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Autore: TonyCocchi    15/07/2009    5 recensioni
L'estate è arrivata! E NaruHina91 vi regala la sua freschissima fanfic estiva! Per farsi quattro risate sotto l'ombrellone: sapevate che anche ai personaggi di Naruto piace andare in vacanza? Si parte per le ferie: passatele in allegria con questa esilarante fic d'atmosfera vacanziera!
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Naruto - Holidays! AVVISO: questa fic è stata scritta l'estate scorsa e pubblicata su Manga.it, ora la posto anche su EFP. I riferimenti dell'autore nelle introduzioni e nei saluti sono stati mantenuti dalla precedente "edizione" ^___^



Salve a tutti da NaruXHina! Voi lo sapete che adoro le vacanze estive (sfido qualcuno a dire che non le ama!), tra gli altri motivi perché posso scrivere quanto mi pare; difatti mi sono appassionato alle fanfic negli ultimi giorni di scuola per poi esplodere con la mia prima opera proprio durante le ferie. Ebbene ora mi accingo a dedicare al mio periodo dell’anno preferito una fic celebrativa! I nostri poveri amici ninja della Foglia e dintorni, buoni o cattivi, sgobbano con le missioni e se le suonano di santa ragione senza un attimo di pausa: e in un moto di pietà ho deciso di far sperimentare anche a loro la bellezza e l’insuperabile letizia delle ferie estive! Quindi ecco il primo capitolo della mia nuova fic, in cui ritorno sul genere comico-demenziale. Una fic tutta estiva! Una fic fresca e frizzante da gustare sotto l’ombrellone, o davanti al PC sorseggiando tè freddo! Una fic che sa di tempo libero e divertimento e di tutto ciò che è fatta la stagione più bella di tutte! Quindi al grido di “VIVA L’ESTATE!”, si comincia! Buona lettura, spero vi piaccia!

Avviso: la fic potrebbe contenere spoiler.

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!


Anche quell’anno era giunto! Per molti era stata dura resistere fino a quel punto; tanti avevano disperato di riuscire, dopo ben tre stagioni, a vederlo di nuovo sorgere, stupendo, a rischiarare il cielo, la terra, e tutti gli oberati di lavoro che ci vivono.
GIUGNO!
Quando tutto comincia! Il mese più bello della tris: perché a Luglio si è già a metà ed Agosto è tormentato dal pensiero che manca appena un mese prima di tornare a sgobbare e a sorbirsi vento, pioggia e foglie secche. Tra l’altro in un posto chiamato “Villaggio della Foglia”, l’Autunno è la stagione più micidiale per la mobilità, con due metri di fogliame davanti l’uscio di casa da spalare…

Anche quell’anno l’Estate era giunta a Konoha!
Ed estate vuol dire una sola cosa: VACANZE!
Per i ninja delle ferie vere e proprie non c’erano in realtà: qualche giorno al massimo, che per motivi di seria emergenza poteva anche essere revocato. In ogni caso durante quel periodo si cercava di accettare meno missioni possibile: così erano più contenti i ninja ed erano più contenti gli addetti alla burocrazia che dovevano controllare e timbrare rapporti. L’estate è l’estate, cavolo!
È il momento del tempo libero! In cui chi si è tanto sforzato viene ricompensato e in cui il pigro poltrisce ancora di più!
Inoltre, che si lavori o meno, è portatrice di buonumore: coi suoi cieli azzurri e tersi, con le sue bibite ghiacciate, i suoi gavettoni, le limpide, stellate sere trascorse a far guerra con le zanzare per poi mostrare i trofei e le cicatrici della lotta agli amici il giorno dopo; con la voglia di divertirsi che si fa sentire in chiunque…
Non c’era abitante della Foglia, ninja o civile, che non attendesse con ansia la rigogliosa e lucente Konoha d’estate, fantasticandovi sin da Gennaio, auto-infliggendosi l’eterno dilemma “Mare o Montagna?”, progettando piani di fuga dall’ufficio. Un modo di non lavorare lo si sarebbe trovato, tanto non c’era nemmeno il pericolo della concorrenza: se i ninja di Konoha si sollazzavano al sole, di certo quelli degli altri Villaggi se la sarebbero presa comoda; anche da questo si riconosce che è vero che i ninja sono sempre esseri umani! Ciò dunque spiegava come mai non interessasse tanto a Konoha fare orario ridotto e limitare le missioni durante il periodo estivo…

Con l’arrivo della nuova stagione, i nostri ninja già facevano i salti di gioia al pensiero di relax totale, svago e dormite fino a tardi!
Ma non si erano dimenticati di qualcosa?

L’estate porta il bel tempo; il bel tempo porta il sole; il sole porta…
IL CALDO!


E quell’anno, si preannunciava un’estate torrida sin dall’inizio…
28° gradi all’ombra! E a mezzogiorno i termometri non scendevano neppure se messi nel ghiaccio. Ghiaccio che sopravviveva ben poco al di fuori di un frigorifero o una sacca termica, e che divenne addirittura moneta contante per le transazioni!
Questa era però la situazione di Konoha. Quella di Suna, il Villaggio nella Sabbia, era molto, molto peggio… Se non si fosse trovato nel “Paese del Vento”, gli scenari sarebbero stati catastrofici!
Ma, tornando a Konoha, essa si trovava nel “Paese del Fuoco”… Senza contare la famosa “Volontà ARDENTE” che riempiva i cuori dei suoi abitanti: con quel caldo di certo anche la buon anima del Terzo Hokage avrebbe chiuso un occhio se avessero deciso di farne a meno per un po’ pur di starsene un po’ più freschi!
L’afa era terribile. Era cominciata agli inizi del mese e arrivati al 15 non sembrava affatto in procinto di allentare la sua pesante cappa, che faceva soffocare tutti e bollire i loro poveri crani.
Erano circa le undici di mattina: l’ultima ora in cui il caldo era, sempre in modo relativo, sopportabile. Da mezzogiorno alle quattro del pomeriggio nessuno osava mettere il naso fuori di casa, a meno che non volesse farsi un giro al reparto insolazioni dell’Ospedale della Foglia, che tra l’altro era già pieno e i cui infermieri difficilmente sarebbero venuti a prenderlo col rischio di fare la sua stessa fine: avrebbe dovuto pensarci lui di volte!
Sotto il sole crudele e meschino, camminava ingobbita e sfiancata una figura in arancione. Ma il caldo non avrebbe mai potuto fermarla: lui non si arrendeva mai, figurarsi se lo avesse fatto in quel caso visto il suo obiettivo!

