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Autore: T612    26/11/2018    1 recensioni
1956, Russia, base operativa del KGB.
La nascita della leggenda della Vedova Nera e il Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino.
Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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30 novembre

-Rapporto missione, Romanoff. -la voce di Dmitri risuona incolore, continuava a sfogliare un fascicolo con aria perplessa, alzando lo sguardo ogni tanto di sfuggita solo per esaminarla.
Natalia se ne stava in piedi davanti alla scrivania attendendo istruzioni, era rientrata dalla missione da una decina d’ore, ma da quando aveva rimesso piede nel Cremlino continuava ad avere qualche difficoltà nel controllare la sua maschera imperturbabile.
-Missione eseguita con successo, tutti i target sono deceduti. -Natalia abbassa impercettibilmente lo sguardo, non andava fiera del suo operato, non le importava quale fosse il volere di Madre Russia.
Era stata dimessa dall’infermeria una ventina di giorni prima, aveva ripreso immediatamente gli allenamenti con Tania, alternando il suo lavoro come spia con le cene al ristorante in compagnia di Alexei. 
I preparativi per il matrimonio proseguivano senza interruzioni, erano state apportate le ultime modifiche all’abito, Ivan aveva procurato gli anelli… tutto procedeva secondo i piani mentre di nascosto Natalia cercava di mettere insieme i pezzi, ma i suoi tentativi di esplorare il Cremlino alla ricerca delle celle di sicurezza non stava dando i frutti sperati.
-Siamo molto fieri di te Natasha, il tuo operato a Cuba è stato impeccabile.
-Grazie Dmitri… -la voce le si assottiglia leggermente, il ricordo della vasca da bagno tinta di rosso le fa perdere momentaneamente la concentrazione. -È stata una settimana impegnativa.
Le avevano chiesto di occuparsi di alcuni oppositori per salvaguardare delle alleanze internazionali, l’avevano spedita in missione suggerendole di sfruttare gli agganci e le coperture predisposte da Marina negli ultimi mesi. 
Era stato piacevole rivedersi dopo così tanto tempo, la tensione della missione sotto copertura non aveva smorzato l’entusiasmo della mora… era a Cuba da nemmeno tre ore e l’aveva già aggiornata su tutto ciò che la riguardava, le aveva raccontato di aver adottato un gatto randagio e che per mantenere la copertura aveva iniziato ad uscire con un ragazzo del posto.
Poi senza preavviso aveva stravolto le carte in tavola, chiedendole a bruciapelo che fine avesse fatto il Soldato d’Inverno… le era andato di traverso il drink, mentre nel suo cervello era apparsa l’immagine di un uomo con un braccio di metallo. Aveva spiegato a Marina dell’incidente e del ricovero in infermeria, per poi cambiare discorso aggiornandola sui preparativi del matrimonio. 
-Hai riscontrato qualche problematica?
-Nessuna. -riesce a suonare convincente, mentre ignora volutamente le immagini che scorrono a rapida velocità nel suo cervello.
Le sembrava di aver impresso a fuoco nella mente i fotogrammi del cadavere di Marina, il corpo che galleggiava nella vasca da bagno, il foro del proiettile che colorava velocemente l’acqua di rosso.
A missione conclusa le era stato ordinato di eliminarla, i capi la accusavano di aver stretto dei legami affettivi molto più profondi di una semplice copertura. 
Aveva eseguito gli ordini senza battere ciglio, imperturbabile, ciò che l’aveva scossa era l’immagine che il suo cervello le aveva proposto subito dopo. Il Soldato d’Inverno era tornato a popolarle la mente, richiamato indietro dall’odore ferroso del sangue misto alla polvere da sparo… era estremamente confusa anche a distanza di così tante ore.
-Perfetto, sei congedata. 
Diede le spalle a Dmitri avviandosi verso la porta quando lo sentì sbuffare richiamandola indietro. 
-Mi faresti un favore? Potresti portare questo fascicolo al Generale Petrovich? -chiese porgendole il fascicolo voluminoso che aveva visionato nell’ultima mezz’ora. -I documenti per il trasferimento sono pronti, Ivan deve solo firmare un paio di documenti e poi può riconsegnarlo al Generale Karpov.
Aveva afferrato il fascicolo senza obbiettare, dileguandosi subito dopo. Una volta percorso un lungo tratto di corridoio, ponderando i pro e i contro delle conseguenze alla sua curiosità, aveva sollevato la copertina del fascicolo tempestato di scritte in cirillico. 
Si era bloccata in mezzo al corridoio pietrificata, il suo nome veniva citato spesso e volentieri tra le righe… teneva tra le mani il fascicolo dell’uomo che la chiamava nel sonno. Si riscosse, rendendosi contro che se qualcuno l’avesse vista a ficcanasare in mezzo ai documenti dei capi si sarebbe ritrovata in guai seri, rifugiandosi nella prima stanza libera iniziando a sfogliare velocemente le pagine che trascrivevano informazioni e cartelle cliniche cercando un nome o un punto di riferimento… avvertiva la necessità quasi fisica di scoprire chi fosse rinchiuso nelle celle di sicurezza a causa sua, era previsto un trasferimento da lì a poche ore, aveva poco tempo per scoprirlo.
Dopo interminabili minuti di ricerca, quando finalmente comparvero i dati anagrafici e il nome in codice del progetto le mancò il terreno sotto i piedi… e il suo cervello esplose in una miriade di immagini, ricordi e sensazioni.
Continuava a rileggere quei caratteri in cirillico all’infinito fino ad imprimerseli a fuoco nella mente: зимний солдат1, Soldato d’Inverno… James.




Note dalla regia:
1. traduzione di Google Translate per “Soldato d’Inverno”




Edit: 24/09/2019
   
 
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