sia di tuo gradimento, non voglio certo farti morire di fame.”

“Scusami e che non sono abituato a questi sapori.”

“Non scusarti sei venuto a trovarmi e sarai mio ospite.”
Tornarono alla residenza di Saori e nel tragitto parlarono di tante cose. La fanciulla gli confidò delle difficoltà avute ad abituarsi a quella nuova vita e Saga non le nascose che da quando lei non era più presente al Santuario si era creato un vuoto incolmabile.

Sembrava come se il tempo si fosse fermato. Si guardavano entrambi negli occhi ed era come se non si fossero mai lasciati, si ritrovarono stranamente più complici di prima. E Saori apprezzò davvero la vicinanza di quel cavaliere che da sempre incuteva in lei un certo fascino e mistero.
“Eccoci arrivati, sentiti pure libero di fare ciò che vuoi.” Dopo pochi istanti Tatsumi si palesò nella stanza avendo udito la voce di Saori.“Oh bene. Tatsumi abbiamo ospiti oggi, per favore puoi mostrargli una delle stanze? Credo che Saga voglia rinfrescarsi.”

“Benvenuto cavaliere di Gemini.” L’uomo lo guardò con occhi freddi. Non aveva scordato ciò che era successo anni prima e vederlo accanto a lei gli provocava un certo disappunto.

“Felice di rivederti sempre in forma Tatsumi.”

“Signori io vado… ho ancora del lavoro da terminare, ci vediamo più tardi…ah per favore Tatsumi fa in modo che mangi qualcosa, oggi non ha toccato cibo. Ciao… a dopo Saga.”

La vide allontanarsi e pensò ancora una volta di aver perso un'altra occasione per poterle parlare in modo sincero sul motivo reale di quella visita.
Finalmente ebbe tempo di consumare un pasto a lui gradito, di farsi un bagno e dare un’occhiata in giro. Vedeva spesso persone entrare e uscire dalla camera di Saori e pensò che in fondo anche lontano dal Santuario la sua vita non fosse affatto facile.
 
La giornata era trascorso in modo frenetico e Saga si trovò a guardare il sole tramontare da un ampia terrazza. D’un tratto vide dei camerieri affaccendati nell’imbandire un tavolo per due. Inizialmente non capì cosa stesse accadendo.
“Come mai questo tavolo?” chiese ad una delle cameriere.

“La signorina Saori ci ha detto di prepararlo per voi, a breve scenderà per la cena.”

“Oh… grazie" rispose sorpreso.
Mentre ancora osservava i movimenti frenetici dei domestici udì una musica in sottofondo, era una dolce melodia suonata al piano forte. Seguì quelle note salendo una lunga rampa di scale. Si ricordò della passione di Saori per quello strumento e in breve si trovò davanti alla porta della sua camera. Bussò leggermente.

“Avanti…”

“Scusami non volevo disturbarti e che non ho avuto più occasione di vederti da questo pomeriggio. Volevo sapere come stavi.”

Lei si alzò dal piano e Saga non potè che ammirarla in tutta la sua semplice e ipnotica bellezza. Un abito leggero le lasciava scoperte le spalle, aveva i capelli legati in una coda e un sorriso che da sempre gli scaldava il cuore.
“Sto bene, e che suonare mi rilassa e mi mette in pace con me stessa.”

“C’è forse qualcosa che ti turba Saori?”

“Sinceramente non lo so. Sono rimasta sorpresa dalla tua visita, questo si. Tra tutti  i cavalieri del Grande Tempio sei l’ultimo che mi aspettavo di vedere.”

“Forse avresti avuto più piacere nel rivedere Seiya?” chiese, quasi provocandola.

“Ho smesso di aspettare Seiya da tanto tempo ormai…”

“E questo ti rattrista?”

“Inizialmente si, mi faceva soffrire. Ma adesso sono felice per lui.”

“E tu… sei felice Saori?”

“Non so cosa sia realmente la felicità, la cerco ma è come se mi sfuggisse dalle mani.”
Si avvicinò a lui guardandolo con espressione seria. Avrebbe potuto leggere ogni suo singolo pensiero ma non lo fece, un po’ per correttezza, e poi perché quegli occhi così intensi che in quel momento la guardavano erano già una chiara risposta alle sue domande.
“E tu sei felice Saga? Hai la possibilità di una vita adesso, di realizzare ciò che vuoi. Anche se non so cosa desideri realmente.” disse sorridendo e allontanandosi leggermente.

Il cavaliere la fermò stringendole il braccio, a quel tocco Saori ebbe un sussulto.
“E se ti dicessi che è te che voglio, che ti ho sempre voluta e che da quando sei andata via sette mesi fa ho cercato in tutti i modi di dimenticarti di convincermi che era una follia desiderarti così tanto. Poi si è avvicinato il giorno del tuo compleanno e in me è cresciuta la voglia di rivederti. E per questo che sono venuto fin qui, questa è la verità, e adesso se vuoi puoi anche sbattermi fuori per ciò che ho detto.”