Naruto, avendo la gola e secca, parlava a fatica: “Buongiorno signor Teuchi!”
Ichiraku: “NON CI CREDO!”
Ichiraku indossava sui pantaloni solo una canottiera bianca, che gli metteva anche in risalto la ciccia senile, il che mostrava che il caldo era tale che anche il modo di presentarsi al cliente passava in secondo piano: meglio sembrar trasandati che vestire a maniche lunghe vicino una friggitrice!
Dalla porta che dava sul retrobottega del chiosco spuntò Ayame che si passava una mano sulla fronte e con l’altra si ventilava un po’.
Ayame: “Papà, secondo me dovremmo chiudere: chi vuoi sia così pazzo da venirsi a mangiare un ramen con questo caldo?”
Ichiraku: “La risposta sta davanti i tuoi occhi…”
Ayame: “CHE?!?!?!? Non è possibile!” urlò lei, vedendo il biondo, seduto al suo solito posto.
Ichiraku: “A quanto pare non c’è un limite alla pazzia…” Disse attonito il vecchio!
Da un paio di giorni Teuchi Ichiraku teneva aperto il suo chiosco più per abitudine che nella speranza di veder arrivare un cliente. Non aveva chiuso i battenti subito. L’aveva tenuto aperto ancora un po’, curioso di “mettere alla prova” la passione (pazzia?) del suo miglior cliente per la sua cucina. Nemmeno Choji aveva osato tanto: non sapeva se lusingarsi o preoccuparsi.
Naruto: “Uuuff… Accidenti, avete visto che caldo? Quest’afa mi toglie le forze: ho proprio bisogno di un buon ramen per tirarmi su!”
Ayame: “Naruto, ma sei impazzito o cosa? Né io né mio padre vogliamo averti sulla coscienza!”
Naruto: “Come sarebbe a dire? Avete idea di quanto abbia faticato per fare il tragitto da casa mia a qui, con le suole dei miei sandali che quasi fondevano tanto è caldo il terreno? Ora non potete lasciarmi a bocca asciutta!”
La sua stizza era comprensibile visto ciò che aveva passato. Ma restava il fatto che la parte di bancone davanti a lui era tutta bagnata del suo sudore…
Ichiraku: “Mi ero preparato per un evenienza come questa.” E con aria risoluta scomparì velocemente sul retro, da cui tornò con…
Naruto: “Un ghiacciolo? Si, forse è meglio… però io volevo il ramen, sigh…”
Ichiraku: “E infatti questo è un ghiacciolo al ramen.”
Ayame: “UN CHE!?!?!?!?!?”
Naruto (occhioni pucciosi luccicanti): “DICE DAVVERO?”
Ichiraku: “è un nuovo prodotto che ho pensato per questi tempi: credo che tu Naruto sia la persona ideale per il primo test sui consumatori. Tieni, lo offre la casa.”
Naruto: “GRAZIEEEEE!”
Il biondo immediatamente lo scartò ed iniziò subito ad assaporarlo con gioia: “Buonissimo! Buono come il ramen e anche rinfrescante!”
Ad Ayame cascavano le braccia: “Non ci credo…”
Naruto: “Ottimo! Ne prendo altri 10, voglio farli assaggiare a tutti… anzi, tutti quelli che ha, così ne avrò una bella scorta in freezer per quest’estate!”
Ayame: “Una cosa simile poteva piacere solo a Naruto…”
Ichiraku: “Sarà, io comunque voglio provare a metterli in commercio: anche se il mio unico cliente sarà Naruto, per quanto gli piacciono credo si rivelerà comunque redditizio!”
Naruto ridacchiò e tornò a sorbire deliziato il suo ghiacciolo al gusto di spaghetti in brodo.

Le temperature erano le più alte che la storia del Villaggio ricordasse.
Colpa dell’inquinamento forse? Fatto stava che in quelle giornate coloro che osavano esercitarsi con le Tecniche di Fuoco rischiavano il linciaggio. Parimenti, i ninja che sapevano utilizzare le Tecniche d’Acqua non furono mai così stimati, apprezzati, ricchi (li pagavano per farsi innaffiare…) e attorniati da donne “accaldate” come allora!

Molte nostre conoscenze furono colte di sorpresa da quell’inizio estate, sembrava più luglio che giugno! Ognuno cercava frescura e sollievo come poteva, anche se a volte i risultati non erano incoraggianti.

