Fanfic su attori > Cast Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: NIKELMANN    28/11/2018    0 recensioni
Questa storia parla di Davies, Moffat e Chibnall alle prese con la stesura di "The thirteen -plus one- doctors", ipotetico speciale di Doctor Who per il quindicennale del revival della serie. Tutti e tre i personaggi protagonisti non sono realistici, ma sono rappresentazioni di come li vede il fandom, sono tutte bravissime e talentuose persone, nella realtà, qui... ehm
Inoltre saranno presenti altre figure, come Strevens, che non conosco affatto, perciò me le sono immaginate di sana pianta. Per finire sarò crudele con molte figure che amo (come fare battute sul peso di Colin Baker, che è adorabile ed è il mio dottore vivente preferito), ma è unicamente a scopo comico.
Genere: Comico, Parodia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo IV - The Tomb of the Creations
 
Il più grande nemico di ogni scrittore, probabilmente, è il proverbiale blocco. Frutto della naturale tendenza umana alla procrastinazione, se lasciato a sé, un blocco calcifica, si riempie di sedimenti e sprofonda nel terreno, seppellendo qualunque idea prima ancora che possa venire alla luce, come una vera e propria tomba.
 
I tre creatori erano in silenzio da un quarto d’ora abbondante. Davies aveva preso il cellulare e sembrava stare scorrendo immagini sul piccolo schermo, Moffat mormorava qualcosa a mezza bocca e Chibnall stava facendo dei piccoli disegnini sull’angolo dei suoi fogli. Probabilmente era una specie di animazione, perché li fece scorrere rapidamente sfogliandoli con la mano.
«Ok, basta, dobbiamo tirare fuori qualcosa!» disse Davies posando il cellulare
Chibnall sospirò:
«È che non abbiamo idee, Russell!»
Moffat fece un verso sarcastico:
«Tu non avrai idee! Io non sono letteralmente capace di finirle!»
«Steven, se hai qualcosa, sputa il rospo» Davies si massaggiò la base del naso
«Ok, allora: prima di tutto la gente parte da un’idea, ok?» Moffat spiegò agli altri due «Io no. Io parto da due idee!»
Gli altri inclinarono la testa, confusi.
«La cosa importante è che siano due idee che non c’entrano niente l’una con l’altra! Per esempio, che ne so, il bambino vuoto e Jack Harkness. Oppure una biblioteca che salva le persone su una memoria digitale e delle ombre assassine!»
Quella rivelazione mi aprì un mondo: tutte le storie di Moffat erano così! A giudicare dalle loro espressioni, anche gli altri showrunner sembravano scossi.
«Cosa c’è?! Avete delle facce!»
«Tutte le tue storie sono così!!! Le statue che si muovono quando non le guardi e una cassetta del Dottore bloccato nel tempo!» Chibnall stava quasi urlando, eccitatissimo
«Madame de Pompadour e un’astronave che si ripara con parti umane!» osservò Davies
«Davros che ha incontrato il Dottore da piccolo e dalek spappolati nelle fogne!»
«Il sogno che fanno tutti una volta nella vita e un uomo bloccato alla fine del tempo!»
Moffat lanciò loro uno sguardo di sufficienza:
«Sì, direi che si è capito. Cavolo, credevo che fosse ovvio!»
«Un astronauta assassino e il Dottore di 300 anni dopo che muore davanti ai companion!» Davies era ancora sconvolto
«Si è capito, Russell!!!»
«Aspetta, se con due idee che non c’entrano niente l’una con l’altra viene su una buona storia, cosa succede se metti tre o più idee insieme?» chiese Chibnall
«Death in Heaven» rispose Moffat. Gli altri due rabbrividirono. Chibnall batté le mani insieme e le strofinò:
«Ottimo, allora tutto quello che ci serve fare è prendere due e solo due idee tue! Forza, spara!»
Moffat chiuse gli occhi e prese un’aria concentratissima. Adesso so che non mi crederete, ma io ricordo che, senza una ragione apparente, i peli sulle mie braccia si rizzarono e mi venne la pelle d’oca e le ombre nella stanza parvero convergere su di lui. Se dovessi definire quello che stava succedendo nella stanza con una sola parola, sarebbe il “MALE”. Durò solo un istante e poi riaprì gli occhi:
«Ok, ho le due idee: il Dottore che si risveglia dopo un lungo sonno e non capisce dove e quando si trovi e una freccia che colpisce sempre il cuore del bersaglio!»
Gli altri si guardarono, sorridendo vittoriosi. Davies diede una pacca sulla spalla di Moffat:
«Ok, direi che siamo sulla strada giusta! Come le connetti insieme?»
Moffat si leccò le labbra:
«Beh, allora, c’è il Dottore che esce fuori dal TARDIS, ok? E allora c’è uno che gli dà la caccia…»
Chibnall chiese:
«Perché?»
«Beh, perché è un cacciatore di… dottori» gli altri due aggrottarono la fronte «E questo ha questa balestra, ok e spara al Dottore, ma lui è superveloce, così afferra il dardo al volo, ma questo riparte e gli si pianta nel cuore»
«In quale?» chiese Davies
«Scusa?»
«Quale dei due cuori?»
«Ehm, non è importante perché tanto non è di fra… è di un materiale che non danneggia i Signori del Tempo. Però poi il cacciatore di… dottori prende un quadrello di… materiale che uccide i Signori del Tempo e…»
«Moffat?»
«Sì, Russell?»
«Stai scrivendo questa storia per Dracula?»
Moffat abbassò lo sguardo, colto in flagrante:
«Sì. Mi dispiace, ma sono concentrato su quello, non scrivo per Doctor Who da più di tre anni, ormai!»
 
