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Autore: Stephaniee    22/11/2018    1 recensioni
Seguito di Primo ed Ultimo.
"Siamo stati qualcosa.
Siamo stati tante cose, a dire il vero. Siamo stati qualcosa quando non parlavamo ma ci guadavamo e capivamo comunque.
Siamo stati qualcosa quando ancora non sapevamo che stavamo per cambiarci le vite, almeno un po’. Siamo stati qualcosa di misterioso quando noi per primi non sapevamo cosa fossimo, chi fossimo. Siamo stati la sicurezza quando invece eravamo certi che nonostante tutto, come ci brillavano gli occhi quando eravamo insieme, non avrebbero brillato con nessun’altra.
Siamo stati un amore mancato"
(grazie #caratempesta per la citazione.)
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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- Questa storia fa parte della serie 'Primo ed ultimo la Trilogia'
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Chapter six
Pieces of me

 

Pasquetta
 

anno 2015
 

ore 5:01.
 

Fissavo il soffitto di camera mia mentre aspettavo che il battito del mio cuore si regolarizzasse. Mi sembrava di essere estranea al mio corpo e che quello che era successo quella sera non fosse veramente accaduto. Se c’era una cosa che non dovevo fare con Luke era spiegarmi, perché nonostante fosse un egoista ed un idiota, mi capiva sempre senza che io parlassi.

Non avevo bisogno di spiegare il mio disagio, lui semplicemente lo sapeva.

Eppure nonostante questa sintonia che avevamo sempre avuto e che continuava nel tempo non mi capacitavo di come non riuscisse ad accorgersi che ero innamorata di lui. O peggio, forse lo sapeva ma faceva finta di niente.

 

Le sue mani a contatto con la mia schiena, pelle contro pelle. Una cosa che non accadeva da diverso tempo. Il suo sguardo inchiodato su di me, nessun bacio, nessun gesto spinto. Solo questo. La necessità di avere le sue mani a contatto diretto, addosso.”

 

Potevo fare la distaccata con Piterson, ma probabilmente il mio corpo mi avrebbe sempre tradito.

Che poi di concreto non era successo niente. Perchè non c’era stato un bacio, non eravamo andati a letto insieme, non c’erano stati baci. Ma anche solo l’intimità di quel gesto era abbastanza per me da farmi stare così.

E io odiavo come mi sentivo.
E stavo iniziando ad odiare lui.

 

Così non riuscivo a dormire, ancora una volta Piterson era capace di entrare a gamba tesa nella mia vita e sconvolgermi. Non importava quanto tempo passava, non importava quanto io cercassi di crearmi un equilibrio. Lui sconvolgeva tutto. Ed io ero cosciente di permetterglielo, ma ancora non ero pronta a lasciarlo andare. Volevo delle risposte e le avrei ottenute. Prima però dovevo scrollarmi di dosso questa sensazione, dovevo cancellare le tracce delle sue mani su di me.

Fosse stato facile.

Mi ritrovavo a pensare se sarei mai riuscita a dimenticarlo del tutto. Non avevo una risposta. Le lacrime cominciarono a solcare le mie guance, io pensavo di non aver più lacrime da piangere per lui, invece ogni volta dovevo ricredermi.
Mi chiedevo se all’una di notte ci sono stata io, tra i suoi pensieri, come lui fa parte dei miei.
Mi chiedevo se sorrideva ricordando delle nostre uscite. Perché io lo facevo, lo facevo sempre ma non perché lo volevo, no, perché se avessi potuto avrei messo via tutti questi bellissimi pensieri in una scatola e non l’avrei aperta mai più, così almeno non avrei più sofferto tra mille dubbi e incertezze.
Ormai eri entrato nella mia mente, nella mia pelle, perfino tra le ossa, fino ad arrivare al mio cuore.

E forse non sarebbe stato più possibile rimuoverlo da lì.