Sakura, sbrigate in fretta le sue faccende mattutine dall’Hokage, era di nuovo in licenza, di nuovo in libertà… purtroppo. Libertà equivaleva ad affrontare quell’odioso calore che permeava l’aria del Villaggio; e anche per lei, come per chiunque, piegata in due dalla canicola, percorrere poche centinaia di metri come aveva sempre fatto pareva come percorrere miglia e miglia!
Pantaloncini corti e smanicato non bastavano. La ragazza si fermò per appoggiarsi stanca ad un muro; tirò fuori un fazzoletto con cui si asciugò la fronte e poi lo strizzò facendoci uscire un lago!
Sakura: “Aaaahh! Ma è possibile che questo sia davvero Giugno? Non vedevo l’ora che arrivasse, ma l’estate non è divertente così!” piagnucolò lei.
In quello stesso istante qualcuno di sua conoscenza la raggiunse,
Sai le si avvicinò con un sorriso: “Ciao Sakura, buongiorno. Visto che splendida giornata?”
Sakura: “………”
Sai: “Perché mi guardi così? Cos’ho detto?”
Lei sbuffò. Dopotutto era normale per Sai essere inopportuno: stava ancora cercando di imparare a relazionarsi con gli altri, quindi lasciò perdere.
Sakura: “Nulla. Sai, col caldo che fa non è consigliato continuare a vestirti di nero.” Fece lei notando il suo abbigliamento.
Sai: “Uh? Perché?”
Sakura: “Perché il nero assorbe tutte le radiazioni e quindi il calore: per questo in estate è meglio vestirsi di bianco.”
Sai: “Ma guarda, se ne scopre sempre una nuova.”
Sakura si asciugò di nuovo la fronte col dorso della mano: “Come mai non sei a cercarti un rifugio all’ombra?”
Sai: “Beh, ti ho visto arrivare dalla finestra di casa mia e ho pensato di venirti a salutare. Ah, ti ho portato anche una brocca di acqua minerale ghiacciata e qualche bicchiere: immaginavo…”
Sakura: “Che non ci fosse altro che desiderassi in quel momento? Esatto! Ah, grazie Sai, sei un tesoro!”
Sai (pensiero): “Bene, le ha fatto piacere! Sto iniziando a migliorare allora!”
Sakura prese di mano al compagno brocca e bicchieri ma…
Sakura: “Ehi! Ma questa non è acqua minerale è… Cosa sono? Dei sassi? Stai cercando di prendermi in giro, Sai?” fece irritata!
Sai: “Sassi? Fa un po’ vedere…” Diede un’occhiata: nella brocca c’erano effettivamente solo delle pietruzze…
“Uhmm… Sembra quasi che… l’acqua sia evaporata e sia rimasto solo il minerale.”
Sakura: °___°
Non era affatto una notizia di cui rallegrarsi!
Sakura: “SIGH!” Si mise le mani nei capelli, esasperata… “Non ne posso più! Questo caldo è inverosimile quanto quella brocca di “non più acqua” minerale!”
Sai: “Calmati Sakura: lo sai che agitarsi non fa affatto bene, specie con questo caldo; tu poi sei una tipa che esce fuori dai gangheri anche molto facilmente, non vorrei cominciassi a spaccare tutto, eh eh!”
Sakura: “GRRR!” Lo incenerì con lo sguardo! Purtroppo Sai aveva ragione: il caldo rende facilmente irascibili, e trattandosi di Sakura, stava correndo dei rischi!
Sai alzò le mani: “Ehi, calma! Non scaldarti tanto!”
Sakura: “Cos’era una battuta? Grrr!”
Sai cercò allora di allentare la tensione proprio con una battuta, seguendo il consiglio dei suoi libri: “Accidenti Sakura, se non ti rilassi alla svelta si potranno cuocere le uova sulla tua fronte larga!”
Sakura: “COOOOOOOOSAAAA?!?!?!?!?”
… Con lui i libri di sociologia erano sprecati…
Sakura lo afferrò per la giubba a mezze maniche che aveva addosso: “Sai, non una parola di più, sennò…… AAAAHH!”
Tirò via velocemente le mani, iniziando a sventolarle rapidamente. Si erano scottate!
Sai era rimasto basito: “Guarda, guarda… allora è vero che il nero assorbe calore…”
La testa di lei a quel punto le crollò sulle spalle: “SIGH!”

Il caldo può dare alla testa, ma per quanto riguarda chi fuori di testa lo è già?
Kakashi: “Uh, che calura! Se non fosse per l’immagine che mi sono costruito indossando sempre e dovunque questa maschera sul viso potrei pensare di toglierla… Uh, quasi non respiro…” Con una canicola del genere era davvero difficile godersi le sue sane letture, poveraccio!
In compenso, sembrava che qualcun altro fosse del tutto immune all’afa…
Gai: “Ah, Kakashi, finalmente l’estate è giunta: il periodo in cui ritorna l’allegrezza e l’energia della gioventù, e io mi sento per l’appunto molto energizzato! Ah ah!”
Kakashi alzò gli occhi dal libro: “Non posso crederci! Gai, come diavolo fai ad essere così pimpante con 32° gradi?”
Gai: “Potrebbero essere anche 40°, non basterebbero a buttarmi giù!”
Si comportava come se non risentisse di nessuno degli effetti che invece apparivano manifesti a una prima occhiata: rossore, capelli flosci, viso imperlato di sudore, chiazze di bagnato sotto le ascelle, gli stava anche venendo il fiato mozzo… Inoltre continuava imperterrito a portare la calzamaglia completa con su il giubbotto da jonin: lui sosteneva che traspirava alla perfezione ed era come non averla indosso, e poi c’era un altro motivo...
Kakashi: “Gai, perché anche tu non ti dai un freno e ti godi una sana pennichella?”
Gai: “Perché questo (anf) caldo è l’ideale per (anf) allenarsi: i chili di troppo (anf) vanno via come (anf) niente, si fatica molto (anf) di più e si migliora (anf) molto di più!”
Kakashi (in canottiera aderente giromaniche): “MA SEI PAZZO??? Non dirmi che vuoi allenarti! Ti spomperai al suolo dopo pochi secondi!”
Gai: “Umpf, niente (anf) affatto! Guarda come (anf) faccio questa serie (anf) di flessioni senza (anf) il minimo sforzo!”
E dando prova di grande incoscienza, oltre che grande stupidità, incominciò a flettersi, gettando litri e litri di sudore ad ogni conta…
Gai: “Che te (anf) ne pare (anf) allora? Ah ah, te l’avevo (anf) detto che il caldo (anf) non può (anf) fermarmi!”
Kakashi si alzò in piedi: “Gai, non ti rendi conto che è pericoloso fare attività fisica intensa con questo caldo? Guarda, ti stai liquefacendo… nel vero senso della parola…”
Gai si era flesso e riflesso finché non si era ridotto a una pozzanghera verde e nera nell’erba…
Kakashi sospirò scuotendo il capo: “Che ti avevo detto?”
Gai (liquido): “Ehm… mi sa che forse seguirò il tuo consiglio e mi concederò un periodo di pausa… Ehm… per favore Kakashi, ti spiacerebbe raccogliermi?”
Kakashi: “Umpf! Aspetta, vado a prendere una pezza…”
Il Copia-Ninja assorbì Gai prima che fosse il terreno a farlo, lo strizzò in un secchio e lo mise in freezer: un paio d’ore e sarebbe stato nuovamente solido.