Saori rimase a fissarlo incredula, lui le lasciò il braccio ma lei si avvicinò ugualmente.
“Non ho alcun motivo per mandarti via. Sei stato onesto, e io sò che le tue parole sono sincere. Mi dispiace se la mia lontananza ti ha provocato sofferenza.”
Gli sfiorò il viso e gli occhi del giovane si addolcirono al solo tocco di quella mano.

“Ho giurato a me stesso che non ti avrei mai più nascosto nulla e quindi volevo che tu sapessi. Che tu sia Athena o Saori io voglio restarti accanto. Non ti chiedo di ricambiare ciò che sento, sarebbe troppo, permettimi almeno di starti vicino, solo questo.”
Non si era mai concessa di vederlo in modo diverso, temeva ciò che poteva sentire per lui una volta smessa la sua armatura d’oro. Eppure adesso era di fronte a lei e il suo sguardo non le era indifferente, bensì mostrava tutta la fierezza e la forza di un sentimento a lungo celato.

Un improvviso trasporto, dovuto anche alle parole che lui le aveva detto, incentivarono il gesto di Saori che si sollevò leggermente sulle punte dei piedi baciandolo sulle labbra.
L’improvviso stupore di Saga durò appena il tempo di stringerla tra le braccia e sentirla finalmente tutt’uno con il suo corpo. Le labbra della fanciulla inizialmente impacciate si lasciarono guidare da quelle del cavaliere e in breve le loro mani correvano veloci sui loro corpi frementi.

“Non sai quanto a lungo ti ho desiderato, ma temevo un tuo rifiuto.” Le sue parole si perdevano calde e ansimanti sulla linea del collo di lei.

“Io non osavo sperare che i tuoi sentimenti per me potessero cambiare in questo modo.” Lui la zittì baciandola nuovamente.

Saga le bloccò il viso tra le sue possenti mani, lei trattenne il respiro leggermente intimorita.
“Ho capito troppo tardi che il sentimento che mi legava a te era qualcosa che non potevo mascherare con l’odio, e adesso non voglio più nascondermi. Se questo è il luogo nel quale hai scelto di stare io ti resterò accanto perché vivere senza poterti vedere è qualcosa che non posso sopportare.”

Non ci fu nessuna cena in terrazza quella sera.
La servitù lasciò tutto così com’era e Tatsumi ebbe, almeno in quell’occasione, la delicatezza di non andare a cercare la giovane milady.
Trascorsero la serata nella camera di Saori, abbracciati l’uno all’altra in quel letto che faceva da cornice ad un sentimento che aveva il sapore di una piacevole e inaspettata scoperta. Parlarono tutta la notte, si confidarono i loro timori e le loro paure, stavano imparando a conoscersi come semplici uomo e donna.

Quando l’enorme orologio che troneggiava nel salone suonò i rintocchi della mezzanotte Saga si sciolse dal dolce abbraccio di Saori alzandosi dal letto. Si avvicinò alla sua giacca lasciata su una sedia e ne estrasse un astuccio all’interno.
“Auguri mia dea, questo è per te, per il tuo diciannovesimo compleanno.”

“Riesci sempre a sorprendermi, grazie, ma non dovevi sentirti in obbligo.” disse lei baciandolo sulle labbra.

Saori lo aprì con l’entusiasmo di una bambina, era molto raro che qualcuno le facesse un regalo.
“Oh… ma è stupenda, ti ringrazio davvero tanto è un incanto. Mettimela subito ti prego.” Lui le spostò i lunghi capelli da un lato e le allacciò una splendida collana sottile e delicata che aveva un punto luce come pendente di color azzurro, della stessa tonalità dei loro occhi.

“Ti dona molto.”

“Hai buon gusto cavaliere.”

“Sciocchezze, sei tu che rendi preziosa ogni cosa che indossi.”
“Saga…”

“Dimmi” le rispose accarezzandole i capelli.

“Tu credi che possa davvero funzionare tra di noi?”

“Io so solo che voglio provarci con tutto me stesso a renderti felice, e te lo dimostrerò.”

“E’ incredibile…”

“Cosa?”

“Il senso di sicurezza e protezione che provo tra le tue braccia.”

Lui la strinse a sé poggiando la testa sulla sua spalla.
“Non dubitarne mai, darei la mia vita per te lo sai.”

“Grazie.”

Le voltò leggermente il viso per poterla guardare negli occhi.
“Adesso che ti ho ritrovata non ti lascerò più andar via. Tanti auguri amore mio.” le disse sorridendole, mentre i loro sguardi si perdevano in quel sentimento appena sbocciato.




Eccomi di nuovo, una coppia inusuale e nuova per me. Loro non sono la mia OTP, però mi piace sperimentare e trovo che insieme non siano poi così tanto male. Una storia che si colloca in un futuro dove le guerre sono terminate e ognuno cerca, come può, di ritagliarsi un ruolo in una nuova vita tutta d'affrontare. Seiya l'ho affibbiato a Shaina, e per me è stato un dolore immenso... ma dovevo, per dare un senso a tutto il contesto, spero davvero vi possa piacere. Alla prossima... con personaggi dai legami ben diversi.
 
   
 
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