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Autore: Gaietta001    20/11/2018    0 recensioni
Sta attenta, che la vita ti scivola addosso.
Mamma me lo ripeteva spesso, quando mi arrampicavo sugli alberi già a 5 anni, quando giocavo a calcio con i ragazzi di 2 anni più grande e mi rotolavo praticamente nel fango, tornando piena di ferite ed escoriazioni.
Già, mi sarebbe scivolata addosso, aveva ragione.
Avevo appena compito 11 anni quando la verità venne a galla. Ero una strega. Già, c'era un motivo se riuscivo ad arrampicarmi con tanta facilità, se rimane in piedi nonostante qualcuno mi spingesse.
Ma questo avrebbe rovinato poi parte della mia vita, perché appena la lettera per quella famosa scuola di cui mamma mi aveva parlato arrivò sotto la porta d'ingresso, scoprì dell'altro.
Proprio così, la mia vita mi aveva lasciato tante sorprese
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Ho 11 anni.

 

Che bello, adoro questa sensazione, mi sento sempre più grande, sempre al massimo delle mie forza, anzi, spesso non sento nemmeno il bisogno di dormire o forse solo quando quell'emicrania colpisce violentemente la mia testa. Ma mamma mi dice sempre che è un modo per ricordarmi che sono vita, nel mio mondo.

 

Già, che bello il mondo in cui vivo, gioco con tutti i bambini, ma di solito sono ragazzi, le ragazze non vanno d'accordo con me, dicono che sono strana, che gioco a calcio, che mi arrampico come un maschio. Ma io penso che siano loro le strane, giocano con le bambole, ma come è possibile?

 

È più divertente correre dietro ad un pallone ridendo e cadendo, che far di vivere una vita a qualcosa che non la ha, è così snervante. Ci ho provato, giuro, ma non ci sono proprio riuscita.

 

Mamma scuote la testa ogni volta che torno a casa, perché ritrova sempre qualche ferita in più e io rido, spesso tra le lacrime, per l'espressione buffa che ha. Ma non mi ha mai rimproverato se tornavo sporca, se il mio corpo si riempiva di cicatrici, no, sorrideva sempre alla fine.

 

Saranno belli i miei 11 anni, anche se ancora lì devo compiere, ma inviterò tutta la mia squadra, tutti i miei compagni, chiunque.

Ma qualcosa non andò secondo i miei piani. Un giorno tornai a casa dopo una partita, stavolta più pulita del solito e sentii mamma singhiozzare, forse avevo lasciato delle orme di scarpe piene di fango in giro per casa.

 

Si, sicuramente era per quello.

 

Eppure qualcosa mi diceva che non era così.

 

Papà mi vide quel giorno.

Quel giorno di fine maggio.

Mi vide e mi corse vicino, stringendomi.

 

Volevo scusarmi, senza sapere perché, ma sentendo anche papà cadere in un profondo pianto, la voce mi si ruppe e allora decidi solo di stringerlo più forte.

 

In poco tempo capii cosa sarebbe successo nei mesi successivi.

Appena avrei compiuto 11 anni, saremmo partiti. 

Compii gli anni il 5 giugno, ma non invitai nessuno, preferii salutare i miei nonni e tutti i miei parenti, che mi guardavano con un velo di compassione forse?

Ma compassione per cosa? Non capivo.

 

Partimmo la domenica dopo, tutti di fretta.

Ma una cosa ricordo alla perfezione.

Mio nonno.

 

Mi guardava, quasi stesse per dirmi addio, ma io lo rassicurai, sarei tornata presto ad abbracciarlo, forte forte.

 

Lui sorrise e mi abbracciò. 

Subito dopo però mi prese la manina e ci appoggiò sopra una cavigliera.

Sapeva che non portavo ne bracciali ne collane e per questo regalo ne fui immensamente grata.

Lo misi subito, non esitai.

Era così bello, era una semplice cordicina colorata di nero con un piccolo ciondolo non pendente, con dentro incastonata un pietra, verde e oro, due colori che nonostante non mi piacessero, insieme davano un senso di sicurezza.

 

Alla fine il viaggio fu veloce.

La mia prima volta in aereo, i sorrisi dei miei genitori. Sembrava andare tutto bene.

 

Dopo non so quanto tempo ero arrivata, eravamo in una nuova città.

 

Mamma mi aveva spiegato che non eravamo più in Italia, ma ci avrei scommesso anche il mio pallone da calcio.