Una risorsa assolutamente fondamentale era l’acqua. C’erano anche il tè freddo, la gazzosa, i succhi di frutta, il latte di mandorla e quello di cocco, ma quelli non li si poteva buttare addosso o in testa per refrigerare il corpo. Konoha disponeva di alcune fontanelle lungo le proprie strade, vere e proprie oasi nel deserto verso cui partivano carovane di assetati nella speranza di non trovare troppa coda… Il più delle volte purtroppo era così. Si cominciò dunque a portarsi l’acqua fredda da casa, e le sacche dei ninja si svuotarono di kunai e shuriken per far posto a bottigliette. Il problema era che queste non si mantenevano fredde troppo tempo e soprattutto sparivano prima che si potesse dire “Ho sete”.

Un guaito di sofferenza squarciò l’aria.
Kiba: “Resisti Akamaru! Oh, no: si sta disidratando!”
Hinata: “Poverino: deve essere dura con quella pelliccia.”
Akamaru: “CAIIII!”
Kiba: “Dell’acqua presto!”
Shino: “Non ne è rimasta molta.”
Il ragazzo aprì la bocca al proprio cane, gli tirò fuori la lingua che, secca com’era, sembrava ormai la suola di una scarpa e la bagnò con le ultime 5 gocce rimaste, dandogli un po’ di sollievo: sempre meglio di nulla.
Shino: “Le nostre scorte d’acqua sono finite ora: prepariamoci a patire la sete…”
Il gruppo 8 in quelle mattine d’estate si riuniva spesso, oltre che per amicizia, anche solo per cameratismo: condividere con i propri compagni la pena immensa dell’arsura. I tre erano seduti su di una lunga panchina in pietra, mentre Akamaru, che meditava di radersi il pelo a zero, era disteso a terra ansante davanti a loro.
Hinata, in assenza di un alito di vento, prese un lato della felpa che portava aperta ed iniziò a sventolarlo per farsi aria: “Aaaahh, è insopportabile!”
Kiba: “Hinata, toglitela pure quella felpa, è meglio.”
Hinata: “Si, hai ragione: a momenti svengo.”
Shino: “Tanto sappiamo cosa fare in quei casi.”
Kiba scattò irritato: “Shino!”
La ragazza tolse l’indumento, se lo legò intorno la vita e con uno sbuffo si distese comoda sullo schienale della panca. Aprì però poi di scatto gli occhi e li abbassò su di sé: la maglietta nera che indossava, bagnata di sudore, lasciava intravedere perfettamente le sue forme generose e anche senza voltarsi ebbe l’impressione che i suoi compagni la stessero fissando…
Kiba e Shino: “……”
Hinata: “Ehm…” Si rimise seduta per bene e mise le braccia davanti al petto, imbarazzata.
Finito lo “spettacolo”, Kiba tornò a pensare ad altro: “Shino, perché non ti togli anche tu questo coso a collo alto? Starai facendo la sauna lì dentro…”
Tutti i ninja erano stati autorizzati a non indossare le solite divise ninja in favore di abiti casual più leggeri: Kiba si era scorciato il pantalone e aveva messo su solo una maglia a maniche corte con l’ideogramma “Inu” (Cane) sul petto.
Shino: “Ho già tolto il cappuccio, non basta?”
Kiba, senza chiedere permesso, gli strappò via il soprabito di dosso: sia perché era premuroso verso l’amico, sia perché vedendo Shino cuocere coperto nei suoi abitoni pesanti gli faceva venire ancora più caldo.
Kiba: “Uuuff… Hinata, ti prego, non potresti controllare se nei dintorni c’è una fontanella funzionante?”
Un’altra piaga di quel Giugno era che alcune fontanelle, a furia dell’uso eccessivo, smettevano di funzionare, per la disperazione e l’agonia di tutti quelli in fila dietro l’ultimo fruitore!
Hinata: “Ci posso provare… BYAKUGAN!”
Una rapida occhiata a 360° coi suoi occhi bianchi e…
Hinata: “Ce n’è una! È a circa 100 metri lungo la strada da quella parte!” esultò lei!
Kiba: “100 METRI?!?!?!? E chi li fa 100 metri su quella strada col sole a picco?”
Hinata: “Ehm…” La ragazza guardò Shino.
Shino guardò Akamaru, e Akamaru guardò Kiba.
I tre ragazzi e il cane si guardarono tra loro…
“SIGH!”
E dopo quel “SIGH!” generale si appiattirono, del tutto sfatti e scomposti, sulla panca di pietra. Alla fine Shino mandò i suoi insetti a prendere l’acqua: quegli scrocconi se ne stavano tutto il giorno all’ombra dentro di lui, che facessero qualcosa in cambio!
Hinata: “Grazie, Shino!”
Kiba: “E di loro di fare in fretta!” Pensò poi di risollevare un po’ il morale dei suoi arrostiti amici. “Eh eh, di questo passo saremo costretti a girare tutti in biancheria! Ah ah, mi piacerebbe proprio vedervi voi due in mutande! Ah ah ah ah!”
Akamaru: “……”
Shino: “……”
Hinata: “……”
Kiba: “… ah ah… Ehm… Lasciamo stare…”
Hinata arrossì e prese a giocherellare con gli indici.
Shino: “Bestia…”

