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Autore: Red Saintia    13/11/2018    12 recensioni
L'amore... un sentimento dalle mille sfaccettature, spesso difficile da comprendere o da definire. In Saint Seiya questo sentimento è presente in molti modi diversi; devozione, amore celato, amicizia, spirito di sacrificio e affetto fraterno. Sono tutti tasselli di un unico sentimento. Qui troverete tante storie e coppie diverse, ognuna interpretata in modo personale ma cercando di non snaturare le originali caratteristiche del personaggio. Sono tutti racconti autoconclusivi quindi semplici da leggere. Spero davvero possano piacervi.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I suoi occhi di un azzurro terso e limpido si perdevano nella maestosità e nell’irruenza di quelle acque, il mare Artico sul quale sorgeva la sua Asgard terra ospitale con gli stranieri quanto difficoltosa nella quale vivere.
Da sempre governata dal dio Odino al quale la sua celebrante elevava ogni giorno accorate preghiere affinché il suo clima permettesse condizioni di vita più agiate per i suoi abitanti.
Nobile e fiera Hilda di Polaris aveva rinunciato a tutto pur di proteggere la sua gente ed assicurare loro una vita serena. Eppure da alcuni giorni pensieri cupi e oscuri tormentavano la sua mente, non sapeva dare una spiegazione a quella strana inquietudine che rendeva il suo animo così angustiato.

Inginocchiata ai piedi della statua del suo dio calde lacrime le rigavano il volto mentre chiedeva a Odino la forza di portare avanti il suo compito. Il freddo pungente la fece rabbrividire per un attimo e quando si strinse le braccia intorno alle esili spalle per darsi un pò di riparo trovò altre mani più che familiari ad accogliere le sue.
Sigfried le poggiò un mantello addosso per ripararla dal freddo, lei non ebbe l’impulso di voltarsi subito poiché conosceva bene il cosmo del cavaliere e il tocco dolce e protettivo di quelle mani che tante volte avevano dissipato i suoi dubbi e le sue incertezze con un semplice abbraccio.

“Mia regina dovreste essere a palazzo a quest’ora, la notte cala in fretta in questo periodo e con essa il gelo che sarebbe preferibile evitare.” le disse mentre le sue mani ancora le cingevano le spalle.

Hilda si alzò lentamente voltandosi verso di lui.
“Avevo necessità di pregare Odino, sentire la sua presenza mi da conforto.” rispose

“Avete bisogno di conforto mia signora? Non né vedo il motivo. Ad Asgard le cose procedono come sempre, la nostra gente è forte e capace di affrontare le insidie del rigido clima.”

Lei abbassò lo sguardo come se non condividesse la tranquillità del suo cavaliere e fece qualche passo in direzione degli immensi blocchi di ghiaccio perenni che ricoprivano gran parte della città.
“Ci pensi mai Sigfried a come sarebbe vivere in un clima più mite e temperato, vedere campi rigogliosi e il sole che riscalda il tuo viso?” il suo sguardo divenne triste e malinconico. “Io ci penso sai, ci penso spesso ma non per me, per la mia gente e per mia sorella. Vorrei dare loro una vita diversa…”

Il cavaliere comprendeva bene le preoccupazioni di Hilda, per lei il benessere della sua gente aveva la priorità su tutto, persino su se stessa e lui per quel che gli era possibile le era sempre accanto. Negli anni avevano imparato a conoscersi reciprocamente a condividere gioie e dolori delle loro vite vincolate da un destino fatto di sacrifici e rinunce.

“Ormai vi conosco bene e so che non pensereste mai a queste cose se non ci fosse un motivo reale che turba la vostra mente.”

Lei lo osservò addolcendo lo sguardo, era vero la conosceva bene più di chiunque altro. Da tempo ormai il loro rapporto aveva assunto una forma più importante, più intima. Un legame che non si sarebbe mai spezzato.
Non avevano mai avuto bisogno di confessarsi apertamente i propri sentimenti, non ce n’era bisogno. Ogni sguardo, ogni carezza era la dimostrazione di qualcosa nato spontaneamente come un fiore selvatico che non ha bisogno di cure eccessive per sbocciare ugualmente.

La giovane regina si strinse una mano sul cuore guardando il giovane che le era di fronte come se confessando le sue paure queste potessero realmente materializzarsi.
Avrebbe voluto raccontargli i suoi timori ma tacque, inspiegabilmente non voleva dargli altre preoccupazioni, visto le sue già numerose incombenze come cavaliere. Cercò di mascherare con un sorriso le sue paure.

“Non temere mio amato Sigfried le mie ansie sono solo frutto di dubbi che ogni tanto annebbiano il mio giudizio, ma poi scompaiono grazie alla presenza di Odino ed alla tua che sei sempre al mio fianco.” gli disse  accarezzandogli il volto.