Era tutto diverso, le persone guidavano a destra, mentre il mio papà aveva sempre guidato a sinistra, i palazzi erano alti mentre nel mio paesino era così piccolo che spesso credevo che fossi io troppo grande.

Era un altro mondo forse?

 

No, non era così

 

Il mondo è uno, me lo aveva spiegato la maestra quando ero in seconda elementare. Siamo tutti uguali, non ci sono razze ma solo modi di vivere diversi.

Allora mi sarei adattata anche io, mi sarei fatta nuovi amici e tutto sarebbe andato per il meglio, giusto?

 

No, forse no.

 

La mia nuova casa è grande. Ha due piani è un piccolo giardino, infatti mamma ha deciso di non voler vivere in palazzi tanto alti, non era nelle nostre abitudini prima e non lo sarebbero stati neppure ora.

 

Quando ho messo piede in quella casa mi sono sentita spaesata, quasi catapultata contro qualcosa che non mi apparteneva e anche la mia forte emicrania la pensava così, infatti fin da subito ho sentito qualcosa che non quadrava.

Ho sempre sofferto di sinosite, come diceva mamma, ma qui questo mal di testa sembrava volesse tormentarmi.

 

Spero di sbagliarmi. 

 

Ma forse no.

 

In pochi giorni, però, ho capito che qui non mi piaceva.

Pioveva spesso e io non potevo stare in giardino.

 

Non lo dissi ai miei genitori, ma volevo tornare a casa mia, quella dove sono nata e cresciuta.

 

Ma forse avrei cambiato idea

 

O forse no.

 

Mi dovevo adattare, diceva mamma.

Ma non mi adattai mai.

Avevo 11 anni quando la mia adolescenza cessò di esistere.

 

In poco tempo ricevetti due sorprese, se così vogliamo definirle.

 

I miei genitori mi spiegarono che c'erano due cose in me che mi rendevano speciale.

La prima me la spiegarono attraverso una lettera, da parte di qualcuno che si chiamava Albus Silente

 

Che nome strano.

 

Quella lettera mi avrebbe cambiato la vita.

 

O forse no.

 

Preside: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima Classe,

Grande Mago, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,

Confed. Internaz. dei Maghi)

 

Cara signorina Lupin

 

Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

 

L'anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

 

Distinti saluti,

 

Minerva McGonagall

Vicepreside

 

Non capivo.

Magia, stregoneria?

Cosa erano?

Mamma mi aveva sempre detto che la magia era solo un dono che si trovava nel cuore di ognuno di noi, niente di più.

Sicuramente non qualcosa che andava appresa.

 

Ci volle un pomeriggio intero per capirlo, ma alla fine compresi la notizia.

Ero una strega, e questo grazie a mio nonno.

 

Già, nonno era un mago e non lo sapevo.

Appena sarei tornata gli avrei fatto i complimenti per come ha saputo mantenere il segreto.

 

Ero felice, davvero.

Avevo qualcosa di speciale finalmente, qualcosa che non tutti nel mondo avevano. 

Io ero una strega.

 

Ebbi il sorriso stampato in faccia per poco però.

I miei scossero la testa e, con gli occhi lucidi, mi guardarono.

Non mi piaceva che piangessero, gli promisi che sarei tornata ogni volta che ce ne era le possibilità.

 

Ma la loro espressione non cambiò.

 

Anzi, peggiorò.

 

Cosa avevo sbagliato? 

 

Il mio papà si inginocchiò e, stringendomi la mano mi spiegò che non sarebbe stato possibile. 

Non capivo, perché?

 

Ci vollero tanti minuti prima di ricevere una risposta che, nonostante i giri di parole, compresi subito.

 

La parola che mi rimase impressa fu una sola

'Leucemia'

Non mi piaceva quella parola.

 

Faceva quasi paura. 

Papà, cosa combini?

Non dire queste brutte parole. 

Non si dicono le parolacce.

 

Già, magari fosse stata solo una parolaccia.

 

Quella parola, come già detto, permise che la mia adolescenza terminasse ancor prima di iniziare.

 

Spazio Autrice 

Salve a tutti e benvenuti in questa fanfiction.

Già, per me è qualcosa di nuovo da sperimentare, ma sono emozionata.

 

Detto questo, per ora spero che tutto questo possa soddisfarvi.

 

Sostenetemi e lasciate qualche voto, farà sì che io sia motivata nel continuare, ci conto!

 

Con questo, spero di aggiornare il prima possibile e che tutto possa andare per il meglio.

 

Byebye!

   
 
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