Insieme all’acqua, altra risorsa fondamentale era l’ombra. Per fortuna a Konoha di ombra ce n’era in abbondanza: i boschi nei dintorni, gli alberi a quasi ogni incrocio, il parco, i palazzi più alti riuscivano bene o male a sopperire alle esigenze della popolazione; in casi estremi si ricorreva ai Nara, i migliori ombreggiatori del settore! Quel mattino, due ragazzi, compagni di squadra, si erano accaparrati uno dei posti all’ombra migliori, con un tappeto d’erba, un grosso albero frondoso, ed addirittura dei ventagli a disposizione.
Neji: “Aahh, meno male che i tuoi rotoli non contengono solo armi Ten Ten; ottima pensata.”
Ten Ten: “Grazie!” Ridacchiò lei. “Si tratta di ventagli da combattimento comunque, ma anche così funzionano alla grande!”
Neji: “Umpf!”
La compagna posò per un po’ gli occhi su di lui. E dopo un po’ dovette cominciare a ventilare più forte!
Neji: “Uh? Tutto a posto?”
A distanza di attimi li raggiunse il rumore di una carica forsennata, seguita dalla voce inconfondibile del loro compagno.
Lee: “ECCOMI!”
Passò così veloce che generò una piacevole brezza di cui i suoi compagni fruirono beatamente! Rock Lee tornò rapido dai due.
Lee: “(anf) Fatto! (anf)”
Neji: “Rock Lee, come ti salta in mente di correre con un’aria simile? È così densa e secca che a malapena si respira!”
Lee: “(anf) Tranquillo, Neji! (anf) Il Maestro Gai (anf) ha detto che (anf) fare attività (anf) fisica d’estate, per (anf) quanto massacrante (anf), è efficace (anf) il doppio!”
Ten Ten scosse il capo: “Non devi prendere sul serio tutto quello che dice…”
Lee: “E poi (anf) avevo un buon (anf) motivo per andare (anf) di fretta!” disse, sventolando davanti i loro occhi una busta.
Ten Ten: “Ehm… Lee, hai l’aspetto di chi sta per stramazzare al suolo da un momento all’altro…”
Lee, con un sorrisone ebete: (anf)… (anf)… Ah, si?”
Neji: “Uuufff… Ci hai messo parecchio. Li hai presi?”
Lee: “Si certo, eccoli qui!”
Lee tirò fuori dalla busta tre sacchetti di plastica con dentro un liquido colorato e un bastoncino di legno…
I residui di quelli che furono ghiaccioli!
Neji: “Dannazione!”
Ten Ten: “Sigh!”
Lee: “NOOO! Tanta fatica per nulla!”
Ten Ten: “Non è possibile che si siano sciolti tanto in fretta! La gelateria è ad un paio di isolati da qui!”
Lee: “Beh… Ecco, vedi, quando ci sono andato avevano già finito tutto, così sono andato in quella del quartiere vicino, ma anche lì avevano finito tutto, così sono andato a quella in centro, ma avevano chiuso per vacanze…” E forse sarebbero rimasti chiusi per parecchio tempo: i profitti erano stati tali che i gestori avrebbero potuto non lavorare mai più! Quello era un anno d’oro per il settore, ed era appena cominciato!
“… un’altra era stata rapinata di tutto ciò la cui temperatura fosse inferiore allo zero…” I ladri in compenso avevano lasciato lì tutto l’incasso…
“… Così sono arrivato a quella che sta dall’altra parte del Villaggio. A quel punto ho cercato di fare del mio meglio per attraversare tutta Konoha senza farli sciogliere ma… Mi dispiace…”
Neji: “Oh, non preoccuparti, non si può dire che tu non ci abbia provato.”
Ten Ten gli passò un ventaglio: “Accidenti, di questo passo ci sarà una carestia di ghiaccioli!”
Lee: “E non solo di quelli. Gelati, ghiaccioli, semifreddi, Konoha-Fetta al latte… Ovunque andavo si erano già presi tutto!”
Ten Ten: “E i Konoha Pinguì?” Chiese lei preoccupata.
Lee: “Si sono finiti anche quelli…”
Ten Ten rimase shockata; ebbe paura di chiedere: “ Anche quelli al cocco?”
Lee le mise le mani sulle spalle: “Sii forte…”
Ten Ten: “NO! SIGH! Mi piacciono tanto!”
Neji avvertì una fitta alla mano e fece una smorfia di dolore: “Ahi! Il polso! Ho usato troppo il ventaglio…”

Già, i ventagli tornavano molto utili, ma con un solleone tale, alla lunga neanche loro potevano nulla: prima o poi ci si stancava a sbatterli. Solo uno poteva opporsi fieramente all’afa, baluardo e rifugio dei poveri stracotti abitanti del Villaggio: IL VENTILATORE!
Ma purtroppo, la domanda di ventilatori a pale, da soffitto o mobili, crebbe a tal punto che si arrivò che gli unici che potevano permetterseli erano due sole categorie sociali: i ricchi e i gelatai.
A meno che non lo si possedesse già, ottenere un ventilatore era un impresa titanica: ne erano rimasti pochi e costavano anche parecchio! E se non si poteva averne uno proprio, come poter godere delle rinfrescanti ventate che producevano? Come fare a salvarsi dal diventare un barcollante sacco da pugile del sole appiccicoso di sudore?

Ino: “AAAAHHH! BASTAAAA!”
Choji si tappò le orecchie. La compagna era nel pieno di un’autentica crisi d’isteria!
Ino: “NON CE LA FACCIO PIù! Questo caldo mi sta uccidendo! Guardami Choji: capelli tutti secchi e sfibrati, scottature sulle spalle, e come non bastasse sono tutta una spugna di sudore! Sono appiccicosa! Mi faccio una doccia al giorno e non basta! Sono in un stato pietoso! Grrrr, quanto sto odiando questa stupidissima estate!”
Eh si, quel caldo era il peggior nemico per il suo aspetto fisico, cosa che per lei era sacra!
Choji: “D’accordo Ino, hai ragione, ma adesso calmati: non ti farà affatto star meglio sbraitare tanto, anzi…” fece rivolto all’amica che camminava affianco a lui.
Ino: “Sigh!” Le cascarono le braccia. “Hai ragione: mi và in ebollizione in cervello! È solo che non sopporto di sentirmi tutta unta e puzzolente.”
Il completo estivo di Ino era una T-shirt gialla senza maniche che lasciava l’ombelico scoperto, sotto un paio di pantaloncini blu chiaro molto corti; ai piedi sandaletti gialli decorati con un fiorellino azzurro: sempre accurata in fatto di abbigliamento e accessori. Choji aveva lasciato a casa il corpetto protettivo e indossava una maglia bianca XXXXXXL che lo faceva sembrare un grosso iceberg: qualcuno addirittura aveva cercato con una piccozza di staccare blocchi di ghiaccio per potersi refrigerare! Aveva avuto dei problemi con il trasporto viveri: le patatine, salate, non erano adatte a quel clima ed era difficile evitare che i sorbetti nelle tasche si sciogliessero…
Ino si soffiò via una ciocca di capelli dal viso: “Non hai nulla con te? Magari qualcosa di fresco che non ti sciolga in tasca come l’altra volta, che schifo!”
Choji: “Sigh, no mi dispiace… Uh, quanto mi andrebbe una granita!”
Ino: “Non nominare le granite, ti supplico…”
Choji: “Yum! Alla menta…”
Ino: “Ho detto non parlarmi di granite! Sempre a cercare qualcosa da ficcarti in bocca: il caldo non ti ha fatto passare l’appetito, vedo.”
Choji: “Scherzi? Quando fa caldo ho ancora più fame! È difficile per un tipo robusto come me andare avanti con quest’afa.”
Ino: “Posso immaginarlo, con quello strato di ciccia che hai lì a farti da coperta.”
Choji: “Sigh, già: è come stare in una sauna 24 su 24. Ogni giorno a furia di sudare se ne vanno 2 chili; sto dimagrendo spaventosamente, nonostante i miei sforzi di restare in forma!”
Ino: “Quindi questo caldo bestiale ha anche dei lati positivi…”
Choji sobbalzò: “Come?!?!?”
Ino restò indifferente: “Niente……!!!”
Choji: “!!!”
Smisero di camminare all’istante! Per un fugace istante l’avevano avvertito. Un venticello fresco. Una deliziosa, sollazzevole, sublime, incantevole, gelida arietta! Per un istante era arrivata e poi era svanita. Ma in attimo la ritrovarono.
Ino: “Da dove viene?” In breve tempo, ne localizzarono la fonte!