“Di questo non dovete mai dubitare Hilda, la mia vita è vostra, proteggerò voi e la gente di Asgard contro qualunque invasore.”

“Grazie cavaliere, come sempre mi sei di conforto. Posso farti una richiesta adesso?”

“Tutto ciò che desideri mia regina. Chiedi pure…” rispose, concedendosi una confidenza con le parole che raramente gli era propria.

I suoi occhi si persero nello sguardo di lui, così fiero e valoroso, così autentico.
“Stringimi a te Sigfried, tienimi tra le tue braccia. Le sole che mi danno conforto e tranquillità.” era quasi una preghiera la sua, un desiderio espresso con timore e imbarazzo, un desiderio che veniva dalla donna che era in lei. Un ruolo troppe volte messo in secondo piano dal suo essere la celebrante di Odino.

E lui lo fece senza esitazione, senza pensare che qualcuno avrebbe potuto vederli. Il loro sentimento era stato sempre vissuto in privato, lontano da occhi indiscreti che avrebbero potuto  malignare.
Ma in quel momento lei aveva bisogno del suo uomo, e lui dimostrò ancora una volta quanto tenesse a lei come donna e non solo per ciò che rappresentava. Le asciugò le lacrime che scendevano copiose sul suo viso prendendole dolcemente tra le mani.

“Finché avrò vita tu non sarai mai sola, il mio amore sarà sempre un porto sicuro nel quale rifugiarti.”

Le spostò leggermente il mantello per stringerla a se facendola aderire perfettamente al suo corpo e la baciò.
Era quello che desiderava, annegare i suoi dubbi e le sue paure tra le sue labbra, le uniche che le concedevano calore in quel clima perennemente freddo. Hilda si strinse a lui accarezzandogli i capelli, i loro respiri leggermente alterati dalla passione di quel momento davano maggiore intensità a quel bacio che sembrava il preludio di ben altri piaceri.

Le mani di lui correvano lungo la sua schiena fino a raggiungere i suoi fianchi risalendo poi lentamente lungo la linea del collo dove in un attimo si spostarono anche le labbra di Sigfried, fino a perdersi nel dolce profumo dei suoi capelli.

Poi d’un tratto lei trovò la forza di fermarlo.
“Come vorrei perdermi per sempre tra le tue braccia dimenticandomi di tutto…”

“Le mie braccia sono pronte ad accogliervi ogni qual volta mi vorrai mia regina.”

“Volerti per sempre credi sia una richiesta un pò troppo pretenziosa?”

“Per sempre e anche oltre amore mio…”  disse baciandola di nuovo sulle morbide labbra. “Vieni rientriamo a palazzo adesso, ti staranno cercando tutti. Continueremo questa piacevole conversazione in un luogo più appropriato.”

“Hai ragione, va pure avanti, sistemo l’altare di Odino per le celebrazioni di domani e ti raggiungo.”

“Come desideri, non tardare però mi raccomando.”

Hilda sfiorò un ultima volta il viso del suo cavaliere guardandolo allontanarsi in direzione del castello.
Mentre la fanciulla era intenta a sistemare l’altare del dio, nel cielo si addensarono nubi tetre ed oscure il mare che ricopriva Asgard si tramutò in vortice. Hilda si voltò ma non fece in tempo a scappare, fu travolta da quella forza a lei sconosciuta che la intrappolò nelle sue spire fino ad annullare la sua volontà.

Cercò di opporsi con tutte le sue forze ma a nulla valsero i suoi sforzi. Si trovò preda di quei flutti che la lasciarono svenuta e inerme accanto alla statua di Odino.

Nessuno si era accorto di nulla, tutti ignoravano ciò che si era verificato nel giro di pochi minuti. Solo un cavaliere, nascosto tra gli anfratti degli enormi ghiacciai, aveva assistito alla scena. Il cavaliere che padroneggiava il taglio mortale e sinistro dell’ametista, Alberich di Megres.
Il suo sguardo astuto ed indagatore capì subito che la sua regina era stata preda di un sortilegio ad opera di qualcuno di molto potente. La prova tangibile risiedeva proprio nell’anulare della fanciulla, da sempre privo di qualsiasi oggetto superfluo, adesso era adornato da un anello che emanava sinistri bagliori.



Seconda "coppia" di questa raccolta. Anche loro, a dire il vero, mi piacciono molto. Trovo che incarnino alla perfezione l'immagine di dama e cavaliere. Due caratteri fieri e nobili, devoti alla propria terra per la quale darebbero la vita. Eppure si nota, anche nei piccoli gesti il legame particolare che c'è con Sigfried. Ho regalato loro un momento d'intimità e confidenza che si racchiude in un casto bacio e nella promessa di restare sempre accanto alla donna e a ciò che essa rappresenta. Spero davvero vi possa piacere, grazie ci risentiamo presto.
 
   
 
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