Alaska posto di controllo fox-trot
Diario Arrist Blake
Mi trovavo dislocato a una sottostazione di Fort Yukon,quando qualcuno dall'altra parte del mondo decise di farci cadere il cielo addosso. la nostra base non era grande e appariscente come gli impianti militari nell'area,ma garantiva un buon controllo de dintorni e la sua posizione era vantaggiosa per sorvegliare i confini di frontiera che avrebbero permesso alle minacce di entrare sempre più vicino al cuore dell'America. -"America" pensò amaramente,casa sua non era più ciò che ricordava, il continuo evolversi tecnologico e le mire espansionistiche dei capi che si erano susseguiti negli anni avevano generato un clima più simile a quello che si trovava in un territorio di guerra, in qui è imposto un cessate il fuoco.la gente in periferia vive come profughi disposti a rubare e uccidere per procurarsi ciò di cui avevano bisogno per sopravvivere, mentre i ricchi dirigenti di aziende come la robco vivono nelle loro torri dorate,come il signor house a new vegas...ehm scusate Las Vegas.
Mi rollai e accesi una sigaretta poggiando un attimo il fucile da cecchino ai sacchi di sabbia,per questo avevo deciso di rimanere in Alaska, il pensiero di quei riccastri mi faceva sempre venire un conato di vomito invece la natura dell'Alaska era pura,niente a che vedere con la corruzione di casa.vidi un movimento e con la rapidità che solo anno di conflitto potevano insegnare recuperai il fucile e guardai nell'oculare, un lupo di grosse dimensioni si stava avvicinando quatto quatto a un alce mentre Il suo branco lo accerchiava, svegliai il mio osservatore che stava sonnecchiando nel giubbotto termico militare di fianco a me,-a ore 2- quello si risvegliò dal torpore e come me si mise a guardare la scena dal suo binocolo tattico. affascinato da quello spettacolo continuaia guardare mentre il nodo scorsoio del branco di lupi andava a stringere al collo dell'alce ignaro, e poi in un attimo successe qualcosa , sia i cacciatori che la preda scapparono senza alcun preavviso
-qualcosa gli ha spaventati-dissi
-già- rispose Alex
-vedi qualcosa?-
-niente-
Le sirene della base iniziarono a suonare il suono era quello di...di un possibile bombardamento
-merda alzati dobbiamo andare-
disse Alex mentre scendeva a rotta di collo dalla postazione rialzata e io lo seguivo correndo verso la base, non sapevamo quello che stava succedendo percorremmo i 50 metri che ci separavano dalla base scavalcando i tronchi caduti e evitando le rocce innevate, quello scenario mi affascinava sempre ma non avevo tempo di fermarmi a guardarlo.la base era posizionata su un altura naturale e le 60 anime che ci lavoravano erano tutti militari ,incontrammo il nostro ufficiale in comando, Edward linch si vedeva che aveva paura ma manteneva ancora il controllo, io è Alex il mio osservatore lo conoscevano bene,avevano affrontato varie missioni insieme durante la liberazione di anchorage dalla "minaccia rossa" e lui si era guadagnato il grado di tenente durante la liberazione delle scogliere dalle truppe comuniste,nella capitale c'era addirittura una statua a memoria dei caduti che raffigurava lui e i suoi commilitoni, ora a 45 anni era capo della struttura solido come il marmo e ancora in grado di ispirare gli altri a buttarsi In uno scontro se c'era lui in testa alle truppe
-abbiamo ricevuto conferma di un bombardamento nucleare Washington DC è caduta i rapporti parlano di città distrutte da ordigni in tutto il continente-
Mi aspettavo che succedesse ma fu comunque come ricevere una scarica di calci nel ventre,Alex era sbiancato e stava farfugliando qualcosa ma le parole si mischiavano nel suo stato di shock.
- i nuovi ordini sono di coordinare tutti e farli entrare...-
Un potente scossone fece vibrare la terra sotto i nostri piedi e una luce investi il viso del tenente Linch Alex fece per girarsi ma lo trattenni,avevo intuito da cosa venisse la luce e l'intuito non mi aveva mai tradito
-merda,MERDA SONO CIECO!!-
Gridò il tenente quando il lampo passo mi girai e vidi ciò che una volta era fort yucon, un fungo atomico era l'unica testimonianza di ciò che una volta era una città
-tutti nel bunker antiatomico ora!!
Quelle parole mi suonarono distanti mentre osservavo una coltre di polvere avanzare veloce verso di me.
L'Alaska che amavo stava venendo rasa al suolo la bellezza di quei luoghi sarebbe scomparsa
-art muoviti art DOBBIAMO ANDARE AL BUNKER!!- disse Alex con il sottotenente sotto braccio
Ma non riuscivo nemmeno a sentirlo
-MUOVITI SOLDATO-
Disse dammi un violento colpo allo stomaco con il calcio del suo m92 e risvegliandomi dolorosamente dal mio torpore corremmo verso il bunker e ci chiudemmo dentro.
La base non aveva subito perdite umane risultava dai registri ma il mondo in superficie era ora desolato e non era più posto per quelli della nostra razza, tutti all'interno del bunker piangevano il mondo a loro modo ma io non piangevo il mondo, pingevo l'Alaska