Shikamaru: “(yaaaaawn!)” Shikamaru, in boxer e canottiera bianchi si stiracchiò sul divano e poi si rimise seduto, grattandosi la pancia. Davanti a lui il ventilatore a pale inondava di freschezza tutta quell’ala della casa, e lui era lì a godersela pigramente. Era così rilassante: intorno tutto silenzio, eccetto il ronzio continuo e cadenzato dell’apparecchio. Gli faceva proprio venir voglia di appisolarsi.
Shikamaru: “ZZZ… ZZZ…”
“DOV’ÈÈÈÈÈÈÈ????”
Shikamaru: “UH?! COSA?! CHE DIAVOLO…?!”
Il tempo si riaprire gli occhi e si vide piombare addosso Choji ed Ino! Per un istante temette di essere travolto, ma non era lui il loro obiettivo. In meno di un istante erano tutti e due abbracciati al ventilatore.
Ino: “AAAAAAH! STUPENDO!”
Choji: “AAAAAAH! MAGNIFICO!”
Shikamaru: “AAAAAAH! CHI VI HA FATTO ENTRARE? Era tutto così fresco e perfetto!”
Ino: “Shikamaru! Come ti è saltato in mente di tenerti questa meraviglia tutta per te? Non hai un cuore? Lo sai che sono in pochi ad averlo e conoscerne uno è una fortuna!”
Come già detto prima, i Nara in quel periodo, grazie alla loro abilità di manipolare l’ombra avevano racimolato un bel po’ di pecunia, con cui avevano potuto permettersi un paio di costosi ventilatori.
Shikamaru: “Bah, per evitare che scrocconi come voi venissero ad importunarmi. Ad ogni modo, visto che vi siete auto-invitati e mi avete fatto alzare volete qualcosa? Tè freddo al limone? Una granita?”
Ino (occhioni brillanti): “TÈ FREDDO AL LIMONE!?!?!?”
Choji (occhioni brillanti): “GRANITA!?!?!?”
Certo che Shikamaru si trattava proprio bene!
Purtroppo, non appena questi si avviò in cucina…
Ino: “Ehi, non può andare più veloce questo coso? Come si fa? Provo a premere qualche bottone…… Uh! Se ne è inceppato uno…”
Era quello che comandava la rotazione. Il ventilatore, anziché restare fermo cominciò a muoversi a destra e a sinistra in continuazione! Così, il povero team 10, seduto sul lungo divano dovette anche lui muoversi a destra e a sinistra in corrispondenza del moto dell’vento!
Ino (dondolando): “Scusate…”
Shikamaru (dondolando): “Bah!”

Shikamaru e i Nara però non erano gli unici che godevano di una situazione migliore rispetto agli altri. Figurarsi se la cara Hokage non approfittava della sua autorità per ottenere un frigobar personale in ufficio strapieno di bibite, ghiaccio e selz, e soprattutto un bel ventilatore da soffitto? Non bisogna credere tuttavia che per la cara Tsunade fosse tutto ozio e cocktail con l’ombrellino. Tanto per cominciare, attraverso la parete di finestre alle spalle della scrivania, il sole continuava a battere nella stanza in continuazione, riducendo l’effetto del ventilatore. Poi Tsunade aveva sempre e comunque da lavorare: poteva prendersi tutte le pause che voleva per un succo d’ananas ghiacciato, ma la pila di lavoro restava lì, in attesa di essere completata con un cervello già mezzo bollito. E proprio in quella mattina torrida, dove si era toccata una nuova temperatura massima…
Tsunade: “(anf)… (anf)… Che caldo! Sto sudando più io di un giocatore di poker che si è giocato tutto con un blef a cui nessuno ha abboccato e sono più appiccicosa dei miei creditori quando vogliono che li paghi, bah!”
Rivolse uno sguardo adorante verso il soffitto.
Tsunade: “Ah, meno male che ci sei tu! Sennò sarei già crollata su questa scrivania!”
VRRRR… WRIRL… VRUL… FRRRRR… CRASH!
Tsunade: “... Bah! Al diavolo!”
Il buon vecchio ventilatore, stremato dai lavori forzati a cui era costretto (era tenuto acceso tutto il giorno alla massima potenza), era morto per sfinimento ed ora era fermo e fumante al centro del soffitto.
Tsunade si afferrò il colletto del vestito e se lo allargò, dopodiché iniziò a farsi vento con dei fogli di carta davanti a sé. Come tutti, anche lei si era non poco scoperta rispetto al solito, per l’immensa gioia di tutti i ninja uomini che venivano a farle rapporto! Anche se così, con una tettona tutta bagnata e mezza svestita come capo, rischiavano di scaldarsi ancora di più e perdere definitivamente i sensi!
Tsunade poggiò i gomiti sul tavolo ed iniziò a guardare davanti a sé, irritata.
“Questa situazione è intollerabile! Ormai è chiaro che se non comincia a fare più fresco, qui schiattiamo tutti quanti! Sigh, quanto mi piacerebbe non dover stare sempre qui in ufficio a sgobbare… Estate vuol dire vacanze, accidenti! Divertimento! E io qui non mi diverto affatto: non ho diritto anch’io a un po’ di relax?
TOC TOC
Tsunade: “Entra pure.” fece quella distrattamente.
Quando però vide chi aveva aperto la porta e si trovava sulla soglia si ridestò di colpo!
Tsunade: “……”
“……”

Un pinguino.

