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Autore: Caterpillarkable    20/11/2018    0 recensioni
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Questa è una raccolta di fanfiction sull'opera CTRL-Z di Alessandra Alyah Patanè, ognuna è a se stante. Non ci sono scene tratte dai volumi dell'opera, al massimo qualche approfondimento su ragionamenti dei personaggi, bensì sono principalmente momenti di vita quoditiana o dei missing moments che non sono stati citati. L'Angst e il divertimento (sì, sono in contrasto, lo so) sono garantiti.
I pairing sono i più disparati, sia in ambito di coppia, ma anche di amicizia e qualsiasi altro legame!
Genere: Angst, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Pairing: Shoujo-ai {Eliantho x J.Jane}.
Avvetimenti: AU (Fem!AU); Gender Bender.


«Jackie Jane, stai ferma oppure rischio di ficcarti questo eyeliner nel naso!»
Eliantho stava litigando con la cantante della band per farla rimanere ferma. Tutte loro GIRLUP avevano chiamato la rossa come artiglieria pesante per essere aiutate con i preparativi pre-concerto. Però non erano di certo collaborative con lei.
Dani ed Ethel erano state bravissime, davanti a quello stesso specchio con le luci sulla cornice su quella medesima sedia. J.Jane, invece, sembrava non voler collaborare per un poco di trucco.
«So farlo da sola, Eliantho, non c’è bisogno che tarpi le ali del mio estro creativo.»
Con la mano, la ragazza dai capelli blu cercò di divincolarsi dalla presa della rossa, non apprezzando particolarmente quel trattamento: voleva dimostrare di essere migliore delle altre anche in quello – e non solo sul palco.
«Helga non si lamenterebbe così tanto.»
Borbottò Eliantho, quasi senza nemmeno averlo pensato. Quasi. La ragazzina non era stupida, sotto quei grandi occhioni verdi nascondeva pur sempre abbastanza furbizia da riuscire a incastrare suo fratello, ma anche altre persone – proprio come anche Helga appena citata. Sapeva bene, quindi, che effetto avrebbero avuto le parole su quella ragazza.
E così fu.
«E va bene, ma sbrigati.»
Finalmente, la rossa ebbe la possibilità di truccare quel bellissimo volto femminile, illuminato dalle lampadine dello specchio. Eliantho prese delicatamente il mento di J.Jane, mentr’ella aveva gli occhi chiusi. Delicatamente, iniziò a disegnare una riga nera sulle palpebre, come se davvero fosse un’opera d’arte. La mano non tremava, era sicura di ciò che andava disegnando, Eliantho concentrata solo sul produrre un trucco bello, che accentuasse quella bellezza naturale di J.Jane, che fosse perfetto. La cantante avrebbe poi fatto le pulci al suo lavoro.
Terminato con l’eyeliner, prese il pennello per mettere un po’ di colore su quegli zigomi alti, colorandoli dello stesso rosa che aveva usato prima sugli occhi – aveva anche fatto qualche sbavatura, subito cancellata con una salviettina struccante. J.Jane fece una faccia un po’ buffa, forse per il solletico di quelle setole morbide al contatto con la sua pelle.
Eliantho s’allontanò di qualche centimetro per osservare la sua opera d’arte come stava venendo. Mancava solo il rossetto tanto azzurro quanto i capelli della ragazza ancora buona e seduta. La rossa prese quindi lo stick, lo aprì e osservò per qualche istante il rossetto, per accertarsi che fosse tutto in ordine. Fatto ciò, l’unica cosa che mancava era proprio porlo sulle labbra di J.Jane.
Osservò le labbra della cantante, avvicinandosi con il proprio volto per osservare meglio e fare un buon lavoro, senza sbavature. Eppure…
Eppure si perse a osservarle per tanto tempo, troppo tempo, tanto da avvicinarsi fino quasi a sfiorarle, dopo averle accarezzate lievemente con il pollice sinistro. Ed Eliantho avrebbe posato la propria bocca su quella di J.Jane entro pochi secondi.
Quattro… Tre… Due…
«Allora? Abbiamo finito?»
La cantante dai lunghi capelli blu proferì parola proprio ad un passo dal bacio, con ancora gli occhi chiusi. Si schiarì la voce e si allontanò nuovamente, Eliantho, mettendo velocemente il rossetto all’altra, le guance rosse per l’imbarazzo naturale e non per il trucco.
«Sì, finito.»
Jackie Jane si rese conto di quell’imbarazzo, anche perché era tanto furba quanto Eliantho e l’aveva osservata quando tentò di baciarla. Non disse nulla su quell’evidente imbarazzo mal celato della più bassa e più giovane. Con un sorrisetto enigmatico, la cantante s’alzò dalla sedia, intenzionata a lasciare il posto a Helga. Fu quando Eliantho si voltò verso la toeletta ancora illuminata dalle stesse lampadine complici e testimoni di quel momento, che J.Jane afferrò il braccio della rossa, facendola voltare con uno scatto verso di sé.
In meno di un attimo, le loro labbra s’incontrarono, scontrarono, saggiarono per quella che fu una manciata di secondi. Le mani della cantante si posarono sui fianchi dell’altra, stringendola a sé per quel breve ma intenso lasso di tempo.
«L’azzurro ti sta bene, Eliantho. Ci vediamo dopo piccola.»
E con un occhiolino Jackie Jane si allontanò fischiettando, andando verso il palco sul quale di lì a poco si sarebbe esibita. Eliantho rimase stordita a guardarla andare via e quando si voltò verso lo specchio, notò l’impronta del rossetto dell’altra.
Sì, l’azzurro le stava proprio bene.
  
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