Davies sospirò:
«Va bene. Allora vediamo che cosa sa fare il più “fresco” tra noi. Stupiscici, Chibnall, come fai una storia, tu?»
«Beh, allora, prima di tutto mi immagino una situazione in cui mi piacerebbe vedere il Dottore.»
«Tipo?»
«Tipo, uhm… che si veste tutta elegante e va a un casinò! O, in questo caso, si vestono tutti eleganti!»
«Ok, forte! E poi?»
«E poi cosa?» chiese con aria innocente
Moffat gli chiese, pazientemente:
«Come va avanti la storia?!»
Chibnall sembrò non capire:
«No, è finita, i dottori si vestono, viaggiano nel TARDIS e arrivano al Casinò dove giocano!»
Moffat non ebbe nemmeno la forza di rispondergli, ma Davies sospirò e, pazientemente, gli spiegò:
«Chibnall, non va bene. Tu non puoi continuare una trama in un modo tanto lineare.»
«Ah, bisogna fare tutti i colpi di scena di Steven, allora?! Ah, il casinò non è un casinò, è un agriturismo dove mangiano le persone! E il Dottore non è il Dottore, è Napoleone convinto di essere il Dottore!»
Il volto di Moffat stava cambiando colore, probabilmente come meccanismo di mimetizzazione preventiva per gli schizzi di sangue che stava per far partire da Chibnall:
«No, razza di…» respirò a fondo «Ascolta, Chris, va benissimo una trama lineare. Prendi Midnight: parte come un viaggio in solitaria del Dottore e si trasforma in un terrificante horror psicologico. Non ci sono “colpi di scena”, ma ci sono “svolte narrative”, momenti in cui la dinamica della storia cambia. Se non c’è niente del genere, una trama è piatta e che cosa dovrebbe vedere il pubblico?!»
Chibnall assunse un’espressione furba e sollevò il dito indice:
«Ah, no, ma questo è solo lo scheletro! Nel mentre che mostriamo un sacco di personaggi secondari, come un’anziana signora che non vuole dare la propria eredità al nipote perché omosessuale e un gruppo di bambini che vuole liberare la manta spaziale tenuta in esibizione dal casinò!»
Moffat sembrava soddisfatto della proposta, ma Davies ci pensò un secondo e chiese a Chibnall:
«Scusa, in che modo vuoi legare queste trame B alla trama A?»
«Perché dovrei legarle?» chiese con aria innocente
«Perché… si fa così! Se la trama A e la trama B non sono legate, non stai facendo una storia sola, stai facendo due mini storie!»
«Ed è figo, no?»
«Sì, ma… la gente guarda Doctor Who perché c’è Doctor Who, se non serve a niente per il Dottore, la storia B diventa uno spreco di tempo!»
Chibnall allargò le braccia:
«Ragazzi, voi cercate di fare cose troppo complicate! Storie complesse, svolte narrative, intrecci di trame, le conosco anche io queste robe, ma la gente non le vuole! La gente vuole un Doctor Who più semplice e rilassante, con cui possa stendersi sul divano e venire sensibilizzati su temi socialmente importanti per…»
Moffat si intromise:
«Ma no! Puoi mettere tutte quelle cose, ma la gente ha bisogno di divertirsi! Ci deve essere un senso di urgenza, di tensione…»
«Ah, ma quello so come metterlo! Facciamo che, a un certo punto, parte un conto alla rovescia!»
Davies lo guardò perplesso:
«Da dove?»
Chibnall fece un gesto noncurante:
«Non importa. Diciamo che parte un countdown nel TARDIS o al casinò.»
Moffat sembrò realizzare qualcosa:
«Aspetta, anche in 42 c’era un countdown!»
Davies sollevò la testa, arrivando alla stessa conclusione:
«E anche in Dinosaurs on a Spaceship hanno sei ore di tempo, prima che bombardino l’astronave!»
Chibnall sorrise tronfio:
«Esatto. È il mio modo di creare tensione.» e aggiunse, imitando Moffat «Credevo che fosse ovvio»
«In Hungry Earth c’è la trivella Siluriana!»
«E in The Power of Three gli stessi cubi cominciano a contare!»
Chibnall si impettì:
«Geniale, no?!»
«No!» risposero gli altri all’unisono e Davies aggiunse «Diventa un senso di tensione vuoto e artificiale!»
Chibnall roteò gli occhi:
«Perché tu sei tanto bravo a creare senso di tensione, no?!»
Moffat guardò Davies che ricambiò il suo sguardo, per poi oscillare la testa facendo un’espressione risicata
 