Il volatile in frac fece goffamente due passi nell’ufficio e si fermò.
Pinguino: “……” Intanto dalla porta rimasta aperta entrò un altro pinguino, stavolta un pulcino.
Tsunade prima si mise le mani nei capelli, restando qualche istante a contenersi, ma poi esplose balzando in piedi!
Tsunade: “ADESSO BASTA, è DAVVERO TROPPO! HO BISOGNO DI RINFRESCARMI UN Po’ LE IDEE!”
Il pinguino si staccò la testa, rivelando che ce n’era un’altra dentro.
Shizune: “Eh eh eh! Mi scusi per il travestimento Signorina Tsunade!”
Il pinguino più piccolo si rivelò essere la maialina Ton Ton!
Shizune: “Vede, ho pensato che fosse un’idea simpatica per rallegrare un po’ l’atmosfera, e magari darle un tocco polare che con questo caldo torrido non guasta! Ehm… si è arrabbiata?”
Tsunade: “No, Shizune, non preoccuparti… Anzi, questa shockante visione di pinguini qui a Konoha mi ha finalmente dato la carica che mi serviva per prendere in mano la situazione! Come ho detto, è giunta l’ora che mi rinfreschi un po’ le idee, sono pur sempre un essere umano io!”
Shizune si spaventò e cominciò a pentirsi della sua trovata: “Ehm… Signorina… cosa intende dire?”
Ton Ton: “Oink?”
Tsunade: “Che restare qui con questo caldo equivale a un suicidio! E che bisogna cogliere l’occasione per fare di questa estate qualcosa di più di un semplice tormento!”

“Shizune, ho deciso! ANDREMO IN VACANZA!”
Shizune: “AHIIIIIIII!”

Alla parola “vacanza” l’Hokage era saltata con un piede sulla scrivania, facendo volar via caterve di fogli, e aveva alzato il pugno in una posa trionfale! Cadde il silenzio per qualche secondo.
Shizune: “Ma-ma-ma-ma-ma lei è l’Hokage! Signorina, non può andarsene in vacanza, non pensa al Villaggio?”
Tsunade: “Andiamo! Quale nemico sarebbe così scemo da farsi una sudata sotto il sole per arrivare fin qui ed attaccarci? Troppo faticoso sotto questo sole!”
Shizune: “Beh… M-ma e il lavoro da fare?”
Tsunade: “Lo ficcherò tutto nel frigobar, così quando torneremo sarà ancora fresco e pronto da essere svolto!”
Shizune: “CHEEEEE?!?!?!?”
Tsunade: “Eh eh, scherzavo! Cara Shizune, ho preso una decisione, e nessuno mi farà tornare indietro!”
Shizune: “M-m-ma un Hokage può andare in vacanza?”
Tsunade: “Shizune, mi farà solo bene: al mio ritorno sarò così magnificamente abbronzata… voglio dire, così magnificamente riposata, che svolgerò il lavoro al triplo della velocità! Così magari resterò senza lavoro da sbrigare e mi farò un’altra vacanza!”
Shizune: “Signorina… io ho dei seri dubbi…”
Tsunade: “E poi perché sto parlando al singolare? Anche tu e Ton Ton verrete con me!”
Shizune: “AHIIIIIIIIII!”
Tsunade: “E basta con questo tuo “Ahiiiiii!”! Non dirmi che a te non và una bella vacanza rilassante?” La tentazione: che arma subdola!
“Pensaci un po’: mare pulito e scintillante, spiagge bianche da sogno, gelati che non ti si sciolgono in mano, turismo naturale e artistico, balere su cui scatenarsi la sera…”
Shizune stava cedendo: “Beh… ecco…”
Tsunade: “Per non parlare di tutti i fusti da spiaggia venuti al mare apposta per rimorchiare belle ragazze single come te, Shizune.”
Shizune: “……”

Shizune: “VA BENE! CHE VACANZA SIA ALLORA!”
Anche lei era saltata sulla scrivania, mandando all’aria il resto delle scartoffie che erano rimaste!
Shizune corse a stringere la maialina: “Sentito Ton Ton? Sole, mare, tanto divertimento… e ragazzi!” La cara Shizune aveva ormai l’età per trovarsi un bel fidanzato anziché stare tutto il giorno a fare la badante per anziani.
Tsunade si sedette di nuovo: “Benissimo! Shizune, a te il compito di cercare un luogo di villeggiatura adeguato alle nostre ferie! Ma mi raccomando: agisci in incognito, altrimenti tutti vorranno aggregarsi o, ancora peggio, i vecchiacci cercheranno di impedirci di partire!
Shizune: “Agli ordini, Signorina Tsunade!”
E carica di entusiasmo uscì dall’ufficio.
Tsunade aprì il frigobar e stappò una lattina di birra.
Tsunade: “Aaaah! Ora si che quest’estate comincia a girare per il verso giusto! Ora diamo un’occhiata al budget da impiegare per il progetto “Tutti al mare!”.”
Aprì il secondo cassetto della scrivania.

Portafogli: vuoto.
Conto in banca: un po’ meglio ma non troppo…
Tsunade sbiancò. Al solo pensiero iniziò a sentire sempre più caldo…
Tsunade: “NOOOOOOOOOOO! Non avrei dovuto restare a giocare fino a mezzanotte l’altra sera!”
In preda al panico, iniziò a girare senza sosta per l’ufficio.
Tsunade: “No! No! No! Così non và! Proprio ora che ero così decisa! Non è giusto! Con quei soldi non potrò permettermi nulla di quello che sognavo: niente alberghi a cinque stelle, niente piscina olimpionica privata… Ma che dico? Con quei soldi non affitto manco una piscina gonfiabile! Sigh, povera me e ora che faccio?”

“Casualmente io avrei sentito tutto.”
Tsunade: “Eh?”