 

 

 

Giugno

anno 2015


 

La sessione estiva si avvicinava con prepotenza e con lei anche l’obbligo di studiare e recuperare gli esami andati male della sessione invernale. La voglia di studiare c’era a giorni alterni ed io speravo francamente di farcela questa volta.
Passavo le mie giornate alternando piscina, studio e lavoro al pub. Emma e Mike erano in crisi e da qualche tempo mi stavo concentrando anche sull’aiutare la mia amica ad uscire da quella brutta situazione. Sapevo cosa significava avere il cuore spezzato.
Avrei passato il pomeriggio a studiare Inglese e poi la sera avrei visto Francy ed Emma. Il piano ero quello di farci un giro e poi di andare dove ci portava il cuore.
Ed era più o meno il programma di quasi tutte le nostre sere.

 

Non sentivo e non vedevo Piterson da Pasqua e sinceramente per la prima volta erano passati più di sessanta giorni senza vederci.
Io non lo cercavo come sempre e lui, per la prima volta non cercava me.

 

E a me questo stava facendo un gran bene.
Nonostante nella folla cercassi comunque i suoi occhi tra un milione di altri, nonostante sperassi sempre che il destino mi giocasse qualche scherzo e mi facesse trovare di fronte lui, anche con Val, non mi importava, nonostante la speranza fosse davvero l’ultima a morire… Il suo non cercarmi mi faceva bene.

 

Quell’estate sarebbe stata mia, mia e basta. Una sorta di vendetta per quella precedente. Avrei coperto tutti i ricordi vissuti con Luke al mare, sarei passata oltre. Me lo sentivo.

Dopo quasi un anno di sofferenze era giunto il momento di andare oltre.

 

E quel pensiero e con la voglia di ricominciare da zero sorrisi alzando gli occhi dai libri di inglese e puntai il cielo.

Sarebbe stata un estate da ricordare.

 

 

Il locale era pieno di gente ed io e le mie amiche avevamo solo voglia di bere, ballare e staccare il cervello. Eravamo arrivate qui grazie ad alcuni ragazzi che frequentavano il pub, diciamo che ci eravamo unite a loro per passare una bella serata. Eravamo tutte bellissime, ci avevamo dato dentro con la preparazione quella sera.
Ed infatti, avevamo racimolato tre drink e ci stavamo scatenando in pista da ballo, Francy mi stava trascinando perché le note di “Lean on” per lei fungevano da interruttore on-off, così io ed Emma la seguimmo sorridenti.

Non ero mai stata una tipa da discoteca, diciamo che ero più ragazza da calice di vino al bar, ma quella sera avevo bisogno di quello.
Avevo bisogno della musica alta, delle mie amiche che ballavano e magari anche di qualcuno con cui passare il tempo.

Fu quella sera che per la prima volta mi sentì viva di nuovo.

Dopo tanto tempo, non sentivo più di sopravvivere agli eventi ma di vivere… E stavo bene, dopo tanto stavo bene.

 

Nessuna di noi aveva rimorchiato qualcuno, ma non ci importava. I nostri accompagnatori un po’ ci avevano provato, ma senza troppa malizia, ci avevano solo fatto sorridere e divertire. Era ormai mattina presto quando la fame aveva preso il sopravvento e ci eravamo posizionati dentro ad un fast food, pronti a divorare il mondo.
Io avevo optato per una patatina grande e ne andavo molto fiera, mentre le mie amiche e i nostri due cavalieri ci davano dentro con panini e altre schifezze.

 

Quindi Kat sei single?”
Stai buono Alex, lo sono ma non mi interessa conoscere nessuno seriamente”

Ahia… Ci stai ancora sotto eh?”

 

Francy mollò una gomitata al malcapitato e io scoppiai a ridere di gusto.

 

Comunque è un peccato”
continuò Alex, era un conoscente di Francy, un ragazzo abbastanza anonimo, capelli scuri, niente di eclatante ma comunque molto simpatico e la sua schiettezza mi faceva sorridere.

Mentre camminavo verso casa, per la prima volta dopo tanto tempo avevo il sorriso stampato sulle labbra e mi resi conto che per una sera, dopo mesi di grigio e buio, non avevo pensato a lui.

 

Crollai come un sasso all’alba con il sorriso sulle labbra.
Era proprio vero, le amiche possono salvarti la vita a volte.

   
 
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