Davies si impettì:
«Io so come creare tensione! E dovreste saperlo! Vi faccio una domanda: da dove nasce la paura?»
«Da me.» Rispose Moffat e Davies gli lanciò un’occhiataccia prima di continuare
«Dall’infanzia. È il momento in cui si formano sia le nostre paure che quello che ci affascina! Così, quando voglio fare paura penso “che cosa mi faceva paura da bambino”?!»
«E ti rispondi con “animali antropomorfi”?» chiese Chibnall scettico
«Alle volte sì! I maiali sono terrificanti!»
Gli altri lo fissarono senza capire:
«Sapete che possono sbranare un essere umano, senza lasciare traccia, in cinque minuti netti?!»
Moffat si portò una mano al mento:
«Aspetta, ma quante paure potrai ricordarti di quando eri bambino?! Al massimo quattro o cinque e poi cosa fai?!»
Chibnall indicò Davies:
«Potresti chiedere a qualcuno che è un bambino adesso!»
Davies si rabbuiò in volto e distolse lo sguardo. Appena Moffat capì sogghignò, mentre Chibnall continuava:
«Potremmo addirittura far fare un concorso ai bambini per disegnare dei mostri nuovi!»
Moffat finse uno starnuto che suonava stranamente come “absorbaloff”
«E poi puoi fare tutta una storia attorno al disegno del mostro vincitore!!!»
Moffat diede una serie di colpi di tosse che suonavano stranamente come “Love and Monsters”. Davies si stancò e lo fulminò con lo sguardo:
«Comunque il cattivo non è la parte più importante di una storia! Il personaggio centrale lo è! Per esempio, quando ho esordito con il revival, la prima puntata ruotava attorno alla companion, per mostrare come per salvare la Terra non servisse una persona straordinaria come il Dottore, ma può farlo chiunque sia armato di buone intenzioni!»
Chibnall schioccò le dita realizzando qualcosa:
«Aspetta! È questo quello che fai sempre tu! C’è un personaggio che diventa importante alla fine della storia che risolve la storia con un proprio cambiamento! Come Mickey in Age of Steel
Chibnall fissò Moffat che restò impassibile. Così aggiunse:
«O come Cassandra in New Earth!» Moffat lo guardò, sempre inespressivo «Non facciamo quella cosa che diciamo una sua puntata a testa, come prima?»
«No. È vero che lo fa ed è un ottimo esempio di storytelling! Piuttosto prendi appunti che abbiamo dovuto aspettare un’intera stagione per avere momenti del genere con la Whittaker, va’!»
Chibnall mise su il broncio e Davies sorrise soddisfatto:
«Bene, adesso che abbiamo appurato che il mio stile di scrittura non ha difetti» Moffat cercò di contraddirlo, ma Davies lo ignorò «Decidiamo un personaggio che stia al centro della narrazione, attorno al quale far ruotare il tutto. Naturalmente dovrà essere uno dei dottori e sappiamo tutti su chi convenga concentrarsi…»
I tre parlarono nello stesso momento:
«Sul decimo!» disse Davies
«Sulla tredicesima!» Disse Chibnall
«Su Clara Oswald!» disse Moffat
 
Gli altri due lo fissarono.
«Steven, Clara Oswald non è il centro della serie» gli spiegò pazientemente Davies.
Moffat inclinò la testa comprensivo:
«No, in effetti hai ragione…»
La mia pelle rabbrividì nuovamente e le ombre tornarono ad allungarsi: la prima volta mi ero convinto che fosse solo una sensazione, ma questa ero sicuro: una presenza era scesa nella stanza e stava lentamente succhiando via le nostre vite
 
 
«…CLARA OSWALD È IL CENTRO DI TUTTO L’UNIVERSO!!!»
 
Il “Male” era tornato!



[NDA: l'incredibile rivelazione sulle storie di Moffat arriva da Stefano "Brig"]
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: NIKELMANN