Dalla finestra aperta, il grande Kakashi Hatake, il ninja più potente, misterioso e lettore di porno di Konoha irruppe nella stanza!
Tsunade: “E bravo Kakashi, non ti sei fatto beccare, eh?”
Kakashi: “Giorno!” salutò sorridente da sotto la maschera
Tsunade: “Quindi sei al corrente del mio dilettevole piano, eh? Beh, sappi che se hai intenzione di fermarmi, Copia-Ninja o no, farai la conoscenza del mio destro!” fece lei, che il caldo irritava in fretta, proprio come Sakura.
“Io non ci resto qui a cuocere, chiaro?”
Kakashi fece segno con un sorriso di non avere intenzioni ostili, anche se era visibilmente preoccupato…
Kakashi: “Ehi, si calmi Signora Hokage! Eh eh, non è mai stato nelle mie intenzioni ostacolarla!”
Tsunade: “Buon per te! Kakashi, so che non sono cose da farsi, fuggire così a divertirsi lasciando tutti voi qui a disidratarvi e morire di caldo, ma credimi ne ho proprio bisogno! Ti prego, ti supplico, non dire nulla in giro!”
Kakashi: “Stia tranquilla. Come le ho già detto non sono qui per metterle i bastoni fra le ruote. Sono qui per aiutarla a risolvere il suo problema.”
Tsunade si avvicinò curiosa: “Come?”
Kakashi: “Da quel che ho udito poco fa, le vostre ristrettezze economiche vi impediscono di chiudere i battenti e partire. Ecco, io vorrei proprio proporvi una soluzione.”
Tsunade ebbe l’impressione che di Kakashi, e della sua acuta intelligenza, non ci fosse da fidarsi: “Continua…”
Kakashi: “è semplice: per trovare i soldi che servono alla sua vacanza basta coinvolgere un po’ di gente proponendo loro di partecipare, dividendo le spese in cambio di poter venire con lei. In questo modo non solo potrà avere una magnifica villeggiatura, ma sarà anche in compagnia di tanta gente simpatica, e si sa che in vacanza più si è più ci si diverte.”
Tsunade: “Cosa?! Chi è che dovrei portarmi appresso poi?”
Kakashi: “Oh, tutta gente fidata naturalmente: Naruto, Sakura, Sai, i loro amici… Se vuole può lasciar fare a me: troverò io dei generosi contribuenti desiderosi di mare e svago!”
Tsunade: “… Kakashi… In pratica mi stai dicendo che per tutta la durata delle mie vacanze sarò attorniata da quel branco di mocciosi?!?!?”
Kakashi: “Sono perfettamente in grado di auto-gestirsi. E comunque verrò anch’io: nel caso ci dovessero essere problemi coi ragazzi sarò io ad occuparmene. Magari posso far venire anche Gai, con lui si che ci divertiremo un mondo.”
Tsunade: “GAI?!?!?!?!? SIGH!” Si appoggiò con la faccia al muro, disperata!
Kakashi: “Ehm… ho intenzione di chiamare anche altri Maestri comunque… Non si preoccupi: io sono convinto che partire in compagnia sarà molto meglio che da soli. Ma se non vuole, non fa nulla…”
Balla roba. Se non voleva faceva eccome: significava farsi una gita fuori porta per mezza giornata e fare il bagno in una tinozza…
Tsunade: “Grrr! Sigh… E va bene, mi arrendo! Kakashi, a te il compito di fare da agenzia di viaggio e trovare chi dividerà le spese. Ma fai in fretta: voglio partire il prima possibile! Quindi, senza ulteriori indugi, do il via alla “Missione Holidays”!”
Kakashi: “Agli ordini!”
POFF!
E si dileguò in una nuvoletta di fumo.

Kakashi comparì davanti al portone del Palazzo dell’Hokage.
Ad attenderlo il gruppo 7: Naruto, Sai e Sakura.
Naruto: “Allora?”
Sakura: “Ci dica, non ci tenga sulle spine!”
Kakashi, sadico, invece lo fece. E solo dopo un intero minuto di agonia disse raggiante.
“Ragazzi, si parte!”
Naruto e Sakura: “EVVIVA!”
Kakashi era davvero in gamba: teneva d’occhio l’Hokage da giorni, ben sapendo cosa aspettarsi da lei. E non appena il pesce aveva messo la testa fuori dallo scoglio aveva gettato la lenza ed aveva abboccato! Era davvero un grande: grazie a lui l’estate era salva, il piano perfido di Tsunade di divertirsi abbandonandoli al loro destino era fallito, e i ragazzi avrebbero potuto divertire un mondo! E anche lui naturalmente!
Anche Sai era leggermente entusiasta…
“Non sono mai stato in vacanza prima d’ora.”
Sakura: “Vedrai ti divertirai un mondo!”
Naruto: “E magari il sole ti darà un po’ di colore: sembri un fantasma bianco come sei!”
Sai: “……”

Tsunade si affacciò alla finestra dell’ufficio e si passò una mano sulla fronte bagnata, scostandosi indietro i capelli unti.
Tsunade: “Beh, sempre meglio di nulla…”
Si voltò ed esclamò solenne:
“SI PREPARINO LE VALIGIE!”



E VACANZE SIANO! I nostri eroi, dopo tanto patire, finalmente avranno di che svagarsi! Niente missioni, niente cattivi fra le scatole (si spera), sabbia, ombrelloni e belle ragazze in costume! Come sarà la vacanza dei nostri amati ninja? A breve lo saprete!
Che ne pensate allora del mio ritorno nel comico? Era da tempo che avevo in mente questa fanfic: da quanto tempo sognavo di scriverla con fuori un bel sole, un cielo azzurro limpido, il caldo, ascoltando canzoni estive come “Walking on sunshine” o “La paranza”! Purtroppo non è andata esattamente così… Qui da me non c’è esattamente il sole da spaccare le pietre che sognavo ç__ç Anzi, ogni tanto di notte devo tirarmi su la coperta! Il bello è che sembra che non sia così solo da me… Spero di avervi fatto sudare un po’ quindi con questo primo capitolo, e di aver creato una deliziosa atmosfera estiva anche da voi! Nella speranza di una magnifica estate vi do appuntamento al prossimo capitolo!

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!



  
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